Recensioni per
Gorgoglìo.
di hiccup
Avevo delineato immediatamente i caratteri della personalità dell'opera e dei contorni lievi di una difficoltà umana nella sua esposizione. Al di la del profondo godimento per il momento in cui ci si rende conto del passo giusto intrapreso, denoto un ritorno alla ricerca del verbo adatto, lasciando in disparte per un attimo la prosa e tornando più in poesia. |
Violenta, nella sua interezza, uno schiaffo nel momento stesso della sua comprensione. Ho già visto che ti destreggi in emozioni molto forti, ma qui c'è veramente del rancore e riuscire a metterlo nero su bianco non è semplice, si rischia di venir' inghiottiti dalla foga... ma qui non è il tuo caso. Qui c'è un qualcosa di strappato con violenta rabbia, un velo che cela il dolore, una morte nell'animo di ogni giorno. |
Heila! Oggi la poesia mi ha colpito molto, con un tema sensibile e che mi ha davvero toccato. So che scrivi le poesie basandoti sulla tua vita, su cio che ti succede ogni giorno, e davvero mi sto chiedendo se anche questa poesia si riferisce alla tua vitq. Ma non voglio "invadere la tua privacy" quindi se vorrai mi spiegherai poi nella risposta. Purtroppo oggi non ho la possibilita di lasciati una recensiine lunga, in quanto la tastiera di questo aggeggio mi mette in vero disagio! |
Soffro di "logorio da scrittore", magari un giorno scrivo pure cosa sia! Scherzi a parte. Ho trovato questo componimento una metafora azzeccata dello stato d'animo di quando si vuole scrivere ( dire ) qualcosa, si ha tutto in mente e al momento di mettere inchiostro sul foglio... vuoto. A me piace vederla così. E' una patologia che ogni scrittore conosce, ma che pochi riescono a descrivere, tanto che la stessa "malattia" è strettamente personale ed ognuno la vive a modo proprio. L'ipocondria fasulla di cui parli è verissima, un esempio lampante è su di una fiction che scrissi anni fa intitolata "Il pianto dei pianeti", dove tutt'ora ho in mente la trama ed il finale, ma per qualsivoglia motivo, sia essa pigrizia mentale, sia essa il fatto che, forse, negli anni è cambiato il mio modo di scrivere, non ho la forza necessaria per completarla sebbene in un paio d'ore sarebbe finita. Una piccola marea dolciastra da ingoiare, se vogliamo, ma siamo poi capaci di contenere tutto? o finiremo comunque per ritornare sui nostri passi, completando le nostre storie, la nostra vita... i nostri piccoli sprazzi di sana follia? Grazie per il componimento, il mio commento è positivo. |
Cara! È sempre un piacere per me concludere la giornata con una manciata di versi magnifici! Non si se oggi riuscirò a lasciarti una delle mie recensioni lunghe in quanto il cellulare che sto usando non è il mio a causa della scadenza del pacchetto internet del mio cellulare. Troppo tempo passato sul sito! |
E' il contesto del far' proprio il momento in cui realizzi che nulla, materiale o meno, dura per sempre. Nel componimento ci vedo molti status: la normalità, la speranza, la disperazione, l'angoscia e l'accettazione. Bellissima la metafora degli arazzi che cadono "e noi con loro" che implica la consapevolezza del dividere se stessi in due parti: ciò che lega l'uno all'altro, e ciò che sono sia uno sia l'altro. Nel passo finale poi c'è l'inesorabilità umana del "what if?", passo che qualsiasi essere si pone di fronte agli eventi che non può controllare ( da qui la preghiera/disperazione del: "una rincorsa una presa di posizione un azzardo una richiesta un ultimatum;" ). Si arriva poi alla giustificazione del rapporto stesso con "sono un’inesauribile sognatrice, dopotutto" e all'accettazione passiva iniziale ed attiva con cognizione poi del titolo stesso dell'opera. Come poesia libera la trovo una bella presa di posizione e mi piace pensare che la cosa ti abbia fatto aprire gli occhi sul senso delle cose in se. La trovo una bellissima riflessione. Avanti così. |
Heila *dal fumo esce la streghetta, io*!!!!! |
Sembra un misto di noia agorafobica, nell'introspezione del momento, del luogo, dell'essere non vedo altro che piccola insofferenza. Probabilmente è anche per una questione di "tatto", del fatto che la quotidianità dei gesti, dei rumori, dei suoni, delle voci, della gente insomma ti lascia perplessa e vulnerabile al dolore fisico che traspare con lo stato di malessere che termina l'opera. Una postilla per te. Sai che tendenzialmente tengo a criticare se devo e non sono proprio una fontana di complimenti; ma se devo essere sincero questa poesia non mi è arrivata come le altre. Può anche essere che rileggendola più volte ne riesca ad estrapolare qualcosa di diverso, magari è la giornata, ma non ho avuto l'empatia che solitamente ho con le tue opere. Non averne a male, preferisco essere sincero che appioppare recensioni positive per cliché. L'opera comunque la trovo ben strutturata, ma per il fatto di come l'ho vissuta, resto neutrale. So che hai la maturità necessaria a capire le mie scelte. Baci |
Ricongiungersi ancora. Trovo il componimento molto ben strutturato e ben pesato, tuttavia... vorrei soffermarmi su un particolare, per condividerlo con te. Quel "Sono solo una bambina, dopotutto." è la porta che si apre con una chiave di lettura un po' più matura. Ci sono due particolari principali che mi hanno fatto riflettere: il fatto della consapevolezza dell'essere bambina, e l'accettazione inconsapevole della stessa nel momento in cui viene scritta. Sebbene "solo una bambina" in realtà sia la chiave di lettura che più mi piace ( personalmente ovviamente e pure discutibile se vogliamo ), il componimento da li si congiunge con tutto. I sogni. La speranza. Il tempo. E la cosa che più ancora mi attira, probabilmente nella tua inconsapevole scrittura Hic, è che la poesia assume un tono diverso, nella meraviglia della nostra lingua... se viene letta al contrario.... ci hai fatto caso? Baci |
Cara! Anche se mi è stato vietato di usare il cellulare io sono qui a recensire! |
È particolare, va altre i solito schemi e questo mi piace molto. È scritta molto bene, non trovo alcuna pecca. Buon lavoro! |
Amica mia! Sai, volevo dirtelo, quando hai finito la raccolta che avevi fatto per Natale mi sono sentita un vuoto come nel cuore, come se fosse finito quel tempo in cui mi accoccolavo nei tuoi versi cosi dolci e profondi. Poi ho avuto la bellissima sorpresa di questa raccolta di ben 365 poesie, cosi non ti perderò per un anno intero e poi chissà magari scriverai altre poesie. |
Oh, iniziare l'anno così è qualcosa di dolceamaro come piace a me. Brava Hic! Mi pascio del tuo scrivere dato che sai che ti seguo e sinceramente volevo leggere qualcosa d'altro di tuo. Tralasciando il fatto della poesia a se, che trovo consapevole tra i suoi "salti" tra le varie dimensioni e per la cura e la ricerca del verbo più adeguato, ne approfitto per farti gli auguri di buon anno e a me di soffermarmi sulla postilla a fine poesia. "Anno nuovo vita nuova, giusto?" Beh, è quello che umanamente tutti ci auguriamo, un altro anno significa anche maturazione, scelte, passi importanti, vittorie e sconfitte... ma cosa sarebbe allora la vita senza questo sale? Sicuramente sarà un anno di giorni unici. Mi trovi concorde sul fatto che solo per la questione di "vivere" un giorno in più, questo ci dia la possibilità di chiamarlo di già "unico", sicuramente le emozioni a venire saranno trasmesse da te qui ( io ci sarò! ) e, solleticando la mia fantasia, non vedo l'ora di leggerle. In ultimo, sul tuo "Ereditato dal passato" mi hai fatto aprire un po di più gli occhi. In effetti non solo l'anno inizia, ma pesca a sua volta dalla maturazione precedente, è come una piccola eredità che avrà impatto sull'avvenire ( artistico e meno ) di ognuno di noi. Per questo ti ringrazio e spero che per te possa essere davvero non solo "un anno" ma "L'anno", e che ti possa portare serenità, amicizia e un sacco di ispirazione per i tuoi scritti. A risentirci presto! |
Buon anno carissima! Ti auguro con tutto il cuore un 2014 pieno di nuove sorprese (solo piacevoli e mai negative), di ottimismo, di momenti belli passati insieme alle persone che si amano e pieno di ispirazione per questa nuova raccolta a cui ai dato inizio! |