Recensire storie come questa è un'ardua impresa che richiede tempo, abnegazione e anche una buona dose di coraggio, perchè è scritto, inevitabile, implicito, che per quanto si possa essere prolissi, dettagliati e generosi con le lodi, non si riuscirà mai a racchiudere con efficacia tutte le motivazioni che la rendono un capolavoro. So d'esser destinata a fallire, ma m'impegnerò comunque per rendere a questa perla e alla sua autrice il giusto omaggio.
Prima di passare alla trama, premetto che l'"anacronismo" con cui è stata postata mi ha consentito di gustarmela in doppio. Leggere una storia natalizia in periodo non natalizio è meraviglioso e idilliaco (se la storia in questione è ben scritta come questa, s'intende) e, pertanto, il primo complimento che ti rivolgo è per avercela proposta adesso e non a Dicembre, quando le storie a tema natalizio si accumulano in quantità decisamente eccessiva.
È difficile persino scegliere il punto da cui partire ma, visto che è con un flashback che la storia si apre, cominciamo proprio da quelli. I flashback sono strumenti narrativi con grandissimo potenziale emotivo, se ben utilizzati, e tu hai saputo sfruttarli a pieno, costruendo e rievocando in maniera vivida ed efficace l'infanzia dei due protagonisti, con una cura del lessico e del dettaglio impressionante; hai creato piccoli quadretti onirici che immergono il lettore nel cuore dei due bambini e consentono non soltanto di vedere, ma di vivere i rispettivi Natali: quelli gioiosi della piccola Virginia, con il suo entusiasmo e la sua impazienza, tipica dei bambini che hanno la fortuna di trascorrere Natali sereni, e quelli cupi e malinconici di Tony, struggente nelle sue infantili speranze puntualmente disilluse. Seguo il filo della narrazione nell'ordine da te conferitogli e arrivo al presente, al Tony adulto splendidamente tormentato che hai indagato, mostrato e sviscerato attraverso un'introspezione tanto profonda da risultare travolgente. Le vecchie ferite mai rimarginate si riaprono e tornano a bruciare con tanta forza che, anche in questo caso, è possibile non soltanto vedere il dolore che lo affligge, ma toccarlo con mano, viverlo e condividerlo con il protagonista. La sofferenza e la rabbia esplodono in una sfuriata in cui vibrano tutta l'indifferenza e i rifiuti subiti in passato, un passato con cui, in giorni e circostanze come questa, inevitabilmente Tony torna a fare i conti.
Giungiamo così all'elemento che rende questa storia una delle perle più preziose della tua produzione. C'è un confine molto sottile tra le storie belle e i capolavori, e i brani citati tratti da Cantico di Natale sono, a mio avviso, quel che consente a questo racconto di superarlo ed imporsi con prepotenza nella seconda categoria. Ho ancora il cuore in subbuglio per quei versi, malgrado abbia avuto la fortuna di leggere la storia in anteprima, diversi giorni prima della sua pubblicazione. Quelle citazioni sono un misto straordinario di erudizione e poesia ed è difficile spiegare a parole l'emozione che mi ha travolta nel leggerli e riscoprirli cuciti addosso a Tony, nel vedervi lui e la sua storia, il suo percorso, il suo cambiamento, e un'emozione ancora più grande è stato pensare a Pepper che legge quei versi, vi vede le stesse cose che vi ho visto io, li sceglie, li attribuisce a Tony, li fà suoi e loro, li trascrive. Il flashback che segue, quello in cui, per la prima volta e in maniera inconsapevole, Pepper e Tony si incontrano, è un concentrato di magia e suggestione, è un'altra valanga di emozioni vivide e tinte di bianco, dolci e fredde come la notte di Natale. La citazione che funge da introduzione alla storia è l'emblema di quello che il Natale ed il suo simbolo, l'abete, rappresentano ed immaginare un piccolo Tony che la pronuncia è spettacolare. Virginia ha ragione: è veramente un genio *cuore gigante* La scelta di narrare l'incontro da entrambi i punti di vista è una delle trovate più geniali dell'intera storia, seconda soltanto all'inserimento di quelle magnifiche citazioni.
L'incontro finale, con la successiva riconciliazione, è un altro dei momenti da incorniciare, per la dolcezza di Tony, la comprensione di Pepper, per il loro modo, unico e speciale, di ritrovarsi ogni volta e di essere insieme nel senso più profondo ed autentico del termine. Penso che le tue stesse parole possano molto più dei miei commenti, pertanto riporto le battute che, a mio avviso, racchiudono l'essenza di questo incontro:
“Sta morendo di freddo, Pepper” le fece notare con voce insicura. “Torni a casa con me.”
Pepper lo guardò di sottecchi.
“A casa sua?”
“A casa nostra.”
Per quanto riguarda la conclusione...Penso che possa soltanto esser letta e vissuta, non commentata. Quell'ultima riga è tutto il tuo valore di scrittrice e anche di persona e, per quanto entrambi sono immensi, è impossibile racchiuderli in un banale complimento.
Questa recensione è molto più seriosa di quelle che, generalmente, realizzo per commentare i tuoi lavori. Naturalmente, come tutte le altre volte, ho delirato e fangirlizzato all'ennesima potenza durante la lettura, ma mi ha dato così tanto a livello emotivo che ho ritenuto questo tono più consono, più in linea con quel che ho provato grazie a questa meraviglia.
Che dire? Questa volta non voglio concludere con i canonici complimenti finali, ma con un grazie dalle mille sfumature: grazie per aver reso ad una festa splendida come il Natale un tale omaggio, per le immagini meravigliose che hai forgiato ed evocato, per le emozioni che hai saputo plasmare, per avermi permesso di rivivere quella magia che, trascorsa l'infanzia, non credevo di poter più provare davanti ad un albero, e per giunta soltanto immaginato. Grazie di vero cuore. |