(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte) "Cuore di piombo" è una delle Bruce/Selina più belle che io abbia mai letto e non lo dico tanto per dire, con leggerezza. Se c'è una storia che merita di stare tra le preferite, beh, è questa e lo è per una serie di motivi:
a) il tema trattato è quello della perdita; all'indomani dell'esplosione fuori dalla baia che ha salvato Gotham, Selina è una donna in carne ed ossa, dolorosamente viva, sola che cerca "l'unico sfregio che avrebbe voluto davvero: quello d'una ferita inferta per amore". Ma cosa rimane dell'uomo per cui avrebbe dato tutto? Niente; si è sacrificato, per la città - e qui si insinua in punta dei piedi uno degli elementi caratterizzanti della'autrice: ma se lo meritava davvero, Gotham?
La storia si svolge sui binari della dolorosa accettazione della realtà, analizza ciò che per Selina può rappresentare la morte di Batman, di Bruce e lo fa con maestria, con serietezza. Non ci sono banalità, non ci sono luoghi comuni, ma solo il dolore di una donna che, tolta la maschera, è solo una donna.
Ecco un assaggio di ciò l'autrice scrive, tratteggiando con realismo la dimensione della perdita: "Si può quantificare la perdita?
Si può renderla un mero numero sul bilancio iniquo della vita?"
b) lo stile (lo riconoscerete subito se conoscete Nocturnia; lo amerete, se è la prima volta) è quello delle frasi spezzate, delle immagini dirette, dei sentimenti sezionati e portati alla luce, delle parole che grondano dolore e solitudine, che parlano un inverno che deve finire, di una primavera che deve arrivare, di una ripresa, forse.
c) fino all'ultimo si spera un lieto fine, un Bruce malconcio che spunta da dietro l'angolo. Invece no. Nocturnia dice angst ed angst è, senza mezzi termini, senza se e senza ma. E' il momento del dolore per Selina, è il momento del lutto.
d) l'autrice gioca sporco, perché dalla sua ha la conoscenza del fumetto e questo le permette di dare un tocco in più ai personaggi; visti attraverso la sua penna sono irrimediabilmente più veri. E Selina non fa eccezione: tra le righe scorgiamo una persona concreta, che ormai vive nella dimensione della perdita che per lei "è solo una bolla d'oscurità ovattata, la quotidianità dei risvegli apatici e la stranezza del sentirsi incompleti, spezzati. Come ci si riprende dalla morte di uomo (un uomo che si ama e che non si ha mai avuto), quando tutto sembra gridare è colpa tua. Avrebbe potuto fare di più? Non lo sa mai e ora le rimane solo la fuga (" sceglie la fuga piuttosto che l'accettazione, versando la prima lacrima di quel lungo inverno: il primo respiro d'una primavera giunta troppo tardi"). Ma "Sul fondo, lui: sempre e solo lui": un ricordo che non se ne andrà, un rimpianto indelebile, una ferita nel cuore. E alla fine, in aeroporto quello che Selina vede riflesso nei suoi stessi occhi - nel suo cuore - è il fantasma della solitudine.
In definitiva, la storia è un vero capolavoro che segna, in grande stile, il ritorno dell'autrice dalle vacanze.
Clà |