Francesco Salvi era un buon monaco, incappucciato nel saio, durante uno dei suoi peculiari sketch dove parlava con gli animali (con un forte accento bresciano) di uno zoo.
Letteralmente, un San Francesco.

E cercava di sempre di proporre alla clientela il suo amico lupo, laddove qualunque cliente venisse a cercare un animale più o meno nobile.


"Prenda un lupo, il lupo ha l'alito selvaggio, fa scena in società".


Ma nonostante tutto, nessuno voleva questo povero lupo, e Salvi commentava sospirando.

"Eh, una volta il lupo andava via come il pane, adesso il lupo el va no (non va proprio)... mah!".


Perché andare a riprendere una scenetta comica a luogo di una poesia così oscura e onirica?
E' vero, in una prima lettura avrei sbizzarrito la review con le allegorie con Cappuccetto Rosso, o disquisizioni sugli echi metal folcroristici dell'album Wolfheart dei Moonspell, o gli Ulver di "Nattens Madrigal - Aatte Hymne Til Ulven I Manden" ("I madrigali della notte - Otto inni al lupo nell'uomo") - soprattutto su questi ultimi, con i riferimenti ai lupi e alla luna come Madre.

Ma invece no, ho preferito rischiarare con un po' di sole il gelo della notte, perché appunto la notte in questo caso è l'ignoranza e l'odio della gente, e il lupo è solo un canide che il buio fa sembrare mostro.

Solo per questo, decisamente, ti vedo vestire, come il signor Francesco, i panni dell'amico del diverso, che lui sa perché conosce, e cerca di spiegarlo anche agli altri.
Ma gli altri, stupidi, non capiscono. Perché, appunto, sono stupidi.

In fondo, i lupi ululano solo. Sono gli uomini che fanno nascere le leggende coi mostri.

Ma scherzi?!? No sul serio, dai!! Mi sono rispecchiata in questo elogio, poiché credo che io sia stata l'unica ragazzina con una vita come la mia... Di certo c'é gente che ha vissuto peggio, penserai... Ma credo che la mia diversità dal branco di capre bimbeminkia che questa generazione si ritrova ad affrontare, sono l'unica con la testa sui libri, l'unica che ha un briciolo di cervello, l'unica che quando vede una persona triste non la prende per il culo fingendo interesse dicendogli una cosa del genere "Ehi, amorino mio, raccontami tutto sai che alla tua bestia, sistemino, ciambellina, caramellina interessa no??" in realtà non gliene frega un cazzo di quello che é successo!! Io mi siederei, ascolterei e esprimerei un parere, anche costretta ad andargli contro, esprimo un'opinione. Questo é un elogio al diverso molto bello e profondo, complimenti vivissimi!!

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Colgo l'occasione per manifestare tutto il mio amore possibile e immaginabile per i lupi, nato quando da ragazzo ho letto "Zanna Bianca" di Jack London o "Il richiamo della foresta" dello stesso autore. Quindi inorridisco al detto "In bocca al lupo" non ritenendo affatto io, il lupo, un animale cattivo specie quando è descritto così dalle leggende e fiabe, anche se in "Cappuccetto Roso" effettivamente assume un eccezione negativa. Detto questo, ti rivolgo i miei più autentici complimenti, carissima Lilith, perché con questa sublime poesia hai descritto, a mio avviso, l'alienazione primordiale del Lupo. Con versi perfetti e originali hai messo in luce la solitudine austera di questo animale tanto forte quanto temibile. Spero che continuerai nella stesura di altre bellissime poesie come questa,
un saluto cordialissimo,
stima
Paolo

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ciaooo, prima di tutto mi presento, sono Yuky =3
allora parliamo della poesia e non più di me medesima.
molto bella, mi è piaciuta ^. ^
forse è un pò ripetitiva...
l'ultima strofa spezza tutto ed è tra le più significative.
mi è molto piaciuto il riferimento alle leggende e all'ignoranza degli uomini che uccidono
ciò che non segue le loro regole: "il lupo"
beh nel complesso non è male =3
spero che risentirò parlare di te =) (il tuo modo di scrivere mi sembra interessante)
Kisses Yuky

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