Punto primo: grazie.
Davvero.^^
Perché hai trovato uno dei soggetti migliori e l'hai sviluppato in quella maniera tua e il risultato è perfetto e io ti adoro.^^
E poi boh, anche in generale. Perché l'hai scritto per me.^^ Per la dedica. Per tutto, ecco.^^
Comunque, Shin, ogni volta che mi trovo a leggere qualcosa di tuo è sempre la stessa cosa: mi fermo ad ogni verso, assaporo, percepisco. Mi emoziono. Perché è sempre una poesia. Tua. Ed è stupendo.^^
Poi hai questa capacità di raccogliere significati profondissimi in espressioni quasi lapidarie. Fulminee. Come l'incipit:
Sono un nomade del deserto
non ho nome
né perché.
E' stupendo preso da solo – come immagine isolata, propria – così come legato alle variazioni successive della strofa. Perché dopo le coppie sono 'sangue e vita', e 'animo e cuore'. Sinonimi. E questo crea una sorta di analogia anche tra 'nome' e 'perché' – ed è stupendo.^^ Il nome come il significato. Come l'anima.
San sarebbe d'accordo, credo!^^
Poi è bellissimo quest'altro verso: "Canto senza voce/ma conosco le parole". Perché è musicale – come un canto, davvero. E di nuovo apre un oceano di significati modulati.^^
E dopo c'è una delle tue immagini. Simboli di carne nel vento caldo. Che potrebbe essere una definizione perfetta dei 'miei' nomadi.
E uno dei tuoi aforismi. Una canzone non ha bisogno di volti. Che chiude come un cerchio.
E boh. Potrei stare a vaneggiare su ogni singolo punto (tipo, sul finale. Tipo, sulla definizione 'figlio della terra/padre della tempesta'. Tipo, su tutto). Ma non mi pare il caso.
Devo però dirti assolutamente che il verso "Le mie mani sono scorpioni e rocce" mi ha ricordato Lorca. Uno dei miei passaggi preferiti di La tua infanzia a Mentone – una delle mie poesie preferite.^^
Quindi grazie anche per questo.^^
Un bacio.
E tanti auguri – per *tutto* - anche a te!^^
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