Ciao Calime, rieccomi a recensire! :D
Di nuovo complimenti. Mi è piaciuto come hai descritto Azusa come una madre dolce, premurosa e "normale" a dispetto di ciò che può aver pensato Yakumo nel presente, a causa di quello che eventualmente gli ha fatto. Interessante, e azzeccata, la metafora dell'uomo nero con "l'uomo dagli occhi rossi". Anche se non si è presentato al bambino nella storia originale, non è poi così assurda la situazione. Ci sta bene, a parere mio!
Tenerissimo Yakumo ancora limpido, bimbo affettuoso che accoccolato alla mamma non ha paura di niente. E come non menzionare la fine: da brividi (mi sono venuti davvero!). Il richiamo di Yakumo che non capisce cosa la sua mamma stia per fare -ma noi lo sappiamo bene- ha dato il tocco finale all'atmosfera di sottile suspance che sei riuscita a creare in poche righe.
Brava, di nuovo!! :D

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Molto, molto bella! Hai fatto un parallelo particolarmente calzante fra l'Uomo Nero e l'individuo che sappiamo. Senza tante descrizioni sei riuscita a farmi calare nell'atmosfera cupa della scena. Mi pareva di vederlo, Yakumo da bambino, così magro e fragile e con lo sforzo disperato di essere coraggioso davanti ad un incubo che si è materializzato. La scena finale è da brivido, come l'ultima frase (attenzione però che c'è un errore di battitura). Bravissima. Ne aspetto altre su questo fandom poco frequentato, ma affascinante.

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