Mamma mia, ma tu mi lusinghi in una maniera esagerata ❤ Poter essere un piccolo barlume d'ispirazione e addirittura la destinataria di un regalo così prezioso?! E' già il mio compleanno? *-*
Questa flash incarna perfettamente ciò che i due Kenpachi sono stati, quello che hanno vissuto in quella folle danza al massacro. Ricordi, certezze d'invincibilità crollate, passi sicuri e lame sguainate, cicatrici pulsanti, peccato e redenzione... Quanto li amo, insieme! ❤ Quant'è stato geniale, Kubo, a rendere la figura di Unohana così enigmatica e affascinante!
Una donna apparentemente delicata, silenziosa, ligia al dovere, premurosa nelle cure, onnipresente per il bene del Gotei 13... per poi svelarci il suo lato "criminale", quello di un animo che ama le sfide e non esita a seminare morte, per appagarsi. Incredibile come questo sia sempre stato il suo passato! Nessuno l'avrebbe mai sospettato, ma dietro tanta grazia si celava il più devastante tormento.
Che piacevole bisticcio, fin dal suo nome: Unohana (fiore del coniglio) Retsu (feroce, violenta)... nomen omen, davvero!
Zaraki, poi, è uno dei miei preferiti in assoluto: un uomo tutto d'un pezzo, imbattibile, infallibile, una roccia su cui fare affidamento, un portento, un'arma segreta... ma un uomo, in fondo. Anzi, un ragazzo, soprattutto agli occhi di Unohana. L'unico capace di ferirla, di farle vibrare il sangue nelle vene, di costringerla a rischiare il tutto per tutto, di permetterle percepire la felicità che nasce dalla paura di non essere perfetta, infallibile... l'unico in grado di poterla guardare negli occhi senza timore, di attraversarle il cuore con un fendente e di non provare altro che gioia, liberazione, pace per aver adempiuto allo scopo della propria esistenza, per essersi completamente assuefatto al proprio nome,"Kenpachi".
Credo che tu l'abbia espresso in una maniera impeccabile con questa considerazione:
Con le tue mani da assassino sfioravi il mio corpo da assassina e i nostri peccati non esistevano più: solo fiamme uguali che bruciavano con la stessa intensità.
Ecco, nessun altro sarebbe stato in grado di amarli, conoscendo a fondo ciò che sono e ciò che erano: a prima vista, assassini, anime sanguinarie, spietati criminali, ma, in realtà, soltanto forze brute in cerca di pace, di concordia, di ristoro. Né Isane, né Yachiru, per quanto devote e affezionate, avrebbero mai potuto sondare ciò che essere il più forte shinigami significasse.
Ombre, lame, sangue, peccato e legge del più forte: questo è un "Kenpachi", a prima vista, ma, dopo questo scontro - e la tua bellissima fiction - è chiaro che c'è ben dell'altro. Prima di tutto, amore, declinato nella sua espressione più inconcepibile: quella legata alla vita.
Ferire per curare, morire per vivere: ecco l'essenza di Unohana.
Muori, una volta, due, mille e sempre io ti riporto in vita: un gioco crudele quello a cui ti sottopongo, ma necessario.
Ogni volta che torni indietro è un furore diverso; siamo bestie disumane e questo è il nostro orgasmo triviale.
Donna, mentore ed amante. Con queste righe, l'hai ribadito in maniera toccante ed efficacissima. Tutto ciò che ho scritto andrebbe depennato, perché vano di fronte alla tua capacità di tracciare con ammirevole eleganza lo splendido tango all'ultimo sangue dei duellanti.
Questa fiction mi è arrivata dritta al cuore, mia Kenpachi! Un applauso alla shinigami più forte, in fatto di emozioni! *-*
La inserisco seduta stante nelle preferite!
E perdona, come sempre, il mio sproloquio: tu sai quanto li adoro! Quando una storia è così ben scritta, curata e toccante, è inevitabile lasciarsi andare volentieri alle sensazioni. Si avverte la passione che ha mosso le tue dita - non meno vibrante di quella che ha attraversato le loro zanpakuto.
Un bacio e grazie di cuore per avermi regalato quest'inestimabile quadro dei due ❤
Ophelia |