Seconda classificata al contest "Make it simple, make it memorable, make it inviting to look at, make it fun to read" indetto da Stratovella sul forum di EFP e vincitrice del premio "Memorable"
Grammatica e sintassi: 4/5
Vai un po' troppo a capo. Praticamente alla fine di ogni periodo il discorso viene spezzato laddove non dovrebbe. Soprattutto all'inizio, dove abbiamo un solo personaggio sulla scena, Hermione, questa scelta non è necessaria. Rende il testo simile a un elenco, non facendomi apprezzare le descrizioni invece molto belle che fai dell'ambiente e dei pensieri della protagonista. Per riportarti un esempio: “Ma col passare degli anni le cose erano cambiate.
Il grigiore invernale la spaventava” l'argomento di cui si sta parlando (il tempo) non cambia, anzi: la frase si collega benissimo alla precedente, non c'è ragione di spezzare il discorso.
Questa scelta, soprattutto nelle prime righe, provoca anche un altro effetto sul racconto. Se ci fai caso, uno qualsiasi dei periodi iniziali potrebbe essere perfetto come incipit. Non c'è una netta distinzione fra il vero incipit, il secondo, il terzo e il quarto periodo; uno qualsiasi di essi potrebbe andare bene, perché ogni volta che vai a capo dai la sensazione di star intriducendo un nuovo discorso. Sembra che ci sia un continuo cambio di argomento, quando invece parli sempre della stessa cosa. Succede anche più avanti nel testo: “Il suo primo anno ad Hogwarts, durante il quale aveva conosciuto Ronald e Harry.
Quel periodo della sua vita le sembrava lontano anni luce [...]”
Il mio consiglio è semplicemente quello di riportare in alto quelle parti di discorso dove l'argomento non cambia, rendendo il testo più unitario, e quindi fluido. Nell'apportare questa modifica, non dimenticherei di sostituire qualche punto fermo con i due punti o il punto e virgola, ovviamente laddove l'occasione si presti a questo tipo di segni.
Anyway, ci tengo a dirti che non tutti i tuoi a capo disturbano la lettura. Ad esempio, qui ho trovato il suo utilizzo molto intelligente:
"Com'è possibile?", si era detta, "Ho solo..."
Sessant'anni.”
Penso di averlo letto con lo stesso tono shockato e inorridito della protagonista!
Altri errori:
- All'inizio, nella frase “al quale non avrebbe più saputo rinunciare” c'è un doppio spazio fra “più” e “saputo”;
- “Quel suono rilassante aveva il potere di metterla di buon umore, sapeva di casa, di intimità, di calore” dopo “buon umore” metterei i due punti;
- “[...] desiderando stupidamente che l'inverno passasse in fretta... L'ho fatto ogni, singolo anno” dopo i tre puntini di sospensione ci va la lettera minuscola. Credo si presenti più volte nel testo.
IC Personaggi: 5/5
Mi piacciono gli age gap. In questo contest ho avuto modo di leggerne un paio e di tipi diversi: il tuo mi ha portato avanti nel tempo, da una Hermione triste e malinconica, con gli occhi incupiti dal tempo che scorre inesorabile sulla sua pelle, sui suoi capelli ma soprattutto nel suo cuore. Nella maturità dei suoi pensieri ho ritrovato la piccola Hermione che abbiamo avuto modo di conoscere nei libri; la stessa che, nonostante la sicurezza apparente, nasconde dentro di sé una grande sensibilità.
Anche Harry l'ho trovato molto calzante con il personaggio della Rowling. Quando non sa cosa dire di fronte alle parole di Hermione che gli confida di temere la morte, lui si domanda indirettamente “Quali erano le parole giuste, quali i gesti affettuosi che potevano trasmettere conforto, in quei casi?”, è decisamente un pensiero - o pippa mentale? - alla Harry. Mi piace anche che tu abbia accennato al fatto che, contrariamente al padre, il figlio Albus Severus sia molto bravo con le parole, qualcosa che ci rimanda in parte ai grandi maghi da cui ha preso il nome. Infine, ho gradito molto anche i piccoli riferimenti ai figli di Hermione e al loro carattere, per quanto accennati e frutto della tua immaginazione.
Simple (uso del lessico): 10/10
Ho apprezzato molto l'uso che hai fatto del lessico. In particolare: la descrizione dell'arrendamento in casa di Hermione, con quelle statuette, vasi da fiori e souvenir depositati su ogni mobile come se, per riempire il suo vuoto, la strega sentisse il bisogno di accumulare più oggetti possibile; l'immagine del lampadario che, essendo costretto sul soffitto, si “salva” in un certo senso da tutto quel marasma; riguardo ai personaggi, l'uso di immagini molto chiare, come le gambe “ossute” di Hermione che, ammetto, non è facile immaginare ormai settantenne, e il suo collo talmente sottile da sembrare “carta velina increspata”, talmente delicato che Harry teme possa rompersi con niente; l'immagine di Hermione che, esausta per il suo sfogo, si calma “afflosciandosi” sul petto di Harry “come un filo d'erba calpestato”.
Memorable (originalità): 10/10 + Premio Memorable
Il modo in cui hai scelto di trattare il tema della morte è molto particolare. Hai preso la questione lateralmente, per poi renderla chiara solo a metà del racconto, attraverso una serie di immagini che mi hanno suscitato emozioni di diverso tipo, dalla tristezza al sollievo. Ti sei spinta oltre attraverso la scelta dell'age gap, raccontando qualcosa di inedito che, per quanto semplice, è stato comunque in grado di arrivare al punto senza troppe sbavature. Inoltre, il tipo di scena in sé è così dolce nel modo in cui è resa da rimanerti nel cuore. Penso proprio che mi ricorderò del tuo racconto. Troverai ulteriori approfondimenti in Fun to read.
Vince il Premio Memorable
Inviting to look at (titolo): 10/10
All'inizio non mi convinceva molto, ma dopo la lettura l'ho capito e apprezzato. Capirai meglio leggendo il punto successivo.
Fun to read (gradimento personale): 10/10
“Harry non seppe stabilire con precisione quando la strega iniziò ad urlare, ma avrebbe ricordato per il resto della sua vita il senso di impotenza e di smarrimento che quelle parole gli suscitarono, l'intensità del dolore vibrante di cui erano intrise, la violenza con cui rimbombarono dentro di lui.” Questa frase mi ha fatto innamorare della tua storia. È potente e significativa: ti proietta nella mente del personaggio e te ne fa vivere le tormentate sensazioni.
Ti dico la verità, all'inizio ero convinta di avere a che fare con un tema molto più leggero. Credevo che Hermione avesse paura di invecchiare semplicemente per una questione fisica. Il titolo stesso lascia passare il racconto come qualcosa di “giocoso” nonostante la presenza del termine “fame” che, tuttavia, trovo sia troppo comune e non abbastanza crudo da parlare di morte. È una parola che sento ogni giorno anche in contesti molto più tranquilli, non mi impressiona più di tanto.
Poi però, dopo aver capito su cosa realmente si concentra la storia, anche il titolo diventa improvvisamente più affascinante; capisci che i colori non sono altro che la metafora della giovinezza intesa come vita, qualcosa che Hermione ha sentito passare troppo in fretta e di cui vorrebbe cibarsi ancora a lungo.
Ho un debole per il tema della morte, è l'argomento a cui sono più sensibile. E il modo in cui tu hai deciso di trattarlo è dolce e amaro allo stesso tempo. In questo, il finale gioca un ruolo fondamentale: rende alla perfezione il senso di pace che, alla fine, accompagna Hermione nel suo Eterno Viaggio.
“Ho sempre aspettato con impazienza l'arrivo della primavera, desiderando stupidamente che l'inverno passasse in fretta... L'ho fatto ogni, singolo anno. Poi mi sono resa conto che avevo paura della velocità con cui l'inverno se ne andava, perché ogni volta che succedeva mi rendevo conto che un altro anno era passato...” c'è una grande morale in questo discorso, qualcosa di cui tutti troppo spesso ci dimentichiamo, e cioè che la vita va vissuta attimo dopo attimo. Fatalità, ci pensavo proprio qualche tempo fa: quando siamo giovani il tempo ci sembra infinito. Non ci preoccupiamo della vecchiaia perché la sentiamo come una cosa remota, facente parte di un'altra vita. In gioventù, i nostri problemi sono altri. Possono essere più o meno gravi a seconda del vissuto personale che abbiamo, ma sicuramente i problemi più frequenti, quelli che accomunano qualsiasi essere umano nell'età previa alla vecchiaia sono quelli più insignificanti, sciocchi e spesso – spessissimo anzi – insesistenti, frutto di fisime mentali.
Perdonami il pippone, mi sono lasciata un po' trasportare dalle emozioni. In aggiunta, voglio solo dirti che ho molto apprezzato anche i dialoghi: li ho trovati realistici e mai forzati, perfettamente attinenti ai personaggi e al contesto che li circonda.
Giudizio globale: 49/50 + Premio Memorable |