Recensioni per
Gorgoglìo.
di hiccup

Questa storia ha ottenuto 269 recensioni.
Positive : 267
Neutre o critiche: 2 (guarda)


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Recensore Veterano
03/02/14, ore 20:23

Che correre abbia un effetto catartico per te è abbastanza evidente - è anche un motivo che si ripete più volte nel tuo fare poesia (a proposito, alla fine di questa raccolta sarebbe interessante rintracciare le tue parole più utilizzate e i temi più spesso toccati). Io credo tu sia riuscita a trasmettere quel senso di liberazione che riesci a conquistare, ha il sapore d'una conquista perchè si fatica, come lasci intendere in questa simbolica enumerazione:

sudore, dolore, sangue, divino,

'Divino' ben si adatta anche all'idea del volo, al mito di Icaro (e contrasta con 'sangue', che fa ritornare alla mente l'umana natura), ma anche la catarsi per sé.
L'idea di completare la poesia con delle parti sulla destra mi è poi piaciuta; forse ora sono condizionato da questa lettura, ma non riuscirei a farne a meno (o meglio, potrei, ma preferirei di no). La prima parte mi è sembrata piuttosto lineare, mentre nella seconda allarghi l'ambito della poesia e tu diventi una sorta di punto di partenza verso critiche che muovi a quella che è la parte corrotta della società moderna. Si può dire che anche la poesia faccia una corsa, partendo lentamente, prendendo velocità, infine riprendendo fiato.
Una critica serrata quella della terza strofa: è come se vedessi intaccata la sacralità del tuo correre, che poi è anche un correre verso mete e obiettivi ritenuti, da te (e non solo da te) sacri. Mi sembra di leggere una critica all'ambizione smoderata, che infanga chi cerca ad ogni costo di raggiungere un fine troppo spesso illecito, senza curarsi dei danni provocati agli altri.

fuggite dai vostri figli
altrimenti vi divoreranno.

Qui io ho visto l'apice della tua contestazione, mi ha ricordato molto i casi che ogni giorno si sentono in televisione con i genitori che utilizzano i bambini come oggetto di ricatto nelle proprie liti, per puro egoismo. E così facendo non potranno che suscitare il loro odio.

Corpo e anima sono saturi:
unica uscita
il cielo plumbeo
punteggiato da fiocchi di neve.

Un ritorno alla quiete quasi inaspettato.

Bella poesia. Complimenti!

Recensore Veterano
02/02/14, ore 11:47

Innanzitutto complimenti: hai superato viva e vegeta (per citare qualcuno) il primo mese!

“La tua colpa?”
“Mi sono scordato il mio nome”
“Ti chiamerò Condannato”
“Non voglio morire, però”
“C’è qualcosa peggiore della morte, mio caro.”

È vero, c'è qualcosa di peggio. Non si spiegherebbero altrimenti i tentativi di sfidare la m/s-orte, che siano in forma di sensazioni estreme da ricercare, che siano nei tentativi (riusciti o meno) di suicidio. Tra i due estremi c'è una sorta di limbo in cui, come direbbe Montale in dei versi che adoro,

"La vita oscilla
tra il sublime e l'immondo
con qualche propensione
per il secondo".

La tua poesia di oggi è breve; tu, che sei loquace in qualunque forma, hai sintetizzato, hai 'condensato' quanto più possibile. Hai voluto iniziare così febbraio.

"Parliamo, sussurrando tra cielo e terra,
tra nuvole grevi di risate e maree cerulee: tumulti di lacrime."

Tra cielo e terra. Non è strano che ci sia un punto di contatto?

"Ci arrestiamo lentamente, bruscamente, impassibili
davanti al mondo alla penombra dei sogni;
siamo scaglie di pensieri eterni e frammentati
condannati ad una malinconia esistenziale dolceamara
senza via di ritorno, di uscita, di fuga."

Una condanna che oscilla, come la vita, tra la pietà e la spietatezza.

"E sono di nuovo in apnea."

Più spesso si boccheggia.


Complimenti perché, come dicevi tu ieri, a volte bastano anche una manciata di parole. Spero davvero di leggerti qua fino al 31 dicembre.

Recensore Master
02/02/14, ore 10:58

Hei! Sono tornata, anche se una o due poesie non le recensisco ci sono sempre!
Allora già ti avviso che nei prossimi giorni non credo mi sarà possibile recensire perché sta per scadere la somma di gigabyte de cellulare.
Ah come faro a vivere in questi giorni????
Cmq nel mio paese piove e io sono più che felice, pioggia=malinconia=me felice.
E la poesia si abbina perfettamente alla giornata.
È più corta del solito ma si sa che nella botte piccola c'è il vino buono.
Bene mi piacciono le frasi iniziali, le trovo molto significative e stupende.
Dietro di loro si nasconde un "succo" schietto, esplicito ma che fa riflettere.
Per il resto la poesia mi piace molto, complimenti
Baci by Fede

Recensore Veterano
01/02/14, ore 21:15

Sei stata adorabile qua, dico sul serio. A me certe discriminazioni sembrano semplicemente assurde, perché l'amore non conosce distinzioni di sesso, invero trascende la nostra natura umana, la quale vorrebbe fossimo come mattoncini ad incastro. No, noi non siamo mattoncini, abbiamo un'anima.
Hai scritto in maniera piuttosto coinvolta, scrivendo con un certo rancore (verso chi crede di poter dire cosa sia bene e cosa sia un imperdonabile errore) e hai espresso magnificamente il tuo pensiero. Son dei versi molto belli, che spero il tuo amico abbia avuto modo di leggere.

Ti prego
non
ascoltarle, quelle voci,
non ti conoscono;
se riesci
ascolta me.
 
Sei bellissimo
anche nel tuo disperato amore.
 
Sei bellissimo.
 

Un finale straziante. M'hai commosso, complimenti.

Recensore Veterano
01/02/14, ore 15:11

Nelle poesie sei te stessa. Forse è per questo che ti riescono così bene: traspare tutta la tua semplicità e la tua dolcezza.
Il punto di partenza, quella noia rarefatta, è uno stimolo a far qualcosa: succede un po' a tutti. Stare fermi, senza far nulla, può rivelarsi azzardato e avere terribili conseguenze: chi non è abituato a pensare in silenzio, può soffrire all'improvviso di vertigini. Chi è solito pensare, si ritrova un'ombra che si manifesta e sempre pedinarlo, cercando di attrarlo a sé, verso il buio. La noia può essere letale, si deve fare attenzione. La risposta dell'organismo è l'indifferenza: fare finta che nulla conti, che poco o niente ci importi. Una difesa che però regge solo per poco, è facile da fare a pezzi e smontare via.

Ma devo uscire; devo scappare
da queste spettrali mura intonacate,
da questo rifugio ostile e monocromo:
voglio camminare, voglio correre.

Correre per riprendere vita, per respirare ancora, fuori, e cercare nuovi dettagli, fra le case, fra i volti.

Scorro tra le persone che mi attorniano,
sguscio lungo i sentieri, e indago i loro volti:
leggo la loro storia, m’insinuo tra le pieghe dei loro pensieri.

E perdi l'orientamento, fra quei pensieri, quei visi, quelle case, quegli alberi e ti dici - Sono ancora io?

E all’improvviso non sono neppure più io:
sono uguale e diversa,
unica e multiforme insieme.

Sì e no. È questo che ci permette di sopravvivere, dico bene? L'essere unici e multiformi insieme.

Bella poesia, complimenti davvero.

Recensore Veterano
01/02/14, ore 14:59

Quante stelle, quante stelle. Hai ragione, sono proprio tante. Capita che siano più difficili da scorgere a volte: capita. Strada significa tante cose, l'importante è non perdere di vista le stelle, aspettando l'alba, con la curiosità di scoprire quale cielo sorgerà.

Bellissima poesia. Mi rendo conto che il mio è un commento sui generis, ma stavolta è giusto così. Complimenti, come sempre.

Recensore Veterano
31/01/14, ore 20:59

“Che fai?”
“Leggo Bukowski per imparare a sopravvivere.”

Oh. Già da qua ho capito che avrei letto una piccola meraviglia.
E non mi sbagliavo: ancora una volta hai fatto centro. Stile molto lontano da quello delle poesie successive - le precedenti, non so -, ispirato da chi posso sospettarlo. Ero curioso di arrivare alla poesia del tredici gennaio per scoprire cosa tu scrivevi nel giorno del mio compleanno. Non so che mattinata tu abbia vissuto e non so quanto questa poesia sia autobiografica (dovrebbe essere molto autobiografica, se hai rispettato l'intento della raccolta), ma qualunque cosa tu abbia provato, ha un lato positivo che potrebbe consolarti: ti ha spinto a scrivere qualcosa di bello.

fino a quando non mi percepisco
vuota,
sfibrata,
devastata,
e sottile come una foglia
violentata con disperazione
dal
vento.

Questi versi li ho adorati, specie l'ultima parte. Sai, anche io, alla tua età, scrissi una poesia in cui, alla fine, m'identificavo in una foglia, come hai fatto tu; e anche io, come te, mi sentivo strattonato dal vento e non solo sospinto; a differenza tua, io utilizzai delle parole più delicate per esprimere il concetto, tu per una volta sei più rude, eppure forse più sincera con te stessa. Mi ha fatto impazzire la fine, davvero. Ma anche il resto, sembra tutto così onesto... come chi ha messo il cuore in versi del genere. E postarli qua è, secondo me, un grande atto di coraggio. Mette tristezza questa poesia, eppure, come posso spiegartelo... a chi legge infonde una speranza, perchè sa che tu sei una superstite e sei sopravvisuta per raccontarlo. Nonotante una mattina del genere, sei ancora qui.

Bella questa poesia, bravissima, giovane e talentuosa scrittrice.

Recensore Master
31/01/14, ore 18:06

Hei! Ho recensito più tardi del previsto... Ma l'importante è esserci sempre! Oggi sono in vena di poche parole, forse sono piuttosto silenziosa... Naaaah a me piace parlare a chiacchierare ma questo istinto mi viene solo nei momenti sbagliati, uffa! In altri momenti vorrei stare in silenzio ed essere il più triste possibile!
Amo la tristezza.
Non ci posso fare niente e i miei amici mi trovano alquanto strana... Sono tutto il loro contrario!
Ma forse è la diversità che ci unisce... O non ci unisce affatto.
A me non sembra che mi siano cosi tanto fedeli tutte le persone che conosco. Nemmeno quelle più strette a me.
Chissà perché ho sempre questa sensazione che le persone siano false e mi stiano prendendo in giro.
E forse non è nemmeno una sensazione, è una certezza.
Ah si, lo so, non ho mai detto a nessuno queste cose le penso soltanto. Veramente le dico a te che mi sopporti e ti capisco se pensi che io sia pessimista e malinconica.
Lo sono, anzi lo sono diventata.
Ringraziando Dio per tutto il mio passato!
Se non fossi pessimista, ne malinconica, ne triste, ne "quasi depressa", non sarei qui a recensire la poesia o ad aver legato con te.
Vediamola dal lato buono.
Ok vado avanti, tra messaggi di whatsapp e parole della recensione.
Training autogeno, non so che pratica sia ma ho letto che serve per l'anima, i sentimenti, per controllare il proprio stato d'animo insomma.
Più che altro non so in cosa consiste.
C'È un filo mooolto sottile in ogni cosa, si può passare da un estremo all'altro senza nemmeno accorgersene.
...Dovrei finire la recensione?
Non so davvero che altro dire....
complimenti!
Te l'ho detto, oggi sono silenziosa.
Baci by Fede

Recensore Veterano
30/01/14, ore 22:52

La poesia, formalmente, è la meno riuscita fra quelle tue che ho letto. Questa è stata l'impressione. E potrei quindi dirti che, finalmente, ho trovato una poesia che non mi è piaciuta. Ma sarebbe una bugia enorme, spaventosa.

Non è assurdo e sciocco pensare a
quanto malinconici si possa diventare
la notte?

Assurdo, ma quanto è vero! Sciocco, ma quanto è vero! La notte risveglia antiche e sempre nuove malinconie. Si accrescono.

Eccoci qui:
siamo un ammasso scoordinato di
parole, ricordi, emozioni;

Hai perfettamente ragione.

ci crogioliamo dubbiosi
nel tepore della nostra stessa mente,
all’ombra del sorriso irrisorio della luna
e dell’invidia brillante delle stelle.

Ci tormentiamo, ci dissanguiamo, in un'impresa che reca con sé un fato predestinato: il fallimento. E da lassù l'immobilità della sfera delle stelle ci ricorda quanto piccoli, minuscoli siamo e quanto poco possiamo. Saremo sempre pastori erranti dell'Asia. Eccolo il nostro destino, scritto fra le stelle.

E’ in questi istanti
d’incantevole dormiveglia
scorgiamo l’eterno scorrere
- fugge e ritorna – delle cose;
non sono più i ricordi a
smorzare il fiato, ma la paura,
il terrore del domani.

A volte manca anche il fiato, letteralmente.

Vivere
rivivendo gli stessi
giorni ancora
e ancora?
Vincendo, perdendo
sbagliando, piangendo, ridendo:
una ridondanza di gerundi fastidiosi.

Hai detto tutto tu.

La malinconia si affievolisce,
- i rintocchi dell’orologio muoiono -
le palpebre gravano e per
l’ennesima volta
anneghiamo in un oblio accogliente
senza aver ricevuto
risposte.

Va sempre così.

In questa poesia hai messo da parte l'attenzione per la forma, che presenta qualche sbavatura, privilegiando il contenuto. Credo di capire il perché. Era essenziale poterne parlare così, ti serviva esprimerti con chiarezza stavolta. L'occasione lo richiedeva. Niente giri di parole: sfrontata e diretta, come quella luna che ancora ride di noi e quelle stelle superbe che ci scrutano dall'alto in basso.

Questi versi... mi sembrano rubati, rubati da me, dalle mie notti insonni e difficili, dalle mie notti malinconiche, consumate attendendo segni, risposte.

E sto finendo di scriverti sulle note di questa canzone, mentre rileggo per l'ultima volta questi tuoi versi:

http://www.youtube.com/watch?v=iVcR65wHFYA

E non c'entra nulla, però è stato bellissimo finire così.

È una poesia forte, se capisci cosa intendo. Credo di sì. Complimenti e mi dispiace: mi spiace che tu abbia notti così. C'est la vie, ancora una volta.

Recensore Veterano
30/01/14, ore 22:24

e forse pure invalicabile, chi può saperlo?

M'hai strappato un sorriso. Non so se (e quanto nel caso) tu sia credente. Se lo fossi, la risposta alla tua domanda dovrebbe essere piuttosto scontata. Ma sì, se volevi sottolineare il relativismo a cui andiamo incontro, non c'è da darti torto! Chi può saperlo? Le persone arronganti sono piuttosto fastidiose: loro pongono confini e limiti con una velocità imbarazzante, ma altrettanto imbarazzanti sono le classificazioni che spesso ne conseguono. E poi ci sono confini davvero difficili da identificare, come quei limes romani che si spostavano continuamente, come la veglia dal sonno o un sorriso di gioia da uno di strazio. Su finzione e bugia posso citare il Croce, finchè è ancora fresco, che fu fermamente convinto dell'inesistenza pratica di quei concetti e valori che valutiamo negativi, quali la finzione e la bugia. Dice: se anche quella bugia c'è stata, non è forse però, al contempo, per noi stata un bene, perchè nutrivamo fiducia e quindi ci appariva come una verità, come realtà? Se anche così non era, perchè dovremmo rimpiangere quello che è stato, se quello che è stato ci ha fatto stare bene? Non si potrebbe vivere senza concedere fiducia e non abbiamo altro modo che nutrire fiducia negli altri, finché ci sembra che questa è ben riposta. C'est la vie, no? :)

La parte centrale della poesia (terza e quarta strofa) è veramente, veramente ben riuscita: uno splendore! Armoniosa, surreale, fantastica (come genere letterario), troppo nitida per un sogno. Risvegliarsi dal torpore sarà pericoloso?

Forse sì e non è saggio rischiare, dato che:

Ma non è ancora sopraggiunto il vento:
per il momento mi limito
a vivere a metà del mondo;
mormoro mezze parole
tenendo le palpebre tremanti chiuse.

Mi piace moltissimo come conclusione. Bella la poesia e il titolo è geniale. Complimenti!

Cammino in punta di piedi;
le ciglia eburnee celano lo sguardo chino,
la bocca schiusa in armonia
e le orecchie accarezzate
dalle liquide e illibate dita delle onde.

La dolcezza!

Recensore Veterano
30/01/14, ore 22:00

“Le piacciono le storie?”
“Le adoro. Ne conoscete una?”
“Concedetemi un caffè e ve la narrerò.”

C'è maestria anche nel modo in cui prepari la lettura (o talvolta nel modo in cui la prolunghi per qualche attimo), parli sempre di te stessa ma metti a tuo agio il lettore. Hai un modo di fare davvero dolce.

Commentare la poesia vera e propria non è semplice: forse non lo è mai; ma no, non sarebbe vero, talvolta è proprio semplice, seppure per le ragioni più disparate. A volte è semplice perchè rappresenta lo stato di chi legge e allora l'immedesimazione è totale e perfetta, c'è una completa sovrapposizione di anime; a volte le parole sono fluide e persuasive, la lettura non può non concludersi che in assenso. Altre volte, poi, capita che le parole siano suadenti e coercitive, provocando così assuefazione e dipendenza, a prescindere da ciò che, poi, dicano. A volte può anche capitare tutto l'opposto dei precedenti casi. E questi rappresentano solo la punta dell'iceberg. O forse è solo colpa mia e delle mie oscillazioni emotive, non so, ma ci sono poesie che mi riescono estremamente semplici da commentare; altre che mi toccano in una maniera più profonda o troppo superficiale: e allora o fanno male o non mi scalfiscono neanche. Di solito, le tue poesie sono una dolce via di mezzo: non sei mai estrema, mai abbandoni ogni speranza, mai regna l'assoluta disperazione nei tuoi versi. E neppure si potrebbe dire che sia il regno delle gioie, della celebrazione di ogni giorno come il più bello fra i belli. Anche in quelle dal tono più tragico c'è una sorta di lietezza, forse data dalla cura nella scelta dei termini, che mai travolge del tutto chi legge. È come se affiancassi parole in ossimori cauti, che mai possano risultare letali: non scrivi per uccidere.

In questo caso c'è foga nelle tue parole, c'è convinzione e provocante ironia. Non sei "scortese" (per risponderti) ma parli come chi è presa da una passione: e niente di grande si fa, diceva Hegel, senza una grande passione. Tu, attraverso questa passione, sottolineata dal lei alla fine, hai scritto, secondo me, una grande poesia. E veramente, è magnifica, potrei tentare di analizzarne ogni verso, di studiare ogni parola; potrei farlo, lo giuro, e scriverci sopra a non finire, ma inevitabilmente finirei per cancellare le tue parole, che sono ciò che più contano. No, non stavolta: il tuo sfogo, che io voglio anche leggere come l'apologia dello scrittore e non solo della scrittrice, dello scrittore - così umano, troppo umano, per citare te che citi il tuo filosofo preferito -, voglio che resti immacolato, perché non è una isterica pretesa di pari opportunità, che è roba buona solo a farci un minestero, ma è invece una onesta e temibile difesa dei diritti di colei che scrive, chiunque ella sia.

Complimenti, complimenti, complimenti.

Recensore Veterano
30/01/14, ore 21:37

Quanta morbidezza e quanto profumo in questa poesia, sembra quasi al lettore di potersi 'fiorificare' se mi passi il neologismo, al modo della personificazione. Il fiore è un emblema della poesia più aulica, più leggiadra, perché racchiude bellezza e fragilità, muore senza il calore del sole, che è vita, eppure poggia le radici nella fredda terra. La poesia che scaturisce da te, in questo caso, è stata a tratti difficile da interpretare: provi invidia verso quei fiori? O, forse, più compassione?

L’aria frizzante e libertina
mi scompiglia i pensieri
tra ciocche ramate e sguardi verdi.

Questa terzina è la mia preferita. Non sono però sicuro d'aver capito a cosa ti riferissi col verde degli sguardi.

Schiudo le labbra in un sospiro sorridente e
immergo i polpastrelli in stami dorati,
in corolle variopinte – i colori del mondo.

In un certo senso, è come avere la sensazione di tornare a casa, di abbracciare la natura stessa.

Avida e pretenziosa inalo
il profumo delicato che
ricuce i bronchi lacerati dal temibile vento invernale.

Un soffio di vita.

Garofani, rose, gerbere, orchidee
gigli, lillà, calendule, tulipani, viole;
è un gioco di seduzione,
di parole sussurrate all’ombra di un tramonto innevato.

La fine, sarò sincero, mi ha fatto ritornare in me. Forse era un momento necessario, da te voluto, quello di elevare il lettore e poi farlo ritornare a terra, eppure m'è dispiaciuto dover tornare - e non poco. Di per sé non c'è negatività: solo una lieve malinconia che aleggia fra quei fiori, usati come mezzi e strumenti. M'hai ricordato che strumentalizziamo persino le cose più pure e magnifiche, che diamo ai fiori il compito di parlare per noi. Non dico che sia sbagliato, anzi è uno dei gesti ritenuti romantici per antonomasia, ma in questa occasione m'è dispiaciuto dover ritornare, col pensiero, a questa realtà, che a ben vedere diviene misera, nella sua incapacità di espressione e nella sua necessità di trovare dei simboli che si spieghino al posto delle parole.

Bella, mi è piaciuta. Complimenti!

Recensore Veterano
29/01/14, ore 22:18

Credevi che oggi non avrei commentato nulla, eh?
In verità non dovrei partire da qua, bensì dalla poesia di ieri, ma dopo aver letto questa (ben più d'una volta peraltro) ho voglia di lasciare qui un mio commento, stasera.

L'ho letta per la prima volta circa trenta minuti fa, poi però ho avuto da fare e adesso sono qua a commentare. C'è una ragione se te lo dico: prima avevi scritto

una di quelle poesie malinconiche, audaci che gli innamorati

E io volevo suggerirti di mettere una virgola anche dopo "audaci", ma hai già fatto da sola. Ehh, non oso immaginare quante volte modifichi una tua poesia! Non vorrei essere nei suoi panni, poverina.

Okay, ora 'senza scherzi'  - per citare il giovane Holden -, la poesia mi ha catturato fin da subito. Il tema su cui ruota è un piccolo centro ideale che cattura non solo la mia attenzione, ma anche il mio consenso. La poesia è un'arma seduttiva e non c'è anima capace di essere immune al suo fascino, questo bisogna subito concederlo. Per resistere alle sue lusinghe serve molta forza d'animo, molta prudenza. O forse soltanto molto buonsenso e tanta noncuranza verso quello che un'altro spirito sta dicendo. Ma preferisco voler credere che si verifichi più spesso il primo caso.
La tua poesia, in questo caso, mi sembra tanto la conquista di un obiettivo, il raggiungimento di uno stato ideale, difficile da agguantare eppure per cui vale la pena crescere e lottare. La speranza è di essere un giorno migliori, o addirittura sopraffini, come una poesia (sebbene anche qua, ci sia da distinguere tra poesia e Poesia; però la mia personalissima opinione è che in ogni caso una poesia è sempre preziosa e ha sempre qualcosa da dire, come ogni persona).
Tu non vorresti essere una poesia qualunque, no, hai le idee ben chiare a riguardo:

una di quelle poesie malinconiche, audaci, che gli innamorati
erano soliti recitare a deliziose fanciulle impassibili;
un insieme di versi altisonanti  
- parole scroscianti e cristalline –
sussurrati nel tempo di un bacio rubato;

Tu vorresti un futuro di sensazioni nobili, anche se passeggere, ma garantite, certe. Vorresti un amore idealizzabile, pieno di desiderio e che tu sia la fonte di quel desiderio, vorresti respirare in futuro attimi di vita capaci di sprigionare l'ossigeno più raro ed elevato, diverso dalla comune aria che tutti respirano.

una pregiata e rara collezione di intrepide emozioni
rimbombanti nel debole seno sconquassato;
un’eco di centinaia di vite diverse e uguali.

L'eco delle centinaia di vite mi ricorda le centinaia di possibilità che abbiamo, di tutto quello che possiamo, potremmo o avremmo potuto essere. Richiama il momento della scelta, dell'arbitrio, della libertà che potrebbe pregiudicare un futuro possibile, neutralizzando una 'poesia' che potrebbe prendere forma.

Da grande voglio diventare poesia:
perché qualcuno riconoscerà i miei sguardi e
mi raccoglierà da polvere e dolore,
mi leggerà con cuore palpitante e fronte stravolta,
mi accarezzerà i polpastrelli con labbra pallide,
baciando in profondità
i significati reconditi e i sogni azzardati
che celo vergognosamente nell’anima scheggiata.

Così qualcuno ti riconoscerà e saprà apprezzare ciò che hai da dire. Così resterà un ricordo di te. E ogni ricordo sarà accompagnato da una piccola emozione, un singulto d'amore, che mai consentirà di conservare un'espressione impassibile, come quella di chi non ha amato mai. Come una poesia non lascia mai indifferente chi legge, neppure alla millesima lettura. E sarà una comprensione che non si fermerà alle apparenze, ma che sonderà ogni più nascosto anfratto del tuo cuore. E non avrai più nulla di cui vergognarti, non ci saranno più parole da saltare fra le righe.

Da grande voglio diventare poesia:
così,
forse,
alla fine,
se vorrai,
potrai innamorarti di me.

Conclusione stupenda. L'innamoramento qua è pure una promessa di nuova vita, una rinascita in una forma più bella e completa, meno insicura e più ardita. Come dicevo all'inizio, è una poesia in cui, così letta, mi rispecchio tanto: condivido la tua speranza di farmi poesia. Sarebbe fantastico.

Complimenti, a me piace tantissimo.

Recensore Master
29/01/14, ore 21:23

Oggi non sono in ritardo! Dai stasera ho finito di mangiare prima e sono subita corsa a controllare la sezione sicura che avrei trovato l'aggiornamento! Eccomi qui, è da molto che non ci sentiamo vero? Giusto due o tre ore fa ho lasciato una recensione!
Ma non mi annoierò mai di leggere e recensire le tue poesie!
Prima di tutto grazie "di esistere", intendo dire che mi sentirei "sola" se non avessi te, la tua raccolta, la tua poesia della sera e la tua dolcezza.
Non sono moto sdolcinata, mi è molto difficile essere "amorevole" con le persone, sono piuttosto dura (non troppo, sono solo un po' più rigida...) ma su questo sito vorrei dimostrare il mio affetto a tutti gli autori /le autrici che ho conosciuto finora!
Davvero, grazie mille!
La poesia è ufficialmente la mia preferita, senza togliere nulla alle altre.
Questa giuro che la amo, la trovo assolutamente magnifica! Non posso descrivere come mi ha emozionato e leggevo rapita per vedere se gli altri versi mi avrebbero stupito come i precedenti.
Incredibile, come fai? Io non so come spiegarti il mio stupore e la gratitudine per la poesia e per te!
Ora non sto dando complimenti a occhio giusto per dirti che sei brava, ma parlo seriamente e vorrei tenere sempre con me la tua poesia!
Posso ricopiarla e tenerla nel mio diario? Se me lo permetti, giuro lo faccio davvero.
La amo troppo!
Oggi ti sto riempendo di complimenti... Non posso evitarlo però!
Bene, non so che altro dirti... Ah ricordo che mi avevi chiesto di leggere una mia "poesia", devo vedere se ho nella mia scatola segreta qualche verso... Se la trovo te la faccio leggere in un messaggio privato, sempre se lo vuoi.
Grazie di tutti, rispondimi presto!
Baci by Fede

Recensore Master
29/01/14, ore 18:47

Ah ciao! Come al solito ti ho abbandonato per due o tre giorni... Perdonami ma alcune giornate non mi rendo conto nemmeno del tempo che passa e in un batter d'occhio mi ritrovo a sera, stanca e assonnata.
Pero ora che ho trovato un minutino, ma non ho ancora finito di studiare (oggi ho ritardato molto con i compiti...), lascio una piccola (?) recensione.
La poesia forse è tra le mie preferite, e tolgo anche il forse! Davvero la amo con tutta me stessa, forse l'argomento che tratta (ossia la scrittura) o i pensieri che "alleghi" alla poesia mi hanno incantata.
Ho scoperto la passione della scrittura, o meglio del sito, lo scorso giugno leggendo per caso alcune fanfiction.
Poi quest'anno mi sono interessata alla poesia (cosa in cui sono stata sempre negatissima), forse perché avevo bisogno di pensieri più profondi e più vari.
Ed ecco qui che ho conosciuto un'altra autrice, ovvero te, con cui ho legato molto grazie alla raccolta "Malinconia Natalizia" (non la potrò mai dimenticare... Mi è rimasta impressa nel cuore) .
Non mi sono mai pentita delle scelte che ho fatto, ma tutt'ora vorrei cambiare qualcosa... E qualcuno.
Ritornando alla poesia, la scrittura è un tema molto vario ed esteso, che si pui esprimere in modi diversi e che ci permette di esprimerci in forme diverse... Basta ricordare Anna Frank (argomento molto trattato in questi giorni...) che aveva questa passione della scrittura e per regalo desiderava solo dei fogli di carta e una matita.
Mi sono pienamente ritrovata in lei anche se io non ho un rapporto cosi intimo col diario, incomincio a scriverlo e poi lo abbandono nella scatola segreta.
Il miglior esercizio dell'anima (eliminando il vecchio proverbio) è secondo me la scrittura o lo scrivere.
Io ci trovo la pace Nello scrivere racconti, anche piccoli versi che prima o poi dovrò mettere insieme per una poesia decente.
Gli ultimi versi mi hanno colpito molto, l'umanità con la lingua biforcuta (ormai quasi tutti ce l'abbiamo, insomma chi non spettegola almeno un Po su una persona?)... Mi fa pensare a tutti i comportamenti che assumo o che assumono gli altri immaginandomi il peggio delle persone che conosco.
Io ho interpretato come una persona, la scrittura (scrittura=persona). L'atto di scrivere,quindi prendere la penna e "scarabbocchiare" parole su parole nel foglio che in un batter d'occhio si riempie.
Tutto come se lo stesse facendo una persona.
Ora non do spiegazioni riguardo alla persona che ha vissuto scrivendo tutta la vita, con figli ed è anche morta (se è qualcosa di personale, io sono con te), perché potrei sbagliare e non mi va di dare un interpretazione sbagliata.
Grazie tantissime per la poesia!
Baci by Fede