Recensioni per
I am my father's son
di Chara

Questa storia ha ottenuto 17 recensioni.
Positive : 17
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
18/01/16, ore 16:22

Ciao ciao :D Grazie al mio evento 'regala una recensione... a chi vuoi tu' ho avuto il link della tua storia. Devo dire che tutto questo flusso di coscienza lo avrei visto bene anche in introspettivo e non solo in generale. Mi piace molto come sei riuscita a farmi scivolare pian piano nella testa anzi nella vita del tuo protagonista. In questo modo è come se avessi potuto vedere-sentire- toccare con mano tutto ciò che vedeva-sentiva- toccava lui. E' stato fantastico. Per quanto le cose che ha dovuto subire non siano belle dico fantastico per il tuo modo di raccontare la sua storia!

-Han

Recensore Master
21/12/15, ore 14:10

Ciao!
Eccomi anche qui. Ho letto questa Os che subito mi ha fatto empatizzare con i personaggi, percependone tutto il peso che si portano sulla propria coscienza.
L'atmosfera è cupa, ma credo sia dovuto dal senso di rimpianto e malinconia che accompagnano i personaggi. Tutto ha uno svolgimento molto craduale e linerare devo dire, c'è sempre una coerenza di fondo e questo è un bene, rende buono l'operato.
Il fatto che tu abbia dovuto partecipare a un contenst seguendo una traccia e tre oggetti/parole chiave non lo trovo affatto facile, perché bisogna sapere tracciare, con sagacia, una buona trama e riuscendo a far emozionare allo stesso tempo il lettore. Per questo ti dico brava, hai fatto un buon lavoro. Lo stesso lo penso sullo stile di scrittura, leggibile, fluido.
L'evoluzione del personaggio narrante è molto toccante, come la sofferenza che anche la sorella si porta dietro costantemente. Particolarmente toccante è stato, anche, il declino di quella moglie e madre, che ormai, era troppo stanca e distrutta perfino per respirare, scegliando una via repentina con la quale ha potuto mettere un punto alla sua esistenza.
Il finale mi è piaciuato particolarmente. Ha una piccola speranza dentro di sé, mostrandoci quel passato che non si può cancellare, ma che si può vincere, anche attraverso le proprie sofferenze.
Brava!
Alla prossima!

Recensore Master
23/10/14, ore 13:21

GIUDIZIO PER AVER PARTECIPATO AL «SUMMER CONTEST PER STORIE EDITE»
«I'M MY FATHER'S SON» DI GIUNS (CHARA)
 
“Posso sentire il tuo sangue scorrere nelle mie vene, perché le menzogne, le truffe, il furto… sono passati attraverso di me. A me, da te.” 
Avevo quattordici anni quando trovai quel biglietto, sentii qualcosa dentro di me andare in pezzi perché finalmente trovai l’evidenza che ricercavo da sempre, come il riflesso del lampadario.


Sviluppo della trama e dei personaggi 
Ci sarebbero molte cose da dire su questa storia, tante cose su cui soffermarsi a rimuginare e su cui fare ipotesi su ipotesi, ma tali parole sarebbero superflue, poiché in un appena un paio di pagine spieghi quanto c'è da spiegare senza creare lacune e senza strafare, facendo sì che il mondo che hai immaginato e che si affaccia su un lontano 1928 appaia nella sua terrificante bellezza e sofferenza dinanzi agli occhi di chi si ritrova, anche solo per caso, a leggere. 
La caratterizzazione dei personaggi principali mi piace. Vediamo due fratelli che si spalleggiano a vicenda come possono dopo aver visto la propria madre ridursi in quello stato per la morte dell'uomo che amava, e a poco a poco cresce in entrambi la consapevolezza di ciò che quell'uomo ha fatto e di come ciò abbia ridotto alla fine la loro famiglia, privandoli del nucleo famigliare che avrebbero dovuto avere come ogni bambino normale; il nostro protagonista si ritrova dinanzi ad una realtà in cui la madre è solo l'ombra di se stessa ed è dunque la sorella a doversi prendere cura di tutto, abbandonando la scuola per fare lei la parte del genitore anche per il fratello minore. Una realtà che a volte, purtroppo, è presente tuttora, e che dunque è una quotidianità che sembra ripetersi durante il corso degli anni, accrescendo un deteminato senso civico che, per fortuna o per l'aver semplicemente capito che tutti quegli errori non hanno portato altro che guai, li spinge su una via che non segue le orme del padre e della madre. 
Sull'originalità mi pronuncio poco, forse perché qualcosa sul proibizionismo l'ho comunque letta un bel po' di tempo fa, ma a modo suo la storia ha quella marcia che cerca di insinuarsi nell'animo del lettore e che ci da una chiara visione di come al principio tutto ciò venga visto con gli occhi innocenti di un bambino che si vede crollare pezzo dopo pezzo il mondo addosso, con una chiara nota di tristezza che comincia a diramarsi paragrafo dopo paragrafo come un albero dalle radici troppo lunghe, un albero che sembra non volersi fermare mai e voler continuare fino alla fine il proprio percorso. 
Non si tratta comunque del solito racconto banale che vuole apparire angst ad ogni costo, spesso peccando di presunzione, ma di qualcosa che comincia a farsi spazio a poco a poco, prendendo forma attraverso i pensieri di un bambino di cinque anni che si vede morire il padre e che durante il corso della propria esistenza inizia a capire che cosa significhino quei sussurri, quelle occhiate e l'aria contenta che vedeva sui volti delle persone presenti al funerale del suo genitore. Deve passare altrettanto tempo per lasciare che lo comprenda appieno ma, quando lo fa, ecco che la consapevolezza gli attanaglia le viscere, dando vita ad una sorta di eventi che alla fine lo portano persino su un campo di battaglia, dove anche la morte sembra non desiderarlo e lasciare che continui ad espiare colpe di cui non si è mai macchiato; una punizione infinita contro cui lui non può combatere, a differenza dei nemici contro cui si è scontrato per ben quattro anni prima di arrivare ad una decadente Parigi. 
Proprio lì, forse per uno scherzo del destino, forse perché il fato sembra finalmente sorridergli, incontra in un mercatinodelle pulci una bambina che potrebbe anche essere la figlia della sua scomparsa sorella, e la speranza finale di poterla finalmente rivedere e adempiere alla promessa fatta tempo addietro, prima di quella lunga partenza, lascia quasi senza fiato. 

Sintassi, stile & grammatica 
Stile piacevole, descrittivo quanto basta per una storia di questo tipo e pregno di emozioni, atto a far incuriosire a poco a poco il lettore e a fargli venir voglia di sapere come la cosa continuerà. Mi sembra un po' superfluo aggiungere questo passaggio, ma devo ammettere che, in quanto errori o distrazioni, la tua storia è quella che ha avuto meno lacune se non da un semplice punto di vista di punteggiatura; non era sbagliata ma, in alcuni punti, sarebbe stato meglio inserire altri segni di interpunzione per rendere il tutto più fluido e meno pesante. Te ne riporto giusto un paio di esempi: 

❒ cose poterono fare, che segnarono me – anche se ero troppo piccolo per esserne già consapevole – in modo tale da farmi invocare la morte più volte, in futuro, → Giacché la frase è lunga e ci sono molte virgole, la riscriverei così: “cose poterono fare; che segnarono me [...]” 
❒ quel corpo freddo, che nemmeno → “quel corpo freddo che nemmeno” 
❒ quella lettera, portando → “quella lettera e portando” 
❒ Uno dei miei rimpianti più grandi è di non averle mai chiesto se il mio affetto fosse sufficiente a colmare le delusioni che le infliggevo con il mio semplice comportamento da ragazzino disadattato. → Rivedrei questa frase, poiché la mancanza di punteggiatura lascia un effetto apnea 
❒ cattivo gusto, che gli appostamenti → “cattivo gusto; che gli appostamenti” 
❒ Ero avido di conoscenza, volevo → “Ero avido di conoscenza: volevo” 
❒ Avevo quattordici anni quando trovai quel biglietto, sentii qualcosa dentro di me andare in pezzi perché finalmente trovai l’evidenza che ricercavo da sempre, → “Avevo quattordici anni quando trovai quel biglietto. Sentii qualcosa dentro di me andare in pezzi perché finalmente trovai l’evidenza che ricercavo da sempre,” 
❒ perché non eravamo più ricchi. 
Ma
 → Puoi tranquillamente salire di una riga, poiché è sconsigliato cominciare con una negazione 
❒ Ho quest’immagine vivida di Beck che si tiene il ventre con la mano, non mi confessò → “Ho quest’immagine vivida di Beck che si tiene il ventre con la mano. Non mi confessò” 
❒ Decisi di arruolarmi nell’esercito, volevo → “Decisi di arruolarmi nell’esercito. Volevo ” 
❒ era quello che speravo. 
Ma quando guardai
 → Come sopra. Puoi far salire la frase di una riga 
❒ degli accampamenti, delle vere pulci nei nostri giacigli di fortuna e non trovo → “degli accampamenti, delle vere pulci nei nostri giacigli di fortuna, e non trovo” 

Parere personale 
Direi che ho amato questa storia sarebbe riduttivo. Non sono esattamente una fan delle storie introspettive - molto spesso mi annoiano, non riescono a dare un buon ritmo calzante al racconto, non hanno quella marcia in più che potrebbe intrigarmi e finiscono per farmi scocciare più di quanto io stessa voglia -, ma questa aveva qualcosa di profondo ed è riuscita a farsi amare, è riuscita a scavare a poco a poco dentro al mio animo e, proprio come la frase che ricorrente si affaccia nei pensieri del protagonista, è passata attraverso di me e ha fatto sì che trovassi diversi spunti interessanti su cui poter posare occhio. 
Ho visto in tutto il racconto amarezza, dolore, sofferenza per la perdita di una persona cara e voglia di immolarsi per una causa che si credeva più giusta, e in seguito il ritorno ad una vita che si può definire quantomeno normale o in linea di massima pacifica, per quanto i demoni del passato tormentino ancora il nostro protagonista senza nome. 
Una storia che porta con sé un bagaglio di emozioni e che è riuscita a farle provare anche a me, facendo in modo che mi calassi nei personaggi che muovevi. I miei più sinceri complimenti per come l'hai portata avanti fino alla sua conclusione.

Recensore Junior
11/09/14, ore 00:43

Recensione per storia partecipante al contest "Il meglio di me", con tabella di valutazione.

-Correttezza grammaticale: 10/10 
-Lessico: 5/5 
-Stile: 5/5 
-Originalità: 10/10 
-Caratterizzazione dei personaggi: 4/5 
-Coinvolgimento: 5/5 
-Gradimento personale: 10/10 
-TOTALE: 49/50

Posso solo iniziare col dire che tutti i complimenti che ti sono stati fatti per questa storia sono senza dubbio molto meritati. Non so se da sola sarei mai riuscita a trovare questa storia, perciò posso solo ringraziarti per aver scelto di “metterla in gioco” e, indipendentemente da quale sarà la sua posizione in classifica, vanne fiera, perché credo sia una delle storie migliori, più elaborate e mature che mi siano capitate su EFP. Ma andiamo con ordine e analizziamo passo passo la tabella di valutazione.

1) Correttezza grammaticale: una delle cose che preferisco di questo contest è che, dal momento che la consegna richiede che venga dato il meglio di sé, tutte le vostre storie sono incredibilmente curate e corrette dal punto di vista grammaticale, per gli standard di un sito si fan fiction e scrittura creativa. La tua storia, ovviamente, non fa eccezione e leggerla è stato assolutamente un piacere per gli occhi!

2) Lessico: il lessico è una delle cose che più mi ha colpito in questo racconto. Trovo che la scelta dei termini sia estremamente appropriata e che conferisca anche una certa “atmosfera” alla storia, sia dal un punto di vista più legato alla Storia, che sotto il punto di vista del coinvolgimento emotivo e intellettuale del lettore.

3) Stile: anche lo stile narrativo, elaborato e ricercato ma non ingarbugliato, gioca un ruolo fondamentale nell’attirare e mantenere costante l’attenzione e l’interesse del lettore. Potrei definirlo quasi invidiabile e sicuramente caratterizzato da una certa maturità.

4) Originalità: credo mi sia già capitato qui su EFP qualche storia sul tema dell’eredità negativa che un genitore, anche inconsciamente, può lasciare al proprio figlio, ma mai ne avevo letta una ambientata nell’epoca storica da te scelta o che affrontasse l’argomento in una maniera così viscerale e in un certo senso anche poetica. Penso proprio che in quanto ad originalità questa storia meriti molto.

5) Caratterizzazione dei personaggi: anche se il testo non gioca molto sui personaggi, sulla loro creazione e sul loro sviluppo, mi è piaciuto molto il modo in cui vengono presentate le dinamiche interpersonali tra i componenti di questa famiglia, i cui componenti si presentano con chiarezza già nelle loro prime azioni e parole. Credo che il testo dica tutto ciò che è necessario sapere, senza dilungarsi più del necessario su dettagli che normalmente hanno più spazio dedicato nelle long.

6) Coinvolgimento: personalmente mi sono sentita molto presa e coinvolta da questa storia, tanto che l’ho finita in breve tempo e senza interruzioni, complice non solo l’originalità del tema e del modo in cui viene proposto, ma anche la totale assenza di errori e lo stile maturo e appropriato.

7) Gradimento personale: come avrai intuito, ho apprezzato molto questa storia, sia per la cura e l’attenzione con cui è stata scritta, sia per l’originalità di cui parlavo prima, ma anche forse perché è piuttosto vicina al mio tipo di sensibilità e dunque è stata capace di catturarmi e colpirmi più di altre storie che, apparentemente, avevano una dimensione emotiva più spiccata.
Rinnovo i complimenti per questo tuo piccolo capolavoro e ti faccio i miei auguri per le tue future storie! Un abbraccio,

Lilith

STORIA CLASSIFICATA SECONDA
(Recensione modificata il 11/09/2014 - 10:00 am)

Recensore Veterano
12/08/14, ore 21:46

Recensione ricevuta al contest "Voglie estive di gustose letture" come Miglior Originale
La grammatica, lo stile, il lessico e la sintassi sono a dir poco perfette: tutto è calcolato nei più piccoli dettagli, la lettura scorre in un modo impressionante ma, allo stesso tempo, ogni frase lascia un’emozione. Non credo di aver mai letto una storia con una forma così. Davvero i miei complimenti.
Questa è stata uno dei primi racconti che partecipano a questo contest che ho letto, ma ho aspettato tanto prima di decidermi a scrivere un giudizio. Fa’ parte di quei racconti per cui si ha una sorta di timore reverenziale, e quindi non sapevo bene che parole scegliere per dire esattamente ciò che mi è piaciuto.
Allora, se si parla di personaggi i tuoi sono davvero reali, umani e con una psicologia talmente complessa e vera che, alla fine della storia, mi sembrava quasi di conoscerli. Inoltre è affrontata a dir poco in modo eccezionale la crescita che – sia Beck sia il protagonista -  sostengono a partire dalla morte del genitore e, sempre in maniera assolutamente perfetta, la “decrescita” che subisce invece la loro madre. È una storia che prende fin dalle prime righe, che non ho trovato mai noiosa o banale nonostante la lunghezza e la grande introspettività. Anche la caratterizzazione del padre mi è piaciuta: benché non si esprima mai in prima persona e se non venga mai “raccontato” dai suoi figli, parla attraverso le colpe di cui si è macchiato e nel modo in cui segna la vita dei protagonisti.
Non è un racconto per nulla banale o scontato, molto originale anche solo per l’ambientazione che hai scelto.
Ho adorato le parole di Beck, quelle scritte per tanti giorni di fila che, a mio parere, riassumono alla perfezione la intera trama. Anche la scelta di continuare a ripeterle durante tutto il racconto mi è molto piaciuta.
Questa storia mi ha lasciata senza parole appena conclusa e anche per qualche giorno a venire, tanto che – come ho già detto – ho dovuto aspettare un po’ prima di giudicarla. Mi ha dato un vero e proprio bagaglio di emozioni che vanno dalla tristezza, all’amarezza e alla speranza che, finalmente, Beck e suo fratello si rincontrino. Non saprei davvero che altro dire se non farti tutti i complimenti di cui sono a conoscenza. Sei stata a dir poco bravissima!
 

Recensore Master
27/05/14, ore 18:15

Concorso "Amore in salsa contest" - Recensione premio
Innanzi tutto lasciami dire che, purtroppo, questa recensione sarà leggermente meno strutturata della precedente. Tuttavia cercherò comunque di essere obiettiva. La trama la trovo semplicemente divina, così come il tema di fondo e il modo in cui l'hai contestualizzata storicamente. Si sente un'eco di genere romanzesco, in questo tuo racconto di singole, umili storie, inserite nella grande Storia.
Mi piace il modo in cui hai gestito il susseguirsi delle scene, anticipando poco a poco il momento culminante. Sei riuscita ad essere davvero coinvolgente, facendomi sperare per tutte le righe che il protagonista riincontrasse sua sorella.
Lasciami dire che fai bene ad essere fiera di questa storia, perchè la considero un vero e proprio capolavoro, sia dal punto di vista dell'introspezione del personaggio (resa in maniera comunque diretta, e non artificiosa) e la struttura narrativa. Insomma, un gioiello di fic.
Mi complimento altresì per la grammatica e in generale la scrittura ineccepibile (girando le lodi anche alla tua beta). Credo che sia stato un premio PER ME avere l'occasione di leggere questa storia. Sul serio.
Saluti
IMmatura

Recensore Master
10/05/14, ore 20:08

Ciao Chara!
E dopo tre mesi che questa storia esiste, io finalmente riesco a leggerla e recensirla! Perdona l'immensa attesa.


Di questa storia mi è piaciuta molto l'ambientazione e la ricchezza di dettagli.
Sono rimasta colpita dall'accurata descrizione delle immagini, dai personaggi, dal background e dallo sviluppo in generale.
Per come la vedo io, non è solo merito della tua notevole immedesimazione o il fatto che ti sia documentata riguardo il periodo storico, ma anche di tutt'altro. Non so spiegarti cosa... come se l'ispirazione ti avesse portato lontano... Mi spiego? No XD
Comunque sia lo trovo un ottimo lavoro da tutti i punti di vista, as usual.
È una storia da comprendere e da non prendere alla leggera. Ci sono pur sempre dei sentimenti delicati e dei fatti altrettanto rilevanti: dalla situazione drammatica con la madre, a Beck, a lui in guerra. Penso che il particolare più convincente sia quello dei biglietti nel portagioie, e come appunto la trama ruoti attorno a quello. L'ho trovato bellissimo e angosciante allo stesso tempo.
Penso che il messaggio trasmesso sia chiaro ed è costantemente presente.
Lì per lì non avrei mai detto fosse la frase di una canzone, ma frutto della tua mente. Wow.
Mi è piaciuto tutto, in modo intenso. Riesci a coinvolgere nella lettura ed è un fatto positivo, non trovi?
Che bella cosa hai scritto, davvero. Rileggendola acquista più valore. Brava Chara. Recentemente stai sfornando lavoretti tosti, in fatto di contenuti... dove ogni volta rimango col fiato sospeso... Perché sai sempre come esaltare certi stati d'animo quasi sconosciuti. Oh sì.
E poi niente... A me pare tutto ben scritto, senza errori fastidiosi. Lettura scorrevole ecc ecc. Ecco, di una cosa di cui non devi preoccuparti secondo me è lo stile&co. Sai scrivere, e di conseguenza ci si può tranquillamente godere la trama.
Ancora una volta, tanti complimenti.
Continua a scrivere come scrivi, che vai alla grande.
Un saluto e alla prossima ^^



PS. Perdona la confusione generale. Stavolta è stato difficile concretizzare le mie impressioni. In caso chiedimi pure!

Recensore Master
10/05/14, ore 18:36

Ti ho scritto questa recensione DUE VOLTE.
Si è cancellata di nuovo e sto per distruggere modem e pc, quindi andrò subito al sodo: la tua storia è fantastica, meravigliosa, mi è piaciuta ancor più delle altre. I tuoi personaggi sono così reali e, nel contempo, così ben descritti da sembrare veri. Non ha senso questa frase, vero? xD
Quindi ti faccio ancora i miei complimenti, soprattutto per il finale meraviglioso, commovente e che mi ha fatto quasi (quaaaaasi) piangere. 
Ah, ti ho aggiunto tra gli autori preferiti, sappilo U.U
A prestissimo :3

P.S.: scusa per la bruttezza della recensione, ma è la terza volta che la riscrivo e sto per impazzire x'D

Recensore Junior
24/04/14, ore 13:02

Sono felice che tu mi abbia passato proprio questa storia da leggere, i brividi che mi hanno attraversato mentre leggevo, ancora non si placano.
E' magico, come in poche direttive, mi riferisco alle parole che hai scritto nelle note finali, tu abbia tirato fuori tutto quello che ho letto.
I brividi!
Il bambino di cinque anni cresce, ma si porta dietro tutto quello che ha visto, che ha vissuto, l'angoscia, la speranza morente, tutto.
Il personaggio di Beck mi è piaciuto, lo hai caratterizzato molto bene, dai bagni profumati, al nascondere i pezzetti di carta nel portagioie.
La madre avrebbe potuto fare tante cose, ma ha scelto di non fare niente, anzi forse la sua non è stata nemmeno una scelta, ma solo un lasciar scegliere.
Il finale è quel pizzico di sale che aggiusta tutto, ogni cosa. Il ritrovamento del portagioie, quest'oggetto che è riuscito a legare il filo della storia con me, lettrice, porterà a qualcosa di nuovo e finalmene felice.


The Souls' Art ^-^

Recensore Veterano
18/04/14, ore 11:32

Scrivo per lo stato "Recensioni"

La tua storia è bellissima!
Mi mancano le parole per descriverla al meglio perché, leggendola, parla da sola. Il periodo storico in cui è ambientata è uno dei miei preferiti e, anche se fa solo da sfondo, si riesce a sentire l'aria della guerra e si respira la difficoltà, nel senso letterale della parola, di vivere.
Scrivi meravigliosamente: il tuo stile è leggero, piacevole da leggere ed incredibilmente scorrevole.
Devo ringraziare lo stato recensioni per avermi fatto scoprire questa storia che inizierò a consigliare a chiunque voglia leggere una piccola perla.
Dopo questa ne leggerò altre.
A presto e scusa se la recensione è troppo breve ma...non sono un granché ad allungare il brodo!

Feynman

Recensore Veterano
28/02/14, ore 22:00

Wow. Seriamente, wow.
Da settimane volevo leggere questa storia ma non ho mai trovato il tempo e sono contentissima di averlo fatto adesso perché è fantastica. Il prompt che ti hanno lanciato è decisamente interessante e tu sei riuscita a creare una storia assolutamente sensazionale. Così curata nei particolari, così intensa, così emozionale.
Suono una femminuccia se ti dico che in diversi punti i miei occhi si sonno fatti lucidi? E' solo che portare il fardello delle colpe di un padre è qualcosa che conosco, vedere un genitore sparire sotto i tuoi occhi mi è familiare anche se in situazioni diverse ovviamente.
Eppure mi sono emozionata davvero tanto, questa storia mi ha lasciata davvero basita da quanto è bella e non so davvero cosa dire se non che la amo, che adoro il periodo in cui è ambientata, la figura di Beck ispira dolcezza e forza, quella della madre mi sa di malinconia e pena.
Se pensavo di aver già letto i tuoi migliori scritti, continuni a stupirmi con altri fantastici lavori.

Ancora complimenti dolcezza, non smettere mai di scrivere,
la tua stalker per la serata :3

Recensore Veterano
25/02/14, ore 16:03

Comincio col dire che ho trovato questa storia molto originale, con un tema ed un'ambientazione che finora, in questi lidi, non mi erano mai capitati. 
Si intuisce bene il lavoro di documentazione che hai fatto, ed il citare subito il periodo storico, all'inizio, ed in maniera non forzata, mi ha aiutata a catapultarmi subito in quegli anni, senza fatica. Ho quindi apprezzato questo particolare, perché per tutto il resto della lettura ho potuto facilmente immaginare i personaggi in quel contesto. 

Per quanto riguarda la trama ed i personaggi, li ho trovati interessanti, ma mi sono chiesta una cosa: come mai due bambini cresciuti con due genitori così negativi, sviluppano un senso di giustizia tanto elevato? Mi ha fatto un po' stridore il loro condannare automaticamente il padre e la madre, nonostante siano due bambini cresciuti con quel modello ed anche con un'infanzia piuttosto difficile; voglio dire, è facile in quelle condizioni cadere dal lato sbagliato. Invece entrambi sono portatori di forti ideali di giustizia: a mio avviso manca un po' la motivazione per cui tutto ciò accade, motivazione che avrebbe reso, credo, molto più credibile anche la loro sofferenza. Perché il resto, l'elaborazione del dolore e della colpa se così vogliamo chiamarli, invece è fatta benissimo. Le sue scelte - andare in guerra, non tornare in patria - sono plausibili e funzionali. Insomma, in generale la storia mi ha convinta e parecchio, ma è rimasto solo questo piccolo dubbio sulla motivazione al carattere del protagonista e di sua sorella. 

Mi è piaciuto anche molto l'utilizzo degli oggetti, soprattutto il portagioie. Mi ha fatto pensare un po' ai social network: oggi per comunicare un'emozione abbiamo mille status a disposizione, mentre all'epoca era sicuramente più difficile, voler dire qualcosa senza dirla veramente. Lo scambio silenzioso di emozioni tra i due fratelli tramite il portagioie mi è piaciuto davvero. 

Segnalo infine un paio di note stilistiche che non mi suonano bene (ovviamente non sono errori, errori non ne ho trovati, la storia è curatissima): 


"In quel tostapane, lasciò tutto ciò che aveva, tutto ciò che sapeva e che io e Beck avevamo solo potuto sospettare." Toglierei la prima virgola dopo tostapane. 

"Non seppi mai quando scrisse quella lettera che trovammo nel tostapane, se prima o dopo aver assunto quelle venti compresse di Luminal." In generale hai la tendenza a ripetere spesso il pronome "quello". Ad esempio in questa frase io toglierei il secondo lasciando solo "se prima o dopo aver assunto le venti compresse di Luminal".

"Avevo sempre visto nei suoi occhi quella luce determinata a tutto, che credeva che non fosse giusto pagare per delle colpe che non avevamo commesso." In italiano il pronome relativo si può riferire solo alla parola immediatamente precedente, quindi in questo caso sembra riferirsi a "tutto" e non a "luce."

Concludo complimentandomi ancora per la storia! A presto ^_^

Recensore Master
24/02/14, ore 17:07

Adesso so perché sei così legata a questa storia. So perché ci tieni tanto che venga letta e apprezzata. Capisco la caparbietà con cui ti accanisci su queste parole che sono sangue e sono disperazione e sono senso di colpa per qualcosa che in effetti non è colpa, ma condanna del destino. Questo ragazzo è un timorato di Dio o forse no, forse è esattamente il contrario. Si è sentito colpevole per tutta la vita, come se fosse stato complice. Complice del padre e poi della madre, e complice di qualcosa che in effetti lui ha visto, ha vissuto, ma non ha capito. O forse ha capito anche troppo.
Mi ha colpito molto la parte in cui lui è in guerra; quella fredda consapevolezza di sentirti in espiazione. La morte che potrebbe quasi salvarlo da quella condanna non meritata lo schiva sempre lasciandolo sulla terra a penare per gli sbagli degli altri, a pagare per del sangue che è stato versato dal suo stesso nome. E poi la fine, quella "fine" che in effetti fine non è... è un inizio di una vita che probabilmente verrà pulita dalla sporcizia immonda che l'aveva tenuta rinchiusa in un portagioie macchiato e che sembrava difficile da ripulire.
Credo che questa sia una delle storie più belle che tu abbia mai scritto, davvero. Mi complimento con il cuore in mano.
E ti invidio troppo.

Recensore Junior
23/02/14, ore 02:31

Ho cercato a lungo una storia che mi permettesse di disegnare l'universo di un personaggio un poco alla volta; disegnandone il volto, appena accennato, e un passato più grande di lui.
Ho cercato a lungo un personaggio che portasse un peso enorme sulle spalle ma che, anno dopo anno, passo dopo passo, fosse in grado di gettarlo via un pezzo alla volta.
Ho cercato a lungo quell'atmosfera familiare che ti permette di camminare al fianco dei personaggi senza fare propriamente parte della storia, come un'ombra che li accompagna ma che non li turba.
Lui è tutto questo.
Un compagno silenzioso, che riga dopo riga, racconta la sua storia, intrecciandola al presente e a una verità scomoda e pesante, ma pur sempre vera.
Non ha un volto quel bambino spaventato e infinitamente arrabbiato, e senza volto rimane quell'uomo colmo di rassegnazione e quel velo di speranza portato da un soffio di vento che è stato il ritrovamento di quel piccolo foglietto.
Beck è parte di lui.
Sembra quasi un'estensione del suo io; eppure si trova agli opposti. Prende le redini di una famiglia allo sbaraglio, caricandosi il peso di un fratello troppo piccolo per essere responsabile, ma troppo grande per poter semplicemente fare il bambino. E quella sofferenza è tanta, troppa per una ragazza come lei, ma incurante di quanto quel fardello le impedisca di respirare, Beck continua a camminare, tenendolo per mano e aiutandolo a crescere.
La loro madre non può essere altro se non vittima di quelle verità che per amore di suo figlio, forse, non osa rivelare fino al giorno della sua morte.
Una morte ricercata, ma pur sempre non voluta.
Quella stessa morte che non riesce a trovare lui, fortunatamente, aggiungo, in caso contrario, la sua storia, questi piccoli frammenti di esistenza, sarebbero rimasti chiusi in un portagioie posato su uno scaffale impolverato.
Un tempo ero in grado di lasciare delle recensioni complete, ma pur sempre semplici, adesso sembro non poter fare a meno di raccontare ciò che mi ha catturata durante la lettura.
Non mi dispiace, affatto, certo, ma capisco che possa essere irritante in certi casi.
Non ho trovato alcun errore e questo rende la bandierina più verde che mai.
Che dire, questo personaggio mi resterà nel cuore per la semplicità con la quale è stato in grado di raccontarmi la sua esistenza, il suo universo e per quel senso di sollievo che mi ha fatto provare osservando da lontano quell'ultimo sorriso colmo di nuova speranza.
Non posso che ringraziarti per questa perla, un abbraccio,
Siria.

Recensore Veterano
03/02/14, ore 21:00

Ciao :)
Scrivo per l'angolo recensioni della pagina Facebook "Stato recensioni-EFP"
Allora, devo ammettere che la tua storia mi ha impressionato fin dalle prime righe: se c'è una cosa che sicuramente ti colpisce è la frase iniziale, subito incisiva e tagliente e che un po' gioca su quello che succede in tutto il racconto:
"Quando mio padre morì, avevo solo cinque anni"

E così continua, dando una forte impronta di tristezza, mista alla consapevolezza di un ragazzino - che poi questo è la protagonista- che sembra aver perso tutto nonostante sia molto piccolo.
Mi piace come l'hai caratterizzato, così come mi piace la sorella nonostante si lasci andare dopo la perdita di entrambi i genitori sembra ritrovare un po' di forza nel fratello. Un bellissimo rapporto, a mio parere, anche da sorella maggiore quale sono e mi è piaciuto moltissimo vederlo emergere fra le righe della one.shot.
Come dici tu, però, la chiave di tutto è il foglio. Quando ho letto di questo "ritrovamento" mi sono davvero incuriosita, verso la figura della madre che fino a quel momento lo ammetto mi era sembrata strettamente negativa. Non che poi mi sia piaciuta, ma certamente me l'ha fatta rivalutare.

“Posso sentire il tuo sangue scorrere nelle mie vene,
perché le menzogne, le truffe, il furto…
sono passati attraverso di me.
A me, da te.”


Mi piace come quelle parole scandiscano le parti del testo, e soprattutto mi piace come suonano tra loro. Potrei ripeterle all'infinito e sembrerebbero  sempre un po' melodiche, ma allo stesso tempo malinconica...anche questa è una cosa che trovo azzeccatissima.
Non posso farti appunti sulla grammatica o sulla punteggiatura, perché è molto buona e corretta... quindi ancora complimenti :)
A presto,
Katgale97

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