Valutazione per il "contest al contrario":
In questa storia non ho notato problematiche particolari a livello di grammatica se non quel “allisciato i capelli” che mi ha lasciata un po’ perplessa.
Quindi, grammaticalmente parlando, sono soddisfatta di aver letto questo racconto. A lasciarmi un po’ di dubbi è stato in realtà il contenuto. A livello personale, sicuramente, ma credo di poter ritrovare anche aspetti oggettivi nelle mie valutazioni.
Prima di tutto le mie perplessità riguardano il personaggio principale, che ho trovato un po’ bidimensionale. Vive solo dell’attrazione per questo “J”, in modo vagamente adolescenziale. Infatti, all’inizio, per come scriveva e ragionava, ho pensato la tua protagonista fosse un’adolescente. Alla fine scopro che è una scrittrice adulta e, obbiettivamente, dal diario o dai pensieri di una scrittrice ci si aspetta una certa proprietà di linguaggio, una certa costruzione delle frasi, una certa ricercatezza (non esagerata ad ogni costo, certo, ma comunque non quella di un’adolescente). Perfino il suo approccio verso J e la sua relazione con le amiche li ho trovati un po’ “acerbi”, poco indagati, fatti delle classiche dinamiche di storia romantica rivolta ad un pubblico molto giovane in cui manca un certo approfondimento psicologico dei personaggi. Per esempio per quanto riguarda la storia dei saluti: verosimilmente lui non la conosce, eppure lei se la prende per non essere notata. Questo meccanismo è vagamente forzato, ha delle connotazioni adolescenziali. Con questi atteggiamenti poco indagati, la protagonista finisce per non suscitare troppa simpatia, che credo sia lo scopo di una storia sì romantica, ma anche “comica”. E qui faccio una parentesi: non è un caso il fatto che io abbia deciso di non accettare storie di questo tipo e avrei dovuto scartare la tua (come previsto dal bando). Ho deciso comunque di lasciarla in gara, ma aarisentirne è stata ovviamente la valutazione. L’ho lasciata essenzialmente perché non credo sia comica. A volte la protagonista ha degli atteggiamenti esagerati, ma non li definirei “divertenti”, solo sopra le righe e – a volte – ingiustificati.
Altro appunto, che questa volta credo possa essere oggettivo: la protagonista si riferisce alle belle donne con cui vede J come a delle “sgualdrine” nel migliore dei casi, come a donne “senza cervello” in altri. Ora, la bellezza di una donna non ne garantisce la stupidità tanto quanto essere bruttina non ne garantisce l’intelligenza. Sono stereotipi e io non riesco a farmeli andare molto giù, lo ammetto. Sono consapevole si tratti dei pensieri della protagonista, ma non li condivido.
La trama è lineare, semplice, tipica: lei si innamora (se di amore possiamo parlare) del classico ragazzo un po’ menefreghista, lui la ferisce, lei comprende il suo errore e finisce con il solito amico d’infanzia ( e in tutto questo inserisci anche la scena della tipica ubriacatura con tanto di vomito). Questi meccanismi classici non fanno per me, lo ammetto candidamente. Hanno di certo chi li gradisce, chi li ricerca, ma io trovo che siano acerbi e che necessitino di molti punti di forza per ignorarne la semplicità.
Altro punto: la protagonista decide di andare a letto con J al primo appuntamento senza chiedersi cosa desideri lui da quella cena (se una notte di sesso e basta o una relazione) e va benissimo. Salvo poi fargli una piazzata come se lui le avesse giurato amore eterno, il che – per me – non ha alcun senso. Questa dinamica non credo appartenga al mondo “adulto” in cui, verosimilmente, una persona è più smaliziata, più auto consapevole e ha, se così vogliamo dire, un certo rispetto verso se stessa tale da non fare una scena per essere stata abbandonata.
Infine le descrizioni: cosa la protagonista indossa e cosa fa per prepararsi sono altri cliché già visti in storie di questo tipo e io non riesco a digerirli molto perché li trovo macchinosi e superflui. Parere mio, gusto mio, ne sono perfettamente consapevole.
Ultima perplessità riguarda il finale, in cui la protagonista prima sostiene non gli interessi più niente di J e poi che gli salterebbe addosso. È una contraddizione e nasce dal fatto che la tua protagonista sia stata costruita senza troppa tridimensionalità. Immagino, traendo delle conclusioni, non ne sia mai stata davvero innamorata, come non ama di fatto l’uomo con cui ha iniziato ad uscire.
Sono certa che questa storia dimostri un certo potenziale, sono consapevole che esistano giovani ragazze a cui possa piacere. Sfortunatamente io cerco qualcosa di più “maturo”, di più complesso, di più approfondito. Ha un target, ma io ne sono fuori.
Di contro rinnovo i miei complimenti per una storia dalla grammatica sostanzialmente impeccabile e mi scuso per una valutazione che io, per come le scrivo solitamente, ritengo davvero molto dura. Ho cercato di mitigare, ma ho voluto anche parlare in modo diretto dove possibile, sperando che le mie critiche – di cui voglio ricordare il valore personale – vengano prese per ciò che sono: la valutazione di una singola persona che dà un giudizio completamente opinabile. |