-C'è una bella differenza fra tremila e trecentomila vittime Giappone.-
Sono d'accordo anche io e non capisco proprio il comportamento di Giappone. Ma sì, cosa saranno mai le due più terrificanti esplosioni nucleari che la storia ricordi?
Il sole non era mai stato così bello... credo di non aver capito bene. Ma stiamo parlando dello stesso giorno in cui Nagasaki è stata polverizzata dal Fat-Man (il secondo ordigno atomico)?
Credo proprio ci sia qualcosa che non va in questa storia... e non sto parlando solo degli errori grammaticali (HirosCima, Giappone con la minuscola, Hveva, vuleva, i due punti dopo il punto interrogativo e le conseguenti minuscole: tutto ciò non è distrazione)o dell'infantilità dei dialoghi di Giappone che sembra un bambino dell'asilo che fa "ha cominciato lui! No, lui" ...quello che non capisco di questa storia è il concetto. Non credo ci sia nulla di poetico sulle vittime dell'atomica, nulla su cui minimizzare (Giappone che dice che non è colpa di America... sta scherzando, vero? E' come dire "Non fa niente se hai sganciato due bombe atomiche, è una sciocchezza" ; o ancora, America che, dopo aver massacrato i giapponesi, fa "Non permetterò che accada di nuovo"...beh non poteva non permetterlo direttamente prima? Che senso ha?)
E la situazione è surreale.
Sì, questa è una recensione negativa ^^"
Tuttavia il fatto che America implori piangendo il perdono di Giappone mi ha colpita: se tu lo facessi più convinto penso che la storia avrebbe proprio un aspetto diverso, ed è una scena molto bella e toccante; lo shonen ai in questo frangente è totalmente fuori luogo, ma la richiesta di perdono degli Stati Uniti capovolge parecchio l'ottica della vicenda... considerato che allora era inammissibile una simile dichiarazione, a maggior ragione è forte. Si vede che comunque hai sensibilità per l'argomento e il solo fatto che tu abbia deciso di scrivere a riguardo significa che ti è rimasto impresso e per me è una cosa positiva ^^
Non ti ho lasciato questa recensione per abbatterti, ma vorrei che fosse comunque un invito a riflettere e migliorare. |