Recensioni per
Il padre della sposa
di kk549210

Questa storia ha ottenuto 58 recensioni.
Positive : 58
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
09/03/14, ore 16:26

Cara KK, ed eccoci alle siepi, eccoci al confine: il tuo ultimo capitolo de "Il padre della sposa", dal titolo omonimo, è articolato nella prima sezione come un Rondeau dallo schema A-B-A1, nella seconda invece è un lirico "Adagio breve"; la terza parte è un recitativo senza tempo in cui si avverte il richiamo al tema centrale: "nella buona come nella cattiva sorte" (del resto presente, in infinite permutazioni anche microcellulari, in tutto l'explicit). "Siamo alle siepi". Vediamo il Rondeau: la prima parte è una gentile e briosa descrizione degli ultimi preparativi, in cui spicca ancora una volta la figura di Gabo ("reggeva il bouquet con un'aria così seria e compita che sembrava davvero trasfigurato" - viene in mente il giovane Marcel di "Dalla parte di Swann" e del "Tempo ritrovato"): è quasi un tableau, ma non immobile, anzi animato, un vorticoso e cantilenante "Allegro assai" come quello delle ultime battute delle "Nozze di Figaro". La seconda sezione ci sorprende con un cambiamento di tempo e di modo: è un "Andante giusto" ed è in minore. Vi si parla, tra Harm e Mattie, del "papà" di lei, quel Tom triste bevitore di etilico oblio che proprio grazie al "padre della sposa" si è riconciliato in extremis con la figlia lasciata, ma mai dimenticata. Mattie, incoraggiata da quel "Tom sarebbe fiero di te" di Harm, ora pensa a lui: intensa è la nostalgia, lontano il "ritorno di miele". L'Andante ha un accento lirico molto spiccato, con quelle lacrime subito asciugate, con quei silenzi d'attesa: sottaciuto è l'essenziale, e perciò spicca il tema: "nella buona come nella cattiva sorte". Sì, anche tra padre e figlia - è solo una permutazione del tema centrale. La coerenza è assoluta. La terza parte della prima sezione - Rondeau - torna all'"Allegro" iniziale e alla brillante tonalità maggiore. Incomincia con un borbottio geloso dei fagotti, per stemperarsi tosto in uno scherzo tematico sul sorridente Harm, il "padre della sposa": oggi, con trepidazione e viva emozione. Poi, i violini intonano la seconda sezione, l'"Adagio breve". è la fotografia, una foto di famiglia prima del matrimonio: la fotografia blocca il tempo e introduce il Recitativo "senza indicazione di tempo" che è la terza sezione ed il vero finale, perché al di là del tempo. L'ultima battuta è di Harm, a Tony: "Abbi cura di lei, sempre". Un'austera felicità, un'operosa letizia è annunciata, programma di vita: fuori del tempo vediamo il futuro della futura coppia. Poi Harm torna a sedersi vicino a Sarah, "al suo posto". "Nella buona come nella cattiva sorte": è un austero e saggio programma di vita, che dà valore alla felicità e la proietta in un lucido progetto, stoico e borghese - nel senso più alto e spirituale del borghesismo, del retaggio spirituale degli ultimi secoli di storia... Poi, con Harm "al suo posto" si spengono le luci: al Mito è consegnata l'intera vicenda, come pure le nostre trepide emozioni, ormai proiettate nel cielo dell'"Oltre", tanto che è superflua la parola: FINIS OPERIS. Laetare, gaude, KK: anche questa t'è riuscita: "e ci si provi qualcun altro, se non ha paura di rompersi l'osso del collo!" (Goethe). Vale. Buddy Caffarelli

Recensore Junior
05/03/14, ore 22:47

Non è un incerto, vago e solitario svegliarsi da un incubo che abbia oppresso l'anima, KK, quello descritto in questo "Sveglia, papà", decimo capitolo de "Il padre della sposa". No, non è un risveglio frastornato, ancora impastato d'infere immagini. Il più glorioso arcangelo della luce, Gabriel, desta il nostro Armone, già furioso in somniis e ora prontamente rinsavito, senza bisogno di altrui visite alla luna. Gabriel riporta rapidamente il padre alla realtà, lo risveglia nel più caro dei modi. Indossa l'impeccabile "elegantissima mise" per il matrimonio della sorella, una mise di cui è oltremodo orgoglioso... Già, essere oltremodo vaghi della propria mise: un contrassegno degli "amici della vita", degli spiriti fortunati, dei prediletti della Natura. E viene immancabilmente in mente il caro Mozart, lo scherzoso Wolferl, così innamorato delle mise eleganti, così galante con la suocera: "prendete une prise de ponce", dove ammiriamo la squisitezza, davvero absburgica, di accostare il tabacco al "poncio" (freddo o caldo, era considerato curativo). Si potrebbe tradurre: "gradite un poco di ponce", ma sarebbe ovviamente una banalizzazione, azzerante quel linguaggio svagato e pieno di joie de vivre. Quella iucunditas vivendi, quel confidente placet experiri che ritroviamo nel piccolo Gabriel, il cui nome richiama il grato e commosso ricordo di altri genii... della letteratura. Ah, le belles lettres! Azzurrare ogni giorno l'insignificante, alla Carmelo Bene, risvegliare nel cuore dell'uomo l'entusiasmo, l'esultanza della bellezza. La grande, infinita bellezza. Harm, così angelicamente risvegliato, e colmo di paterno orgoglio, ripensa così ai somnia noctis. Fu sogno, tutto, fu "vana illusion": nessun sentore amaro resta in bocca. "Favole e sogni io fingo", come ebbe a poetare il nostro amico Metastasio... "Perché prodursi è l'atto dell'artista". Eh, già. Fatica senza fatica. Vale. Buddy Caffarelli

Recensore Junior
03/03/14, ore 19:04

Buonasera, KK. Questo Capitolo IX, L'Armando furioso, ha finito per scombussolare un po' anche me. Il comportamento di Tony è completamente inqualificabile: non si trova una ragione plausibile per il suo "tradimento preventivo" neanche a cercarla col lanternino dello "scusare tutto" nei più intricati postriboli degli States. Che succede, o dèi custodi? Sì, certo Lizzy è, eufemisticamente, "disinibita", ma in che razza di rito orgiastico si è trasformata questa "morigerata" cerimonietta di addio al celibato? Nemmeno Olimpiàs conosceva certe perversioni; e la tempestività di Lizzy è diabolica! E Tony, quel nerd informatico, quel ragazzo dalle mille risorse, è capace di un modus vivendi così sconsiderato, così senza pari irresponsabile, sciocco fino alla demenza? Ha ben ragione il nostro Armando di essere furioso; non si capisce invece il sovrumano self-control di Mechinda, sua nobile sposa. E Armando anziché sradicar alberi sradica maniglie? Ma no. Che tutto sia, piuttosto, "un sogno, un'illusion"? E quale degli dèi ha così malignamente stravolto la testa del nostro, caro Armando? Tra tali inquietanti interrogativi si chiude il capitolo e la nostra recensione, anche se vorremmo segnalare che su tutto aleggia un'atmosfera da operetta, à la Offenbach, e, chissà perché, non viene da prestare troppa fede a quello che si legge. Possibile? Il can-can di Offenbach, ch'è poi l'accoglienza degli spiriti infernali ad Orfeo: Orphée aux Enfers. E qui tocchiamo un tema ad entrambi carissimo. Vale. Buddy Caffarelli

Recensore Junior
02/03/14, ore 15:38

Buongiorno, KK! Questo Cap. VIII, "Addio al celibato" de "Il padre della sposa" è una preparazione all'addio al celibato, che come sappiamo... taci! Taci, Bud! Non ti ricordi l'ammonimento caffarelliano, cioè, in un certo senso, il tuo ammonimento? E sia, tacebo. In fondo non c'è maggiore eloquenza di quella di chi tace... Che Tony fosse un bravo ragazzo l'avevamo sempre pensato. Harm è però convinto che sia ancora "immaturo, troppo centrato sui suoi successi professionali". Ma Harm ha "occhi di padre": a volte la preoccupazione gioca brutti scherzi. Tony "un po' troppo narcisista"? Un pensiero ansioso che dà nel vago. Eppure gli "occhi di padre" vedono, vedono... Harm ha "un terribile mal di testa". Qualcun batte. - Avanti! / è Vukovic, quella canaglia pretenziosa, quell'aristocratico-borioso straccione. Il tormento di Rabb. Ce la mette tutta per rendersi insopportabile. Avanza pretese, da principe russo, da "fuco" tolstojano. Ma sbaglia. Chi avanza pretese non sarà mai forte, e a chi è forte non viene nemmeno in mente l'avanzar pretese. Bellissima la riflessione silente di Rabb: "è capitano e non ha ancora capito che è lui ad essere al servizio della Marina, non il contrario". L'emicrania cresce: "colpa del devastante effetto Vik". Harm ha finito, per oggi. Andrà a casa, a "darsi una sistemata", come si suol dire, poi sarà l'ora dell'"Addio al celibato". Deve assolutamente essere in forma... Lento, il Sipario. Vale. Buddy Caffarelli

Recensore Junior
23/02/14, ore 17:22

Hi, KK! Ovvia! "Or dico, seguitando"... bando alle solennità! Ma quanto piacevole, quanto gradevole, fine e ben narrato questo Cap. VII, Doppio annuncio, de Il padre della sposa! Davvero, a volte, placet experiri - e questa volta ho udito le voci dei personaggi che si fondevano in un delicato, elegiaco Andante da Doppelkonzert! Sì, per viola (l'annuncio di Mattie), violoncello (l'annuncio di Harm) e piccola, cordiale orchestra da camera. Un tema molto cantabile, brontolato all'unisono, apre per contrasto il morceau. è di scena un personaggio vile, una comparsa da romanzo tolstojano: Vukovic, l'indimenticabile. Brontolio di viola e violoncello all'unisono, poi i fiati, irridenti. Vukovic, il mediocre, affetto da Sindrome di Salieri: odia, invidia Harm. Miserabilis! Vukovic, l'infedele, il perfido... dicis et non es! Ha la sua piccola parte, da mosquito. A contrasto, l'esuberante vitalismo del "nostro" Gabriel. La joie de vivre, mozartiana. Un genio. Gabriel mostra una simpatica e schietta propensione alle finezze e alle stramberie dell'abbigliamento. Un gusto per il travestimento, forse? Amadè mi torna alla memoria. L'amato. Un amore, ancora sorgivo e inconsapevole (e, perciò, inestimabilmente più prezioso), per il "gioco delle parti"? Una natura squisitamente artistica. L'atteggiamento saputo di Maria, la "piccola donna di mondo" - niente di più reale. Harm ammiraglio. La profonda soddisfazione. Mattie si sposa. Come si diventa ciò che si è. Ogni uomo è un destino... a volte più o meno funesto... una "sciagura in vestaglia", come il nostro Vukovic. Harm e Maria, invece, si realizzano in pienezza di vita; non sono bloccati al punto di partenza, come Vukovic. Tema di Vukovic, torna sempre su se stesso. Fatalmente, in una catena di false modulazioni, ci troviamo sempre sullo stesso mi. Tema di Harm. Lo stesso tema, per le prime due battute, poi il canto scorre, si sviluppa, sale di tappa in tappa il "monte invisibile"... "Altro è il monte invisibile ch'ei sale / e che tu sali per l'opposta balza" (D'Annunzio). Unità nella duplicità. Bene e male due lobi della foglia del Ginko. Concerto "doppio", invero, Doppelkonzert. L'Andante dirada le sonorità. Provvida "potatura" finale. Rarefazione. Dissolvimento sereno. Il gioco delle stelle. Oboi e flauti. Le due stelle. Gli occhi cerulei. La tenerezza. E così chiudi - sfumando dolcemente. pp. Silenzio. Il prossimo movimento sta per attaccare. Prendete il fiato, histriones! E voi zitti, spectatores! Una miniatura deliziosa. Uno di quei brevi movimenti tutti melodia e canto. Valeas. Buddy Caffarelli

Recensore Junior
18/02/14, ore 20:16
Cap. 6:

Hi, KK! Ordunque, riprendendo, mi ritrovai dentro la storia vasta, all'altezza del Cap. VI, L'attesa, del Padre della sposa. L'epos del lungo periplo, dell'attraversamento oceanico, mi riafferrò. E vidi, e lessi di Harm intento a preparare l'arringa conclusiva per la corte marziale, del caso di molestie sessuali commesse da "quel mostro di Fielding": un caso ormai chiuso, a quanto pare. E lessi di Harm che attende e non sa se temere la probabile nomina a capo del JAG. I pensieri di Harm ci sono presentati nel contesto di un colloquio con "la mite e gentile Amy Helfman" (il nome stesso è una garanzia), "giudice decano del JAG e ora suo capo pro tempore". Oh, gentile vecchietta, oh, serena umanità dell'età ultima! La Helfman non manca di solennità nel comunicare ad Harm l'alta probabilità di esser scelto a capo del JAG: "le decisioni importanti, all'ombra del Campidoglio". Ella stima e rispetta profondamente il nostro invecchiato paladino, e anzi si può dire che provi per lui sincero affetto, nutrito di curiosità umana. Harm sa che quella è la sua via: è lusingato e confuso, pesa e bilancia le proprie forze... Ma sì, ce la farà! E chi, se non lui? Di questo capitolo mi è piaciuto soprattutto il tono confidenziale nella conversazione, così solenne per il contenuto, tra Harm e la Helfman. Soprattutto il modo con cui la Helfman congeda Harm mi ha rivelato una senile dolcezza femminile, così crepuscolare e "in sordina" che 'ncanta il core... W la Helfman! Sia pace alla sua vecchiaia... Vale. Buddy Caffarelli

Nuovo recensore
07/02/14, ore 09:18

Bel finale,non ci sarà un seguito dove i nonni Rabb badano alla nipote?

Recensore Master
31/01/14, ore 16:37

Quanto mi piacciono le storie a lieto fine! E questo capitolo è la degna conclusione di un racconto che ho amato molto, in cui hai narrato la vita dei nostri beniamini televisivi traslata in avanti nel tempo e li hai trasformati in persone reali, con le loro difficoltà e i loro sogni. Splendida la frase di Mattie che dice di volere il suo papà accanto a sé e non certo l'ammiraglio. E molto tenero l'accenno all'importanza di Rabb che ha aiutato Mattie a camminare nella sua vita, sia in senso fisico che metaforico.
Cara KK, hai uno stile delizioso, coniughi fantasia e capacità espositiva in modo perfetto e il risultato è sempre un dono piacevole per noi lettori.
Alla prossima!
Deb

Recensore Veterano
30/01/14, ore 22:07

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Questa storia è divertentissima, comica e carica di emozioni e sentimenti, una bellissima FF, scritta con eleganza.

Recensore Veterano
30/01/14, ore 22:06

una parola: meravigliosa...Poi andò a sedersi vicino a Sarah. Al suo posto: beh il posto di Harm è accanto a Mac...bravissima KK

Recensore Junior
30/01/14, ore 22:04

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Una FF bella che mi ha fatto commuovere, ridere dall'inizio alla fine grazie alla maestria dell'autrice...

Recensore Master
30/01/14, ore 22:03

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Una bellissima storia, scritta benissimo...piena di emozioni, ricordi, e anche di episodi comici...i complimenti all'autrice, una FF che tutti dovrebbero leggere...

Recensore Master
30/01/14, ore 22:00

Carissima KK, cara amica...mi son venuti i brividi a leggere questa storia, così bella...tralascio il fatto che tu scriva bene, e ne siamo d'accordo tutti a furor di popolo....le frasi più belle:Questa nostra famiglia è bellissima: probabilmente è l'unica famiglia che Mattie abbia avuto...l'altra frase è Poi andò a sedersi vicino a Sarah. Al suo posto: vicino alla compagna di sempre, all'amica, alla collega, alla partner, alla moglie, è quello il posto giusto di harmon...
come sempre i miei complimentoni
Eccellente
Matty89
pagella: 10 e lode of course

Recensore Veterano
30/01/14, ore 19:30

La frase che più di tutte mi ha colpito è stata l'ultima...
"Poi andò a sedersi vicino a Sarah. Al suo posto". Ho notato che hai marcato la parola SUO. Credo che da un lato si possa definire la sua sedia, o il suo posto sulla panca della chiesa. Dall'altro credo, voglia significare il suo posto nella vita. Vicino alla donna che ha amato per tutti questi anni, vicino alla sua collega, di fianco alla madre dei suoi figli. Non so, ma è davvero una bella frase... Grazie per questa fantastica storia! Spero davvero un giorno di leggerne altre....un abbraccio
G.

Recensore Veterano
26/01/14, ore 21:35

only a dream!!
brava KK...supponevo che era solo un sogno!!!
complimentoni come sempre del resto
meh

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