Non so più se sono io a cercare storie da recensire, o, semplicemente, i titoli urlandomi contro, rendendomi trepidante e piena di aspettative.
Non te lo nasconderò: avevo la tremenda sensazione che sarebbe tutto caduto in miseria.
Fortunatamente, è capitato il contrario.
Sono rimasta affascinata da questo testo, grammaticalmente impeccabile, pieno di parole e silenzi. Ed è proprio in quest'ultimi che vi ho riscontrato anche la maggior parte delle mie lontane amicizie, di cui stavo perdendo perfino conoscienza io stessa.
Grazie, per non aver portato errori, tra le righe fluide della narrazione, che avrebbero, ahimè, rovinato l'atmosfera.
Grazie, per aver illuminato quelle vecchie emozioni, accompagnate da un'ingente dose di malinconia.
Grazie, per esser riuscita a far tornare in me la curiosità, il timore, l'imbarazzo di un ipotetico incontro con relazioni oscurate dalla memoria.
Ho riletto il testo due volte, poichè pensavo che, in prima revisione, fosse tutto così dannatamente forzato, troppo veloce. In effetti, hai parlato di silenzi, un compenso ritmatico del testo mi mancava. Successivamente, ho compreso che non questo non priva nulla, i silenzi sono calcolabili in imbarazzo e tensione, adesso, e non in tempistica: quanto dura l'assenza di rumore?
Varia, risponderò, d'ora in poi, varia a seconda delle persone che ci poniamo di fronte.
La consapevolezza amara di conoscere un amico, e, allo stesso tempo, non sapere affatto nulla della sua vita, privata e lavorativa; se il colore preferito è rimasto il rosso, o magari, associandolo ad un avvenimento emotivamente drammatico, adesso lo disprezza; se il gusto preferito del gelato è ancora il pistacchio, o forse, ora, ne è allergico.
Impeccabile, veramente.
Grazie, per aver intrattenuto me e il mio tempo, il mio amico lontano, con cui ho difficoltà di silenzio.
-Voiceless
(Recensione modificata il 25/09/2015 - 11:24 pm) |