Recensioni per
All I've ever wanted
di Katekat

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
24/02/17, ore 21:28

Avevo salvato questa storia da un bel po' di tempo e, finalmente, ho trovato il momento adatto per leggerla. "Per la miseria!" è tutto quello che sono riuscita a pensare durante tutta la lettura. Questa è una storia con i controfiocchi, una Storia da "S" maiuscola, che è stata capace di farmi provare un miscuglio infinito di emozioni, dal quale sono ancora un pochino frastornata. Te lo sarai sentita dire miliardi di volte, ma hai uno stile decisamente ammaliante: introspettivo e ricco di descrizioni e riflessioni bellissimi, a tratti "pesante", ma di un pesante bello, senza mai annoiare o far perdere il filo del discorso. Ed è la pesantezza ciò che traspare da tutta la storia, il peso di una vita in decadenza - quella di Rodolphus, in primis, ma forse quella di tutti i protagonisti -, una vita al culmine, di cui ormai rimangono solo stralci da trascinarsi dietro, oserei dire dei veri e propri fardelli sulle spalle. Bellatrix è un fardello, così come lo sono la lontananza di Rabastan, la "maledizione" dei Lestrange, la vita che avanza, i ricordi d'infanzia, lo sgretolarsi di tutti i "sogni di gloria", tra cui anche quello di avere una famiglia... Le descrizioni sono superbe, ricche di dettagli e molto realistiche, e, a tal proposito, ho adorato la prima scena, quella del tè tra i due fratelli, proprio per la sua "opulenza" e la sua lentezza, nonché per il suo offrirci un quadro più o meno di quella che è ormai la situazione e delle personalità dei due Lestrange. Nonostante la presenza di "tematiche delicate" (seppur solo accennate), hai saputo comunque trattare il tutto con la dovuta delicatezza, mantenendo quindi un certo grado di distanza, ma riuscendo comunque a coinvolgere il lettore nel turbine degli eventi e facendo percepire chiaramente l'atmosfera "tossica" in cui i personaggi sono calati.
Tanti complimenti per questo passo (che ho adorato particolarmente!): "Rabastan ha iniziato a manifestare gli stessi sintomi di pazzia di suo fratello. Dicono sia una cosa ereditaria, ormai. Che Bellatrix c’entrasse poco o nulla. Che i Lestrange fossero destinati comunque alla fine che fecero, anche senza incontrare la fiera figlia dei Black. Che anche loro fossero come tarati dentro – ma, d’altronde, chi può saperlo dove finisce la genetica e dove inizia il destino che ci si costruisce da sé."
Scusa se la mia recensione può apparire un po' scarna, ma, davanti a tanta bellezza e bravura, mi sento come incapace di esprimere a parole il mio apprezzamento, per paura di dire scemenze o non trovare la maniera adatta a farlo xD.

Buona serata,

Giulia


 

Recensore Master
13/01/15, ore 19:26

Questa storia mi ha ispirato emozioni contrastanti e non so come recensirla, comunque dato che mi è stata consigliata e che ci ho speso parecchie riflessioni e considerazioni mi sembrava giusto lasciare un commento anche se probabilmente risulterà poco coerente. Innanzitutto, è bellissima, scritta molto bene, intensa e cupa. Non immaginavo anzi che si rivelasse così drammatica, mi ha ricordato le 'revenge tragedies' del teatro elisabettiano/giacomiano in cui alla fine tutti i personaggi sono in preda a passioni violente e incontrano una morte tragica, spesso con risvolti orripilanti. Devo dirti che l'inizio mi ha 'bloccato' un pò, ho faticato ad andare avanti e a entrare nell'atmosfera perché in genere non amo le lunghe descrizioni e le riflessioni introspettive messe in mezzo ai dialoghi, tu però andando avanti hai saputo catturare l'attenzione dando anche uno scenario di fondo bellissimo e pericoloso a tutta la vicenda: la Bretagna, il giardino di rose, l'oceano.
La cosa che mi ha convinto di più di questa storia è il rapporto Rodolphus/Bellatrix. Io in genere sono una fan della Voldemort/Bellatrix, non ho mai preso in considerazione Rod come personaggio quindi il fatto che tu me ne abbia fatto innamorare è davvero un risultato eccezionale ^^ Nel senso che ho amato i suoi dubbi, il suo contrasto, il fatto che ama ancora la moglie, nonostante sia 'senz'anima', che cerchi di provocarle una risposta anche con rabbia, e la sua decisione... devo dire che mi ha tenuta in sospeso fino all'ultimo, perché credevo che l'avrebbe uccisa ma non mi sarei mai aspettata che le cavasse gli occhi (occhi vuoti, che vedono senza più essere in grado di guardare... è per questo che l'ha fatto, vero), né tantomeno che l'amasse a tal punto da uccidersi insieme a lei. In effetti ho colto solo dopo, grazie alle lettere di Rabastan, la follia di Rodolphus. Il bacio del Dissennatore è stato anche quello un momento molto forte, intenso e inaspettato, infatti all'inizio non credevo che Bellatrix fosse addirittura priva di anima ma impazzita in seguito alla morte di Voldemort o a una maledizione o qualcosa del genere.
Un personaggio che ho apprezzato nel senso che lo trovo ben caratterizzato e sfumato come 'villain' ma che però a livello emotivo non mi ha convinto proprio del tutto è il fratello, Rabastan. Mi chiedo se sia vero che non ama Bellatrix: perché allora ne è tanto ossessionato? Forse perché la vede come una 'proprietà' di Rodolphus che gliel'ha strappata anche nella morte? Forse più che la moglie del fratello la causa dell'ossessione è da ricercare nel conflitto tra Rod e Rabastan, dagli accenni sul fatto che il padre chiedeva sempre del figlio maggiore e glielo preferiva?
'NOn sono il custode di mio fratello', dice Rabastan echeggiando Caino, e sicuramente non lo è stato! Lo ha guardato volontariamente impazzire, anzi se n'è tenuto distante, senza aprire le lettere o bruciando quelle che ha letto: lui voleva che impazzisse e che si uccidesse, ma ch lasciasse Bella in vita perché potesse averla lui, anche in quello stato? Un altro dubbio che mi è rimasto è che forse, benché cerchi di negarlo, lui prova del pentimento per averlo volontariamente indotto alla follia e lasciato morire. A proposito, le parole di Rodolphus che lo invita e lo aspetta con una tazza in più sono strazianti, quella parte mi ha commosso.
In ultimo, il finale inquietante e horror, troppo per i miei gusti: non per la pazzia di Rabastan, un risultato forse prevedibile, ma per... diciamo l'uso che fa del corpo di Bella: avrei preferito che la cosa rimanesse più 'velata' ma mi rendo conto che ormai è arrivato a un punto d completa pazzia, forse perché in fondo non ha retto il peso di quel delitto che indirettamente ha compiuto.
Bene, non so cosa ricaverai da queste riflessioni random, sappi solo che la tua storia mi ha lasciato una profonda impressione che ancora a distanza di giorni non se ne va. Sicuramente darò un'occhiata anche ad altre tue storie! Un caro saluto, Dellia

Recensore Master
12/01/15, ore 00:31

Ci sono molte frasi che mi hanno colpita nel vero senso della parola, riflessioni appena accennate ma dense di una realtà terribile, ed emozioni, anche queste terribili, palpabili. Avrei preferito periodi meno prolissi, in certi punti, in particolare nella prima metà della shot. A me piaci come autrice, a volte vado a vedere se hai pubblicato qualcosa di nuovo perché mi piacciono i personaggi di cui scrivi e il modo in cui ne scrivi, però in alcune storie ti trovo troppo ridondante per i miei gusti. Di solito nei preferiti ci infilo quello che mi ha conquistato completamente, e sul mio gusto pesa tanto l'equilibrio tra introspezione, dialogo e descrizione, dato che apprezzo a piccole dosi la prima, adoro i secondi e non amo l'ultima quasi per nulla. In più, ho un passato da entusiasta ammiratrice di romanzi molto descrittivi e introspettivi che adesso definirei pesanti, quindi sono contrastata... stilisticamente mi metti a durissima prova! Se tu fossi un'autrice di cui non ho mai letto nulla o che ha un buon livello ti direi ''wow, bravissima'' e mi sperticherei in lodi, ma dato che il livello è ottimo non riesco a non spiegarti fino a che punto mi piace quello che scrivi, cosa mi fa morire e cosa no... e a proposito, non mi spiego come questa recensione sia potuta partire con una critica (squisitamente soggettiva, sottolineo)!
Insomma, ho apprezzato molto più della prima la seconda parte. Forse perché la narrazione prende piede sul serio e la follia di Rodolphus fa scivolare via un po' anche me, è davvero come un temporale, un uragano... Incredibile come un uomo capace di ammirare il paesaggio della Provenza e i fiori, capace di tanto amore, sia anche in grado di compiere un gesto del genere verso la donna che ha amato, che anzi ama ancora. Nonostante tutto. Ecco, la cosa che davvero, davvero, ma davvero ho apprezzato della tua storia è stato il sottilissimo filo rosso che dipani dall'inizio alla fine, quello dei sottintesi. Giochi moltissimo sul non-detto, forse te l'avevo già scritto, è una cosa che amo. Avevo capito praticamente subito quale fosse il what if?, ma se non l'avessi saputo questo gioco di non-detti sarebbe diventato sempre più incalzante, come un puzzle vicino alla risoluzione... il climax ti è riuscito da dio: la follia dilaga, la morbosità anche... D'impatto, anche se non ho particolarmente apprezzato tutti gli aggettivi e i termini horror perché preferisco che si giochi con l'atmosfera accennando senza esagerare, è stata la parte del Bacio del Dissennatore. In seguito, ho letteralmente adorato il pezzo vicino al precipizio, questo:
È quello che 
non sente – tutto il resto – che fa venire a Rodolphus voglia di morire.
È quando le mette le mani sui fianchi, per esempio, e lei non ha la minima reazione.
È quando le parla con la sua voce più sicura e più dolce, e lei non volta nemmeno la testa verso di lui.
È quando le cerca lo sguardo col suo, e lei guarda 
attraverso di lui – ma non lui, mai lui.
È in questi momenti che Rodolphus, un po’, avrebbe voglia di morire. E si chiede cosa lo trattenga al suo fianco, ancora adesso.

Ahhh, povero Rodolphus. Tutto il suo strazio, la sua solitudine e la sua pazzia.
Ma il mio personaggio preferito è Rabastan, temo.

E si chiede come sia possibile chiudere la porta sull’aborto di un sogno e – nonostante tutto – sopravvivere.
Il rancore che prova a distanza di anni per suo padre che ha sempre preferito il figlio maggiore, l'invidia nei confronti di Rod che ha sposato Bella al suo posto. Persino la sua vendetta e il suo finale appagamento sono sterili, con Bellatrix così, che non può avere. Vuota. Né lui né Rod l'hanno mai davvero avuta. Riflettendoci neppure molto, è Rodolphus che riesce ad avere Bellatrix, nella morte. Un attimo prima di morire vede la luce, lei che prova amore, immagina la sua vita come sarebbe potuta essere. Uno scorcio di paradiso? Il totale delirio?
Apprezzatissimi, almeno da parte mia, gli accenni alla necrofilia, primo perché li ho trovati arditi e osare è bello, secondo perché mi hanno ricordato alcune storie di Edgar Allan Poe, in particolare Ligeia e Berenice, tra le mie preferite. Sì, horror, ma nella parte sul Wizengamot e sull'incubo di Rodolphus il dark era dato da aggettivi ed espressioni, nella scena di Rabastan che guarda il corpo di Bellatrix è dato dalla scena in sé... per far capire come e perché l'abbia preferita.
Tornando a Rabastan: non prova dispiacere per suo fratello, dice... secondo me è solo che il dolore è stato represso troppo intimamente per poterlo riconoscere in anni di guerra e sangue. I due fratelli hanno un rapporto che va persino oltre le parole. Addirittura oltre le distanze. In realtà, non solo Rabastan si dispiace, ma si immedesima con suo fratello talmente da impazzire come lui. Empatia, il destino delle Casate in decadenza o degli assassini... non saprei, ma a me piace vederla così. Rabastan è colpevole della morte di Rodolphus, si riconosce colpevole della sua morte. Già solo per questo, è un pentito. Se non gli importasse, non ammetterebbe che il suo è stato un omicidio per omissione di soccorso. Ma lo ammette. ADORO questo tipo di analisi dei personaggi. Rabastan nel tuo scritto non può ammettere apertamente il suo lutto, sia per il fratello che per Bellatrix (che desidera, sì, eppure... non riesco a non vederci una disperata forma d'amore), quindi dice il contrario di quello che prova, anche perché, ripeto, non sa riconoscere quello che prova. Ora magari mi dirai che non era una cosa voluta e non ho capito una mazza (XD), ma chissene frega, secondo me è il coronamento della caratterizzazione di qualsiasi personaggio riuscire a sviscerare in questo modo e con questi passaggi la sua psicologia.

Sono stanco, Rabastan. Perché non vieni mai a trovarci? Ti sei dimenticato di tuo fratello? Questa era anche casa tua, una volta. Non sta bene andarsene così. Metto sempre due tazze di tè, quando siedo sotto il portico. Ce ne sarà sempre una anche per te. 
(...)
L’ho lasciato morire. E ora non posso più prendermi nemmeno ciò che era suo.
Mi dispiace. 
Mi senti, Rodolphus? Mi dispiace.  
ADORO.

Recensore Junior
10/01/15, ore 04:00

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Ho letto tutte le storie di quest'autrice, una per una, dalla prima all'ultima. Molti dei suoi lavori migliori, semplicemente non li ho segnalati perché sono stata preceduta da altri autori, ma, se consideravo gran parte di tutte le altre storie al di sopra della media del fandom, sia per la ricchezza di stile, sia per quanto riguarda la particolarità di ogni singola trama, questa volta non posso davvero far a meno di pensare di ritrovarmi davanti ad un vero e proprio Capolavoro e anche se può sembrare un qualcosa di già sentito, io non trovo parola migliore per definire ciò che ho appena letto, semplicemente perché sintetizzare uno scritto del genere in una sola parola o in una banale recensione è impossibile; qualsiasi aggettivo -anche una lista accurata e definita di parole di mezzo vocabolario della lingua Italiana, non renderebbe giustizia a tutta la miriade di emozioni che la lettura di questa shot ha saputo regalarmi -e che regalerà ad altre centinaia di persone dopo di me. Il lessico è, ancora una volta, estremamente variegato e cadenzato perfettamente. Lo stile, cosa dire? È semplicemente unico nel suo genere, presenta centinaia di sfumature diverse, un connubio spettacolare di emozioni tramutate in parole che lasciano il lettore incollato allo schermo, dall'inizio alla fine. La precisione, l'accuratezza riservata ad ogni singolo, effimero dettaglio è a dir poco sconcertante, oserei dire che è disarmante: sono sicura che qualsiasi altro aspirante scrittore, se onesto con se stesso fino in fondo, leggendo tutto questo questo, avrebbe per un attimo l'istinto di buttar via i propri scritti e di cestinarli all'istante, perché non vi potrebbe essere un confronto. La trama è a dir poco eccezionale. Un epilogo alternativo cui non avrei mai pensato, uno scenario drammatico, struggente e perfettamente plausibile per quella che è la natura dei personaggi scelti come protagonisti. Non ho mai letto nulla di simile, -neppure per mano della stessa autrice; mai nulla di così struggente e, per usare ancora un altro eufemismo, mai nulla di più meraviglioso. Non voglio tessere lodi inutilmente; non l'ho mai fatto. Semplicemente mi sembra quantomeno doveroso prestare la dovuta attenzione a storie del genere, e a premiare l'arte della scrittura quando si ha la fortuna di trovarla per davvero. Questa storia non è semplicemente un buon testo grammaticalmente corretto, penso racchiuda davvero molto di più, in ogni senso, dalle emozioni che è in grado di portare alla luce, alle sfaccettature psicologiche nell'analisi accurata di ognuno dei protagonisti. Personalmente non mi sono mai considerata brava nel recensire, perciò so di non aver detto neppure la metà di tutto quello che è necessario mettere in risalto. Spero che anche qualcun altro, tra i lettori, Vi segnali la stessa storia approfondendone le motivazioni in maniera migliore rispetto alla mia. Credo comunque che, davvero, uno spettacolo del genere sia decisamente degno di finire tra i lavori migliori del sito.