Recensioni per
Kübler Ross
di Triz
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Cielo, come inizio è nell'ordine: toccante, tenero, drammatico e suscita un enorme curiosità! Ma soprattutto, cos'è capitato a John? Credo che troverò la soluzione al mio enigma nei prossimi capitoli. |
Bhè, non potevo non recensire pure questo capitolo, anche perchè la conclusione è stata inaspettata, naturale e consolante. Siamo abituate a tragedie, suicidi, dosi gigantesche di droga che fluiscono nelle vene di Sh. E tutto per descriverne la reazione più probabile di fronte alla morte di John o, più semplicemente, al suo matrimonio con Mary. "..dovesti ammettere che Sherlock sapeva essere imprevedibile, se lo voleva...": qui il consulting riesce a superare il blocco del dolore e del vuoto riuscendo ad appigliarsi all'unica salvezza credibile e possibile per lui, il suo lavoro. "...Che mi prenda un colpo..": realistica e tenera, nella sua goffaggine, la reazione di Lestrade di fronte all'apparizione di Holmes. Si è chiuso un cerchio, si è chiusa un'epoca. Ma si vive, ancora. Brava, Triz. |
"..Ma, come ti ho già detto, l'insonnia ha ripercussioni...": pedante, tenero, quasi materno Sh nei confronti di John. Gli dona una delle poche cose che sa dare: la musica del suo violino. "..Sherlock ti fece un cenno di assenso...): il consulting mantiene il pieno controllo di una situazione così drammatica, nello stare vicino ad un John che non è più la sua roccia, la sua salvezza. Eppure lo sta assistendo con lucidità ed autocontrollo. Cose che sembrano essere lontane nella seconda parte, dove diventano veramente gigantesche e drammatiche quelle lacrime. Come finirà? |
Le due facce della realtà, anche in questo capitolo, quella del passato e quella del presente. Questa volta, però, per Sh non può esserci il peso del rimpianto di non aver fatto qualcosa in più mentre John era in vita ("..lui ti strinse forte tra le sue braccia..."); infatti quell'abbraccio è liberatorio, consolante, indimenticabile viste le circostanze. Interessante la "chiacchierata" (passami il termine) sul dolore. Efficace la considerazione che, fino a prima (di Watson), quell'emozione veniva solo letta dal consulting sulla faccia e nell'anima degli altri, naturalmente sempre nell'ambito di precise indagini. Ora no, la mancanza dell'unica persona che contava per lui, è devastante. Bisogna riprendere il controllo.....Lettura veloce e piacevole. |
Di nuovo a Baker Street, di nuovo con l'angosciosa solitudine di Sh. Resa, per il lettore, ancora più cupa con i flash-back degli ultimi momenti trascorsi con John ("....E più il tempo passava, più le cose tra voi due andavano male...). Il presente è tragicamente vuoto senza Watson, persino i gesti più semplici e scontati ("..ma non hai un accendino...") fanno male, nella consapevolezza che lui non c'è più. Come ho già detto l'originalità di questa FF è nel contrasto tra il vissuto con John e il presente con Holmes sempre più disperato. Ti senti dentro alla storia. |
Non sono un tipo prolisso mia cara ragazza soprattutto ora che sto studiando. Dovrai risentire della bruttezza della mia recensione ma ti prego di avere pazienza: ti dico solo che ogni tanto un po di tristezza ci vuole e devo dire che tu la sommimistri e la dai nel modo giusto. Piccoli capitoli con una quantità altrettanto proporzionata. Mi piacciono i suoi piccoli frammenti, mi piace come alterni i ricordi dal punto di vista di John e il presente per Sherlock ! Continua cosi |
Questa veloce fic mi sembra una buona cosa, IC, sicuramente. Almeno per ora. Interessante la contrapposizione, resa più evidente dal formato diverso, tra il pensiero, ormai sfumato e lontano, di John e la razionale disperazione di Sh. E' logico pensare che si sia affidato al suo violino ed ai suoi casi ma, forse, è ancora troppo presto per lasciare spazio al suo vero dolore che significa anche, e soprattutto, fuga dalla realtà, sia pure a costo di uccidersi per qualche overdose. Vediamo gli sviluppi. |