Recensioni per
L'onore della notte
di kk549210
Ciao kk, scusa se, dopo tutto questo tempo, mi faccio viva adesso per le recensioni premio. La vita è imprevedibile e la mia non è da meno, come quella di tutti, ma gli impegni si rispettano. Spero quindi tu voglia perdonarmi il ritardo. |
Cara Chiara,ho letto in apnea le righe scritte,data la tensione poetica che le animava.La lettura era muta ,ma il cervello me le rimandava in voce e ne aumentava il ritmo, da tragedia epica.Isid. stava appartato , ma Kere e Moira e l'impermeabile nebbia della terra dei Cimmeri, mi hanno molto intrigato ; e poi Andromaca 'maschia combattente '....!Ciao. P.S. portami il cartaceo : da collezione . |
# Recensione Premio. |
Recensione premio per il contest "Frammenti di mondi", indetto sul forum di efp da _MoonBeam/Elsker e Lutea Eos |
Mi sento quasi in imbarazzo a scrivere una recensione tanto piccola ed umile per questa splendida storia, so che meriterebbe molto di più di queste tre righe, perciò mi scuso in anticipo. |
Opera magistrale. Sia il lessico che lo stile ricalcano l'epicità dell'originale, non una sola parola fuori posto, non una sola espressione scontata. Hai reso Andromaca un personaggio vivo, tragico e malinconico. Non si potrebbe dire altro, se non: ottimo lavoro |
Ciao!!! ^^ |
1° posto al mio Shakespearian quotations contest (a pari merito con Clockwise): Grammatica: 9/10 Il testo è più che corretto, a parte qualche piccolezza che vado a segnalare: - nella frase "Usare quella forza che le proveniva proprio dal suo nome" avrei omesso il le, perché la rende ridondante: il lettore sa già che la protagonista è Andromaca e che si sta parlando di lei, per cui è logico che la forza che proviene dal suo nome vada a lei stessa; - la frase "Si avvicinò alla finestra e rivolse fuori il suo sguardo" non mi suona. Penso che il rivolgere lo sguardo implichi lo spostarlo da ciò che sta guardando verso qualcos'altro, una sorta di moto a luogo... per questo richiede la preposizione a, o la preposizione verso. Secondo me la frase poteva essere costruita in questo modo "rivolse lo sguardo al di fuori/all'esterno/verso l'esterno"; - ultimo appunto: nella frase "Levò di nuovo gli occhi al cielo e pregò con intenso fervore" il soggetto, cioè Andromaca, andrebbe esplicitato, perché nella frase precedente era Ettore, e questo crea un po' di confusione. Stile: 6,5/7 Magistrale imitatio di uno stile che non è affatto facile da padroneggiare. I miei unici appunti: - sull'andare a capo che, in alcuni casi, avrei gestito in modo diverso (es: "Andromaca si abbandonò al ricordo. Una sera simile a quella, rischiarata dalle fiaccole e riecheggiante di imenei" = sarei andata a capo dopo "ricordo", perché parti con la descrizione dello stesso); - sulla punteggiatura: apprezzo l'uso dei soli punti fermi ma, in alcuni casi, inserire dei punti e virgola o due punti avrebbe reso la lettura più scorrevole (es: "...s'era pure messa a modulare note flebili e tremolanti. Una leggera monodia che voleva essere dolce e rasserenante, ma che in quell'atmosfera malinconica e forzatamente operosa risuonava invece come un singulto funereo" = invece del punto fermo, avrei usato un punto e virgola; "E anche la sua fedele sposa doveva conformare la sua vita, i suoi atti, il suo cuore a quella norma inesorabile. Gli uomini in battaglia, a difendere le mura di Ilio..." = invece del punto fermo avrei usato i due punti, perché spieghi cosa comporta la norma inesorabile). Lessico: 5/5 Hai usato un lessico estremamente appropriato allo stile scelto, senza farlo risultare pesante. Uso della quotation: 5/5 Uno degli usi che ho preferito! Davvero, quando ho letto "catasterismi" e ho ricordato quale citazione avessi scelto, mi sono messa a saltellare per la stanza. Nonostante conosca abbastanza bene la mitologia greca e i Poemi Omerici, non ci avrei mai pensato. E mi ha folgorata all'istante. Gradimento personale: 5/5 Il punteggio parla da solo: di questa storia mi è piaciuto tutto, dall'inizio alla fine. In una one-shot di poche parole, sei riuscita a riprendere uno degli episodi più strazianti dell'Iliade e a riempire un vuoto lasciato dall'autore (gli autori?), costruendolo in modo verosimile. Amo che tu abbia scelto il punto di vista di Andromaca: sappiamo tutti cos'è accaduto poco prima e cosa accadrà più tardi, l'abbiamo visto e lo vedremo con gli occhi degli eroi; mi piace sapere cosa pensa lei, tornata ai luoghi di donna che le competono, divisa tra la consapevolezza che l'onore è ciò che conta di più per il guerriero e l'amore che prova per l'uomo. La citazione da "Romeo e Giulietta" legata al catasterismo è stata la ciliegina sulla torta. È stato bello immergermi in Omero dopo tanto tempo, grazie :) Totale: 30,5/32 |
Ciao KK! |
Buonasera! |
Carissima KK, le ultime settimane prima della " grande impresa" procedono bene, cresce solo un pochino l'ansia, cosa che spero si allontani prestissimo. Grazie per avermi segnalato questa storia perché è davvero bellissima. Emozionante soprattutto il finale, quando viene chiesto alla notte di fare del corpo mille pezzettini, affinché il cielo si riempia di stelle e la donna non sia più sola. Avvisami quando ne scriverai altre, ci terrei davvero tanto a leggerle, |
Avendo amato moltissimo entrambi i poemi omerici, in particolare l'Iliade, non ho potuto che apprezzare fino in fondo questo scritto. Tanto per cominciare, il momento in cui Ettore si congeda da Andromaca per l'ultima volta è uno dei più toccanti dell'intero poema, assieme a quello in cui lei riceve la notizia della morte del marito (oltre all'episodio in cui Priamo bacia le "mani omicide" di Achille per riavere indietro il corpo esanime di Ettore). Hai ripreso con grande sensibilità un momento che apparentemente sembra di poco spessore ai contemporanei, ossia la tessitura, ma che in realtà nasconde uno dei misteri del mondo antico. Le nobildonne del mondo arcaico, in particolare del mondo acheo e del mondo etrusco (e qui non posso non ricordare come la stirpe di Dardano sia imparenta ai nostri Etruschi)venivano sepolte con gli attrezzi della filatura poiché questi erano anche il simbolo del legame delle donne con le Moire, con il Fato, con le Chere...E qui sapientemente riesci a dipanare questo simbolismo, sopratutto quando Andromaca "vede" il destino già scelto da Ettore. Oltre al simbolismo fortissimo della tessitura/destino/ (velo di Maya direbbero gli Hindu) hai saputo esprimere egregiamente il mondo interiore di Andromaca in un intreccio di pensieri e sentimenti, per altro espressi con una non comune sintonia con i tempi storici (in questo caso possiamo dire sia storici, che a-storici, perché il mito è eterno :) ). Li hai saputi esprimere con delle eloquenti, bellissime e toccanti immagini, prima fra tutte la vista di Andromaca che si sfoca e torna a focalizzarsi sulla tela/destino, a causa delle lacrime. Ho apprezzato molto anche il riferimento al "Nomen-Omen" di Andromaca, alla sua radice che richiama fortemente l'idea di "maschio", Anèr/Andròs, radice cugina della latina "vir" (sorella a sua volta di vir-go); anche qui ci conduci in una riflessione molto profonda, tipica del mondo antico, dove il nome era legato al Fato (Nomen-Omen). |
Carissima KK...scusa se recensisco solo adesso questa tua prima opera non -Jag... come ben sappiamo Andromaca fu rapita e portata a Troia per dare un erede ad Ettore: era stata dunque costretta a sposarlo contro la sua volontà, ma dopo poco tempo scoprì di amarlo. |
Il più entusiastico tripudio di alleluianti benedizioni in cieli tiepoleschi in fuga per il tuo glorioso esercizio di scrittura ove l'omerica pateticissima vicenda rivive in regolare e sapiente prosa narrativa, non tanto moderna, quanto classica, "ben calibrata". "Il tuo canto, o padre Omero / pria che l'Ombra assorbami!" (Cardòzz). Già, il canto immortalante, e poi l'immortalità stellare del "germe di cento eroi". La chioma di Berenice all'ennesima potenza. Il "tuo" cielo stellato. E poi il "tuo" modo di sottolineare la corrispondenza tra nomina e res: Andromaca - un destino. Da ultimo - last but not least - il modo originalissimo di inserire la citazione shakespeariana, del tutto de-contestualizzata e proiettata nell'antichità omerica. Anche se sempre a me, ritirato in questa solitaria chiostra, a me modesto monaco ospite presto questa abbazia di S. Gallo ove seggo al famoso scrittoio che fu di Notkero il balbuziente, è più grato il tono sublime omerico al polìtropo del bardo, che fa girar la testa con le sue mescidanze. Un saluto classico, un accordo d'aedo alla facitrice dal fermo polso. Valeas. Buddy Caffarelli |