GIUDIZIO PER AVER PARTECIPATO AL CONTEST «UN BATTITO DI CIGLIA»
«BERLINO» DI ELSKER
Ammetto che questa storia mi ha dato un po' da pensare, mentre la leggevo. Non sapevo esattamente come interpretarla per svariati motivi, giacché era sì ben scritta, carina, con uno stile fluido pur non essendo ricercato, però... c'è un però abbastanza grande proprio per il modo in cui è stato gestito e articolato tutto il racconto, ecco.
Ho compreso sì cosa tu volessi dire, ma non sono riuscita ad immedesimarmi abbastanza nella protagonista perché c'erano parecchi elementi che dovevano essere limati e adattati a questo tipo di storia, la quale avrebbe dovuto dare una chiara visione di una città in cui non tutti sono stati e che non tutti conoscono come magari può conoscerlo l'autore del racconto, tanto per dirne una. Mi sento dunque di darti qualche piccolo consiglio. Trattandosi di una storia molto introspettiva, forse avresti dovuto ricorrere molto di più alla regola dello “Show, don't tell”, ma spiegherò tutto nel dettagli poco più sotto. Per adesso posso solo accennarti che le parole servono, aye, però bisogna anche saperle usare e riuscire a mostrare senza raccontare soltanto, usando per l'appunto la regola di cui sopra nonostante si abbiano un determinato numero di parole a propria disposizione.
Ero dunque molto combattuta su come valutarla per questi particolari elementi, ma non prendere questa come una critica atta a demolirti - in fin dei conti perché dovrei farlo? -, è semplicemente una critica costruttiva con cui voglio spronarti a migliorare.
❒Grande, splendida, immensa, Berlino è vasta, ricca di storia e di monumenti → Partiamo da questo primo periodo. Tu ci dici che Berlino è grande e splendida e piena di storia e monumenti, ma non ce li mostri, non ci dici in cosa possa essere splendida e che tipo di monumenti storici potresti trovarci, né tanto meno ce li descrivi con qualche parola. Sappiamo che ci sono, ma non sappiamo né dove sono né tanto meno come sono fatti. Non si chiede ovviamente un trattato di storia dell'arte, ma un pizzico di descrizione per “mostrare e non raccontare” sarebbe quantomeno apprezzato. Quando ad esempio dici “ricca di storia e di monumenti”, potresti anche solo mostrare uno di essi, come il castello di Charlottenburg, tanto per dirne uno. Si comincia a descrivere in linea di massima i suoi cancelli in ferro battuto, le decorazioni dorate al di sopra di essi o le statue dei due guerrieri che, muniti di scudo e pugnale, sembrano scontrarsi o appaiono semplicemente posti come a guardia di quel luogo; già in questo modo ti ho mostrato una scena, senza raccontanterla, e puoi avere una breve visione di ciò che sto guardando io in quel momento.
Ti segno solo questo passaggio perché ripeterei sempre le stesse cose, però ciò vale anche per le restanti frasi in cui viene solo raccontata determinata cosa.
❒È nata come un semplice villaggio per pescatori.
È stata il centro del potere nazista.
È stata ridotta a un cumulo di macerie. → Altra cosa che ho notato e che salta subito all'occhio nonostante la grandezza del font, che un pochino riesce a confondere sulla lunghezza delle determinate frasi, è che vai molto spesso a capo anche quando non servirebbe. Un bel paio di volte potresti continuare il periodo sulla stessa linea, non devi preoccuparti di questo e puoi quindi riprendere il discorso cominciato anticipatamente
❒ubriaca di euforia camminavo → Virgola dopo “euforia”
La storia non era male, certo, però non aveva quella marcia in più che avrebbe potuto farla risaltare in mezzo a tante altre. C'erano troppi elementi raccontati e ben pochi elementi che avrebbero potuto farmi vedere e vivere davvero Berlino, quindi la cosa appariva molto più didascalica di come speravo che fosse, proprio perché con una storia introspettiva mi aspettavo sì introspezione, ma che il luogo in cui la protagonsita si era ritrovata venisse mostrato attraverso le sue parole e fatto vivere al lettore stesso.
Insomma, non l'ho percepita come avrei dovuto e come la storia stessa sembra voler promettere con le frasi d'apertura. Hai semplicemente fatto una rapida scorsa della città senza farla vivere, senza farla percepire, dandoci uno scorcio di essa come si potrebbe fare con il trailer di un film che, pur facendoti capire a grandi linee cosa potrebbe succedere sullo schermo, ti lascia con l'amaro in bocca e con la fremente attesa di vedere che cosa potrebbe succedere, esattamente la stessa cosa che accade nel racconto che hai presentato, con la sola differenza che oltre a questo piccolo trailer non si potrà avere l'assaggio desiderato.
Con le dovute modifiche e i dovuti accorgimenti, la storia potrebbe acquistare un altro tipo di sfumatura e tutt'altra luce.
(Recensione modificata il 08/12/2014 - 02:59 pm) |
