Ciao - AGAIN!
Non è affatto facile descrivere le sensazioni turbinanti del sacro fuoco dell'arte, quando ci coglie: che si parli di canto, recitazione, pittura, disegno, scultura o, come nel caso attuale, scrittura, al desiderio di esporre pensieri ed emozioni si sommano conoscenza e, magari, desiderio di trasmettere qualcosa a qualcuno che non siamo noi stessi.
Certamente, per ognuno di noi la sensazione sarà diversa e personale, ma credo che tu abbia eviscerato bene quella che è l'idea di base.
Amo il riferimento - che in realtà è il perno più importante - alla fiaba, perché fa subito nascere l'idea che uno scrittore sia in realtà nient'altro che un'anima di bambino :)
Hai usato molte figure e riferimenti di grande impatto e molto evocativi, e il mio preferito è senza dubbio il periodo seguente: "Sarebbe stato il grattare della penna sul foglio, quella bellissima ed ingiallita carta stropicciata, ed anche il rumoroso clangore provocato dai pensieri." In particolar modo l'idea di accostare i pensieri al rumore, poiché in linea generica i pensieri s'immaginano silenziosi, mentre nel caso di un artista - di uno scrittore, in particolare - diventano chiassosi, addirittura collegati al 'clangore', che mi fa pensare a ingranaggi in costante movimento e addirittura a una fucina, dove però, anziché spade e armature, vengono forgiate e portate alla vita storie e avventure.
Bellissima, davvero.
Ho un'annotazione pure qua, ma è piccina picciò:
- "a conosce la realtà"; *conoscere.
Fuggo, ma prima di mando un bacione-one e tanti complimentissimi :3 |