Penso che ci siano poche parole, che potrebbero però essere tante, per descrivere quello che provo ora, ho provato a leggere questa storia, e che proverò in futuro rileggendola e ripensandoci su.
Non esagero a dire, perché lo dico con sincerità, e ribadisco che non esagero, che questa è la storia più bella che io abbia mai letto. E non perché sia Larry. Non c'entra.
Ma le parole che hai usato, la morale, il succo di tutto. Io sono senza parole. Perfetta forse è poco. E ripeto per la terza volta, non esagero.
Tanto per farti capire perché sono in lacrime, ti copincollo le parti che mi hanno fatto scoppiare in lacrime perché erano semplicemente LE parti cloue della storia, che ripeto ho amato, e che ho preferito.
''Louis non ha bisogno di arrivarci, alla conclusione che ciò che ha non è ciò che voleva e che ciò che voleva essere non ha nulla a che vedere con ciò che è.
Gli basta dare un'occhiata alla sua vita, per capirlo.
Vive in una casa piccola e disordinata nel Queens, nonostante la sua paga sia più che dignitosa; niente a che vedere con il suo sogno di vivere alla giornata, magari in un fradicio ostello del West End o di Soho.
Lavora come direttore di rubrica per una delle riviste più famose del mondo; di certo non scrive di prostitute, drogati e musicisti di strada.
Passa la maggior parte del proprio tempo sul divano, fa tre pasti completi al giorno, ha accesso all'internet, abbastanza soldi per prendere un taxi e comprare potenzialmente qualsiasi cosa; non ha bisogno di confrontare i prezzi prima di comprare un barattolo di miele, né di inviare curriculum a Walmart per pagare l'affitto ed, oltre tutto, sta mettendo su peso.
Ci prova, a non incolpare Greg. Andiamo, non è colpa sua. Louis lavorava in redazione da prima di conoscerlo e non è colpa sua, se insieme conducono una vita borghese, sedentaria, fatta di TV e cenette a due e macchie di té sulle pagine dei libri che Louis compra e non legge; ci prova, davvero. Che colpa ne ha Greg, se Louis si è innamorato?
Eppure non passa un giorno in cui Louis non pensi a tutte le storie che gli affollavano la testa, quando viveva nel Bronx; non riesce a fare a meno di pensare a quanto avrebbe potuto scrivere, se non avesse accettato di intervistare Liam Payne solo per contraddire Greg; scrive decine e decine di articoli per The New Yorker, ma poi non scrive una sola parola del suo romanzo ed, inevitabilmente, detesta Greg.
Quindi non ci fa l'amore. Non lo bacia. Greg spegne la luce del salotto, prima di andare a dormire, "ne hai ancora per molto?" gli chiede e Louis annuisce; poi però si addormenta sul divano, stremato, senza aver scritto nulla.
Voleva una vita da raccontare ed invece ha una vita ordinaria, noiosa, normale; voleva essere uno scrittore ed invece è un fidanzato.''
''La verità è che Harry vede Nick solo alle tre del mattino, quando torna a casa dallo studio e lo trova ubriaco nel migliore dei casi e fatto nei peggiori, ed ai party. In ogni caso, quando lo vede, è sempre circondato da almeno dieci persone.
Questo succede anche e soprattutto perché Harry trascorre la maggior parte del suo tempo allo studio, in realtà. Quando non ha soggetti da fotografare, sviluppa le foto che ha scattato con l'analogica. Ha insegnato ad Ed come regolare i colori, le luci, le ombre; Ed gli piace, ma non ha molto da raccontare e quindi Harry non lo fotografa quasi mai. Gli scatta una foto la sera in cui gli dice "secondo me dovresti lasciare Nick" e gliela regala, però; Ed giura di averla incorniciata e di tenerla sulla mensola del bagno di casa sua, così può guardarla mentre vomita i litri e litri di alcol che d'abitudine consuma.
Non che ad Harry non piaccia la sua vita, sia chiaro. Non potrebbe desiderare di meglio. Ha diciannove anni, sta con un DJ della radio, vive in una deliziosa casa a Manhattan, ha tutti i soldi che gli occorrono e forse qualcosa in più ed è uno dei fotografi più famosi del web e di New York City. Un sogno.
Il fatto è che qualche volta gli capita di pensare che non sia il suo, di sogno. Perché il suo sogno era un altro ed aveva il profilo di città sconosciute, amici nuovi, cibi esotici, civiltà e culture da scoprire.
Harry voleva viaggiare, voleva vedere, voleva stancarsi e magari ferirsi e soprattutto vivere; la sua vita, invece, è un continuo ripetersi dello stesso giorno in cui si sveglia su un divano, si fa una doccia, si veste, va in studio, fa qualche foto, ne sviluppa qualche altra, si fa un sonnellino su un altro divano, poi fa qualche altra foto e, quando torna a casa, o trova un party in atto o scopa con Nick.
Perché è questo ciò che fanno Nick ed Harry, quelle poche volte che sono soli: sesso. Solo sesso. Divertente, sporco, veloce sesso fine a se stesso.
L'unica sera in cui Harry ha fotografato Ed, stavano preparando un servizio fotografico a due modelle gemelle per Vanity Fair. Prima che Ed dicesse "secondo me dovresti lasciare Nick", Harry aveva detto: "no, non lo amo"; e, subito dopo: "non sono neanche sicuro che siamo mai stati insieme, in realtà" che è, ad occhio e croce, la pura ed assoluta verità.''
''Harry mostra a Louis le foto che ha scattato nei sobborghi di Rio de Janeiro, poi quelle dei quartieri ricchi a San Lorenzo: le tiene tutte in un album, in ordine di data, tenute insieme da didascalie che sono un po' diari di viaggio; quelle di Tokyo, le ha incorniciate e messe alle pareti del piano soppalcato, insieme a quelle dell'Isola Marchese di Nuku Hiva, tutte azzurre e verdi a contrasto con quelle policrome, caotiche e metropolitane del Giappone; tiene ancora su uno dei PC le foto dell'Australia e della Nuova Zelanda: animali strani, paesaggi sconfinati, città di porto con alberi di Natale e ragazze in bikini.
Quello che Louis non riesce a fare a meno di notare, è che Harry non fotografa quasi mai luoghi, ma persone. Certo, i luoghi sono lì, non riesci a non notarli anche volendo: eppure sono i sorrisi sdentati dei ragazzini che giocano a calcetto per le strade, le fronti basse e lisce delle ragazze in cosplay, gli occhi troppo azzurri di certi uomini in giacca e cravatta a rendere le foto di Harry ciò che sono: storie.''
''Louis parla ad Harry del suo romanzo.
Niente di speciale: c'è un ragazzo che s'innamora continuamente, incessantemente e sempre delle persone sbagliate; ogni volta che una storia finisce, ad attenderlo c'è il suo migliore amico.
Louis gli dice che è questo, in sostanza, il nucleo centrale della storia; poi aggiunge che i due ragazzi sono cresciuti insieme, che hanno un rapporto codipendente, quasi simbiotico; poi sorride, ridacchia ed aggiunge pure che, mentre uno salta di letto in letto, l'altro ha una relazione stabile con una ragazza che dice di amare, ma che in realtà è solo un ostacolo tra lui e la consapevolezza.
Banale, se ci pensi, Harry non ha sentito neanche tutta la storia e sa già come andrà a finire: i due ragazzi si accorgono di essere destinati a stare insieme, un po' di dramma segue, alla fine si rassegnano e vissero tutti felici e contenti.
Poi però Louis pulisce le lenti degli occhiali che porta e, furbo, "ho dimenticato di dirti" conclude "che i miei protagonisti fanno parte della più grande boyband del mondo". E, be', questa è una storia.''
''Niall, a questo, si infervora: "lo manderei a quel paese, amico!" esclama. "Ma il bello del fare il mio mestiere è questo, no?" domanda, questa volta con una specie di sorriso, ma triste, a corrucciargli il viso espressivo: "quando sei un attore, puoi essere chiunque, interpretare mille ruoli, vivere in mille tempi, raccontare qualsiasi cosa". Poi fa una pausa abbastanza lunga, nel corso della quale Harry scatta una serie infinita di fotografie, e poi "ma a conti fatti" spiega, quasi dolorosamente, "non sei nessuno e non vivi a pieno nessuna vita". Poi prende fiato, guarda Louis ed Harry a turno e poi "neanche la tua" conclude.
Louis capisce anche questo; per questo, probabilmente, quando Harry fa segno dalla propria posizione genuflessa che gli manca solo qualche scatto, "sei felice, Niall?" chiede al ragazzo al centro del set, sicuro che la sua risposta sarà sincera ed aperta, esattamente come crede siano state tutte le altre risposte che ha ricevuto fin ora.
Quello solleva una spalla sola. Poi fa segno al ragazzo coi capelli rossi di recuperare qualcosa ed attende qualche secondo, finché quello con torna con una chitarra acustica tra le mani. Allora, per lo stupore di tutti, fa vibrare una serie di accordi, mordicchia in plettro, poi solleva le spalle e "sono più felice quando torno a casa e faccio quello che mi piace fare e non quello che sono bravo a fare" risponde, con occhi chiari ed intensi. Poi però posa la chitarra sul pavimento, si infila il plettro in tasca ed, indicando Louis con un dito, "questo farà bene a non finire nel tuo articolo, Louis" lo ammonisce, divertito.
Harry scatta una, due, tre foto ancora e poi, scrollandosi i capelli dalla fronte, questa volta senza toccarli, "perfetto, Niall". Poi si volta verso Louis, gli sorride, segnala qualcosa al ragazzo rosso ed in carne e poi "ottimo lavoro" sussurra a Louis, spegnendo la macchina fotografica con un gesto proprio mentre Louis sta spegnendo il registratore ed, inspiegabilmente, l'attore di nome Niall Horan si sta avvicinando per abbracciarli.''
''Per qualche istante tutto resta pressappoco immobile: Harry col lubrificante in una mano ed un preservativo in un'altra; Louis con tre dita dentro di sé e l'altra mano a tenere fermo alla base il cazzo di Harry. Trascorre un tempo infinito, lunghissimo, e poi... E poi si stanno baciando ancora.
Harry ha cominciato a tatuarsi a sedici anni. Ne ha fatto uno per ogni posto che ha visto, all'inizio; poi si è fermato a New York ed ha cominciato a farne uno per ogni evento significativo della propria esistenza, come per tenere il proprio giornale di bordo sempre addosso.
Louis ha cominciato a tatuarsi quando Greg ha smesso di farlo venire. Li ha fatti tutti a New York City, nello stesso posto in cui ha portato Greg la seconda volta che sono usciti insieme: ne fa uno ogni volta che Greg lo scopa senza guardarlo, senza preoccuparsi del suo piacere, senza amarlo.
Succede che adesso, adesso, i tatuaggi di Louis e quelli di Harry sono gli uni contro gli altri, si fondono in fantasie ed accostamenti inediti, danno vita a storie completamente senza senso eppure bellissime: Harry vede tutto ciò che ha sempre sognato di vedere, nell'inchiostro sulla pelle di Louis; Louis viene, nell'esatto istante in cui il sesso di Harry è completamente dentro il suo sedere, e nulla ha più senso.
Perché l'attimo dopo, con l'addome sporco di sperma, Louis è a cavalcioni sul bacino di Harry, con le ginocchia piantate come a forza nella pelle del divano; perché si stanno baciando, mentre Louis solleva i fianchi e si stanno baciando ancora, ancora, ancora, quando l'erezione di Harry sparisce completamente dentro di Louis: tutto è languido e contemporaneamente frenetico, sporco, sbagliato, immorale ed insieme meraviglioso, mentre la pareti del colon di Louis si stringono attorno al sesso turgido di Harry e lo fanno venire.
Continuano a baciarsi, a muoversi in sincro, ad ansimare l'uno nella bocca dell'altro, finché non sono entrambi esausti; poi Louis si accascia contro il petto di Harry, posa un bacio minuscolo all'altezza delle sue clavicole ed aspetta.
Anche Harry aspetta, ancora piantato dentro Louis, accarezzandogli piano le vertebre una ad una, dalla prima all'ultima.
Ma ciò che aspettano, il senso di colpa, non arriva. Allora Louis solleva la fronte, guarda Harry negli occhi e sorride. Harry sorride a sua volta, accarezza la guancia di Louis e si china appena per "ciao" sussurrargli all'orecchio.
Louis, a questo, ridacchia tra sé e sé, ancora con le cosce ad intrappolare il bacino di Harry, e "ciao" ripete, divertito. Poi si siede più composto, con la schiena dritta, in grembo ad Harry e, sollevando un sopracciglio, curioso, "dov'è Ed?" domanda.
Harry le solleva entrambe, le sopracciglia, e "lì" indica, facendo trasalire Louis. Quello si volta addirittura, si copre deliziosamente il petto, imbarazzato, e poi gli colpisce la fronte col palmo di una mano. Harry allora ride a bocca aperta, inclinando la testa all'indietro contro il divano; poi posa un bacio leggero contro le labbra chiuse di Louis e "gli ho chiesto di restare a casa" confessa. Poi offre a Louis l'espressione più maliziosa che gli riesce ed, afferrando con le mani le natiche di Louis, premute contro le sue gambe, "siamo soli" aggiunge, furbo.
Louis ride, si morde piano il labbro inferiore e, chinandosi fino a raggiungere l'orecchio di Harry con le labbra, "scommetto i miei cinque dollari che non riesci a scoparmi più di cinque volte" sussurra. Poi morde piano il lobo dell'orecchio di Harry, mentre la carne ancora piantata dentro di lui s'irrigidisce, calda e viva, e "fino al tramonto" precisa, ansimando.
Harry rotea il bacino una volta sola, ribalta le loro posizioni finché Louis non è di nuovo a pancia all'aria contro il divano, "ci sto" annuncia e poi... E poi si stanno baciando. Ancora.''
''Sulla carta lucida, in bianco e nero, c'è solo New York, due visi vicinissimi controluce, strade piene di gente ed un ragazzo coi capelli spettinati che sorride senza guardare in camera; su quella stampata ci sono milioni e milioni di parole in Times New Roman 12 ed, in cima alla prima pagina: Senso unico.''
''Non si dicono niente, mentre Harry si sfila le scarpe e le lascia accanto alla porta.
Non emettono suono, mentre Louis fa segno ad Harry di prendere posto intorno alla tavola.
Non si scambiano neanche una parola, mentre Louis riempie due tazze piene d'acqua ed attende, insolitamente paziente.
Ed, ovviamente, Harry sta per aprir bocca nello stesso istante in cui Louis "ho deciso che lascerò New York" blatera, completamente a caso. Poi posa una tazza di fronte ad Harry e, con la propria tra le mani, gli si siede accanto. "Tornerò in Europa" gli dice subito dopo.
Harry annuisce, poi prende un sorso solo del proprio té, mentre Louis versa del latte dentro il proprio, già a metà, ed "anche io" ricalca, sorridendo: "non vedo l'ora di fotografare l'Italia" incalza, "la Francia, la Spagna".
Louis posa la tazza contro la tavola e la ceramica contro il legno cozza orribilmente. Poi però intreccia le proprie dita con quelle di Harry, a contatto con la stoffa dei pantaloni classici che porta, e "Niall, Zayn e Liam si vedranno presto a Londra" sussurra, come fosse un segreto: "penso che metterò lì radici, per muovermi in giro e scrivere ovunque mi capiti".
"Già" fa Harry, annuendo ad occhi socchiusi: "una casa spaziosa e luminosa, tutte le grandi capitali europee a portata di volo, il tuo romanzo quasi finito".
"Già" conferma Louis, socchiudendo gli occhi a propria volta: "pareti bianche e le nostre cose sparse ovunque, strade antiche ed infinite da fotografare". Poi fa una pausa, solleva lo sguardo fino a guardare Harry negli occhi, gli scosta un ciuffo di capelli che gli è ricaduto sulla fronte con un gesto e "noi due" gli dice, ma con gli occhi pieni di lacrime, "insieme?".
Harry non dice niente, ma annuisce. E poi... E poi si stanno baciando.''
Ecco. Lo so che sono una stupida ad averti copincollato e probabilmente intasato lo schermo, ma io questi ''pezzi'' li trovo... indescrivibili, per davvero, mi hai catturato, mi hai ipnotizzato. Come scrivi, è magico, perché penso davvero che emozioni ciò che hai prodotto, ciò per cui hai messo l'anima, e devo dirti che funziona, perché se fosse un libro io sarei la prima a chiederti di darmi una fottuta copia. Questa storia io la trovo perfetta, e vuoi sapere perché? Ora te lo dimostro:
''"Ma non hanno mai cantato insieme prima d'ora" fa Nick, premendosi entrambe le mani contro le guance.
Greg scuota la testa e "sono" balbetta "letteralmente", fa una pausa, "fortissimi".
Ma l'hanno visto entrambi, quell'abbraccio.
Hanno visto le braccia di Louis intorno al collo di Harry, strette; hanno visto le mani di Harry ad increspare la stoffa chiara della camicia di Louis, possessive. Erano lì, quando si sono guardati negli occhi; li stavano guardando, quando i loro volti si sono avvicinati fin quasi a collidere.
Ed è in quel momento che Nick pensa te la vita che sorprese riserva ha pensato, nello stesso istante in cui Greg è stato un onore ed un piacere accompagnarti lungo la tua strada, Louis diceva a se stesso.
Allora Nick prende la mano di Greg contro la tavola imbandita e "che facciamo, Gregory?" chiede all'amico, dentro un sospiro.
Greg posa semplicemente la guancia contro la spalla di Nick, allaccia le proprie dita alle sue e "lasciamo che succeda" risponde, mentre il suo Louis, Harry ed altre tre persone intonano il ritornello di un vecchio pezzo di Natalie Imbruglia, perché gli ospiti più illustri di New York City non vogliono che lascino il palcoscenico.''
''Nick e Greg sono amici, oltre che coinquilini.
Greg regge la fronte di Nick mentre vomita, da ubriaco, per non fargli sbattere la fronte contro la ceramica fredda della tazza; Nick, tra proteste e lamentele continue, si occupa comunque della consueta gita settimanale da Walmart per i rifornimenti; Greg si preoccupa che Nick si presenti in orario al lavoro, spesso accompagnandolo di persona con la sua BMW Z7 decappottabile; Nick convince Greg ogni sera a tenergli compagnia mentre porta Thurston a fare la passeggiata.
Il loro è un rapporto equilibrato: Greg tiene Nick in riga; Nick persuade Greg ad allentare la presa. Funzionano. Certo, casa loro è un disastro, spesso dimenticano di telefonare alle loro famiglie per mesi, dimenticano di pagare le bollette e sono perennemente in ritardo a qualsiasi appuntamento, ma funzionano: Greg è responsabile dove Nick è inaffidabile e Nick è sicuro di sé dove Greg è sotto pressione.
Conducono programmi radiofonici per radio concorrenti, ma in pubblico appaiono sempre insieme. Nell'ambiente c'è chi sostiene abbiano una relazione, ma nessuno ha mai confermato o smentito la notizia. Semplicemente funzionano.
Sono amici. Sanno tutto l'uno dell'altro, non sono quasi mai in disaccordo se non su faccende di poco conto e, sopratutto, possono contare l'uno sull'altro. Si vogliono bene.
Di tanto in tanto, quando Thurston è in vena di passeggiate lunghe ed impegnative, lo portano al numero 16 di Hunterfly Place. Ed li accoglie sempre con birra ed abbracci. Parlano spesso di Harry e Louis, dello strano pullman che hanno acquistato, sul quale hanno scritto One Direction e col quale vanno in giro per l'Europa con Liam, Zayn e Niall; li invidiano, per la maggior parte, perché loro sono rimasti intrappolati a New York City; ma la verità è che sono felici per ciò che la vita, per caso o per fatalità, ha dato loro.
Non hanno idea di cosa la vita abbia in cantiere per loro due, invece. Qualunque cosa sia, però, ciò che è sicuro è che li sorprenderà insieme.''
Questi, lasciamelo dire, sono i miei pezzi preferiti. Ma la perfezione, il nocciolo della storia, la cosa che mi ha fatto iniziare a piangere, perché la verità celata secondo me dietro a quello che hai scritto riguardo all'amore, ma anche riguardo a Louis ed Harry, è palese e... compromessa.
''Tutti si chiedono cosa l'amore sia.
Come fosse una patologia che va diagnosticata e curata, c'è chi parla di farfalle nello stomaco, di insonnia, di rossori molesti; come fosse normale occorrenza e fatto noto, c'è chi parla di comunismo del fatto amoroso, di consuetudine radicata, di fasi e prassi.
Greg ha sempre pensato che l'amore, come ogni cosa, fosse dettaglio di un immenso disegno unitario ed armonico che è solito chiamare destino; Nick ha smesso di porsi domande quando ha capito che la vita ama combinare gli eventi più casuali senza alcun criterio, per questo vede l'amore come una breve pausa dalla noia eterna che è l'esistenza.
Harry e Louis non sono d'accordo.
Mentre trascorrono la maggior parte del loro tempo per le strade di New York, con macchina fotografica e taccuino, imparano che l'amore non è altro che compromesso.
Quando ami qualcuno, fai spazio a questo qualcuno tra le fitte maglie che compongono le trame della tua vita; quando ami qualcuno, desideri, ma desideri anche ciò che chi ami desidera; quando ami qualcuno, sei disposto a mettere da parte te stesso, i tuoi valori, ciò in cui credi fino a mentire.
Louis non sa cucinare ed Harry cucina per entrambi il cibo che mangiano sul divano-letto dello studio; Harry parla lentamente e Louis finisce per dire ciò che entrambi pensano in ogni circostanza; Louis ama prendersi cura degli altri ed Harry trova difficile star solo; Harry detesta le olive sulla pizza che dividono e Louis ne va letteralmente matto.
Si può parlare di malattia, di consuetudine, di destino, di casualità... Si può parlare o non parlare d'amore, persino.
Ciò che c'è tra Harry e Louis ha a che fare col ridere fino a non poterne più, col parlare con qualcuno che sia in grado di capire, con la voglia dentro i pantaloni e nelle mani e nei lombi e tra le labbra, con New York City, con la decisione mutualmente condivisa di non decidere e, semplicemente, lasciare che tutto avvenga.
Tutti si chiedono cosa l'amore sia; Harry e Louis no.''
Tutti ci chiediamo cosa l'amore sia. Loro due no. E per me, anche realmente non se lo chiedono.
Tutto è successo per caso, per destino, che alla fin fine è quello in cui si gira attorno, e io ho preso ciò che vogliono Lou ed Haz come una sorta di ''Vivi la vita al momento e raccontala da te''.
Ed io, trovo che come tu l'abbia fatto intuire, sia straordinario.
Complimenti, non è dire abbastanza.
Grazie è dire poco.
Sve xxx |