premesso che i mumford&sons sono uno dei pochi gruppi che non contengono urla disumane e chitarre distorte che mi piacciono, e premesso pure che questa canzone è decisamente belloccia, e premesso anche che scrivi da dio, direi che anche solo la frase "Sì, sono io. Non chiamarmi così. Questo è davvero il mio nome? Suona strano, detto da me. Suona familiare, detto da te. Posso entrare? Scusa l’ora. Forse non dovevo venire. Vattene, ora. Girati e vattente. Ti rincorrerà. Ormai il danno è fatto. Steve? Posso entrare? Forse avrei dovuto suonare. Non potevo entrare dalla finestra. Fammi entrare." è la summa perfetta di una psiche fratturata ospitante paranoie e disperazione a sacchettate. sul serio, è la perfezione.
applausi.

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Dico, ma sei fissata con sto film! Scherzo, anche io lo adoro, e adoro Steve e Bucky!
Bacioni!

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Ciao shalalahs!
Un giorno dovrai spiegarmi il perché del tuo nickname, a parte il fatto che l’hai scelto perché è palindromo…
Allora come promesso eccomi qui.
Steve e Bucky: l’incontro post-TWS.
Brava! Brava! Brava!
“«Mi fido di te, Buck.»” e “«Non potrei mai dubitare di te.»” Sono solo undici parole, però sono quelle che contano.
Sono parole che calmano la bufera interiore di Bucky, permettendogli così di arrivare sano e salvo dal suo amico Steve.
Ha senso quello che ho scritto?
Lo spero proprio…
Adesso ti saluto e come sempre fammi un fischio se scrivi ancora qualcosa di così bello!
Ciao!
Ragdoll_Cat
P.s. Adesso ascolterò la canzone!

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