Recensioni per
Dunque quel Panda Ciccione non ha la Scatola Cranica Ripiena di Grasso
di Walpurgisnacht

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Non chiedermi perché proprio oggi, fatto sta che ho avuto la voglia di riprendere in mano la tua saga barattolosa. Forse avevo sete di sangue? Perché leggendo ero convinto che mi sarei trovato di fronte la terza sciagura in poche ore, dopo quelle di Akane e Ukyo. Ma ancora una volta sono stato spiazzato: perché il morto c'è scappato, chiaro, ma non in un modo che mi sarei atteso. Questo Ranma che si consegna alla giustizia per espiare la colpa di non aver saputo proteggere le fidanzate è toccante e straziante quanto basta, ma devo dire che l'effetto è tanto più forte nella prima parte della storia, per intenderci quella narrata nello studio di Tofu e dal punto di vista di Genma. Credo sia inutile dire quanto adori il Panda Ciccione, non credo di aver saputo tenere la cosa tanto segreta specie negli ultimi tempi, e forse è per questo che mi sono sentito molto coinvolto nella scoperta da parte del vecchio Saotome, poco per volta, dell'orribile verità. E tu hai saputo entrare davvero bene in quella testaccia (non sempre) vuota, a mio parere.
Devo dire che ho apprezzato anche l'intermezzo di Ryoga, così strano perché è sia tragico che comico al tempo stesso, mi ha fatto un effetto davvero straniante, il suo inesistente senso dell'orientamento dà vita quasi a un dramma nel dramma (vuole assolutamente salvare l'amico-rivale e denunciare la verità, eppure è condannato a non arrivare mai a destinazione) ma dico appunto 'quasi', tanta è la demenzialità con cui ciò avviene. E ripeto, è una cosa diversa dal solito, strana ma positiva.
E ora basta chiacchiere. Passo subito alla quarta e ultima storia del ciclo.

Avevo finito di scrivere la recensione quando *puff* non so cosa ho toccato e ho cancellato tutto ç__ç Me imbranatissima!

Ogni qual volta mi trovo dinanzi una tua storia, leggo gli avvertimenti, il titolo, l'introduzione e mi dico gradassa: "Feh, è così surreale, sarebbe assolutamente impossibile a Nerima. Non ti immedesimerai mai."
Seeeeh. Contaci pure, piccola ingenua Kuroi.
Infatti poi, puntualmente, apro la storia e il naso s'appiccica allo schermo (complice un po' di miopia, oltretutto) e tracanno tutto di corsa, beandomi di tanta inventiva, stile e emozioni.
Hai vinto di nuovo, Kaos. Hai vinto.
La cosa che più mi sorprende è che tu prendi i tuoi bei pupazzetti, li togli dalla Nerima che tutti amiamo e conosciamo e con incredibile e apparente semplicità li posizioni nella tua Nerima. E ci stanno da Dio. Non mi sfiora mai, con te, il dubbio dell'OoC. Ma come fai?
Essere originali e al contempo rispettosi dei personaggi è molto complicato. Tu, però, lo fai. Benissimo.
Il mondo di Secrets (e degli spin-off da essa nati) mi passava davanti, leggendo. Me lo sento dentro.

Poi stavolta hai reso protagonista Genma. Signori, non uno qualunque. Genma Saotome, per tutti i rapaci del nord est italico.
Genma. Saotome.
GENMA SAOTOME!
La macchietta più infida e ridicola, il padre più deplorevole, il furbo, il ladro.
L'hai reso perfettamente. E' credibile. Fa tenerezza. Cioè, tu capisci cosa sei stato capace di fare?

Genma che fa tenerezza?

Era rischiosissimo mettersi nei suoi panni, narrare coi suoi occhi, filtrare attraverso lui sentimenti e pensieri. Il bello è che ci sei riuscito con una delicatezza pazzesca... Una storia così portatrice di devastazione, dolore ai massimi livelli, aridità, disillusione, scritta con discrezione e premura affascinante. Sei bravo.

Di solito, nonostante la serietà del momento, riesci a strapparmi sempre un sorriso fra le tue parole ben messe. Stavolta, invece, nonostante la tua ironia sia sempre vivida, mi sono un po' cosparsa d'amaro, fra questo cinismo sardonico e questo sarcasmo ferito. Avevo gli occhi sgranati, ma la bocca solo leggermente increspata, come la bocca di Tofu, per intenderci.
E' Angst puro. Ommamma che male. E' il dolore che lascia senza parole. Quello senza alcuna salvezza.

Hai scaturito in me una curiosità incredibile, poi. Mi chiedevo: "Ma Ranma? Cosa ha pensato? Cosa prova? E Nabiki e Soun e Nabiki?" E così all'infinito. Ma era giusto così, ovviamente. Era il momento di Genma, oltre che di Ranma, così affascinante e senza speranza, con la barba incolta e le sigarette.

L'incontro finale è una perla. E Ranma che mostra ancora un po' d'umanità fra le pieghe della sofferenza è così tuo che m'ha emozionato a dir poco.

Ryoga. Hai tramutato la più classica delle gag ranmesche in una stilettata tremenda. Ogni città in cui il disperso si perdeva era uno schiaffo in pieno viso. Non era divertente. Era orrendamente triste. E commovente.

Ultimo ma non per importanza, il titolo. A differenza degli altri ha un'amarezza tutta sua, una rassegnazione, come ho già scritto, che prepara, ma non troppo. Come sempre, è geniale,

Mi hai messa sulle montagne russe. Senza rendermene conto, trattenevo spesso il fiato e poi sentivo dei tonfi nel petto.
Un'ovazione per te e uno shishi hoko dan di tutto quello che avrei voluto scriverti ancora.
Complimenti di cuore e grazie di farmi uscire dai miei paletti, facendomi amare un Ranmaverse che non avevo mai incontrato, nonostante gli svariati anni in questo fandom.
Grazie, veramente. E scusa la teatralità di questo lacrimevole commento, ma sai davvero stupirmi ogni volta.
Per me, questa supera Barattoli di Sangue.

Kuroi

Comincio col dire che leggere la storia dal punto di vista di Genma Saotome è stato fantastico.
Qui non è più il panda giocherellone.Qui è un padre,che si contorce nella sofferenza di aver perso il suo unico figlio.
E Ranma...ormai è talmente vuoto e distrutto dentro che si addossa la colpa di tutto.
Vivere per lui è diventato insignificante.
Le emozioni dei personaggi sono così intense da poterle toccare.
La fanfiction è veramente stupenda in tutta la sua lunghezza,ma c'è un passaggio che a mio parere è magnifico.
L'ultimo dialogo tra padre e figlio.
"Nonostante tutti i tuoi difetti sei appena diventato il padre migliore del mondo.Quel che hai detto mi rende onorato e orgoglioso di essere tuo figlio".
Mi sono commossa...ho quasi le lacrime e giuro che non sto scherzando,non sono mai stata più seria in vita mia.
Ti faccio i miei più sinceri complimenti,sei stato magnifico.
Sei riuscito perfettamente a descrivere le situazioni e le emozioni,non è da tutti,hai veramente talento.
Con queste ultime parole ti saluto,ma spero che scriverai altro in futuro:)
Un abbraccio,
Rochita

Io non so cosa dire. Né se vale la pena sforzarmi di dire qualcosa o no.
Ribadisco l’eccezionalità del pezzo di Ryoga: a me ha fatto veramente ridere. E il fatto che mi abbia fatto ridere nonostante tutto quello che c’era stato prima, beh, è un gran merito. Eccezionale, punto.
Poi è buffo l’espediente con cui hai fatto capitare Genma dal dottor Tofu: la noia cosmica. Però anch’io vorrei capire perché è costretto a lavorare come panda. Povero.
E si scoprì che la sua scatola cranica non è soltanto il riparo di tutti i suonatori di tamtam del globo ma che, in una situazione del genere, riesce ad essere padre. A sentirsi padre. Anzi no, a dimostrare di essere umano. Di avere sentimenti umani. Ma in tali circostanze, anche se non si trattasse del proprio figlio, è comprensibile provare empatia e avvertire il colpo, quindi non ho percepito OoC in Genma.
Ma farò la puntigliosa del cavolo e ti muoverò una critica: scrivi troppo bene. Ranma me lo fai parlare in maniera troppo forbita e bella. Dovresti farti una bella iniezione di ignorantezza quando scrivi le sue battute.
Ma è una mia discutibilissima opinione personale, da tipica rompina che proprio non riesce a fare a meno di fare la pignola. Al caso inclina di più il piano della tua indifferenza e lasciala scivolare via.

Le altre cose che potevo dirti me le sono bruciate.
Alla fine non hai avuto fiducia nell’acume di chi ti legge e hai voluto precisare en passant che, quando il dottor Tofu si era dimostrato meravigliato dell’esibizione di forza di Ranma, era perché aveva notato qualcosa che non andava nel suo Ki. Ma io ribadisco che si capiva lo stesso, anzi, sono quelle finezze un po’ sottointese e non così immediatamente lampanti che a me piacciono tanto!
Ed ero davvero convinta, come già ti dissi, che dopo la mazzata di Barattolo di Sangue il resto l’avrei letto con più scioltezza perché “tanto ormai”. E invece con la prima parte di questa fanfiction mi hai stesa. E ho sottolineato “prima parte” solo perché  l’eloquenza e la forbitezza di Ranma mi hanno fatto uscire un po’ dall’immedesimazione (eh oh). Ma la prima parte. Ossanta. Forse perché davvero non c’è azione, non puoi spezzare l’angoscia figurandoti mentalmente la scena sanguinolenta, quindi hai tutto il tempo per crogiolarti nel magone. Grazie per il lieto regalo del fine settimana, eh Kaos!
 
Comunque, era una trilogia giusto? Vanno tanto di moda le trilogie...
Non ti offendere eh, ma mi spaventa la possibilità che possano fioccare degli spinoff su quanto male stanno gestendo i fatti le famiglie Tendo e Saotome o Ryoga o chiunque altro... non so se riuscirei a seguirti in questa discesa verso la tristezza suprema. In fondo io ho proclamato in lungo e in largo che dico no alle fanfiction tristi, quindi devi apprezzare tanto-tantissimo che io sia qui al terzo atto. Sappilo.