Recensioni per
Kimi ga Kimi ni Umareta Wake
di monnezzakun

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
08/11/13, ore 21:03

questa ff è meravigliosa e non sai quanto mi piacerebbe un seguito, magari a capitoli oppure tutto racchiuso, come in questo caso, in una "pagina". comunque grazie per averla scritta.

Recensore Junior
15/08/13, ore 12:40

E' che l'akuroku non mi va proprio tanto giù, a dire la verità: trita e ritrita ti ripropone sempre le stesse scene, gli stessi avvenimenti, gli stessi pensieri. Immagino sia un problema dovuto al fatto che sono effettivamente così ben caratterizzati ed individualizzati che ahimé, è difficile davvero proporre qualcosa di nuovo senza che risultino un poco OOC. Quindi in realtà leggo un mucchio di fic di questo tipo, ma recensirle sarebbe stupido visto che bisognerebbe fare una specie di copia/incolla di recensioni. Ma quando, come in questo caso, ne vale davvero la pena perché cavolo, l'IC c'è ma ci sono anche idee buone ed una trama ben strutturata in cui varie scene del videogioco si infiltrano un po' come parassiti perché ci sono, ma devi concentrarti per trovarli, non posso proprio fare a meno di lasciare una traccia del mio passaggio, perché il contrario sarebbe cattivissimo.
Non sono parecchio brava con le recensioni, a dire la verità, ma volevo farti sapere che questa fic è stata davvero bellissima e toccante, perché all'inizio si percepisce quell'aria di malinconia e tristezza che caratterizzano anche Roxas, e allora non si capisce se Twilight Town è così tremenda sul serio oppure è "colpa" del punto di vista di Roxas, poi però arriva Axel (dire che l'ho adorato è poco, te lo giuro, è una cosa meravigliosa sotto tutti i punti di vista, e pensare che solitamente non lo sopporto tanto) e allora si capisce che effettivamente c'è qualcosa che non va. Poi però muore Namine e dah, quanto dolore, mioddio, e allora l'apatia malinconica diventa proprio agonia, per non parlare del finale.
A proposito del finale, vorrei spendere due paroline in più: prima di tutto l'idea di lasciare un finale aperto è stata ottima, non solo dal punto di vista formale della storia, nel senso che ti lascia un po' tutta oddio cosa sta per succedere, ma soprattutto perché se tu avessi provato a descrivere il dopo sarebbe stato tutto piuttosto banale e si sarebbe rovinata tutta la storia suppongo. Quando ho visto che hai lasciato tutto sospeso ho tirato un sospiro di sollievo, ecco X°D
E poi dah. Tutta questa Zemyx infilata tra le pieghe, volevo morire. Ho fangirlato come non mai te lo giuro, LOL.
Ho visto che ne hai scritte altre, quindi beh, appena avrò tempo da questa maledetta sessione di studio penso che... mi farò risentire, ecco.
Bye!

Nuovo recensore
13/08/13, ore 12:55

Dire che sono confusa è poco, nel senso che adesso non so se le botte e gli abbracci te li meriti tu per aver scritto questa meraviglia oppure Ella, che probabilmente ti ha tartassato per costringerti a scriverla. Ed ha fatto bene. Come avremmo fatto oggi noi povere mortali senza questa storia? Sarebbe stato uno spreco terribile, ingiusto e sinceramente fastidioso: è l'akuroku day ed è giusto festeggiarlo, e se lo si festeggia con angst e con quel fluff sottilissimo che ti lascia indendere dolorosamente tutta la tristezza che c'è dietro beh, meglio così.
La trama si sviluppa lentamente, all'inizio sembra non ci sia quasi: è tutto morto e tutto rosso, anche Roxas, e uno può immaginare che arriverà Axel e metterà a posto le cose, ma c'era una vena troppo amara scoperta che più che altro ti fa sperare che sia così.
Ed è chiaro e palese che, quando arriva Axel, le cose non si metteranno a posto, saranno in parte svelate e in parte spiegate ma a posto non c'è assolutamente niente, anzi.
Il rapporto tra Axel e Roxas mi è piaciuto, si è formato man mano ma non troppo lentamente, perché alla fine sembrano sempre essere collegati dal filo rosso del destino, forse è così per davvero. Ho apprezzato le pagine di diario, che hanno rimandato al videogioco come un mucchio di altri particolari infilati sapientemente e non a caso che sono a dir poco perfetti come tutto il resto.
Un altro personaggio che mi è piaciuto moltissimo è stato Naminé, ma lei è importante come gli altri due, forse anche un po' di più: senza di lei che fila pian piano e con attenzione il destino di Roxas non si sarebbe arrivati a questo punto, e nonostante la sua presenza sia sempre così labile il fatto che sia morta lascia davvero un vuoto tremendo - il dolore di Roxas è comprensibile e condiviso, se non fosse successo tutto quello che è successo non sarebbe andata bene.
E poi il finale, cavolo, il finale. Di solito alla fine... insomma, è la fine. Non possono esserci novità, la trama è finita, hai già saputo e letto tutto quello che dovevi sapere, invece no: questo finale aperto lascia aperto anche il cuore, fidati, e ti lascia sperare che vada a finire bene perché basta, cazzo, Roxas ne ha passate così tante che non può morire, ma con una punta di sadomasochismo ammetto che maledizione, se schiattasse sarebbe tutto così dolorosamente perfetto che non ci sarebbe nulla da rinfacciare all'autrice se non l'angoscia che si prova.
Detto questo mi dileguo, ed aspetto con ansia la prossima storia, AkuRoku o Zemyx o qualsiasi cosa sia, perché scrivi bene e leggere è un piacere.
Alla prossima!

Recensore Junior
13/08/13, ore 02:34

Allora, ciao.
Non so cosa dire, che cazzo.
Ho bisogno di un attimo per riordinare i pensieri.
E poi è l'AkuRoku Day e io non ho scritto una emerita mazza, sono una persona orribile, ma ok. Io vorrei dirti prima di tutto una cosa: hai pubblicato poche storie per ora, ma porco Godric hai fatto un miglioramento pazzesco che sembra inumano. Non che le prime storie fossero sotto la media, per carità, non diciamo cazzate. Ma *inserire imprecazione abbastanza pesante da rendere il concetto*, ragazza, questa è la tua storia migliore in assoluto. E diamine, sarà che sono quasi le due e ho dedicato l'ultima ora a rileggerla per la seconda volta, sarà che oggi ricorre un anniversario insignificante agli occhi dei più che però mi sommerge di feels inespressi, o sarà semplicemente che Kimi è un fottuto capolavoro, ma io ho come il cervello bloccato dopo la lettura.
Inizia tutto in modo calmo, apatico, per così dire, con Roxas che vive la sua vita ripetitiva in quello scenario soffocante e bollente e odioso che uno vorrebbe davvero entrare nella storia e strappargli il velo dagli occhi, buttare giù i palazzi di cartapesta e tutte le cose fasulle che lo circondano.
Poi arriva Axel. Axel è sempre l'esplosione di Roxas, per così dire, quell'evento tanto atteso che taglia i fili delle marionette, che spaventa e terrorizza il biondino e poi lo conforta e lo culla al petto come la madre che manca a Roxas, quella troppo concentrata sulle pesche mature per notare le albicocche. Naminè è distruttiva, perché fa male il solo vederla, coi suoi sorrisi misurati e la sua malattia e il suo essere così logorata dentro che riflette solo la solitudine di Roxas. Sora e gli altri, per quanto particolareggiati, non sono lì per lasciare un'impronta indelebile nelle memorie di chi li conosce, sembrano anche loro bollenti e appiccicosi e asfissianti come lo sfondo in cui si muovono. Demyx e Zexion, beh, sono Demyx e Zexion, il mio OTP oltre all'AkuRoku e nonostante tutto ho amato quegli accenni di RokuZeku, perché boh, forse li ho letti solo io in quella chiave ma sembrano perfetti anche così. Grazie alle fanfiction su questo sito sto sviluppando una profonda ostilità nei confronti di Saïx e Xigbar, mah. *Forse anche perché ci ho messo settimane a fare il culo a quel bastardo con la benda del cazzo arghmhfumpfaaaaah!* *Tenta di ricomporsi*
E poi beh, il finale. La storia è grande di per sé, ma cribbiomarcio il finale ti fa sentire un perfetto coglione, sembra dirti "Pensavi di capire, eh? Invece non hai capito un cazzo, idiota." e ti schiaffa in faccia tutta la crudeltà del mondo vero, come se Rox stesse implicitamente uscendo da quell'atmosfera densa e collosa che era la sua vita oltre il muro, come se fosse già oltre.
E che dire, speriamo non crepi.
Questa storia mi ha lasciato qualcosa dentro. Non posso dirlo di tutte le storie, ma è così intrisa della tristezza del gioco originale che spesso dimentichiamo e di quella malinconia che ti artiglia il cuore e te lo pesta sotto i tacchi prima di mangiarselo. La amo. Va nelle ricordate, che sono un po' le mie preferite d'élite. Grazie, per averla scritta. È bellissima, come non se ne vedono molto spesso su questo fandom nella sua crudeltà. Ora, scrivi un libro. u_u Hil

Ps: "Gli prese il viso fra le mani e lo tempestò di baci, facendolo rizzare come un gattino e tentare di scappar via. Rise forte e se lo tirò contro il petto, costringendolo a rimanere lì e farsi toccare e carezzare finché non smise di dimenarsi e si rassegnò. Axel gli fece i grattini fra i capelli biondi, gli tirò le orecchie diciassette volte perché non gliele aveva tirate per il suo compleanno, lo costrinse a rannicchiarsi per poter prendere un piedino in mano e tastarlo tutto, facendogli anche il solletico – Roxas era capace di ridere. La sua vita era completa." Boh, non so, è la mia parte preferita. Sono un'inguaribile amante del fluff, e del dopo-scopata. E questo è di una tenerezza assurda, e non so come ma è perfettamente incastrato nel tutto.

Pps: Di recente ho recensito una storia di Ella, dicendole che ormai mi connetto solo per leggere le sue storie e quelle di Feel Good Inc perché sono le uniche che valgono ancora. Mi dispiace di non averci fatto caso in quell'istante, ma sento di dover dire che insieme a te, formate davvero un bel trio. Le mie tre ragioni per connettermi a sto sito ormai allo sbando totale. Grazie. <3


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Dopo un periodo di tempo considerevolmente lungo, lascio la mia seconda recensione a questa storia. (E sarà una cosa assolutamente non ponderata, devo avvertirti).

Premetto che ho sempre considerato il tempo come un ottimo metro di valutazione, in ogni campo. Permette di analizzare le cose con consapevolezza, con la giusta dose di criticismo e razionalità.
Ho riletto questa storia ieri mattina, nell'ora di filosofia, dopo tanto, tanto tempo. Ricordavo bene le sensazioni travolgenti che mi avevano assalita alla prima lettura. E pure alla seconda.

Quanto è passato? Quasi due anni, se non erro. Due anni sono un periodo abbastanza lungo per cambiare profondamente, cosa che credo sia successa a me.
Dicevamo, ho riletto questa storia con nuove consapevolezze, un approccio diverso rispetto al passato.
Non tornavo su questo sito per leggere da molto, davvero molto. Kimi è stata la prima storia che ho (ri)letto, per diversi motivi.
Mi riconosco molto di più in Roxas che in passato. Moltissimo, tanto che penso ti spaventerebbe. Sono riuscita ad apprezzare, quindi, il modo veramente indescrivibile che hai di raccontare una storia. Non si tratta di fanfiction. Si tratta di una storia che potrebbe benissimo nascere dal nulla, con un Roxas che non si chiama Roxas e un Axel senza i suoi proverbiali capelli rossi.
Quando in dubbio sulla qualità di una fic, mi faccio sempre una sola domanda: "Se fosse stata un libro, l'avrei letta e amata?".

In questo caso, la risposta è sì. Un milione di volte.
Ci sono molte, moltissime AkuRoku di lunghezza considerevole che meriterebbero una pubblicazione, un riconoscimento maggiore di quello che già hanno. Ma questa le supera tutte, e credimi, non è solo la trama in sé, quasi tutto è dovuto al tuo stile di scrittura.
Hai un modo di scrivere che cattura alla prima riga. È intrigante, dolce eppure spigoloso, senza una parola fuori posto, o poco ponderata. È incredibile. Non so nemmeno cosa dirti, sinceramente. Potrei incollarti qui le mie parti preferite, ma sarebbero troppe.
Il Roxas che hai descritto è tragicamente vero, vivo, reale. Sembra una persona vera, respirante, solo fatta di carta e inchiostro. Ed è proprio questo il bello, anche per Axel.
In realtà, Axel è meno definito rispetto a Roxas, ma semplicemente perché la storia non è scritta dal suo punto di vista. Tutto è filtrato attraverso gli occhi di Roxas, così che anche delle scene di vita quotidiana sembrano soffocanti, false, disperate. E Axel è uno dei tanti punti interrogativi del protagonista, così che immaginiamo una storia per lui, qualcosa che vada aldilà della divisa nera e della Clock Tower, ma non possiamo saperlo. Ed è questo il bello di leggere questa storia, tra le altre cose, il non sapere. Non sapere se Zexion e gli altri sono semplicemente pazzi, se la madre di Roxas non lo ama o semplicemente a lui pare così, non sapere se il mare è mai esistito oppure no.
Il finale è stato e rimane qualcosa di totalmente inaspettato.
Non so cosa dire, davvero.

So come si sente Roxas. Conosco la sensazione di non avere uno scopo, di rimbalzare tra le giornate come una palla con cui nessuno gioca più da tempo. E tu lo descrivi in modo davvero incredibile.

Incredibile, ecco come definirei questo scritto.
Incredibile e che ti cambia.

Non so.
Continua così.
Questa è la mia storia preferita in assoluto e credo che tale resterà per moltissimo tempo, forse sempre.
Complimenti.

"«Ti porterò via di qui, Roxas» sussurrò. «Tu dormi, dormi e svegliati più forte, perché adesso che esisti per te stesso ogni colpo farà più male»."
(Recensione modificata il 24/02/2015 - 12:01 pm)

Recensore Veterano
13/08/13, ore 00:44

Ci tenevo ad essere la prima a recensire, questa fic l’ho letta e riletta così tante volte da poter pure commentare senza farlo di nuovo: non ci sperare, domani Roxas’ theme e Kimi a palla, e se sentirai in tv di una povera terrona che si è impiccata con la cordicella della sua pennetta usb saprai che quella ero io. Per forza. Una giovane vita stroncata da fic stronz- tristi e depressive, che cosa mainstream.
Detta la cazzata iniziale – si vede che non penso, no? Dai, secondo te sto pensando a quello che dico? Srsly? – ora mi concentro e cerco di recensire perché gosh, Kimi, quanta roba sei, a parte le 40 pagine (te lo avevo detto, io).
Il fatto che Roxas sia così pericolosamente IC e nel contempo così fottutamente depresso mi uccide, mi uccide che voglia poter essere davvero contento delle attenzioni di Naminé (…………………momento di tristezza, concedimelo) e di poter gioire di quei baci che gli lascia ogni tanto in segno di affetto, quell’affetto che gli manca quanto il cuore che non ha. Ma del resto nessuno riesce a notarlo, è come se fosse in più, quell’accessorio che un po’ ti piace ma che effettivamente sta meglio nel cassetto, perché non sembra stare bene con nulla – quando Roxas va via o non c’è la sua assenza si nota, ma non è dolorosa, la collana è tornata nella sua scatolina e sta meglio lì – ma come potrebbe qualcuno interessarsi a Roxas se Roxas è il primo che dimentica di vivere per se stesso e nessun altro?
Poi arriva Axel. Mi piace che Axel sia sempre quello che scuote Roxas da una situazione di calma morente, che lo strattoni e gli sbatta in faccia verità scomode che non avrebbe mai voluto conoscere ma che sospettava: “non hai un cuore, non stupirti di sentirti morto”, sembra volergli dire, ma non lo fa per cattiveria, né con disinteresse (quello è stato Saix, ahimé) lo fa solo perché la cosa sta così e perché beh, se ti viene un po’ da piangere ci sono io, ho assorbito tutto il marciume e tutto lo schifo del mondo, un paio di lacrime non mi faranno certo crollare. È che alla fine non c’è davvero bisogno di giustificare il loro rapporto, perché Axel sta a Roxas come aria sta a polmoni, e va bene così in ogni caso.
È che alla fine Axel crolla, sempre. In modo abbastanza veloce da potersi tirare in piedi senza che nessuno lo noti – è crollato quando ha iniziato a capire che Roxas gli fotteva il cervello, quando Roxas ha pianto di fronte la stazione e gli ha chiesto scusa mille volte (ma del resto è IC da morire, perché è successo lo stesso quando nel gioco Roxas è andato via, comunque).
Detto questo.
Mi piace che la trama si sviluppi pian piano, che si districhi paragrafo dopo paragrafo e che non dica niente subito, anzi – anche la fine è una sorpresa, le ultime righe ti confermano che sì, fin ora non avevi capito davvero un cazzo, perché era troppo bello per essere vero. All’inizio è come un piccolo bozzolo che pian piano si schiude, paragrafo dopo paragrafo.
Io continuo a sperare che Roxas non schiatti, non deve. Non può.
Dette queste cose, che te le avrò ripetute duecento volte, passiamo a quelle ripetute soltanto centonovantanove.
Naminé è… tremenda. Fa male solo a guardarla, seriamente, che si preoccupa per gli altri e non per se stessa, perché non c’è più niente da fare ormai e lo sa bene – se deve morire tanto vale farlo per Roxas, l’unico che vorrebbe come non mai piangere sulla sua maledetta tomba, ma non riesce a farlo.
Poi ci sono tutti gli altri. Sora, che alla fine lo avrei stretto urlando e piangendo come se non ci fosse un domani, e Riku e Kairi che sono gli altri due vertici del triangolo; ci sono Hayner, Pence e Olette, con cui Roxas interagisce sforzandosi di sembrare normale, con lo Struggle e le giornate al bar.
Poi ci sono Demyx e Zexion – Zexion e Demyx, dovrei dire, perché per quanto Demyx sia esuberante tende sempre ad adattarsi cercando di entrare nell’ombra del suo Zekuchan o in uno spazio anche più piccolo, l’importante è che gli sia concesso (e tutti questi accenni  ZekuRoku gratuiti che probabilmente ho visto solo io mi ammazzano. Sì, anche loro, non posso resistere). E dannazione, li ho trovati belli quando si baciavano e si stringevano in silenzio al bar e li ho trovati belli alla fine, con Demyx disperato al solo pensiero di essere rimasto senza di lui, di aver rischiato di dimenticare l’unica cosa per cui valesse la pena essere una vera persona, e sono pieni di tutte quelle cose non dette ma intuibili che mi fanno urlare VOGLIO IL BACKGROUND, SYR, PORCAZOZZA.
Il cambiamento è percepibile ed è giusto così, perché questa fic dimostra quello che eri e quello che sei diventata ora, ed è bella di più proprio per questo, perché nonostante il DOLORE acuto al cuore ed all’anima questa sfumatura la rende più tua ed umana.
È che alla fine Kimi è perfetta, è tutto l’angst di cui ho bisogno per la mia OTP dolorosissima, è scritta da te ed è scritta da Dio, e questo è il lavoro più bello che hai fatto fin ora, e se sei migliorata così tanto in così poco tempo non ci vorrà davvero nulla perché tu possa diventare quella stellina che io prego ogni giorno di essere, e non posso esserne più fiera e contenta perché vaffanculo, solo un anno fa credevi di non esserne neppure capace e invece guardati adesso.
E non lo so, credo di aver finito (puttanate ne parlerei per altre cento ore XD) ma è mezzanotte meno un quarto e sono quasi mille parole, è meglio che mi dilegui prima che tu voglia ammazzarmi.
Buon AkuRoku day, Syr. E grazie.