2 - “L’assassino” di Liberty_ Fede.
Totale: 60/65.
1) Grammatica e ortografia: 8/10.
La grammatica va bene, ci sono solo alcune sviste.
“Scopre ben presto che finché ci sia l’una ricordi l’altra.”: così la frase è sbagliata (- 1), andava: “Scopre ben presto che finché c’è l’uno (“amore” è maschile) ricorderà l’altro (“odio” pure); trovo comunque che non suoni bene, così è più carina “Scopre ben presto che finché esiste l’uno esisterà anche l’altro.”
“Certo Tom! Non vedo l’ora che tu sia abbastanza forte per uscire dal diario!”: prima del vocativo “Tom” ci va una virgola (- 0.10).
“Perché diceva che Ginevra era ‘da adulta’ che lei era una bambina”: dopo “adulta” ci va una virgola (- 0.10).
“Dimmi Tom!”: prima del vocativo va una virgola (- 0.10).
“Per questo lei doveva ignorarli, fare finta che non esistessero”: hai scordato il punto fermo alla fine della frase (- 0.10).
Ci sono anche alcuni errori di distrazione.
“lei doveva solo sopportare che entrasse nella sua testa, che si aggirasse con le sue sembianze nei corridoi d Hogwarts”: “di” (- 0.10).
“ma si sente male un po’ ovunque”: quel “si” è di troppo (- 0.10).
“Non vuole distruggere i sogni di suoi madre”: “sua” (- 0.10).
“Tom è felice, lo sente in ogni poro della sua pelle, lo sente mentre la sua coscienza viene rilegata in un angolino”: “relegata” (- 0.10).
“Alla fine, non succede, perché Ginny ha atteso tanto”: c’è un “non” di troppo (- 0.10).
“E quando arriva, la vedetta, ha il sapore del sangue”: “vendetta” (- 0.10).
2) Stile (lessico, figure retoriche, uso di aggettivi e avverbi): 10/10.
Lo stile è davvero molto bello e riuscito in questa storia. Ho apprezzato particolarmente il fatto che fosse tutto molto frammentario, si sposava bene con lo stato “confusionale”, diciamo, in cui Ginny versa per la maggior parte della sua vita.
Ho adorato il fatto che riprendessi più frasi, distorcendole e cambiandole a seconda del contesto (mi riferisco in particolar modo a tutta la faccenda dell’ “assassino”: prima è Harry, poi Tom, poi di nuovo Harry, e alla fine è Ginny stessa), è una cosa tua, che fai spesso e che devi continuare a fare (vedi “Destra, sinistra”), perché è davvero azzeccata.
L’unica cosa è che Tom si chiama “Marvolo” nella versione inglese, avrei preferito la traduzione italiana “Orvoloson”, sebbene non sia affascinante quanto il suo corrispettivo originale, è più in linea con tutto il resto.
3) Titolo: 5/5.
Il titolo mi piace davvero un sacco: è sintetico, incisivo, perfetto per rappresentare l’intera storia. In particolare, lo trovo azzeccato perché, anche nel testo, “assassino” è una parola che viene ripresa molte volte, è il filo conduttore dell’intera narrazione.
4) Caratterizzazione dei personaggi e sviluppo della coppia: 15/15.
Sei stata molto, molto brava.
Questa storia è tutta particolare, sia per come è strutturata, sia per la coppia che per la trama che hai scelto, e te la sei cavata egregiamente.
In particolar modo, la cosa che ho apprezzato di più in assoluto è questo gioco con la parola “Assassino” che percorre tutta la storia, come maschere che si sovrappongono, e Ginny non riesce a vedere la verità fino alla fine, quando, dopo essersi inutilmente vendicata, capisce che è lei ad essere l’assassina. Davvero sublime, mi piace un sacco quando hai queste idee!
Ginny, poi, è davvero ben gestita. A parte il disturbo, di cui parleremo meglio nel prossimo parametro, è completamente travolta dall’amore per Tom, al punto che farebbe qualsiasi cosa per lui. Inoltre, cosa non sempre facile da ottenere, sembra davvero una bambina, si comporta come un’undicenne senza stonature (io, personalmente, non sarei capace di ottenere questo risultato, sono troppo grande e troppo distante da quel modo di pensare).
Ho adorato il modo spassionato in cui odia Harry, ma il suo rimanergli accanto per non tradire le aspettative di Tom, perché si sente di averlo già tradito a sufficienza. È chiaramente disturbata, una persona normale non agirebbe mai così, eppure questo suo “sdoppiamento della personalità” (da una parte la Ginny cara di Tom e da una parte la Ginny di Harry, tutta sorrisi finti e unghie nella schiena) le permette di destreggiarsi in questo triangolo eterno, ondeggiando tra l’uno e l’altro, prima innocenti e poi assassini.
Per quanto riguarda Tom, invece, ho poco da dire, anche perché non emerge completamente dal racconto di lei. In ogni caso, le scene in cui compare mi sono sempre sembrate credibili (la sua avversione per i fiori, destinati ad imputridire). Se posso fare un appunto, forse non hai esaltato il suo lato più freddo e omicida, ma, visto che il punto di vista era quello di lei, ci sta tutto.
5) Sviluppo del disturbo scelto: 9/10.
Trovo che tu sia stata molto brava nel descrivere questo tipo di situazione psicologica, soprattutto vista anche la tua giovane età. Mi piace soprattutto perché Ginny, essendo per la maggior parte della storia molto giovane e disturbata, non riconosce assolutamente il suo essere psicologicamente vulnerabile e manipolata, arrivando a non riconoscere per la sua intera esistenza la vera natura di Voldemort.
Non ti ho dato il punteggio pieno perché Tom mi sembra un po’ troppo gentile, un po’ troppo paziente. Nel senso, di solito chi soffre della Sindrome di Stoccolma ha subito traumi molto violenti (prigionia, stupri, il tutto per lunghi periodi), mentre Ginny sicuramente è sottoposta a un certo tipo di shock, essendo posseduta da lui, ma lui è così dolce che sembra più una faccenda da “per amore farei qualunque cosa” che non questo disturbo in particolare. Mi spiego meglio: nella Sindrome la vittima non può fare a meno di sentirsi legata al suo aguzzino, nonostante tutta la sua esplicita crudeltà, mentre qui Tom non mostra mai apertamente il suo vero volto, non è mai esplicitamente cattivo, Ginny intuisce e basta, non è messa davanti alla realtà dei fatti. Mi sarebbe piaciuto di più se, almeno alla fine, lei avesse chiaramente la percezione di quanto lui sia cattivo, scegliendo comunque di ignorarla.
6) Originalità della trama e dei contenuti: 3/5.
Per quanto la storia mi sia piaciuta, mi sa un po’ di “già visto”. Non tanto perché hai scelto di descrivere ampiamente la seduzione di Tom e l’effetto devastante che provoca in Ginny, ma proprio per come è strutturata e anche scritta la storia.
Può essere che tu ti sia lasciata ispirare da altre storie su questa coppia? Lo stampo del tutto mi ricordava un po’ un’altra autrice, comunque non ti preoccupare, era solo un’impressione vaga e non rappresenta un problema per la storia, ti ho solo penalizzato un poco in questo parametro.
7) Gradimento personale: 10/10.
Anche se forse non hai fatto una scelta originalissima nello scegliere questo momento, la storia mi è piaciuta moltissimo. Questa è una delle mie coppie preferite e mi piace sempre leggere di come Tom irretisca Ginny e di come lei perda completamente la testa per lui.
Ho apprezzato anche il modo in cui hai descritto il disturbo, in maniera piuttosto credibile anche senza bisogno di nominarlo: è più realistico che lei, a undici anni, non si renda conto di soffrire della Sindrome di Stoccolma, e secondo me ci sta perfettamente che gli strascichi di questo trauma le cambino tutta la vita.
Davvero una bella storia, brava! |