Quante belle cose!
Partiamo dall'inizio: mi piace molto che Cioccadoro porti le mani avanti, dicendo che il suo concetto di avventura è in relazione all'essere un Hobbit della Contea. Noi siamo abituati a pensare a Frodo, Sam, Merry e Pipino (e a Bilbo, ovviamente), ma non è proprio immediato pensare che per la maggior parte degli altri Mezzuomini le avventure siano qualcosa di molto più blando e - passami il termine - pacioccone. Quindi, instilli questo piccolo dubbio nel lettore, che magari si aspetta qualcosa di mirabolante e poi arriva alla fine e rimane così... ci vuole un po' per realizzare che hai ragione tu, che per gli Hobbit le avventure sono le piccole cose di ogni giorno.
E, dio, darei qualsiasi cosa per essere un Hobbit (sebbene gli Elfi e i Raminghi...), in certi momenti della mia vita.
Ma passiamo alla storia!
Cioccadoro ha molto di suo padre, senza dubbio! Si percepisce l'onore di essere amata e di amare a sua volta, tipico di Sam - soprattutto con Frodo - quando la persona a cui vuole bene e che gli vuole bene è stimabile e di tutto rispetto. Come un Hobbit, ma soprattutto come un Gamgee, anche lui dà moltissima importanza alle piccole cose, ed è molto dolce vedere come tutto ciò sia stato tramandato ad almeno una dei suoi figli.
E, ovviamente, i miei occhi a cuoricino sono tutti per Il Magnifico ma, soprattutto, per Il Conte (è sempre stato il mio preferito, e Cioccadoro condivide la mia sensibilità al fascino di quella famiglia *-*): quei due non cambieranno mai, sempre inseparabili e pieni di vita. Sarà che non hanno visto Mordor, non hanno passato proprio tutto quello che hanno passato Frodo e Sam, ma a loro modo hanno visto molta morte ed è assolutamente meraviglioso sapere che nulla di tutto ciò sia riuscito a vincere contro la loro prorompente voglia di vivere.
Mi hai fatto venire voglia di piangere, grazie per questa lettura ♥ |
