Ho adorato perché:
Mette angst, ma non ruota intorno ad un improbabile (e temuta) ship, quanto a un realistico rapporto di simbiosi-rivalità.
Parla della dura vita del deserto, e di quanto anche solo una escursione termica possa uccidere quello che non hanno fatto innumerevoli cadute da un precipizio.
Non cambia mai il punto di vista da un personaggio all'altro, costringendo la razionalità calcolatrice e la fame atavica del coyote a discutere animatamente sul destino e sulle motivazioni solo suggerite da parte dell'inaspettato aiuto del corridore.
Mi piace credere che alla fine sia stato l'orgoglio e il rispetto a prevalere, al parli del suo "cugino" Ralph il lupo, quello che timbrava il cartellino e discuteva fuori orario amichevolmente con cane da pastore.
C'è il lieto fine. O meglio, rispetta lo status quo, lasciando la strada intatta ad un domani con "nuove e solite" avventure.
Le morti emotivamente d'impatto, ma tarpano (a mio parere) anche un po' il senso delle digressioni stesse, relegandole, per ovvi motivi, a "What If" dimenticabili.
Questa storia, invece, può benissimo inserirsi come una parentesi nel Canon
Ipotesi: Road Runner è un azionista della Acme, e sarebbe un peccato che perdessero il loro miglior cliente coyote. |