Recensioni per
Storia di un Reattore e Filosofia in Pillole
di _Lightning_

Questa storia ha ottenuto 48 recensioni.
Positive : 48
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
03/04/20, ore 15:17

E così sono arrivata alla fine di questa storia.
Ho adorato quest'ultimo capitolo per almeno due motivi: il primo è che, ancora prima di leggere le tue note finali pensavo che sarebbe davvero perfetto come analisi pre Civil War. Questo è esattamente il Tony che firma gli Accordi di Sokovia, e sì, togliere il reattore prima di CW non aveva senso.
Dopo, sicuramente sì (anche se io, a quel reattore, continuo a essere affezionata).
Il secondo motivo è il dialogo tra Tony e il dottor Banner. Ti è riuscito così naturale che sembrano loro. Si percepisce la stima reciproca, i primi passi ancora incerti di un'amicizia e di una comprensione che li accomuna. Loro "parlano la stessa lingua", pur essendo profondamente diversi.
Hanno un approccio diverso, sono scienziati prima che supereroi, sono profondamente umani.
(Ho scritto un dialogo tra di loro in una mia storia e non è stato semplice).
Il tuo modo di caratterizzare Tony è davvero invidiabile, e sono sicura che lo ritroverò nella prossima storia.
A presto. ^^

Recensore Master
27/03/20, ore 21:47

La parte iniziale è, come sempre, di grande impatto.
Anche questa volta Tony prende consapevolezza di qualcosa: la fortuna al gioco non basta quando ti stai giocando la vita.
Ed ecco che entra in campo il genio, lo scienziato, il meccanico, che pianifica, che progetta. Il 50% di possibilità di salvarsi non è poco quando hai la certezza di venire ucciso se non farai nulla, e alla luce del poi, è esattamente così chi va: Tony è il 50% che si salva, Yinsen quello che non ce la fa.
Anche coi suoi silenzi Yinsen fa da cassa di risonanza a Tony. Pone lo domande giuste e poi tace perché non c'è niente da dire.
Immagino che noti la trasformazione da uomo arrabbiato e sconfitto a uomo attivo, capace di dare forma a un'idea, a una speranza. Forse, dentro di sé, sa che non è la sua strada, ma vede qualcosa in Tony e per questo decide di aiutarlo.
Mi è piaciuto molto anche questo breve capitolo.
A presto. ^^

Recensore Master
15/03/20, ore 22:01
Cap. 7:

Tony giocava a fare Dio, costruendo armi e motori sempre più sofisticati, e poi ha scoperto la responsabilità della sua creazione.
Ho trovato la prima parte molto profonda e molto, molto bella.
E poi la descrizione delle mani di Tony mi ha conquistata. La trasformazione della sua pelle, l'indolenzimento, le piaghe e lo sporco. Attraverso le mani hai raccontato lo stravolgimento della sua vita.
Manca poco alla nascita di Iron Man. Prima però si deve liberare della batteria.
Per la prima volta Tony costruirà qualcosa che non serve solo ad attaccare e non è solo un giocattolo, ma è una difesa.
Un'armatura per se stesso che diventa una protezione per l'umanità perché lui, Tony, diventa custode del mondo... ho preceduto quello che deve ancora accadere, ma è sol per dire che la megalomania fa parte di lui. ^^'
Da divinità creatrice a divinità protettrice. Mi sta piacendo moltissimo il percorso che stai facendo fare a quest'uomo.
A presto. ^^

Recensore Master
19/02/20, ore 20:25

La trasformazione di Tony, qui, è già avvenuta. Lui forse non se ne rende del tutto conto, non è qualcosa di fisico, ma nel suo senso di responsabilità, nella scoperta della sua dimensione umana. Ormai "è fritto" perché la sua vita ha preso una direzione imprevista fino a poco prima.
Il capitolo in sé è semplice e diretto, molto chiaro nella forma e nel contenuto (occhio che c'è un "Un'altro").
Mi sta piacendo assistere al lento divenire di Tony. Ormai immagino non manchi molto alla realizzazione del prototipo dell'armatura, eppure lui si sente bloccato. In un certo senso la batteria a cui è collegato è una metafora della sua paura, della sua prigionia, di quel blocco che deve infrangere per elaborare un piano, pur essendo assolutamente concreta e determinante per la sua vita.
Come avrai già capito, ho molto apprezzato anche questo capitolo. ^^
A presto.

Recensore Master
13/02/20, ore 14:37

Questo capitolo è stato una bella sorpresa: diverso dal solito, divertente. Leggero, in effetti. È una scena verloce e immediata. Tranne nella prima parte, in cui si fa un po' fatica a seguire chi cucina cosa, sei riuscita a rendere le battute identificabili. Brava.
Ti dirò di più: hai di fatto compiuto un esercizio di scrittura. ^^
I tag di dialogo spesso appesantiscono le frasi con ridondanti verba dicendi, che sopperiscono la mancanza di identità della battuta che, se resa in modo da identificare il parlante, non ne ha bisogno.
Scrittura a parte, si percepisce (proprio perché le battute sono rese bene), che Tony inizia a stare meglio, che si è instaurato un legame con Yinsen. Non è amicizia, ma c'è rispetto, c'è una dose di complicità, e in questo contesto Tony inizia a cambiare, inizia a 'desiderare' quei rapporti umani che prima non sembravano importanti.
Nella sua particolarità, è un capitolo ben riuscito.
A presto. ^^

P.S. Stavo dimenticando: "Summa cum laude" si usa anche da noi.
(Recensione modificata il 13/02/2020 - 02:38 pm)

Recensore Master
02/02/20, ore 22:23

Per fortuna che c'è il grillo parlante Yinsen a far ragionare Tony!
In questo capitolo il personaggio è meno incisivo di quanto sia nel capitolo precedente, ma le sue parole si insinuano in Tony, spostando l'asticella della sua emotività verso più miti consigli.
In effetti, Tony potrebbe essere il grande distruttore del mondo anziché un supereroe, se si facesse guidare dalla rabbia e dell'odio, e mi piace la tua riflessione sul fatto che non sia mai lui a uccidere direttamente i nemici, lasciandoli piuttosto al popolo.
Per lui perdere il controllo sarebbe devastante, perché il suo potere distruttivo è potenzialmente illimitato.
Queste tue OS riflettono l'analisi che hai fatto del personaggio e sono davvero interessanti e accurate, oltre che piacevoli da leggere. Mi piace però che, al di là della fanfiction, ci sia qualcosa di ben ponderato e che esula la semplice narrativa.
Alla prossima. ^^

Recensore Master
25/01/20, ore 18:19
Cap. 3:

Questo capitolo può rientrare nella lista delle letture che non ti aspetti.
È profondo nella sua semplicità. Hai scritto nella nota che l'idea centrale è la scelta tra la vita e la morte, ma io credo che traspaiano di più il bisogno di credere in qualcosa e la brutalità della realtà.
Non credo, nemmeno in questa tua versione, che Tony abbia mai, per un solo istante, contemplato l'idea di morire 'e basta'. Morire lottando è comunque voler vivere. E lui è un lottatore, ma è un lottatore che chiede una ragione, un segno, come a dire 'se sono vivo è perché sono predestinato', ed è molto da Tony. Lui crede nella scienza, non nei miracoli, ma è il miracolo della sua sopravvivenza a turbarlo, come quei chirurghi che non credono in Dio, ma affermano che certi pazienti 'non potevano' vivere, ma sono vivi, e non ne capiscono il perché.
Tony dà voce a un retaggio ancestrale, a un bisogno umano, che è quello di credere in qualcosa, di sentirsi 'importanti', in qualche modo, perché questo dà loro speranza, quella speranza che è sì un inizio, ma anche il filo conduttore di tutta la vita.
Quando si mette al mondo un figlio, e magari la ragione dice che è una follia, ma la speranza spinge a lottare per dargli qualcosa per cui valga la pena di vivere... e non ci si accorge che, invece, si agisce spinti da un istinto ancora più remoto, quello della sopravvivenza, come individui e come specie.
Non c'è una ragione, c'è solo l'istinto animale di andare avanti, come le prede che arrivano ad amputarsi una zampa per fuggire dalla tagliola.
Magari ti sembrerà che io esageri, ma vi ho visto tutto questo in questa tua fanfiction, in questo spaccato che mi è piaciuto immensamente perché, in qualche momento, deve essere avvenuto un dialogo del genere tra Tony e Yinsen. Ad un certo punto devono essersi messi d'accordo per collaborare alla realizzazione non del missile, ma di un'armatura.
Yinsen spicca come un faro. Anche se lo abbiamo conosciuto così poco, è stato così importante nella trasformazione di Tony, nel suo percorso, e qui tu gli dai uno spessore che rende merito a un personaggio che, se vogliamo, è stato poco più di una comparsa, ma ha permesso a Tony di vivere.
Gli rendi giustizia.
Mi piace anche che tu l'abbia reso duro, perché il compito che assolve non è facile e andava reso in modo incisivo.
Sono rimasta davvero piacevolmente colpita.
Complimenti. ^^

Recensore Master
19/01/20, ore 23:10

La pace prima della tempesta. Mi piace però pensare anche a una piccola vendetta di Pepper che costringe il suo capo a stare in ufficio a prendere visione di documenti noiosi facendosi venire un crampo alla mano a forza di apporre una firma sempre più illeggibile (fino a quando costringerà lei a imparare a farla alla perfezione).
Però la cosa più bella è vedere il cambiamento, la presa di coscienza di Tony "dopo", quello che ciancia al verde addormentato è così diverso dal personaggio indifferente ed egoista del pre-Iron Man.
Che sia prima o dopo, comunque, tu riesci sempre a rendere Tony in modo molto credibile e leggere queste brevi fotografie di momenti importanti della sua vita è un vero piacere.
A presto. ^^

Recensore Master
16/01/20, ore 19:13

Bruce Banner in veste di strizzacervelli ce lo vedo bene. Ha quell'aria che spinge gli altri ad aprirsi con lui, la pazienza dell'ascoltatore... anche se stavolta si è appisolato. ^^
Condivido il fastidio per l'eliminazione del reattore dal torace di Tony: è un po' come snaturare IronMan, come togliergli l'anima, quindi mi piace il sentimentalismo che Tony mostra, sia nostalgia, affetto, o qualsiasi altra cosa (persino paura di staccarsi da qualcosa che lo teneva in vita, perché dopo tanto tempo, come fa a essere davvero davvero sicuro di poter vivere senza?), verso il suo reattore.
È una parte di lui, è una parte di IronMan, e come tale è una parte della storia, di una leggenda moderna, se vogliamo.
Questo primo capitolo, corto ma incisivo e divertente quanto basta (Tony è sempre Tony), mi ha incuriosita e proseguirò con piacere la lettura di questa raccolta il cui titolo già mi ispirava da prima.
A presto. ^^

Recensore Master
01/02/19, ore 20:18

Ciao carissima^^
eccomi anche qui. Abbiamo un Tony diverso, nuovo. Come un metallo che è passato attraverso la fucina, per usare un pragone un po' abusato. Come qualcosa che da nuovo e bello passa attraverso varie vicissitudini e un po' si rovina, un po' si sporca, ma acquista fascino e personalità.
Diciamo che l'esperienza dell'Afghanistan costringe Tony Stark a fare un reset delle priorità della vita, uno di quei reset che fai solo se sei obbligato e che ti costano sangue e patimento.
È ancora lui, eppure non è più lui: è un'altra persona, con altri obiettivi e altre priorità.
Tu hai descritto benissimo questo cambiamento, facendocelo in pratica vivere assieme al tuo protagonista, facendoci vedere ogni passo attraverso immagini simboliche, la batteria che sfrigola, le mani rovinate e altre. Facendoci vivere i pensieri di Stark, le sue paure, la sua rabbia, la sua volontà che man mano si rafforza e si libera di tutti gli orpelli che la sua vita da rampollo ricco e viziato gli aveva lasciato addosso.
Complimenti, ho adorato questa storia, davvero.

Recensore Master
28/01/19, ore 08:22
Cap. 9:

Ciao carissima^^
possiamo dire che la via è finalmente giunta alla meta. Che il pretenzioso miliardario un po' vanesio, abituato a dare tutto per scontato, ha attraversato un processo di crescita interiore ed è diventato una persona che riconosce il vero valore delle cose, che colloca se stesso nel mondo in maniera corretta. L'abbiamo seguito in questo percorso, l'abbiamo visto forgiare se stesso attraverso dolorosi passaggi, esattamente come è accaduto al ferro che lui ha piegato e forgiato per fare la sua armatura. L'abbiamo visto trasformare l'odio in determonazione, come giustamente hai detto, l'abbiamo visto capire la bellezza vera di un tramonto o di un cielo, la bellezza di una cosa che si può avere ma si può anche, molto più facilmente, non avere, e la cosa non è scontata.
In effetti fai bene a essere fiera di questo capitolo, perché tira magistralmente le fila di tutto, ci dà un'immagine nuova di Stark, più agguerrita, più adatta alla sopravvivenza, fisicamente ma soprattutto psicologicamente.
Complimenti, veramente una bellissima storia!^^

Recensore Master
21/01/19, ore 11:21

Ciao, eccomi qui di nuovo^^
diciamo che il processo di "modificazione" di Stark (non voglio usare maturazione perché mi sa troppo di scuola) sta giungendo al termine. Le sue priorità si sono modificate, il suo approccio alla realtà anche. Mi piace che in tutto questo riesci a non mettere nulla di personale, a farci vedere questo processo come qualcosa di naturale, scontato, determinato dagli eventi. L'erosione che crea l'Antelope Canyon, o qualcosa del genere. Siamo noi, poi, ad attribuire a ciò una valenza positiva o negativa a seconda della nostra mentalità.
Stark non è più quello dell'inizio, questo è quanto. Per cere cose forse migliore, per certe peggiore. Diverso. Soprattutto con diverse priorità e diverse scale di valori. Dopo che per tutta la vita il massimo del caldo era l'acqua bollente, il contatto con la ghisa incandescente ti dà una bella scossa...
Complimenti come sempre, è un piacere leggerti^^

Recensore Master
11/01/19, ore 11:33
Cap. 7:

Ciao^^
le mani come simbolo dell'abilità e dell'ingegno umano, che nonostante tutto persevera adattandosi di volta in volta alle mutate condizioni esistenziali? Le mani che si sporcano, si piagano, si imbruttiscono, ma rimangono sempre fedeli a loro stesse, simbolo dell'umanità e della capacità di agire sull'ambiente circostante e modificarlo secondo le necessità. A che queste mani, paragonate a quelle "da pianista" che Stark aveva all'inizio della vicenda, sono un simbolo tangibile dell'evoluzione del protagonista, della sua presa di coscienza di sè e de mondo che lo circonda.
Molto bello come sempre, alla prossima!^^

Recensore Master
10/01/19, ore 10:47

Ciao carissima^^
diciamo che questa serie di episodi è essenzialmente un percorso di consapevolezza. In ogni capitolo si affronta un passaggio della crescita che porta da vitellone miliardario con nessun problema al mondo a... cosa? Sarebbe scontato e un po' moralista dire "a uomo adulto" o cose del genere: la vita ti sottopone a prove, se le superi vai avanti, se non le superio schiatti e fine di ogni discorso etico. Quindi, in sunto, Stark passa da uomo che non ha nessun problema di sopravvivenza a uomo che pian piano impara a sopravvivere e a far sopravvivere gli altri.
Molto bella ad esempio l'interazione col terrorista, dove Stark impara a prendere le distanze dai pensieri a cortociruito che gli si affacciano alla mente per rispondfere ciò che poi si rivela più utile alla sopravvivenza, a prescindere da orgoglio e narcisismo.
Molto bello come sempre, complimenti!^^

Recensore Master
07/01/19, ore 10:34

Ciao^^
bisogna essere bravi a gestire un capitolo solo e unicamente con i dialoghi (e tu lo sei, prima che ti preoccupi dell'arrivo di un'eventuale doccia fredda).
Attraverso gli scambi di qeusti due personaggi veniamo pian piano a sapere tante cose di loro, non solo quelle pratiche e concrete, ma anche i loro pensieri, il loro modo di vedere la vita che stanno conducendo, il loro carattere.
L'idea del dialogo così serrato mi piace anche perchè fa capire che ormai non c'è più altro se non il loro rapporto, non c'è più mondo esterno, se non mediato dai ricordi. Bellissima la diatriba sul couscous, che sembra diventare la cosa più importante ma anche la scusa per scendere sempre più nella reciproca conoscenza.
Bellissimo capitolo (come sempre), alla prossima!^^

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