Non so se la prof citata a fine racconto avrà mai sfiorato EFP, men che meno letto la tua traccia, e ancora più improbabilmente, lasciato una recensione.
Ma credo che ci penserò io in sua vece.
"L'amore c'è proibito".
Il titolo riflette perfettamente il sunto di questa riflessione disillusa.
L'amore è una chimera, un'utopia, idealizzato nel suo Olimpo di perfezione, decantato nei suoi lieti fine.
Sembra così maledettamente fuori dalle nostre grinfie, noi che strisciamo nel fango della battaglia, mentre i bardi decantano i condottieri e le loro eroiche imprese, i loro successi.
Perché l'amore è in fondo una guerra. Una guerra che se vuoi vincere devi essere disposta a mettere in gioco la tua stessa vita.
Una guerra che ti impone una scelta: combattere per ciò che ritieni giusto, anche a costo di andare contro il mondo o sottometterti alle regole che ti verranno imposte da un vincitore?
E' un ideale: limitarsi a sognarlo, o lottare per perseguirlo?
E' vero, a volte è meglio lasciare le cose come stanno, ma è davvero così? Non sarà solo rassegnazione?
"L'amore è il problema".
Non credo, ma questo, lo sa anche la protagonista del brano.
Il problema sono proprio le definizioni.
Così tanto ansiosi di definire, spiegare delle cose con le parole, che ci si è dimenticato di farlo con i sensi.
Tutto lì. Le parole. Troppa importanza per le parole, soprattutto quelle degli altri.
Sono i sensi che alla fine dettano i veri bisogni.
Hai fame? Serve solo mangiare. Sei innamorata? Serve solo amare.
Gli sguardi, l'opinione degli altri? Non mi riguarda, sinceramente.
"Un giorno avremo la possibilità".
Verso quel giorno non arriverà mai, se non cominceranno ad incamminarsi entrambe.
Insieme.
(Recensione modificata il 31/08/2013 - 07:10 pm)
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