Recensioni per
Noi siamo l'industria
di Dotta Ignoranza

Questa storia ha ottenuto 14 recensioni.
Positive : 14
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
20/09/14, ore 04:03

Ciao. Finalmente posso ritagliarmi lo spazio e lo so che è notte ma tanto non ho sonno quindi eccomi qui. Molto particolare, sopratutto in relazione alla descrizione riguardo i bambini che non conoscono il dolore o, più comunemente, lo percepiscono ma fanno finta di niente. Tuttavia hai ragione perché il nostro mondo è sempre un insieme di dolori e di situazioni spiacevoli e non cambierà mai; l'industria rimane tale e varia soltanto nel peggio e così farà l'uomo più avanti. Sembra fare dei piccoli passi avanti e invece alla fine ne fa cento passi indietro. Ad ogni modo amo questa OS. Complimenti. Au revoir

Recensore Veterano
19/09/14, ore 22:24

Ciao, eccomi qui! Dunque, anche se breve, le immagini sono davvero vivide, si vedono le nubi di vapore, si sente lo sferragliare delle macchine e l'odore della polvere, complimenti!! Non succede spesso con i racconti così brevi... Poi mi piace anche il suono delle parole: c'è la rabbia che vibra dentro le frasi, in un certo senso si intuisce da come suonano, c'è il dolore delle persone che vivono per mandare avanti le macchine e far funzionare l'intero sistema, finchè loro stessi non diventano macchine... Molto bello. Sarà anche perchè adoro quel periodo storico, ma sei riuscita a renderlo molto molto bene ;) Brava!! Alla prossima ;) Vy

Recensore Veterano
11/09/14, ore 00:43

Piccola creatura dalla mente della Dotta, intrinseco significato, la vita che corre, che evolve, che non è che placida banalità se la mente non volesse sempre di più, se la mente non fosse corpo, se il corpo non bramasse sensualità. Spazio, spazio sempre fin troppo.
Industria.
Concetto nato nel 1300 con Boccaccio, parola che si evolve (precisiamo, ripetizione voluta) da stato mentale a palpabile edificio.
Sono poche parole le tue, ma racchiudono un grande significato.
Forse qualcuno a quei tempi se n'era avvicinato, viaggia il pensiero nell'etere, eccolo a te, meraviglioso.

- Alis Lavoisier.

Nuovo recensore
19/08/14, ore 17:15

In poche righe tutto il dramma della Rivoluzione Industriale illustrato poeticamente ma non per questo con minore efficacia, anzi... il lirismo sottolinea l'aspetto inquietante delle origini dell'industrializzazione moderna. Un testo breve di eccezionale valore artistico.

Recensore Master
16/08/14, ore 11:33

Bella, bella, bella. Mi piace molto anche questa piccola rilfessione di genere storico. L'avrò già detto, ma credo che ripetere faccia bene: mi piace moltissimo il modo con cui, con poche parole, riesci a scrivere di una determinata cosa, a far capire in maniera lampante la tua presa di posizione e a rendere poetica anche l'industrializzazione e il suo effetto sull'umanità. Ci sarebbero così tante cose da dire, argomenti su cui discrutere, eppure mi pare che nonostante tutto io non riesca ad esprimermi al tuo stesso livello, ti vedo come una persona molto intelligente e ti sono grata per le piccole perle che decidi di condividere con noi.
Ti inserisco fra le mie autrici preferite, perché sai scrivere in maniera davvero eccezionale.

Baci,
Francesca.

Recensore Junior
06/07/14, ore 20:29

Che bella questa piccola storia. Non avevo mai letto niente su questo argomento, soprattutto su Efp. Hai usato parole molto poetiche per racchiudere un mondo che non si è ancora estinto del tutto. Ti ho scoperto grazie ad uno spam su un gruppo di Facebook e mi hai dato prova che talvolta in quei gruppi si può trovare qualcosa di ben fatto.
Purtroppo però anche i bambini, in certi casi, sanno che cos'è il dolore. La differenza con gli adulti è che loro non si arrendono mai.
Baci.
Paola

Nuovo recensore
06/07/14, ore 13:06

Il concetto chiave espresso in queste righe, a mio avviso, è lo stesso che si può ottenere pensando alla forgiatura.
Il dolore rende forti. Il dolore rende uniti, il dolore rende indistruttibili.
In giappone per forgiare le loro lame, frammentano l'acciaio con buona parte di ossigeno, e creano una serie infinita e stratificata di singole fragilissime lamine di quel materiale.
Via via le soprappongono, le battono assieme, le uniscono, e di nuovo le fondono, le frammentano, le sovrappongono, le battono assieme, e le uniscono.
Viene una forgiatura ad un migliaio di strati sovrapposti, che genera quel meraviglioso ricamo di onde sulla lama. Ogni fabbro ha la sua ondulazione, ed ogni katana può essere riconosciuta proprio da questo "marchio di fabbrica".
Da cui, si torna alla parola fabbrica, e quindi industria.
Quello che viene fatto in piccolo, qui in questo racconto viene descritto in grande.
E, come detto, la vita è una forgiatura continua di anime e corpi.

Recensore Junior
18/06/14, ore 12:04

"Il dolore ci rende forti, soffrite e io soffrirò con voi, così insieme avremmo un'anima d'acciaio e un cuore di piombo." Ho cercato parole che potessero esprimere al meglio le mie sensazioni e le ho trovate qui dentro. Erano già scritte e non le vedevo.
Insieme saremo più forti avremmo un'anima d'acciaio e un cuore di piombo. Stesso cuore. Un'insieme che si fonde in un unico ente dove, come un'industria, ci si porge una mano per andare alla meta. Noi siamo la meta.
Dotta questo tuo scritto mi è piaciuto molto. <3 ti lascio un cuoricino
Bianca

Recensore Junior
16/06/14, ore 16:05

Breve ma intensa. In poche parole sei riuscita a raccontare tanto provocandomi strane emozioni. E' triste pensare che con il passare del tempo certe cose non siano cambiate affatto e che probabilmente non cambieranno mai. Il dolore ci rende più forti ed è l’unica cosa che non ci abbandona mai.

Un abbraccio Tess!

Nuovo recensore
15/06/14, ore 19:57

Hai detto bene. I bambini sono tali proprio perché non conoscono il dolore, la loro innocenza non è stata ancora intaccata dalla realtà.
Si cresce con le esperienze, ahimé, per lo più dolorose e, giorno dopo giorno, si diventa più forti proprio grazie ad esse (o per pura colpa).
A parte questo, mi piace il modo in cui hai rappresentato questo secolo. Poche parole efficaci, altro sarebbe risultato di troppo.
Complimenti, davvero.

Recensore Master
15/06/14, ore 16:12

Mamma mia, questa mette proprio i brividi, specialmente se si pensa a quello che verrà di lì a poco in quel cuore d'acciaio alimentato a vapore. Bella, poetica e cattiva, proprio come piace a me ;-)

Recensore Junior
14/06/14, ore 16:38

Ciao! Davvero molto intensa, sei riuscita in pochissime parole a descrivere una realtá ognipresente, ma difficile da scovare perchè radicata in noi. È davvero difficile cogliere tutto quello che hai inserito, dalla sofferenza alla lotta di classe e all'industrializzazione, ma quello che mi chiedo è se tutto questo indichi rassegnazione, o un coinvolgimento "positivo". Scusa l'indiscrezione, ma mi interessa molto l'argomento.
Hai davvero uno stile coinvolgente, sará anche la tematica, ma mi ha preso molto.
A presto.

Recensore Junior
14/06/14, ore 15:21

La cognizione del dolore ci rendera più forti, indistruttibili, così immensi che per loro sarà sempre più difficile percorrerci

Recensore Master
14/06/14, ore 14:39

:o sai è davvero davvero bellissima :)
Cioè non è facile, in poche parole, cercare di cogliere un intero secolo.
Ti posso solo dire che mi hai molto colpita. Bravissima