Mia cara Debbina Biscottina Pandina ♥
Era da tantissimo tempo che non ti recensivo una fic, e non sai come questa consapevolezza mi laceri e mi distrugga dentro. Ci tengo a dirti, però, che leggo sempre con piacere tutto ciò che scrivi e che non posso fare a meno, ogni volta, di restare incantata di fronte alle tue parole, orgogliosa di avere una sorellina virtuale tanto brava e speciale ♥
Con questa one-shot, tuttavia, ho deciso che non potevo lasciarmi travolgere dall'onda inarrestabile del ritardo, mi sono impuntata e mi sono auto-imposta che avrei dovuto commentare in tempo, nonostante il mucchio di storie arretrate che riportano il tuo nome e che affollano, intristite, la lista di "Storie da recensire". Perché proprio questa fic?, ti starai forse chiedendo. Te lo dirò, mia cara: questa fanfiction, devi sapere, ha sempre esercitato su di me un potere magico e misterioso, già da quando l'avevo vista di sfuggita nella tua presentazione d'autore. E so che ricordi come, quando mi avevi chiesto un parere sull'ordine delle fanfictions che avresti dovuto pubblicare, io ero rimasta ammaliata da questa storia sconosciuta ma dal titolo già suggestivo, che, guarda un po', mi riportava alla mente proprio la canzone che hai sfruttato tu per comporre questa introspettiva meravigliosa ♥ Ti devo fare i miei complimenti, cara, perché io conoscevo bene il testo di "Explosions", ma mai avrei pensato di adattarlo e di renderlo la colonna sonora di uno spaccato di introspezione così vivo ed intenso: Debbina del mio cuore, la tua originalità mi lascia sempre senza parole! Brava, davvero bravissima.
Ma veniamo alla storia, passiamo al fulcro di tutto. Quando me ne stavi parlando in anteprima, qualche giorno fa, mi avevi confessato il tuo timore circa la totale assenza di dialogo nella fic ed anch'io mi chiedevo quale sarebbe stato il risultato di una totale full immersion nella psiche di Katniss, ma non avevo dubbi che si sarebbe trattato di qualcosa di brillante. Anche questa volta, non mi sbagliavo. Cara, tu avrai anche potuto concentrare tutta la tua attenzione sui sentimenti di KitKat, sulla sua anima tormentata e dilaniata da troppi eventi tragici, azzerando completamente il dialogo, ma... ti garantisco che sei stata così brava che questa mancanza non si avverte affatto. Nel corso della lettura, non mi sono mai sentita "soffocata", oppressa dal peso dell'introspezione, tutt'altro! Le tue analisi sono state - as usual, oserei dire! - così attente e puntuali che riuscivo soltanto procedere, mossa da un'insaziabile curiosità, nella 'scoperta' di questa meravigliosa fic ♥ Quindi, cara Deb, non avere nessuna preoccupazione, perché questa storia è risultata veramente straordinaria ♥
Mi è piaciuto molto l'incipit della fic, l'apertura con una Katniss apatica e svuotata, intenta ad osservare, in silenzio, le fiamme ardere e danzare. L'ho apprezzato molto, questo riferimento al fuoco, che, del resto, è anche l'elemento che simboleggia in qualche modo Katniss e la Ghiandaia Imitatrice. Tuttavia, è lampante come esista una profonda differenza fra lei, fra la ragazza che a soli diciotto anni ha perso tutto, compresa la sua stessa vita, e il fuoco che osserva dinnanzi a sé: il fuoco balla, si agita, è vivo, lei... no. Ho i brividi, Deb, i brividi! Sempre di questa primissima parte, mi ha colpito tantissimo la frase "A lei, però, l'avevano salvata. Almeno il corpo. Era in vita, ma non viva." : un periodo corto, tagliente, che lascia il segno. L'ultimo segmento, brevissimo ("Era in vita, ma non viva"), credo che riassuma in modo straordinario l'essenza della vita di Katniss dopo la rivoluzione: in vita, ma non viva. Ed il gioco di parole che si racchiude in queste poche parole, amplifica e rende ancora più evidente quanta contraddizione, quanta assurdità ci sia in questa condizione di vita, che, tuttavia, per quanto inverosimile, rappresenta veramente la situazione della protagonista. Bravissima, Deb, ti posso dire solo questo: bravissima.
Un altro aspetto che mi è piaciuto particolarmente di questa fic e che si ripete, come una costante, nelle varie sequenze che la compongono, è l'accostamento iniziale di azioni e gesti che fotografano Katniss nel quotidiano, e poi di riflessioni, pensieri che la tormentano e che spiegano, in modo inequivocabile, il perché della sua apatia. Come succede per esempio nel secondo paragrafo, dove, dopo aver accennato allo sforzo che faceva anche solo per alzarsi, dopo aver parlato della sua inappetenza, continui a chiarirne le cause, ad esplorare, attraverso una magica lente di ingrandimento che scava nell'animo, cosa agita quel corpo sempre più magro, sempre più logorato della Ghiandaia Imitatrice.
Della seconda parte, mi ha fatto riflettere molto la domanda, a cui Katniss non sa dare risposta, "Ma soprattutto non sapendo nemmeno cosa avesse fatto per meritare tale gloria. Soltanto perché era disposta a suicidarsi per non uccidere colui che le aveva salvato la vita in passato?", perché è vero. Da sempre Kat si domanda quale sia il motivo di tutto quello che ha vissuto, che cosa abbia portato, condotto alla sua trasformazione in Ghiandaia Imitatrice, ed il fatto che, anche in questo momento di strazio, questa domanda continui a torturarla penso sia assolutamente un tratto da lei, tipico di Katniss. Questo per dirti, mia cara, che come al solito la tua caratterizzazione di Katniss è straordinaria: come Kat continua a porsi quella famosa domanda sulla sua gloria apparentemente immeritata, così io mi chiedo come tu possa essere sempre così brava a descriverla. Ma io, a differenza della nostra 'tardona', conosco la risposta, e la risposta si chiama "Talento", che è esattamente quello che si può vedere, inconfondibile, leggendo queste righe. ♥
Non so dirti perché, ma la frase con cui hai aperto la terza parte "Viveva di ricordi, dei suoi incubi.", mi ha messo addosso una tristezza infinita. Una tristezza che è andata via via aumentando, mentre avanzavo nella lettura, arrivando al racconto degli incubi terribili che, la notte, 'facevano compagnia' a Katniss. Il confronto fra Prim, che appare serena, tranquilla, e Katniss, attanagliata dal terrore, consapevole di cosa sarebbe accaduto ma comunque in preda ad un attacco di panico, mi ha fatto venire le lacrime agli occhi: le tue parole mi hanno permesso di vedere la scena, così tragica e drammatica, e ti confesso che in questo preciso momento sto pensando che un frangente del genere calzerebbe a pennello anche nel vero film di Mockingjay, perché è troppo forte, troppo azzeccato per... tutto il resto. Se non fosse che contattare Francis Lawrence è un po'difficile, ti assicuro che lo spunto che hai offerto tu sarebbe veramente da cogliere e far notare ♥ Troppo brava *_____*
E veniamo alla parte Everlark (♥), ai sensi di colpa per la condizione di Peeta e tutto il resto... Ah, il mio piccolo cuore è pieno di troppe, troppe cicatrici! :'(
Ho apprezzato molto, qui, il collegamento che fai da "incubi con Primrose" al Ragazzo del Pane, collegamento che, ormai, mi viene un po'in automatico quando rintraccio la parola 'incubo'... colpa di tutte le fic Everlark di cui mi sono nutrita ultimamente :') Ma ti ho adorato per avermelo ripresentato anche qui, perché penso che come associazione ci stia benissimo ♥
"Era come se fosse ancora lì, nascosta dentro un armadietto o a giocare a Gatto Matto, voleva ritrovarlo, ci aveva provato, ma era troppo lontano per poterlo avvicinare. L’unico che potesse salvarla da tutto ciò, ma chi avrebbe salvato lui? "L'immagine di Peeta come appiglio, come scoglio cui aggrapparsi mi ha fatto sciogliere e piangere e disperare contemporanemanete, ma questa frase mi ha dato il colpo di grazia: [...] voleva ritrovarlo, ci aveva provato, ma era troppo lontano per poterlo avvicinare. L’unico che potesse salvarla da tutto ciò, ma chi avrebbe salvato lui? ... Hai sentito, Debbina? No, non hai sentito perché stai soltanto leggendo, ma ti assicuro che, qui, c'è stata un'esplosione: il mio cuore è andato in mille pezzi. Non mi puoi scrivere queste cose così tristi e malinconiche che io... :'( Basta, sto piagnucolando come una bambina, come sempre. E, come sempre, tu sei bravissima ♥ Oh, mi stavo dimenticando! Ho trovato originale e ben riuscito il riferimento al Gioco del Gatto Matto, che penso descriva troppo bene la condizione di Katniss, soprattutto prima del momento preciso che stai raccontando tu, perché fotografa i suoi precedenti tentativi di riavvicinare Peeta, falliti e sfumati nel nulla, proprio come quel gioco praticato nel Distretto 13.
Della quarta sequenza, posso rispondere alla domanda che, di solito, mi auto-pongo ( "Che cosa ti è piaciuto di più?") ricopiandoti tutto ciò che hai scritto? No, vero? :( Peccato... Beh... immagina che l'abbia fatto, perché quel pezzetto è forse quello che più mi ha spezzato il cuore, tanto è commovente. L'immagine di Katniss come ghiandaia che non ha più le forze per volare, che "non esiste più, morta insieme a Primrose" e soprattutto... come "involucro in attesa della prossima esplosione"... Io non so davvero come commentare queste parole così drammatiche, non so descriverti la forza con cui mi sono entrate dentro, facendomi tremare. Mi hanno fatto piangere le ultime righe, in cui ti ricolleghi, in qualche modo, anche ad "Hunger Games", all'azione eroica di Katniss di offrirsi volontaria per garantire alla sorellina un futuro roseo che avrebbe meritato più di lei, perché più piccola, più dolce. E il fatto che, adesso, Kat ripensi a questo suo gesto, ma soprattutto alla sua inconsistenza ed inutilità perché rivelatosi insufficiente per proteggere Primrose... è tutto troppo heartbreaking, darlin'.
Ed ecco, dopo, un altro richiamo al fuoco, con il paragone fra stasi e moto cui accennavo ad inizio recensione, un paragone che apre un'ultima parentesi di dolore e di sofferenza. Perché sì, non scorgo altro in questo ulteriore frammento di introspezione, che lascia il lettore disarmato, afflitto, quasi come la stessa Katniss: perché Katniss ha ragione, perché è vero, lei e Peeta non sono stato altro che due burattini nelle grinfie di Capitol City, manovrati e poi gettati in un cestino, abbandonati alla solitudine, restituiti ad una vita che, ormai, non si può più chiamare tale.
Quando ho letto le ultime righe di questo capolavoro... mi sono dovuta fermare: prendere un respiro, asciugare le lacrime che mi offuscavano gli occhi, mettermi qualcos'altro addosso perché avevo freddo. Questo finale che hai scritto è... troppo. So che te lo dico spesso, Debbina, in questa shot soprattutto, ma non è colpa mia: sei tu che scrivi sempre cose... troppo. Anche se estremamente dolorosa, ho trovato la riflessione di Katniss, che aspetta solo il momento della morte per ricongiungersi con le persone che aveva perso, totalmente IC. Non è la prima volta che Kat tocca questo tema, medita sulla morte, sulla fine di tutto, ma quest'attesa, questo "non far niente solo per aspettare la fine" penso tratteggi alla perfezione lo stato d'animo della povera Kat post-epilogo. Povera Katniss, ho scritto, e lo confermo, perché, per quanto tarda, per quanto piena di difetti, ha dovuto affrontare troppe cose nella sua vita, patire un dolore troppo grande, troppo grande per chiunque.
"Magari avrebbe ritrovato anche il suo scoglio, pronto ad aspettarla ed abbracciarla. Come una volta." Io non so se me la sento di commentare queste parole non lo so proprio. Dico soltanto che tu hai un potere incredibile, Debbina, di lacerarmi il cuore con le tue frasi drammatiche, di farmi percepire un dolore, una sofferenza intensa e vera e... non credo che tutti ne siano in grado. Brava, tesoro: io sono solo orgogliosa, orgogliosa e fiera di te ♥
E dopo avermi ucciso con le tue parole toccanti e laceranti, ecco che, improvvisamente, mi riporti in vita con il tesoro più prezioso di tutti: la speranza. Perché è questa, la speranza, che traspare nell'ultimissima frase della tua fic e che, fra le lacrime, mi fa spuntare un sorriso, ricordandomi che, alla fine, un pizzico di bene, di miglioramento arriva sempre, anche nelle situazioni più tragiche, anche in quelle più disperate. Magari gradualmente, magari a poco a poco, ma la speranza ritorna sempre. Proprio come un dente di leone, che - lentamente - fiorisce a primavera ♥
Forse non si direbbe, leggendo questo commento chilometrico, anzi, sicuramente non si direbbe... ma io non ho davvero sufficienti parole per esprimere la mia ammirazione per te, per farti capire come questa storia sia una meraviglia, dall'inizio alla fine, capace di toccare le corde più profonde dell'anima del lettore. Io ti faccio i complimenti, cara Deb, perché ci hai regalato una nuova ed emozionante fanfiction, che - ti assicuro - andrò a rileggere più e più volte in futuro, sempre con un grande, immenso piacere ♥
Bravissima, Debbina. Te lo ripeto ancora, perché tanto non sarà mai abbastanza, ma tu lo devi sapere, lo devi capire che sei proprio brava. Complimenti.
Ti voglio bene ♥ Un bacione,
Fede :)
P.S.: ...Ma perché mai mi citi nelle note finali? :') Tesoro, tu sei troppo buona! Non avresti dovuto, lo sai, perché non ho fatto proprio niente per trovarmi in questo posto troppo importante, per essere ringraziata... anzi, sono io a ringraziare te, per avermi dato la possibilità di gustare, ancora prima del tempo, questa one-shot unica ed eccezionale. Grazie. Per questo e per tutto. ♥ Alla prossima ♥ |