Recensioni per
Nel ventre della Zebra
di Ita rb

Questa storia ha ottenuto 101 recensioni.
Positive : 101
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
09/12/19, ore 20:35

Ho letto questa storia oggi, tutta d'un fiato. Sono stata piacevolmente travolta dalle vicissitudini dei tuoi personaggi, dal modo in cui incastri le parole, dall'abilitá con cui riesci a muoverti all'interno della tua creazione fatta di argomenti complessi senza inciampare neanche per sbaglio.
È la seconda volta in vita mia che incontro una storia così bella, partorita online, senza avere la fortuna di essere notata da qualcuno che le possa dare le meritate attenzioni. Tuttavia anche stavolta vengo delusa dalla mancata conclusione e stavolta la medicina ha un sapore ancora più amaro perché tu stessa hai scritto che in realtà la storia è già stata completata.
È passato veramente molto tempo dal tuo ultimo aggiornamento, ma mi farebbe un immenso piacere se riuscissi a trovare un po' di tempo da dedicare alla pubblicazione di questa storia.
Spero che questa supplica non passi inosservata.
Un caloroso saluto

Recensore Veterano
15/06/16, ore 12:20

Rieccomi.

Elia, più che schiavo delle persone, è schiavo della droga, e questo si era già capito da tempo, ma mai come all'inizio di questo capitolo, a mio parere, il lettore se ne rende conto. La droga è capace di trasformare la persona più buona di questo mondo in un mostro, quindi sospetto che Elia sotto la sua maschera fatta di sangue lacrime e eye liner colato sia una persona stupenda, il sacrificarsi per Miska, alla fine denota un atto di grande nobiltà, ma è il resto che è sbagliato. Elia sente l'amore di Miska e forse ne ha paura, forse non lo vuole perché pensa di non meritarselo, perché pensa ormai di essere fatto solo per un mondo che lo violenta e lo prende a calci nello stomaco, e quel mondo gli piace, il problemi più grande è questo. Perché alcune persone ne escono e altre no? Perché è come svegliarsi da un incubo. Il motivo per cui certe persone guardano i film horror, quelli belli, è perché vogliono avere paura, vogliono provare l'adrenalina, la tensione, magari la notte poi non dormono, ma intanto si sono sentiti vivi in maniera diversa. Ma poi deve smettere, non si può vivere nella paranoia, nella tensione, per quanto ci faccia sentire animali braccati e tesi, pronti alla fuga.
Ora Miska si sta svegliando da quell'incubo, vorrebbe portare Elia con sé, e forse è proprio nel momento in cui ci riesce che avviene l'ennesima tragedia. Il fatto che Elia urli è indicativo di come la sua visione, forse, sia cambiata. Gli usano violenza e lui urla e singhiozza e forse questa volta non è una recita. Fa tanto male leggere e rileggere questo capitolo, non credo che esista storia che riesca a toccare le corde dell'emotività su certi argomenti scritta meglio di questa e se c'è io non l'ho ancora letta. Riesci a parlare di un mondo oscuro, di un mondo sotterraneo dove la gente viene dimenticata da chi abita di sopra, dove viene detto troppo spesso "lasciateli crepare", quando la gente ha vizi ben peggiori e si permette anche di giudicare. La tua storia potrebbe aiutare la gente a non giudicare, ma cercare di capire, di capire cosa può passare per la testa di una persona che è diventata schiava di un mondo e di una sostanza che possono soltanto distruggere. E per questo ti ringrazio come sempre, perché il mondo ha realmente bisogno di storie come questa.
Alla prossima, sperando di leggere a breve il prossimo aggiornamento.

Selene.

Recensore Veterano
15/06/16, ore 11:42

Ciao!

Non so come ho fatto a saltare questa recensione. Anzi, lo so, e siediti che c'è da ridere. Avevo una cartella con dentro una marea di recensioni pronte, convinta (ma convinta) di averle mandate tutte l'ho cancellata. Non chiedermi perché ò.ò che alla fine l'ho dovuta rifare. Sono una deficiente, sto invecchiando XD

Questa storia ci tengo particolarmente a recensirla e mi spiace di aver aspettato così tanto. Mentre altre storie si possono solo leggere e commentare poi in seguito, questa necessita un'analisi più profonda che viene più dai sentimenti e emozioni provate, che da un'analisi tecnica che ci può stare ai primi capitoli, e che poi diventa ridondante, dato che stiamo parlando di un romanzo e non solo di una storiella su EFP e che è scritto per tutti suoi capitoli con uno stile unitario e travolgente, accattivante, un vero flusso di coscienza che sa essere chiaro, non parole buttate a caso, come fanno troppo spesso quando parlano di pulp. Qui le parole sono scelte con cura e sono tutte importanti.
In questo capitolo è come se Miska subisse un altro cambiamento. Come direbbe Lars von Trier attraverso la voce suadente di un anziano narratore: un piccolo cambiamento di luce.
È come se riuscissi a sentire qualcosa ribollire in fondo a Miska. Ribolle un senso di colpa che comincia a venire fuori, per quello che ha fatto. Miska è scappato dalla zebra commettendo un crimine, facendo il passo più lungo della gamba, perché non poteva prevedere la reazione di Elia, anche se sperava che le cose andassero diversamente, e soprattutto questa sorta di tradimento. Elia conosce solo un tipo di mondo. Elia si illude, forse, che quel mondo, per quanto possa fargli male, non lo ucciderà mai. Alla fine è sempre la stessa dinamica psicologica a spingerlo ad agire, quella dinamica che, si legge chiaramente, Miska non sopporta più.
Dal senso di colpa nasce quasi una sorta di voglia di riparare, riparare a tutto quello che ha fatto e di cui è responsabile, perché anche aver assecondato le fantasie di Elia è stata una mossa, in un certo senso, colpevole. Credo di capire questo meltdown di Miska, che vuole la libertà, la felicità, ma che ha anche commesso un omicidio, che è andato contro qualcuno più forte di lui, che è stato tradito dalla persona che amava, che sia un tradimento fatto per salvarlo o meno, nella pia illusione che un uomo come Asko possa credere a una tale bugia, sento l'adrenalina come la sente Miska, anche se questa è un'ennesima rilettura, non riesco a stare tranquilla e tutto questo grazie alla maestria, perché tale è, con cui hai scritto questa storia. Ti è uscita direttamente dalle vene e se fosse per me non cambierei una virgola.

Vado subito a recensire il prossimo capitolo. Sempre complimenti.

Selene.

Recensore Junior
09/04/16, ore 15:52

Così Elia e Miska sono pronti a intraprendere una nuova vita ad Helsinki, anche se Elia rimane ancorato ad un passato che, anche se fatto di violenza e dolore, era tuttavia per lui un appoggio. Tali sentimenti di natura masochistica vengono ulteriormente rafforzati dal comportamento di Miska; che accetta un invertimento di ruoli per far sì che la malsana concezione di amore in Elia lo renda capace di continuare a vivere in un mondo tanto crudele. Rinnovo i miei complimenti per la splendida introspezione psicologica dei personaggi, elemento che li rende a me più vicini, e ammetto di avere come la sensazione di poter, spesso, tenere con me i due "volantini", abbracciarli, dar loro forza.
Tremo al solo pensiero di ciò che Asko potrebbe fare, a questo punto. Spero in un non troppo lontano aggiornamento.
Con affetto e stima,
Fede.

Recensore Veterano
04/04/16, ore 23:22

Buonasera e...ta-daaan!
Ri-eccomi! ^.^

Proprio come avevi fatto presente nella tua replica al mio commento per il secondo capitolo, man mano Miska perde la follia data dalle sostanze stupefacenti e si fa, progressivamente e lentamente ed inciampando, un po' più lucido.
Un po'. 
Non troppo, non è del tutto lucido e la cosa si sente bene per tutto il pezzo che alterna momenti di lucidità ad attimi di follia vagheggianti; ancora si definisce un cane ed ancora, ma questo è un pregio della narrazione, usa figure metaforiche -mura sanguinanti è bellissima- e non ha le idee molto chiare su che cosa fare.
Però ne ha. Non si lascia del tutto trasportare dagli eventi, almeno fino all'arrivo di Asko.
Il che, è un punto che fino ad ora è sempre stato presente nel suo personaggio e per il quale mi complimento; Miska è stato non-consequenziale ma narratore, presentandoci scene e personaggi senza in fin dei conti avere un qualcosa da dire o fare d'eccezionalmente rilevante.
Potrei dire che è inutile ma sbaglierei.
E' una presenza ma, al contempo, è una presenza che se non ti sforzi a cercare nella narrazione quasi puoi ignorare. 
In questo terzo capitolo, per necessità, torreggia al centro di tutto ma ora che la sua mente è vagamente più libera si può percepire una personalità particolare. E' il cane di Elia, ma questo cane odia ed ama ciò che gli succede.
Ed è incredibile quella vicinanza tra droga e disperazione; due righe, le stesse, che però mettono assieme due cose fino ad ora costanti nella narrazione. 
Non l'hai fatto a caso, vero?

L'introduzione di Asko, eccoci qui, è una sorpresa che ho apprezzato davvero tanto.
Una nuova figura entra nella dinamica e, attraverso le sue parole, scopriamo qualcosa in merito ad Elia ed al suo "lavoro". 
Ci viene detto, sopratutto, che lavora per due.
Miska è un cane, obbedisce ad un cagnolino, ed apparentemente non fa null'altro. Non so come funzioni questa situazione ma presumo che ci mostrerai dei dettagli in merito man mano che proseguiremo con la narrazione.
La questione del lavorare per due, assieme alle percosse, genera una qualche reazione in Miska e ciò mi è piaciuto; del tutto inerte non lo è.
Sa pensare di reagire, considerare l'idea e la sensazione di poterlo fare, ma non lo fa.
In un certo senso mi suggerisce l'idea di un personaggio patetico ma non nel senso abusato del termine ma perché mi suscita un po' di tristezza.

Il pezzo, invece, conferma tutti i complimenti già fatti.
E si merita, una volta ancora, la bandierina verde! ^.^
 

Recensore Master
02/04/16, ore 01:31

Ciao!
Quanto tempo eh? E dire che volevo leggere l'aggiornamento e poi mi sono accorta di essere rimasta indietro, quindi, non mi resta che mettermi in pari con i capitoli restanti e intraprendere, nuovamente, questo viaggio che davvero toccherà corde profonde ─ per lo meno per quanto mi riguarda.
Miska è un mondo meraviglioso, per quanto lui ne dica, per quanto lui ne creda. È un'anima smarrita, è vero, ma vicino a Elia sente di poter ricongiungere quei pezzi di sé che sono sparsi, che percepisce come tali, che aleggiano.
Ho come l'impressione che Miska sia avvolto da una costante e perpetua malinconia, spesso sembra un'anima fanciullesca e possiede ancora sprazzi di purezza e lo dimostra, quando si sente emozionato (anche se riesce a percepirlo a malapena) per quel viaggio, anche se non è un viaggio di piacere. Miska ed Elia sono due satelliti vicini, comunicano senza dire niente, bastano gesti e loro sanno. Io mi sciolgo, lentamente, nel vedere la loro fusione mi beo di sentimenti così distrutti e così profondi.
Elia sorride e mi uccide.
Quando Miska dice che sono fuori dal mondo, percepisco che intenda fuori dalla zebra, perché effettivamente quella era la loro tana, il loro mondo seppur logoro e sporco. Un mondo, un posto dove c'erano lui ed Elia. Ma adesso, sono "liberi" quantomeno di volare nel vento ed Elia è con lui, quindi non gli resta che liberarsi insieme nell'aria e volare, a loro modo, come hanno sempre fatto, anche se non è semplice, anche immagino non sarà fatto semplice. Prevedo sogni, li sento, di quelli semplici e concreti, ma c'è anche la disillusione di Miska che si aspetta il peggio o il solito. Eppure non demorde, deve stare lì, con Elia.
Miska, a modo suo, è dolce e premuroso. Basta cogliere i suoi gesti in fondo, basta saperlo leggere, è solo inaridito da una vita diventata improvvisamente troppo dura.
Vorrei porre un quesito a Miska che forse potrebbe destabilizzarlo, ma è più forte di me, dunque vorrei chiedergli: Se è vero che tu sei il cane di Elia e quindi sei fedele a lui, perché Elia non si prende cura di te? I padroni non si prendono cura?
So che potrebbe sembrare una constatazione forte, ma a me Elia sembra sempre così al di là di tutto, troppo lontano perfino per Miska, per quanto ci tenga, perché lo vedo, lo vedo che sono indispensabili l'uno a l'altro, ma vedo sempre di più Miska come la parte lesa.
Ormai penso che tu lo sappia che io ho concezioni particolari, strane. Quindi non ti stupirà leggere quanto starò per scrivere: Miska è il mio eroe.
Penso di essere un disco rotto ormai, non so quante volte avrò scritto o detto che la storia è bellissima, che mi riempie. Effettivamente colpisce come un pugno allo stomaco, dritto nel punto esatto dove di solito sento quel vuoto. Mi riempie, mi estasia e allo stesso tempo mi intristisce, mi fa diventare profondamente malinconica. La zebra sa regalare emozioni, sotto ogni punto di vista, su questo non c'è dubbio.
Probabilmente ti avrò già detto anche che ti stimo come scrittrice, che penso che tu debba fare questo nella vita, ma in fondo, perché non ripeterlo(?) Penso faccia sempre piacere sentirselo dire. Io non ambisco a fare la scrittrice, ma anche io spero di poter diventare, almeno in parte, quanto sei brava tu. Sei una fuori classe in pratica xD
Alla prossima!

Recensore Master
01/04/16, ore 23:42

Cià! Dopo tutto lo sproloquio fatto, eccomi qua a lasciarti una, si spera decente, recensione a questa tua storia.
Come ti ho detto, non è molto il mio genere, ma il problema è che ho iniziato a leggerla e mi ha catturato delle primissime righe - Tutte le storie che si rispettino hanno un inizio e una fine, eppure questa è priva di entrambe.
Le descrizioni sono sublimi, ti trasmettono tutto il malessere di Miska, un malessere profondo e radicato nella sua anima; sono vivide, sembra di camminare come un'ombra silenziosa accanto a lui, vedere ciò che vede lui. Bellissime, dico davvero! <3
Non ho ben capito se l'ultima parte è ambientata in uno spazio-temporale diverso dalla prima, in ogni caso anche qui le parole sono forti e non da meno delle altre.
Ti faccio i miei complimenti, perchè sin da subito si capisce che ci tieni a questa storia, che sai cosa stai scrivendo e il peso della parole che hai ultizzato. Brava, davvero brava.

Alla prossima,
V.

Recensore Veterano
31/03/16, ore 22:47

Ciao.

Che bello veder tornare questa storia che si è presa anche qualcosa di me. La cosa bella sai qual è stata? Che ho fatto mente locale subito. È passato tanto tempo, è vero, per svariate ragioni, ma io non ho dimenticato nulla, mentre con altre storie può accadere.
Ciò che accade qui è una sorta di evoluzione/involuzione dell'animo umano. Miska si sta evolvendo verso qualcosa, e l'evoluzione non sempre deve essere vista come qualcosa di positivo, lo è perché riguarda la sopravvivenza dell'individuo, ma la natura è matrigna e la vita è guerra (pardon mi auto cito), l'evoluzione è il sapersi adattare ai cambiamenti, e così Miska ha fatto, con tutte le cose negative che ciò comporta. Chi mi sorprende qui è Elia. Elia è come se si stesse divorando da solo, c'è questa sorta di auto cannibalismo figurato che porta a un involuzione dell'individuo. Quello che lui vuole credo sia chiaro solo a lui. Nel capitolo precedente sembrava quasi che Miska avesse trovato il "modo" di agire per tenersi Elia vicino, nonostante tutto, e ora Elia mette in atto una sorta di gioco manipolatorio. Il livello di masochismo mentale e fisico che Elia è capace di raggiungere è estremo, non è cosa falsa dopo tutto, che si incontra tra i tossico dipendenti: si hanno testimonianze varie di come la vita diventi qualcosa che va in secondo piano rispetto a ciò che vogliono, diventa quasi un intralcio, drogarsi significa, per alcuni, togliere questo intralcio di torno. La morte diventa una messa in scena come tutto il resto.
Con il dramma finale Miska sembra quasi tornare in sé, così mi è parso almeno, là dove una forzata evoluzione stava portando l'uomo alla distruzione della propria umanità, ora il desiderio di rendere davvero felice Elia lo fa tornare umano, perché umanità è una parola che racchiude tutto ciò che si è e si può essere: l'umanità fa cose meravigliose, ma fa anche cose disgustose, Miska si stava distaccando dal suo poter creare meraviglia, limitandosi a diventare qualcosa di artificiale, perché neanche lui se ne rende conto, come una macchina, che agisce meccanicamente, programmata dall'esterno.

Questo capitolo è scritto divinamente, come i precedenti e come tutta l'opera di per sé, anche se non l'ho letta tutta.

Ti ringrazio davvero per aver ricominciato a postare: non è giusto che questa storia andasse a finire nel dimenticatoio di internet per colpa di certe cose, è giusto che la gente legga e che capisca, alla fine. E ciò che deve capire, tutte le cose che la gente deve capire da questo scritto, lo sai tu, lo so io e lo sanno anche loro.

Al prossimo aggiornamento.

Selene.

Recensore Junior
30/03/16, ore 02:34

Ed ecco arrivato il terzo personaggio. Cavolo. Apparentemente c'è solo "malvagità", egocentrismo, voglia di pensare a se stessi sfruttando gli altri. Ma sarà davvero così Asko? Chissà perché non credo. Mi sembra ci sia un aura di..indifferenza. O simile. Disincanto. Non saprei definire bene. Ma non sembra semplice e chiaro come può apparire. Devo dire che spesso devo rileggere per capire cosa sta succedendo, ma penso che faccia parte del senso di mistero. Alla fine è apparentemente tutto più chiaro. Elia è il cane di Asko, Miska il cane di Elia. Asko ha bisogno di Elia, ha bisogno di sfruttare il suo lavoro. Elia si rompe come un puzzle. La sua vita si rompe e lui non vede speranza in ciò che fa. Continua a rompersi. Forse non ha bisogno di Miska più di quanto Miska abbia bisogno di lui, di essere il suo cane. Miska ha bisogno di salvarlo, ed Elia forse avrebbe bisogno di essere salvato, ma forse nemmeno lui pensa che Miska ne sia capace. Elia cerca aiuto ma non può essere aiutato. Miska però cerca aiuto più di lui. La sofferenza di Elia è la sua sofferenza. Ha trasferito se stesso dentro Elia, non gli importa più di sé. Se salva lui, salva se stesso. Non gli interessa di essere un cane, o un pezzo di carne. Vuole tanto che Elia non si rompa, almeno lui. Si prenderebbe tutta la sua sofferenza, ma non può, e allora soffre per lui, soffre insieme a lui, soffre perché non c'è lui, soffre e si ribella solo per lui, proprio come un cane. Mi sto chiedendo se la vita di Miska fosse più bella, più normale senza Elia. Se fosse più di un brandello di carne, senza quell'affetto disperato a una persona disperata. Non lo so. Le tue metafore sono belle. La frase della canzone si addice. È tutto distruttivo senza tregua. Non c'è un attimo di pace, di respiro in tutto questo male. Già, non c'è. (scusa il papiro, avevo voglia di scrivere)

Recensore Veterano
29/03/16, ore 21:27

Ri-eccomi da te, proprio come promesso!
Bene, saltiamo gli indugi ed i salamelecchi per immergerci nel secondo capitolo di questa storia!

Ricominciamo la narrazione proprio da dove si è interrotta la scorsa volta, con un distinto throw-back al tocco del corriere/pusher molto disprezzato da Miska.
Cose del genere fanno continuity, una dignitosissima sensazione di filo conduttore, e fanno sembrare che tra un capitolo e l'altro non vi sia nessuna interruzione.
Ci viene rivelato, qui, che Miska non è un credente.
Pur avendo in comune questa cosa con lui, il non credere in nulla ad eccezione dell'onesto intelletto umano, in tale situazione è solo l'ennesimo esempio di quanto depresso e basso egli sia.
Non ha nemmeno la forza di volontà per ILLUDERSI che ci sia qualcosa disposto ad essere benevolo nei suoi confronti.
Come direbbe un personaggio in Quando il Diavolo ti Accarezza, il suo angelo custode sarà altrove a drogarsi oppure a bere xD
 
Vi è questo "isn't something missing" che spezza non una ma due volte, non fastidiose ma in qualche modo ritmiche, la narrazione dei loro baci e delle loro follie.
Ha del bello, pur sembrando una scritta bianca su schermo nero che appare all'improvviso, e credo che nelle tue intenzioni vi fosse anche il frantumare il pezzo per portarci a dargli più rilievo.
Attraverso questa ripetizione di "sono la Luna" emerge un lato che prima avevo dato per inesistente o disperso; da fatto, perché pare essere fatto, Miska ha comunque l'impersonificazione.
Può immaginare d'essere qualcosa o qualcuno.
Non è così tanto perduto; sicuro, il suo vedere Elia come ogni e qualsiasi cosa apre alle possibilità che, come dici nell'introduzione, il suo amore per lui sia estremamemente malato e contorto.
Una dipendenza, quasi, per restare in tema di droghe.
Ed il suo essere fatto è reso proprio bene. Insomma, spara minchiate una dopo l'altra.
I suoi pensieri, che ci permetti di vedere, consentono di capire il suo ragionamento ma senza sembrerebbe davvero uno che spara put*****e xD

La questione del "Miska, sono un cane" è bella almeno quanto triste e deprimente.
In un certo senso è comica, alleggerisce il peso accumulato con il primo ed il secondo capitolo di questa storia, ma poi occorre rendersi conto che si figura come un animale da guardia al quale si può dare un osso ed uno schiaffo senza perderne l'affetto.
Non dopo che si è abituato ad entrambi, comunque.
Fa dei riferimenti alla vita "prima", e questo prima deve giacere antecedente a degli eventi che hanno spinto i due sulla strada dell'auto-distruzione, e mi è piaciuto.
Non sono partiti come disperati, che sarebbe irrealistico, ma qualcosa è successo.
Ora ho la curiosità per scoprirlo.
Il finale di questo capitolo genera tenerezza, è bello l'istinto protettivo di Miska per Elia, ma è una tenerezza triste, forse patetica, perché...esattamente, Miska, che cosa vorresti fare?
In che modo gli sei utile?
Forse come ancora, per tenerlo giù nel fondo con te...o forse lui stesso è la tua ancora, visto che lavora di notte, ed è lui che ti inchioda sulla terra sotto al mare.

Fino ad ora, la qualità è eccelsa e non può non meritare una bandierina verde!
 

Nuovo recensore
28/03/16, ore 18:54

Questa storia mi ha incuriosito subito da quando ho letto il titolo sotto la condivisione su facebook: hai catturato la mia curiosità e ho divorato anche le lunghissime e necessarie note, per poi tuffarmi in uno stile per cui davvero mi sento di complimentarmi dal profondo del cuore. Avrei voluto recensire immediatamente ma ho finito il 4g del cellulare, quindi ho dovuto aspettare un wifi salvifico xD Detto questo, generalmente non leggo molte original se non quelle che mi colpiscono per un particolare, e la tua è una di queste. Amo le descrizioni e le tue scelte lessicali, che mi hanno a dir poco immerso nell'atmosfera noir e decadente della storia: ho amato a dir poco le tue metafore, credo che mi metterò a divorare il resto della storia per capire di più! Complimenti anche per come hai gestito il flusso di coscienza, trovo che narrare davvero efficacemente in questo modo sia molto complesso e tu ci sei riuscita in pieno, teletrasportandomi nei tetri pensieri della voce narrante. Man mano che andrò avanti cercherò di recensire il più possibile, è una storia che dimostra un grandissimo impegno e lo merita moltissimo! Grazie per avermi fatto scoprire questa tua perla, mi fiondo subito sul secondo capitolo!

Recensore Veterano
28/03/16, ore 17:26

Eccomi, come concordato, qui a recensirti ^.^
Sto leggendo anche il secondo capitolo, così da farmi una generale idea su come vuoi mostrare tutto quello che anticipi nel prologo, ma per semplicità di stesura in questa recensione provvederò ad esprimere le mie opinioni ed i miei commenti sul singolo primo capitolo.

Il primo attacco, detto in termini molto poveri, è fenomenale per l'affermare negando.
Proprio attraverso il narratore che ci dice che la sua storia non è capace d'essere narrata e che ancora dovrebbe essere lasciata senza la dignità di un solo sguardo, ci dici che è qualcosa che merita di essere raccontato.
Se non altro perché sarà talmente bassa o viscerale, questo ce lo anticipi tu stessa, da contrastare con ciò che il narratore qui afferma, con il suo punto di vista.
Lungi da me l'idea di prenderla come una mera favola ammonitrice; è una storia che leggeremo a dispetto di quello che il narratore ci dice, come il peggiore proibito frutto della conoscenza, proprio perché lui ci ha detto che non può essere narrata o che non merita alcuno sguardo.
Ma andiamo avanti.

Mi pare di comprendere che sia Miska a narrare questo primo capitolo ed è carino il fatto che lui non si presenti, non ci dica chi lui sia, forzandoci a guardare l'introduzione -e quelle due grandi noti d'avviso- per determinare che è Miska.
O forse costui è Elia.
L'ultima parola, il nome pronunciato, può benissimo riferirsi ad entrambi perché non sappiamo chi ha parlato e potrebbe essere chiunque tra i due.
Una nota che metto qui, un po' a se stante rispetto al resto, è come hai maneggiato questo stile di scrittura pesante.
Mi spiego meglio: i narratori finlandesi sono ben lontani dall'essere i miei preferiti, i loro gialli investigativi e le loro storie d'umanità ancora meno, ma vedo -più che una imitazione che sarebbe riduttivo come termine e non ti darebbe giustizia- una tua versione del come scrivano loro.
Questa narrazione gravida, con poco d'accaduto e molto di riflettuto, con pennellate scure e nebbiose e fumose che si aggiungono a dei personaggi che, in questo tuo caso, sono gli ultimi tra gli ultimi arenati...è pesante, non lo nego, ma ha un fascino incredibile.
E' una narrazione deprimente non perché brutta ma perché quasi ti cadono le braccia davanti al basso di questi individui. 
Non credessi, per mia volontà, che c'è sempre speranza e nessuno è completamente perduto fino all'ultimo sessantesimo di secondo direi che loro, proprio come li ho definiti ultimi tra gli ultimi arenati, sono figure depresse e deprimenti.
E forse Miska od Elia, non so chi tra i due, per tutti i suoi pensieri -metaforicamente bellissimi, te ne rendo atto a mani basse- ha davvero un complesso di depressione oppure una depressione imperante nel momento in cui cominci a narrarci di lui.
Perché, davvero, non sembra stare affogando: è già affogato e nemmeno scalcia per tornare in superficie, si è rassegnato ad essere quel che è.
Viene effettuato uno scambio, soldi per sostanze stupefacenti che lui chiama felicità artificiale, e quel periodo colpisce molto. Non è arrabbiato con se stesso per l'essere un drogato, non ha l'istinto di volere smettere (o comunque qui non appare); ha sprezzo per se stesso, uno sprezzo molto versato sul ritenersi irrilevante e non-consequenziale, e rassegnazione.
E quella definizione, felicità artificiale, dice qualcosa. Non useresti simili termini se il narratore non avesse delle ragioni precise per accostare artificiale a felicità.
Vuoi, forse, dirci che quella "naturale" lui non la trova o non la vede.

Stilisticamente, questo primo capitolo un po' delude per la lunghezza.
Non prendermi subito a male; comprendo l'importanza delle note che hai messo e le applaudo, sono delle avvertenze che possono scacciare qualcuno e metterle è anche legalmente giusto, ma sono più lunghe loro del narrato! xD
Tuttavia, ripeto, comprendo.
I termini che usi, ma sopratutto il come li usi, mi sono piaciuti davvero molto. Mi ha suggerito fumo, luci che funzionano a malapena, il principio dell'apatia ed il rassegnato disinteresse.
L'unica scintilla di vita ci viene quando Miska vede Elia. 
Od Elia vede Miska.
Quella è l'unica scintilla di vita in tutto il pezzo ed è subito legata al mettere in chiaro quanto male siano messi entrambi! Mood whipslash!
Bello, davvero bello!
Penso d'avere detto tutto quello che potevo dire su questo primo capitolo, le future recensioni saranno mi auguro più corpose. Man mano che mi accosto ai personaggi, posso comprenderne di più e fare congetture più precise.
Spero d'averli compresi, almeno un po', così come d'avere intuito a grandi linee cosa tu voglia fare di loro nel corso di questa storia.

...or maybe I just talk'd bollocks this whole time! ^:^

Saluti, a rileggerci presto! :)

Recensore Junior
28/03/16, ore 16:22

Salve :')
Okay *respira profondamente* mi devo un po' riprendere da quello che ho letto.
Già fino a qua sono riuscita a capire che il rapporto tra Miska ed Elia è un po'...complicato? Diciamo così. Miska ha deciso di essere il suo sottoposto, e in effetti l'immagine del cane ci sta tutta. Si vede che vorrebbe salvare Elia, ma forse si ritiene troppo inferiore, o lui lo ritiene troppo inferiore, oppure proprio non vuole essere salvato. Non si è capito ancora tanto ma è un bene, perchè sono maggiormente incuriosita dalla loro storia.
Il fatto che tutto avvenga su due binari paralleli: questa semi-dimensione onirica dove si metaforizza tutto in pezzi di carta, pezzi di carne, il puzzle, la luna e il cielo. Poi c'è la dimensione reale dove ci sono queste due persone, che per qualche motivo sono legate, forse per la fragilità di entrambi. Il continuo uso delle metafore e il ricorso ai dettagli è una cosa che apprezzo molto, perchè mi aiutano a focalizzare la scena.
Sto ancora pensando alla frase: "prendiamo strade opposte e le ribaltiamo con la nostra sola presenza". Mi è chiara, diciamo, ma non del tutto. Però è la frase che mi è rimasta più impressa.
La frase della canzone che si ripete mi piace, è un bel tocco artistico. ù.ù Beh, complimenti ^^'' andrò avanti il più presto possibile, penso e spero che mi stupirai. u_u

Recensore Junior
04/03/16, ore 23:50

Buonasera~
Un paio di anni fa, tramite un vecchio account, avevo iniziato a seguire questa storia. Mi aveva profondamente colpita sin dal primo capitolo, ma per un motivo o per l'altro non sono mai riuscita ad andare oltre il capitolo 3 o lasciare un parere a ciò che stavo leggendo. Poi ho chiuso l'account e purtroppo non riuscivo più a ricordare nè il titolo nè il nickname di chi l'aveva scritta. Ho sempre covato in me il desiderio di ritrovarla, e grazie ad uno strano scherzo del destino, ecco che mi ritrovo nel nuovo account una persona che segue la mia storia. Come faccio solitamente vado a dare un'occhiata alle sue opere, ed ecco che i ricordi riaffiorano: sì, Ita RB (anche se per un periodo ricordo avessi un altro Nick) e...sì, "Nel ventre della zebra". Ancora, non sono riuscita ad andare oltre un certo numero di capitoli. Perché le vicissitudini di Elia e Miska fanno male, feriscono, riducono il cuore ad un puntaspilli. E non so, forse è il mio istinto masochista a voler svisceratamente continuare a farmi male con loro - per, loro. Immergermi completamente in questo mondo oscuro, torbido, sbagliato eppure bellissimo. 
Il tuo stile di scrittura è l'essenza stessa di quello che io definisco "Poesia". Per tecnica e per tematiche rimanda molto a quelle di Isabella Santacroce, un'autrice italiana che io apprezzo moltissimo.
Ma, al.momento, non voglio aggiungere altro.
Continuerò a leggere al più presto il resto, per poter infine dare un'opinione più approfondita.
Buonanotte.
F.
(Recensione modificata il 04/03/2016 - 11:55 pm)

Recensore Veterano
17/04/15, ore 23:42

Il ritardo con cui recensisco questo capitolo è imbarazzante, ma tu sai quante volte ho riletto tutti i capitoli salvati e questo in particolare? Nope u.u

Poche storie e pochi libri (perché questo è un libro, è un romanzo, è qualcosa che non dovrebbe stare su EFP ma sugli scaffali delle librerie e prendersi i miei soldi) mi hanno attorcigliato le budella, e lo dico in senso positivo. Io quando guardo i film, soprattutto, sono alla costante ricerca dell'emozione forte, a volte guardo film drammatici, a volte thriller, a volte commedie, basta che mi emozionino, ma che lo facciano in modo che io ricordi quell'emozione. Quello che ho provato leggendo la prima volta questo capitolo, ma anche le volte successive, è molto simile alle prime reazioni a "Requiem for a Dream". Essendo al scrittura un canale diverso, qui è tutto molto più intimo e non visto dall'esterno come in un film e quindi mi sono ritrovata a giustificare i comportamenti di Miska, a capire quello che avevo già intuito rispetto a Elia ed è come un cerchio che comincia a chiudersi.

La nostalgia iniziale di Miska è motlo sentita, è il voler rincorrere il ricordo di qualcosa di lontano, di sparito, di andato; i genitori, l'infanzia, il benessere, non sono più cose che lui conosce. Che non esiste e non esiste un po' per dispetto nei confronti di Elia, ma essere senza passato spesso comporta anche essere senza futuro. Se non sai chi sei, non sai chi potrai essere. L'unica cosa positiva è che puoi reinventarti da zero.

Finalmente Elia parla, finalmente esprime a voce alta quello che un po' si era capito, e sei stata brava a mantenere un certo "riserbo" sulla questione, perché la persona che legge ci arrivasse con l'intuito al perché Elia accettasse quella vita, che non era una questione di accettazione, era una questione di volontà. A volte non vogliamo accettare, che un certo tipo di vita, la gente la vuole, se la cerca, la desidera, è comunque gente che ha bisogno di aiuto, perché è qualcosa che va verso l'autodistruzione, è come un lentissimo suicidio, siamo fatti, citando molto banalmente Freud, di istinto di vita e di morte e quando questi due rami s'intersecano, è davvero difficile non andare verso l'autodistruzione. Esattamente come dice Miska: adesso so, perché è scritto nero su bianco e non ci posso essere più giustificazioni per Elia.
La descrizione di ciò che accade è fatta così bene che ti senti quasi lì, al posto di Miska, ti mortifichi e allo stesso tempo ti dici "è l'unica cosa che posso fare", e vedi Elia con altri occhi che prima pensavi di non poter avere. Ti toglie tutte le illusioni che ti eri fatto su chi fosse Elia e credo che sia quello che è successo a Miska in questo capitolo. Disillusione è la parola chiave. Credo che il fondo di egoismo di Miska lo porti a fare quello che fa (non voglio spoilerare a chi leggerà la recensione), ma è una cosa che lo rende umano e che ci accomuna. A volte per egoismo, per tenerci una persona che ci fa del male, fondamentalmente, facciamo delle cose disumane, ci trasformiamo in mostri, in cani, in carnefici, in dèi o schiavi e tutto per avere a fianco quella persona. Proprio ora che si è trovato questo strano equilibrio non vedo l'ora che accada qualcosa che svegli Miska, che gli dica "non puoi andare avanti così", perché altrimenti è un continuo discendere l'abisso, e mi sa tanto che si dovrà ancora toccare il fondo, perché ne venga poi a galla.

Raramente una storia mi fa sentire così, un po' indifesa, un po' spaventata per una realtà che esiste, per la psiche umana che può fare questo e di più, le emozioni fortissime che mi causa la lettura, lo stomaco che si attorciglia per davvero, niente di elaborato, niente di forzato, pura e semplice empatia ed emozione.

Non so che altro posso dire senza continuare all'infinito e poi finire per fare uno spoilerone al lettore, vorrei tanto dire altro ma finirei per rivelare dettagli salienti e non è il caso >< però non so con che altre parole dirti quanto questo capitolo mi sia piaciuto e quanto vorrei andare avanti a leggere questa storia, sapere come finisce, come evolve.

Ti rinnovo i miei complimenti, sei bravissima e questa storia è una perla.

A presto.
Un baciotto grande.
Selene.

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