Avevo finito di scrivere la recensione quando *puff* non so cosa ho toccato e ho cancellato tutto ç__ç Me imbranatissima!
Ogni qual volta mi trovo dinanzi una tua storia, leggo gli avvertimenti, il titolo, l'introduzione e mi dico gradassa: "Feh, è così surreale, sarebbe assolutamente impossibile a Nerima. Non ti immedesimerai mai."
Seeeeh. Contaci pure, piccola ingenua Kuroi.
Infatti poi, puntualmente, apro la storia e il naso s'appiccica allo schermo (complice un po' di miopia, oltretutto) e tracanno tutto di corsa, beandomi di tanta inventiva, stile e emozioni.
Hai vinto di nuovo, Kaos. Hai vinto.
La cosa che più mi sorprende è che tu prendi i tuoi bei pupazzetti, li togli dalla Nerima che tutti amiamo e conosciamo e con incredibile e apparente semplicità li posizioni nella tua Nerima. E ci stanno da Dio. Non mi sfiora mai, con te, il dubbio dell'OoC. Ma come fai?
Essere originali e al contempo rispettosi dei personaggi è molto complicato. Tu, però, lo fai. Benissimo.
Il mondo di Secrets (e degli spin-off da essa nati) mi passava davanti, leggendo. Me lo sento dentro.
Poi stavolta hai reso protagonista Genma. Signori, non uno qualunque. Genma Saotome, per tutti i rapaci del nord est italico.
Genma. Saotome.
GENMA SAOTOME!
La macchietta più infida e ridicola, il padre più deplorevole, il furbo, il ladro.
L'hai reso perfettamente. E' credibile. Fa tenerezza. Cioè, tu capisci cosa sei stato capace di fare?
Genma che fa tenerezza?
Era rischiosissimo mettersi nei suoi panni, narrare coi suoi occhi, filtrare attraverso lui sentimenti e pensieri. Il bello è che ci sei riuscito con una delicatezza pazzesca... Una storia così portatrice di devastazione, dolore ai massimi livelli, aridità, disillusione, scritta con discrezione e premura affascinante. Sei bravo.
Di solito, nonostante la serietà del momento, riesci a strapparmi sempre un sorriso fra le tue parole ben messe. Stavolta, invece, nonostante la tua ironia sia sempre vivida, mi sono un po' cosparsa d'amaro, fra questo cinismo sardonico e questo sarcasmo ferito. Avevo gli occhi sgranati, ma la bocca solo leggermente increspata, come la bocca di Tofu, per intenderci.
E' Angst puro. Ommamma che male. E' il dolore che lascia senza parole. Quello senza alcuna salvezza.
Hai scaturito in me una curiosità incredibile, poi. Mi chiedevo: "Ma Ranma? Cosa ha pensato? Cosa prova? E Nabiki e Soun e Nabiki?" E così all'infinito. Ma era giusto così, ovviamente. Era il momento di Genma, oltre che di Ranma, così affascinante e senza speranza, con la barba incolta e le sigarette.
L'incontro finale è una perla. E Ranma che mostra ancora un po' d'umanità fra le pieghe della sofferenza è così tuo che m'ha emozionato a dir poco.
Ryoga. Hai tramutato la più classica delle gag ranmesche in una stilettata tremenda. Ogni città in cui il disperso si perdeva era uno schiaffo in pieno viso. Non era divertente. Era orrendamente triste. E commovente.
Ultimo ma non per importanza, il titolo. A differenza degli altri ha un'amarezza tutta sua, una rassegnazione, come ho già scritto, che prepara, ma non troppo. Come sempre, è geniale,
Mi hai messa sulle montagne russe. Senza rendermene conto, trattenevo spesso il fiato e poi sentivo dei tonfi nel petto.
Un'ovazione per te e uno shishi hoko dan di tutto quello che avrei voluto scriverti ancora.
Complimenti di cuore e grazie di farmi uscire dai miei paletti, facendomi amare un Ranmaverse che non avevo mai incontrato, nonostante gli svariati anni in questo fandom.
Grazie, veramente. E scusa la teatralità di questo lacrimevole commento, ma sai davvero stupirmi ogni volta.
Per me, questa supera Barattoli di Sangue.
Kuroi |