Recensioni per
A Coral Room
di Artemisia89

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Veterano
15/08/14, ore 15:49
Cap. 1:

Ciao!
Ammetto di non aver compreso pienamente questa storia. Ammetto che non ho capito neanche il suo senso e chi parlava nei dialoghi.
L'ho riletta due volte, ma niente.
Ci sono molti passaggi non chiari e non capisco il motivo per cui tu non abbia messo il tuo concetto di teatro nella storia in modo che risultasse più chiara e che il tutto fosse più fluido.
Il mio giudizio rimane positivo, perché mi è piaciuto lo stile con cui hai scritto questa storia e secondo me quelle frasi ripetute erano molto d'effetto e facevano avere alla storia un non so che di drammatico, di amaro.
Saluti,
Elsker.

Recensore Veterano
26/12/08, ore 15:21
Cap. 1:

Forse non ho il diritto di essere qui, come non ho il diritto di recensire. Eppure, sento che è la cosa giusta da fare. Volevo farti i miei più sinceri complimenti: io trovo che questo calderone di emozioni sia molto più che bello, meraviglioso. Sa di note musicali, sa di infinita dolcezza che tiene per mano il dolore, sa di passato, presente e futuro, sa di agonia e di pace. E nonostante tu lo abbia dedicato ad una persona importante per te, io sento che questo racconto un po' mi appartiene, lo sento dentro, come se lo avessi inspirato a fondo. Ancora complimenti. Un bacio, VB

Recensore Veterano
19/07/08, ore 23:02
Cap. 1:

...Io sono per Antigone :).
Chia, sorrido. Sorrido davvero, come potrei altrimenti? Kate Bush ha una voce come un gabbiano, è vero, e il suo pianoforte sembra voler piangere con lei, voler gridare in quelle strida acute tutto il suo dolore. Che poi non è mica dolore, né rabbia nè pianto, non è niente, è la sua vita, il suo cantare.
Ma io dovrei recensire questa Perla, mica Kate Bush.
Quello che mi colpisce è come sei riuscita a... non so. A creare, forse, un mondo di latte e poesia dietro la porta, appena oltre lo strapiombo del palcoscenico, aldilà degli occhi. Senza nomi né protagonisti, tranne ovviamente Hélène, senza una fine né del resto un inizio propriamente detto, ma solo il teatro: l'incipit, che parlava di tiranni e di riprendersi la sua vita sul palcoscenico, mi ha tolto il fiato e il battito del cuore. Ma ogni cosa colpisce come una fotografia, come un dipinto, e ancora sento crepitare il lampo del flash, ogni cosa ha una sua coerenza e una sua dignità in questo racconto, ogni cosa mi affascina. La donna di petrolio, tanto per dire. L'uomo, che non pensa, non immagina, non vuole. Che sogna ancora Hélène, che la pensa, che parla di Dostoevskij con un barbone mezzo addormentato, che cammina come un sonnambulo in una città -Dublino secondo me- avvolta in un'iperrealistica nebbia candida. Una notte lunga un sogno, un anno dopo che Hélène, Hélène il tiranno, Hélène l'attrice, Hélène che nella sua finzione nascondeva la verità. Mi ha colpito la riga in cui parli di un metro quadrato di finzione, mi ha scosso come una scarica elettrica. E' potente, Chia. E' vera. E' come guardarsi allo specchio.
La fine, poi. Chi ha perso? Chi ha vinto? La donna color petrolio, che torna a cantare? Ecco, m'è piaciuto: si va avanti, the show must go on, il palcoscenico è più importante delle vite degli attori, è lui il vero vincitore, e affanculo se Hélène è morta un anno e cinque minuti fa portandosi con sé il suo dono, il suo dono splendido di attrice e teatrante. Diamine, Chia, che brivido, che sensazione, che piccolo gioiello incastonato che mi hai regalato. Splendida. Splendida sempre di più, ogni volta che la rileggo con Kate Bush in sottofondo.
Grazie. Perchè un sogno del genere, davvero, può durare solo pochi secondi, al massimo un paio di minuti, quelli che bastano per leggerti. Ti voglio bene, Chia.
Ele