Ciao, sono tornata dopo praticamente un annetto.
Non ho mai dimenticato la tua storia, ho solo atteso di sentirmi emotivamente meglio, anche se il fisico non mi segue, ma che vuoi, c'est la vie.
Questo capitolo mi è piaciuto perché incarna un grosso problema di tutta la società: il tempo.
La vita è diventata così frenetica, i bisogni sono aumentati a tal punto da privarci anche del tempo da trascorrere coi nostri cari.
Tanto che la protagonista non ha mai la possibilità di guardare sul suo tablet cosa potrebbe avere.
Il che fornisce anche un'ottimo escamotage alla stessa, che così ha la possibilità di sfuggire alla realtà con una marea di scuse sempre nuove e che poco dipendono da lei: la cena giapponese, i luoghi comuni, la bozza del discorso...
Questa sua piccola codardia - passami il termine - si riflette in notturna, quando ha praticamente tutto il tempo del mondo in cui si rilassa.
Potrebbe effettuare la sua ricerca, ma non lo fa, continuando a rimandare.
Ma la sua parte razionale non riesce comunque a dominare un'ansia inconscia che, a quanto pare cresce con il rilassarsi. Personalmente quando ho delle preoccupazioni che mi porto dietro per giorni, mi prendono crisi di panico notturne, o comunque sto molto male proprio durante la notte. Credo che sia per il fatto che il fisico è rilassato, la mente non ha pensieri, quindi vengono a galla tutte le cose che durante la giornata si è cercato di nascondere dando ad altre apparentemente più importanti la priorità.
Ebbene, è stato proprio il realismo che mi è piaciuto di questo capitolo.
L'altra nota dolente è proprio quella di cui sopra, il togliere tempo ai propri cari. Se - come credo - si scoprirà che Claudia sia affetta da un brutto male, si affacceranno alla sua mente sicuramente molto rimproveri su come il suo lavoro l'abbia sommersa, facendole godere della sua famiglia molto meno di ciò che avrebbe voluto.
è una piccola sfumatura che si è già notata quando le è stato chiesto del bambino, senza contare che egli è sempre presente nella sua mente. Tutto ciò è naturale e denota molta umanità nel personaggio. Non so quanti autori della tua età possano far caso a quest'aspetto, forse a te viene naturale perché vivi lontana da casa, ma personalmente non ho mai considerato la famiglia dei miei protagonisti - a parte in un solo racconto, ma anche lì non erano molto presenti nei pensieri, anzi. -, di conseguenza apprezzo molto questo aspetto della protagonista.
Bene, dopo averti scritto un papiro posso anche salutarti al prossimo capitolo.
Spero di essere più costante con le letture.
Alla prossima
- A. |