Recensioni per
Catalizzatore
di Atlantislux

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
05/06/13, ore 10:16
Cap. 1:

mi piace un sacco ikigami anche se visto il prezzo purtroppo son riuscita a comprare solo il primo numero fin'ora, certo tutta la vicenda e' tragica ma molto interessante tutto sommato e tu sei stata brava con la tua Ami la cui morte e' almeno servita a qualcosa ^^

Recensore Veterano
14/04/10, ore 15:06
Cap. 1:

(Preferenza espressa per il concorso 'Storia coi migliori personaggi originali')
Ho già ampiamente elogiato questa storia. Ami Mitamura è perfetta. Non nel senso che è una Mary Sue, ma è proprio un personaggio perfetto, a tutto tondo, e ottimamente inserito in questo episodio che - giuro - mi piacerebbe leggere come finale del manga.

Recensore Veterano
23/09/09, ore 15:31
Cap. 1:

Avevo trovato questa storia grazie alla recensione di Criticoni e l'avevo già messa nei preferiti da tempo, ma era proprio ora di lasciare un commento. Il voto altissimo dato dalla recensione è per me ampiamente meritato: è una storia perfetta sotto tutti gli aspetti. Dura, colpisce come un pugno nello stomaco ma senza mettere in campo alcuna esagerazione, solo per la meccanica di quel progetto terrificante e per l'intelligenza e la forza di volontà della protagonista. Lascia col fiato sospeso, fino all'ultimo, pur in quel senso di ineluttabilità e di destino di cui la storia è permeata: ma in questo destino c'è stato, pure se effimero, lo spazio per l'individuo, e la tua scelta in questo senso è stata eccellente. Applausi per il realismo, in tutti i particolari anche quelli più scomodi, per quanto hai saputo gelare il sangue raccontando la premessa terrificante del manga, per il registro e il lessico curatissimi. Mi hai proprio fatto venir voglia di leggere il manga... Complimenti, di cuore!

[Criticoni d'Autunno]

Recensore Junior
08/02/09, ore 17:13
Cap. 1:

Recensione pubblicata su www.criticoni.net a cura di Blackvirgo.

Se non ci si confronta con la morte non è possibile comprendere l'importanza della vita...
Per inculcare nelle coscienze dei cittadini il valore della vita, in questo paese è in vigore da molti anni la "Legge per la Prosperità Nazionale". Al momento di entrare nella scuola elementare tutta la popolazione viene sottoposta alla "Vaccinazione di Prosperità Nazionale". Un ragazzo su mille, in un giorno prestabilito tra i diciotto e i ventiquattro anni, perderà la vita in seguito all'azione di una nanocapsula presente nella siringa.
Il documento che annuncia la morte, l'ikigami, gli verrà consegnato soltanto ventiquattro ore prima del decesso.
Farsi prendere dalla disperazione e chiedersi "perché proprio io?!" non rallenta le lancette dell'orologio.
Non c'è tempo per pensare. Bisogna fare subito qualcosa.

Ikigami, vol. 4


Questo è lo spirito in cui è ambientato Ikigami, un meraviglioso manga che ho scoperto proprio grazie a questa fanfiction.
Racconto perfetto in ogni minimo dettaglio: senza conoscere il fandom ci si appassiona subito alla protagonista: Ami Kitamura, anni 24, destinata al decesso.
Solo 24 ore per "Un appuntamento che speravo di poter evitare. Ma pare non ci sia speranza..."
E quando non si ha più nulla da perdere si può scegliere se spegnersi come una candela o esplodere con un fuoco d'artificio.
Ami Kitamura fa parte della scorta del primo ministro del suo paese e lo accompagna a Roma a un congresso coi vertici mondiali. E lei, che mai aveva pensato di portare dentro di sè la nanocapsula mortale, decide di far comprendere la morte a chi ha applicato quella legge assassina senza doverne pagare le conseguenze in prima persona. Come ho già detto, questa fanfiction è scritta benissimo: le parole sembrano misurate, tagliate, adattate alla storia stessa. L'ambientazione italiana è resa perfettamente e ogni personaggio è caratterizzato nei minimi dettagli.
Conoscendo il manga poi, c'è da stupirsi per la fedeltà con cui questo del racconto al suo fandom. Il manga infatti è composto da episodi autoconclusivi il cui protagonista, Kengo Fujimoto, è un latore di Ikigami ovvero di "annunci di morte". E nello stesso tempo è un personaggio secondario, perché quello che andiamo a conoscere in ogni volumetto è colui che sta per morire: le sue ultime 24 ore, narrate con precisione cronometrica, la sua vita fino a quel momento, i sogni che ha sognato, realizzato, perduto. La decisione di come vivere le ultime ore è cruciale così come il momento della morte, per poi avere poche pagine che ci raccontano quello che succede dopo. Catalizzatore è strutturato alla stessa maniera: Ami Kitamura non può posticipare il suo appuntamento con la morte. La veniamo a conoscere attraverso gli obiettivi che ha già raggiunto nella sua vita, attraverso i suoi affetti, attraverso le sue parole e i suoi atteggiamenti: una donna di carattere che si pone come obiettivo quello di finire sui libri di storia. E di evitare alla sua nipotina il suo amaro destino.
Sullo sfondo abbiamo i personaggi "ricorrenti", con le loro storie di vita e il loro continuo rapporto con la morte altrui: Kengo Fujimoto che conosce la vicenda di Ami tramite i telegiornali, il capo di Kengo che sempre elargisce al suo giovane pupillo "lezioni di vita" con un misto di malinconia, resa e voglia di riscatto e la dott.ssa Kubo che deve aiutare i condannati ad accettare l'idea della morte - con caffè al Valium.
Catalizzatore è talmente perfetta che mi piacerebbe leggerla come l'ultimo capitolo di Ikigami. E brindare assieme a Kendo: 'Buona permanenza sui libri di storia, Ami Kitamura.'

Voto: 9.5/10

Recensore Junior
18/11/08, ore 18:37
Cap. 1:

Che bella sorpresa avere trovato questa storia.
Splendida l’ambientazione così attuale di un incontro al vertice tra nazioni. Si parla di FAO, di diplomazia, di guerre più o meno fredde e minacce terroristiche. La inserisce in un contesto realista che la rende anche più allucinante.
Ma soprattutto mi è piaciuta una considerazione che trovo eccezionalmente acuta e appropriata. Un sistema come quello adottato dal Giappone avrebbe una conseguenza esattamente opposta a quella voluta. Invece di una popolazione che ‘apprezza il valore della vita’, ci sarebbe una fascia generazionale spinta agli eccessi comportamentali o al totale fatalismo.
Probabilmente ci sarebbe anche uno spacco fra due fasce d’età. Da una parte i possibili morituri, dall’altra coloro che hanno superato quella fase. Ma che generazione adulta potrebbero ottenere, se costoro hanno passato gli anni della gioventù spaccando negozi, violentando il vicino o strafregandosene di tutto?
Non posso essere certa che sarebbe quello che poi farei davvero, ma se mi immagino in una situazione simile, la prima idea che mi viene non è certo quella di andare a rimirare gli affreschi in Vaticano, o di confessarmi, o di suicidarmi. E’ quella di trovare il modo di far saltare la testa a qualcuno di coloro responsabili della mia condanna a morte. Per passare alla storia, per la generazione successiva, per il gusto di farlo, per vendetta… alla fin fine importa poco ^__^
Come lo penso io, chissà quanti lo penserebbero. E chissà che qualcuno non potrebbe pure riuscirci.
Forse aspettavano davvero solo un catalizzatore ^__^

Ultima cosa, la reazione del fratello di Ami. Un bel colpo a chi crede nell'intrinseca bontà delle persone.