Recensioni di innominetuo

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Noi saremo gli avi di nipoti che ridono - 14/02/23, ore 17:45
Capitolo 4: Capitolo 4
Credo che il protagonista principale di questo tuo bellissimo racconto, caro Amico, sia il fattore Tempo.
Esso si cadenza in modo sempre differente, a seconda del frangente: sa essere convulso e sin troppo breve, caricato di adrenalina e di dopamina, indispensabile per le azioni più prettamente fisiche, come utilizzare un’arma, elaborare una tattica al volo, o addirittura un corpo a corpo; sa però essere anche più dilatato, dall’andamento molle e lento, come se volesse regalare una illusione di stasi, utile per il raccoglimento, la riflessione, il riprender fiato.
Sia gli ufficiali che i soldati debbono imparare a loro spese come gestirlo, il fattore tempo: può fare la differenza tra la vita e la morte. Al di là della fortuna e delle condizioni contingenti, un buon soldato deve sapere cosa fare e quando.
Il nostro Capitano lo gestisce a meraviglia, questo fattore. Ogni suo gesto è perfettamente incasellato in ogni aspetto della missione militare: egli sa essere sempre perfettamente lucido e presente e dispiega ogni sua capacità umana e professionale. Sa dare conforto e vicinanza ad un soldato ferito come sa risparmiare le munizioni di una mitragliatrice pur centrando i bersagli.
Alla fine, vince, per nostro sollievo, il tempo dilatato: quello buono, quello utile per visitare un ferito in ospedale, per una battuta di spirito… e per poter ricordare.
Hai saputo donarci una lettura armonica ed equilibrata, ci hai mostrato bellezza ed armonia anche nella descrizione di una operazione militare, eseguita dagli “spauracchi” per antonomasia del XX° secolo.
E’ questo quello che io intendo saper scrivere: portare Bellezza.
Grazie, come sempre, di questo tuo regalo.
Recensione alla storia Noi saremo gli avi di nipoti che ridono - 30/01/23, ore 17:18
Capitolo 3: Capitolo 3
La missione si rende sempre più difficile e pericolosa: addentrandosi nel territorio di Minsk, all'epoca sotto l'egida dell'Unione Sovietica, i soldati tedeschi rivivono un po' le difficoltà di più di un secolo addietro vissute da Napoleone. La Russia non è per tutti, non lo è mai stata, del resto, neppure nelle vesti della Santa Madre Russia, come non lo è come Unione Sovietica. Neppure un esercito ben organizzato come quello tedesco è in grado di affrontare un simile nemico, refrattario ad ogni genere di invasione. 
Il nostro Capitano cerca sempre di fronteggiare la situazione contingente nel modo migliore, forte della sua esperienza e potendo contare su soldati e giovani ufficiali molto capaci e coraggiosi. Persino il monello del gruppo, Hans Welfe, che mi ricorda tanto Gavroche di Hugo, si rivela scaltro e coraggioso, capace di sgattaiolare come un topolino per poter consegnare un messaggio, che può significare la salvezza della squadra, tanto più che ora ci sono dei feriti, tra cui anche il povero Hofmann.
Ancora una volta, Schultz si rivela un buon comandante, che tiene alla salvaguardia dei suoi uomini: il salvataggio del giovane sergente è senz'altro eroico e rivela la sua notevole statura morale: è un ufficiale, ma non dimentica di essere un uomo, prima di ogni cosa.
Il tuo racconto è sempre più bello ed avvincente e sono davvero felice di seguirti: attendo con piacere il tuo prossimo aggiornamento!
Buon inizio di settimana, caro Amico!
(Recensione modificata il 30/01/2023 - 05:20 pm)
Recensione alla storia Noi saremo gli avi di nipoti che ridono - 24/01/23, ore 10:10
Capitolo 2: Capitolo 2
Un momento di profonda riflessione, tra gli sbuffi della sigaretta.
Il Capitano medita sulla sua gioventù da comunista, prima entusiasta e poi disilluso, dopo aver confrontato testi ed autori sulle teorie marxiste. Bisogna pur credere qualcosa, in questa vita, e un giovane tedesco degli anni '30-'40 era portato ad abbracciare l'ideologia nazionalsocialista: se si ha rigore storico si comprende il perché di certe scelte, senza condannarle a priori. Ci credevano, quei ragazzi, erano sinceramente convinti di fare qualcosa di giusto, anche al punto da ritrovarsi feriti e mutilati in una brandella della Croce Rossa. Il giovane Schultz diventa un Capitano e cerca di fare bene e correttamente il suo lavoro di soldato, anche prendendosi cura dei suoi sottoposti. Medita, quindi, e poi va a trovare i soldati feriti, tra cui il diciottenne Fuchs. Una scena di una tenerezza disarmante, quella che ci hai regalato, caro Amico ed Autore.
La voce del ferito aveva un tono quasi angosciato: “Non vedrò più Fischer, Ladowski, Berger, Linde… e il sergente Hofmann e il signor capitano.”
Famiglia, io vedo una famiglia. Sono questi, i feroci, gli orchi,  i baubau delle favole? 
Un ragazzo biondo ferito che sta per tornare a casa sua in licenza e che soffre non solo per i buchi sul dorso, ma anche perché sente già la mancanza di questa nuova famiglia, fatta di commilitoni e di superiori.
Poi arriva un attacco del nemico, come da prassi... siamo in guerra, no? 
Ma nessun attacco può esimerci dal meditare, dal fumare una sigaretta in compagnia, dal portare conforto a un ragazzino ferito.

 
(Recensione modificata il 24/01/2023 - 10:12 am)
Recensione alla storia Noi saremo gli avi di nipoti che ridono - 23/01/23, ore 17:01
Capitolo 1: Capitolo 1
Carissimo,
ritrovarti, ogni volta, è una sorpresa più che gradita.
E' come un ritorno a casa, dove sai che troverai solo cose buone.
La bellezza della tua penna mi colpisce una volta di più, specialmente quando tratti di argomenti storici di cui sei padrone assoluto.
Apprezzo in generale i racconti di guerra, perché che ci piaccia o meno la Storia dell'Umanità è costellata di battaglie, di popolo contro popolo, di uomo contro uomo. Non esistono guerre "giuste", lo sappiamo, ma senza indulgere in retoriche ed in idealismi facili e banali, occcorre vedere ANCHE questi come spaccati di vita umana.
Che ci piaccia - mi ripeto - oppure no.
E possiamo vedere bellezza ed umanità anche nel corso di una operazione di guerra. Il capitano Schultz l'ho già eletto come IL personaggio: è bellissimo lui, sì. Seppur ordina di ammazzare il nemico - e cosa potrebbe fare, un militare nel corso di un'azione di guerra? mandare mazzi di rose? - ci sono bontà, coraggio, generosità ed abnegazione da parre sua. Basti vedere come tratta i suoi sottoposti: ci sono datori di lavoro che trattano i subordinati in modo disumano. Invece abbiamo qui un capitano che si comporta quasi paternamente, con i suoi soldati. Adoro vedere come si rapporta con il tenentino coraggioso e a tratti temerario; per non parlare di quando si carica sulla schiena il diciottenne ferito, tranquillizzando il commilitone dello stesso, angosciato per l'amico.
Ci può essere bellezza, ripeto, pure in un racconto di guerra: e tu con la tua delicatezza sei in grado di mostrarcela.
Anche in una guerra.
Anche nella guerra fatta e creata dai "cattivi" di sempre, per ideologico sentire...
 
Recensione alla storia Pomeriggio d'agosto - 25/04/22, ore 10:52
Capitolo 1: Pomeriggio d'agosto
Quanta bellezza in questo racconto.
Il Barone Rosso è sempre stato uno dei miei personaggi storici preferiti, sin da bambina: di questo debbo ringraziare Schultz e il suo impareggiabile Snoopy, quando il simpatico bracchetto ne imitava le gesta sul tettuccio della sua cuccia. Poi, da adulta, mi è parso naturale cercare notizie su questo eroe della Grande Guerra, per scoprire che si trattasse di un giovane uomo, poco più di un ragazzo, essendo morto a neanche 26 anni,
Eppure nessuno era come lui, e sapeva essere nobile e giusto, anche verso i suoi nemici: per esempio, non si accaniva contro chi si arrendeva o cercava di fuggire, egli combatteva sempre ad armi pari.
Un vero Cavaliere.
Sarebbe bellissimo se un giorno scrivessi una long, anche di pochi capitoli, per ripercorrere le sue gesta e la sua vita: credo che solo tu, caro Amico e Autore, sia in grado di parlare del Barone Rosso conferendogli tutta la dignità che merita.
Questo giovane uomo desiderava volare, sentiva dentro di sè questo sublime anelito. Voleva dispiegare le sue ali e salire su, in alto nel cielo, quando le tecniche di volo erano ancora molto pericolose e poco sviluppate: il volo in aereo era, infatti, poco più avanti degli albori.
Ma quando c'è qualcosa, dentro di noi, che ci sussurra una via da seguire, dobbiamo fare di tutto per ascoltarne la voce...
Anche se si tratta dell'ultimo volo.
Bellissima storia, è sempre meraviglioso leggerti.