Recensioni per
Hui - Una Notte
di Ghevurah

Questa storia ha ottenuto 11 recensioni.
Positive : 11
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
19/08/16, ore 21:44

Ho la pelle d'oca, Ghev, mia cara.
Tu sai quanto il mio rapporto con Feanor sia complicato, di come io non riesca a perdonarlo per ciò che ha fatto e per ciò che, a lungo andare, hanno portato, ma ciò non toglie che sia uno dei personaggi più affascinanti del Silmarillion e che tu ti sia dimostrata stupendamente brava nella sua resa.
La citazione stessa sembra prendere vita dalla tua storia e non viceversa.
Questo viaggio introspettivo all'interno dell'animo del Noldoran mi ha fatto battere il cuore e mi ha lasciata veramente senza parole.
Già dalla prima immagine ho pensato che fosse spettacolare e, una volta tanto, non sono caduta in errore. è particolare, per non dire singolare, che le stelle nutrano invidia nei confronti dei Silmarilli ed è ancora più forte il fatto che Feanor si senta giudicato da loro e, in qualche modo, si senta in difetto sotto la loro luce pura. 
Poi vi è uno degli episodi che mi fa salire il "Perché Feanor? Perché?"
Vi è quasi una meccanica distorta in questo primo fratricidio: lui, che è abituato a ricercare e a ricreare la perfezione con le proprie mani, le usi per privare della vita la creazione più perfetta di Eru. 
Il confronto tra questi e il fratellastro è una cosa che avrei sempre voluto vedere o meglio il momento in cui il maggiore si rende conto di quanto alla fine siano uguali e il mio cuore non può che chiedersi per quale assurdo scherzo del destini se ne sia accorto solo quando entrambe le loro mani si siano macchiate di sangue.

---> " Poco importano le parole del tuo primogenito, capelli e mani di sangue, eppure ancora così leale, così puro d’animo (proprio come sua madre)."
Così infierisci sul mio cuoricino. Povero Nelyo. 
Questo è un'altro dei peccati di cui si è macchiato che davvero non posso perdonare. Con le fiamme che lambiscono le navi diventa cenere la sua autorità di re ed il suo essere padre, almeno a mio avviso.
Vedo, con profonda pena e voglia di cavarmi il cuore dal petto, che hai deciso di avvallare la versione della... Non riesco a dirlo T___T
No! No! No! No! Non posso accettare che uno degli Ambarussa sia perito nell'incendio delle navi... è troppo mai una gioia ç__ç
(Però, in un certo senso, bramo questa versione come punizione karmica per chi dico io U.U)
è annichilente constatare quanto il giuramento abbia preso il sopravvento sulla sua vita, sulla sua famiglia e sulle sue azioni.

Cosa dire ancora? Farti i complimenti sarebbe solo riduttivo.
La lettura di questa fanfiction mi ha letteralmente svuotata con la sua intensità e, allo stesso tempo, ha fatto fiorire in me la voglia di leggere di più su Feanor.
Con la promessa di ripassare al più presto, un bacio.
Ech

                          


P.S. Non mi è nemmeno passato per la mente un improperio per Feanor! Renditi conto di quanto mi abbia catturata la tua ff! 

Recensore Veterano
17/05/15, ore 10:09

Shakespearian quotations contest - II Edizione

1° classificato


Hui – Una notte” – Ghevura
 
Grammatica:9,65/10
Il testo è più che corretto, infatti io sono infelice perché ho pochissimi errori da segnalare.
“dove le stelle raggelano la notte invece di rischiarla” = un errore di battitura da imputare, immagino, all'antipatica correzione automatica. Penso che intendessi scrivererischiararla(-0,15)
“È stato incredibilmente facile, uccidere. Pura meccanica corporea, un connubio d’istinto e metodica” = quella virgola non mi piace, perché divide il verbo dal suo soggetto. Penso che tu l'abbia messa per dare alla frase la giusta intonazione, ma l'ambiguità poteva essere evitata costruendo la frase in modo diverso: uccidere è stato incredibilmente facile. (-0,1)
Ho segnato anche i punto, perché in quella sede avrei preferito vedere i due punti. Riconosco, però, che si tratti di una questione squisitamente soggettiva, quindi non lo considero come un errore.
“In molti si soffermano ad osservarle, a salmodiare preghiere seguendo le mappature di loro disegni astrali” = sono in dubbio su questa frase: io preferirei dei in luogo di di, ma dinon mi sembra scorretto. Quindi mi limito a segnalare la frase senza tenerla in considerazione ai fini del punteggio.
“hai compreso. Il tuo giuramento sarà sepolcro di fratelli strappati alla propria eternità” = in questo caso, invece, ritengo preferibile l'uso dei due punti invece del punto fermo, perché spieghi cosa ha compreso Fëanor. (-0,1)
 
Stile e lessico: 12/12
Non ho alcuna osservazione da fare. Lo stile che hai adottato è crudo e lapidario, evoca immagini potenti, ed è decisamente perfetto per raccontare una vicenda epica. Ciò che preferisco è l'eleganza che non si perde mai, neanche nelle descrizioni più truci. Alle volte, alcune scelte nell'andare a capo o continuare di seguito mi hanno lasciato perplessa ma, come per la punteggiatura, si tratta di una questione soggettiva.
Mi inchino, inoltre, all'ampiezza del tuo lessico: altisonante, in modo da adattarlo allo stile e alla vicenda, ma mai pesante o ridondante.
Leggere questa storia è stato un vero piacere.
 
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
Fëanor è un personaggio controverso e complesso, quindi mi piace molto in partenza. Ma mi piace ancora di più quando viene inserito in storie drammatiche e crude come questa, dove emergono il suo orgoglio e i suoi lati più oscuri. Ho davvero adorato la centralità che attribuisce al proprio giuramento, un'importanza tanto viscerale da diventare ossessione, che lo corrompe e lo logora, che lo spinge a compiere atti indescrivibili. Un ritratto molto ben riuscito.
 
Uso della quotation: 5/5
Quando ho letto “Personaggi: Fëanor” e mi sono ricordata quale citazione avevi scelto mi sono messa a saltare per tutta la stanza, incapace di contenere il mio entusiasmo. Ma certo, come non pensare a Fëanor? Mi sono sentita stupida per non averci pensato io stessa. È perfetto, non c'è altro da dire: si adatta splendidamente alla vicenda e non riesco a scrivere frasi dotate di più senso perché i miei feels interferiscono.
 
Gradimento personale: 14/15
Immagino si capisca che la storia mi è piaciuta, dall'inizio alla fine. Ho visto che è stata più volte segnalata perché sia inserita fra le “Storie scelte” del sito e ti auguro moltissimo che sia così, perché merita davvero.
 
Per un totale di: 50,65/52

Recensore Veterano
10/05/15, ore 00:13

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
lascio questa recensione nella speranza che la storia venga inserita tra le scelte, perché è una storia che merita infinitamente, una lettura che coinvolge appieno, che ci permette di entrare nel personaggio, di percepire le sue emozioni, di vedere coi suoi occhi. risultato nient'affatto scontato o facile, se prendiamo in considerazione il personaggio trattato, cioè Feanor, sicuramente uno dei personaggi più complessi e controversi della cosmologia tolkieniana. un personaggio che si può amare o odiare, ma che sicuramente non può lasciare indifferenti. in questa storia pare quasi al lettore, grazie all'uso della seconda persona singolare (scelta estremamente azzeccata in questo contesto)di avere un dialogo faccia a faccia col personaggio, di potergli parlare, tanto è reso vivido e palpabile. pare quasi di assistere di persona a tutte le tremende, difficili scelte che Feanor prende nella sua vita, al suo laceramento interiore, a come il giuramento lo corrompa e faccia sì che sacrifichi ciò che ha di più caro pur di andare avanti, ma nonostante ciò egli non si arrende, determinato fino in fondo a conquistarsi il diritto di essere libero, libero di soffrire e di essere causa della propria dannazione, perfino. ogni momento del cammino di Feanor è descritto con immagini brevi ma intense, delle rapide pennellate di colore, tanto che ce ne sentiamo coinvolti, vediamo snodarsi davanti a noi il genio di Feanor, la sua follia, la sua brama, senza che questa mai una volta venga giustificata, e noi non possiamo che rimanere basiti di fronte a un ritratto così ben riuscito di un personaggio tanto tragico e grandioso, che troppo spesso rischia di venire appiattito o banalizzato, mentre invece questa storia riesce a dargli il giusto peso e spessore, in ogni sua sfaccettatura. il lessico è altisonante ma non ampolloso o ridondante, assolutamente adatto al fondo "epico" della vicenda .
insomma, ritengo che questa, tra le storie che ho letto finora su Feanor, sia sicuramente la più bella, più profonda e più intensa <3
al fine di ciò, non posso che sperare le venga dato il riconoscimento che merita


Feanoriel

Recensore Veterano
04/05/15, ore 18:27

Come sai resto sempre senza parole di fronte al tuo Feanor maestoso e maledetto. Parole… Lui ci direbbe che certe parole sono”essenza di vita”. E alle tue sicuramente s’abbevera, questo fantasma gravido d’orrori e di rimorsi, fino a diventare vivo. Vivo e bellissimo, tagliente come lama. Una lama “assetata d’eternità”, dici. E le tue parole gli donano l’eternità del racconto. Vivo e feroce, con le mani grondanti sangue. E le tue parole gli donano il sangue delle creature letterarie più riuscite. Indimenticabile, con lo sguardo che ferisce al punto da costringerci ad abbassare gli occhi. Sull’abisso. Sul dolore. Sull’orgoglio di aver scelto “la libertà di soffrire”.
Sono davvero incantata da questa creatura contraddittoria, dalla sua voluttà di distruggere e di distruggersi. Dalla fermezza della condanna che si auto infligge: il giuramento. Unico punto fermo nelle volatili passioni, negli sguardi inquieti, di una notte che per il resto è “fuoco e cenere”.

Recensore Veterano
03/05/15, ore 14:55

Meraviglioso, Ghevurah, davvero!
Nonostante io non ami per niente il personaggio di Feanaro, ho trovato questa storia talmente bella e intensa che l'ho riletta più di una volta.

Hai descritto la fuga dei Noldor in maniera talmente vivida che sono riuscita a vedere con chiarezza ogni scena, ogni espressione dei volti, ogni piccolo dettaglio, come se lo avessi davanti agli occhi.
In più sei riuscita, attraverso il perfetto uso che hai fatto della seconda persona singolare, ha intrecciare tutto queste scene che si susseguono con l'introspezione di un personaggio complesso come Feanaro, mostrando il suo carattere e anche alcune sfaccettature nuove.

Innanzitutto mi ha colpita il momento in cui si apre il racconto: dall’uscita dalla città, dal momento in cui Feanaro volta le spalle alla sua città, e già in qualche modo a tutta Aman, per andarsene, senza guardarsi indietro, reprimendo con ferocia ogni pensiero o ricordo che potrebbe fargli cambiare idea.
Ogni cosa che vede, dalla luce della Mindon ai porti, per lui ormai sono solo immagini di quella che era una terra di pace e che ora non è più nulla per lui, se non una terra d’ombre fra tante, di cui non si sente ne vuole essere più parte.

Anche il disprezzo di Feanaro nei confronti dei Valar in questo racconto assume un intensità nuova, perché lo si può vedere crescere, diventare sempre più forte.
Significativo in questo senso è il passaggio in cui persino l’immortalità e la gioia degli elfi diventano una bugia dei Valar, di fronte alla facilità con cui i Noldor uccidono i teleri, loro fratelli, elfi come loro.

Ed è a questo punto che il giuramento che Feanaro ha prestato lo divora senza possibilità di scampo.
E angosciante vedere come diventi sempre più un pensiero fisso, l’unico.
Ne la tempesta che assale le navi appena rubate ne la Profezia del Nord lo toccano, ma peggio ancora non lo tocca più l’innocenza perduta dei suoi figli, la paura e i rischi che sta affrontando il suo popolo.
E qui ho visto tutto l’egoismo crescente di Feanor, (il motivo principale per cui non amo il suo personaggio), mentre diventa per lui allo stesso tempo una difesa, e un’arma.
Lui e il suo giuramento diventano e devono rimanere il centro di tutto e dei propositi di tutti, e Feanaro è pronto a condannare chiunque provi a protestare, a rallentare quella marcia.
E alla fine, inrealtà, una punizione Feanaro la infligge, sia alla sua gente, tagliandogli con crudeltà ogni possibilità di tornare indietro, ogni legame on la terra che hanno lasciato, e alla schiera di Nolofinwe abbandonandoli, considerandoli utili solo a stare nelle “gabbie dei Valar”.
E nella descrizione che hai fatto dell’incendio delle navi, ogni gesto e ogni motivazione di Feanaro si sente tutta quella crudeltà lucida e sottile che rende la scena ancora più inquietante, perché Feanaro sembra soddisfatto da queste azioni, da questo egoismo che è diventato l’unico sentimento che prevale in lui assieme all’odio per Morgoth che gli ha portato via i Silmarilli.
Una crudeltà che finisce per ricadere anche sui suoi sessi figli, trascinandoseli dietro nel fratricidio e nella fuga senza rimorsi, ingannandoli perché non si guardino indietro, fino a uccidere uno di loro, tutto perché ormai sono strumenti del suo giuramento.

Sei riuscita poi a descrivere con poche ma significative parole ogni espressione e ogni sentimento condiviso delle schiere dei Noldor, tanto da far emergere anche loro tra le tante immagini i questa storia, e questo mi è piaciuto tantissimo.

E a proposito di personaggi, mi è piaciuto moltissimo anche quel momento in cui Feanaro finalmente guarda i suoi fratelli.
Li guardi perché ora lo seguono, perché sono fratricidi come lui, ma li guarda, e guarda in particolare il fratello che resta, Nolofinwe.
Mi ha davvero colpita il modo in cui ti soffermi su Feanaro che sembra per un attimo accettare in maniera contorta quella somiglianza tra lui e Nolofinwe, come se veramente per un attimo avesse smesso di odiarla e avesse voluto davvero notarla, fino all’ultimo dettaglio.
Ma l’egoismo e il giuramento distruggono anche questo, e quell’attimo sembra ridursi a un niente, a un attimo da rifiutare come mai esistito.

E alla fine l’ultimo, peggiore momento di questa fuga, quel momento che non ho mai perdonato a Feanaro: la morte di Ambarussa, unita all’incendio delle navi fatto di nascosto, all’insaputa di quel popolo di cui gli piace tanto dichiararsi re.
Mi ha colpita tantissimo il modo in cui hai inserito quell’unico, devastante attimo di consapevolezza e di rimorso di Feanaro subito dopo la descrizione, ancora più fredda da questo punto di vista, dell’incendio delle navi: ha dato al tutto un effetto ancora più intenso e straziante, soprattutto perché, svanito quel momento di dolore, tutto ritorna come prima.
Feanaro va avanti, convinto di aver fatto tutto ciò che è giusto fare per se stesso e per il suo popolo, ma soprattutto per il giuramento.
Ha finito per soffocare non solo i ricordi della sua famiglia, ma persino di suo padre, uqel padre che poco prima era così ansioso di vendicare.
Sta già scontando la condanna del suo giuramento e della Maledizione di Mandos, ma non se ne rende conto, e non se ne renderà conto nemmeno in punto di morte.

Tantissimi complimenti, Ghevurah: è una storia stupenda, resa ancora più vivida dalla seconda persona singolare, e ricchissima di accenni e di attimi che hai saputo tratteggiare in maniera perfetta e intensissima, rendendo giustizia non solo al carattere di Feanaro ma anche a tutto ciò che lo circonda e a tutti coloro che questi suoi atti hanno toccato.
Il racconto della fuga dei Noldor è un racconto straziante, e tu in questa storia sei riuscita a conservare quell’atmosfera di angoscia e di ineluttabilità, e soprattutto a trasmettere tutta la disperazione, il dolore, la rabbia, la paura di questi episodi, mantenendo allo stesso tempo tutta la complessità che si nasconde sotto il rapido racconto che viene fatto nel Silmarillion. Complimenti davvero!

Spero davvero di leggere presto altre tue storie come questa, perché è stupenda!

A prestissimo!
Tyelemmaiwe

Recensore Master
03/05/15, ore 11:36

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
E' con scrittura potente e istintiva, a tratti pregna d'un lirismo d'altri tempi, carica di sentimento e passione, che l'autrice narra questa storia.
Una storia che somiglia a un canto: un canto glorioso e tragico, come il personaggio di cui qui si racconta.
Feanor è infatti, tra i numerosi personaggi che popolano il vastissimo legendarium tolkieniano, forse il più controverso, il più discusso. Il meno facile da trattare senza cadere nel mero cliché.
Il ritratto che l'autrice ne fa in questa breve one-shot è splendido eppure impietoso, meraviglioso e terribile a un tempo.
Non vi è, nelle sue parole, alcun intento di giustificazione nei confronti di un personaggio che è traditore, fratricida, assassino perfino di suo figlio. Nulla è tralasciato, delle terribili gesta di questo grande sovrano. Eppure la sua grandezza, il suo profondo dolore, la tragicità di questo personaggio rimangono palpabili, dolorosamente palpabili.
In conclusione, trovo che questa sia la miglior storia su Feanor che abbia mai letto e non posso che augurarmi di vederla inserita tra le "scelte".
Grazie per l'attenzione

Melianar

Recensore Junior
02/05/15, ore 19:37

Fëanor ci viene presentato come il più grande tra tutti i figli di Iluvatar, e potrei essere d’accordo se solo riuscissi ad abbattere quella barriera che idealmente separa il bene dal male. Purtroppo, però, leggendo di lui mi è sempre stato impossibile farlo. Nella mia ingenua visione di Arda la grandezza non risiede nella capacità di maneggiare una spada o di perseverare nelle proprie convinzioni, ma nelle ragioni per cui quella spada viene sguainata e nella fondatezza dell’ideale che la anima. Le smisurate doti possedute da Fëanor lo portano a compiere imprese eccelse che, per lo più, non verranno mai eguagliate, eppure egli è schiavo dei propri desideri, succube del proprio infinito orgoglio, incapace di arginare il fuoco che divora lui e la sua progenie e che accompagna le sue gesta disseminando morte. E’ questo Fëanor per me, una contraddizione, un mix esplosivo di intelligenza, coraggio, caparbietà, superbia, crudeltà, un paradossale connubio tra quella perspicacia estrema che solo raramente ho ritrovato nei Primi Nati e la scarsa empatia verso i suoi simili. Perché, alla fine, per Fëanor contano solo sé stesso e ciò a cui il suo cuore anela, sia esso giusto o sbagliato. Da qui i caduti di Alqualondë, i cadaveri dell'Helcaraxë e la rovina che si abbatte sui suoi figli e che i suoi figli scatenano in nome del giuramento. Egli ricorda i morti causati dalle proprie azioni e osserva le navi che bruciano insieme alla fiducia di coloro che lo hanno seguito, eppure non si pente. Non vuole, o forse non può.
Ciò che più ho apprezzato in questo tuo racconto è stato proprio l’emergere di questa palese incapacità di Fëanor di fermarsi e la sua definitiva resa a quel futuro ove lo attendono “solamente reliquie cineree sotto stelle superbe”. L’associazione con l’Amleto è, in quest’ottica, più che pertinente e la citazione iniziale perfetta, lo stile fluido ed elegante e adeguato ad ambientazione e personaggi. Bellissimo lavoro, di sicuro uno dei migliori che abbia letto in merito a questo personaggio dalle mille sfaccettature e dalle molteplici interpretazioni. Un personaggio che può essere amato o odiato, ma che difficilmente lascia indifferenti. I miei complimenti!

Recensore Master
02/05/15, ore 11:49

Nonostante non sia il mio preferito, Feanor è un personaggio dei più complessi che io abbia mai incontrato nelle mie letture.
La tua è una ff che rispecchia fedelmente questo carattere così ostico da comprendere a fondo, e lo fa con uno stile molto simile a quello Tolkieniano.

Per quanto abbia fatto tutto quel che ha fatto -uccidere, ingannare, abbandonare, bruciare - ha intaccato il suo animo dal pentimento solo per un istante. Ma il gioramento è molto molto più forte, anzi, non ha fatto che accrescere quella "supremazia" che Feanor ha voluto per sé, rinnegando addirittura i Valar.
Eppure coglie la fedeltà che i suoi seguaci gli offrono, e l'importanza che i Silmaril hanno.

"Il tuo giuramento sarà sepolcro di fratelli strappati alla propria eternità."
Questo giuramento ha creato vittime, e ne creerà ancora, ed è raccapricciante il modo in cui non si fa scrupolo di trascinare anche i suoi figli in quella perpetua maledizione.
Riconosce la purezza di Maedhros, eppure non pensa che la fedeltà venga meno grazie all'amicizia.

Per tutti i Valar, i miei complimenti più sinceri! Va dritta nelle preferite! :D

Recensore Veterano
01/05/15, ore 19:28

ed ecco, finalmente riesco a recensire! l'avevo letta a qualcosa come l'una di notte, ma morivo dal sonno D:

venendo a noi, grazie, grazie, grazie un migliaio di volte, mia cara! non hai la più pallida idea di quanto questa storia mi faccia piacere, non solo perché le storie sull' Uomo della Mia Vita (ah, Feanaro <3) nel fandom italiano sono decisamente troppo poche, ma anche perchè è una storia incredibilmente bella, che riesce a dare a Feanor il giusto peso e spessore che si merita, senza mai appiattirlo o banalizzarlo, come invece è facile come un personaggio tanto complesso come lui è. lo ripeto ogni santissima volta che ti recensisco, lo so, ma davvero, il modo in cui riesci a far entrare nella mente del personaggio, a dipingere con poche ma intense frasi un'idea, un personaggio, un'emozione, è davvero evocativo, e tocca il cuore. ancora una volta <3
all'inizio, quando Feanor è in marcia col suo esercito, quando sente per qualche istante il rancore assalirlo, quando sa che forse sta andando incontro alla rovina, ma si rifiuta di voltarsi indietro, è qualcosa che non farebbe mai, e ripercorre tutta la propria vita, tutto ciò che ha fatto per arrivare lì, tutti i crimini che ha commesso.  ecco, quando parli del Fratricidio, di come Feanor rifletta su come per lui sia stato automatico uccidere, e il vedere creature immortali morire sotto la sua spada, tanto che l'immortalità gli è parsa l'ennesima menzogna, mi sono davvero sentita stringere il cuore, così come quando si ritrova a faccia a faccia con suo fratello, quel fratello che ha sempre odiato, eppure che è, in quel momento, qualcuno che ha condiviso con lui un terribile crimine.ma allo stesso tempo, lucido e metodico nella propria follia,  lo trova sacrificabile quando si decide ad attraversare le navi senza di lui, e addirittura mente ai propri figli, quegli stessi figli che ha fatto in modo che si macchiassero dei suoi stessi crimini, ricordando il giuramento.
mi ha commosso l'accenno a Nelyafinwe, così come il modo in cui l'hai descritto, è incredibilmente evocativo, così come il fatto che non sia ancora del tutto corrotto ... ma il pezzo che mi ha davvero fatto piangere è stato quando Feanor scopre qual è stata davvero la più empia delle sue azioni, quando scopre che anche Ambarto è morto nel rogo delle navi. il momento in cui prova rimorso per ciò che ha fatto, in cui ha la consapevolezza dell'orrore delle proprie azioni, che quasi rischia di sopraffarlo, ma è solo un istante, e poi soffoca nuovamente quelle sensazioni, ricordando il giuramento, ecco, mi hai davvero spezzato il cuore, altro non posso dire <3
piccola osservazione, poi la chiudo con gli sproloqui ... ecco, io non sono un'amante dei periodi tra parentesi, trovo che la lettura sarebbe un po' più fluida se tu le eliminassi ... ma mi rendo conto sia una cosa parecchio soggettiva, quindi fa un po' tu ^^
ecco, ora la pianto davvero. posso solo dire, grazie mille per questo bellissimo racconto, credo sia il più bello che ho mai letto finora su Feanor, assolutamente toccante e vivido, che scava a fondo nel personaggio<3
un bacio,

Feanoriel 

Recensore Master
01/05/15, ore 12:52

Non so cos'altro dirti, se non grazie. Grazie, dal più profondo del mio cuore.
Conosci già l'amore sconfinato, incondizionato, folle, forse, che nutro nei confronti di Feanaro. Ed è alla luce di questo amore che ti dico che questa è, forse, tra tutte le fanfiction che abbia mai letto, quella in cui l'ho sentito più vicino, vivo, ardente di quel suo fuoco che crea e distrugge al tempo stesso.
Ho le lacrime agli occhi e non riesco a frenarle... Sul serio, è un lavoro magnifico.
Non so dirti cosa mi abbia colpita di più, se il sentimento di ribellione nei confronti dei Valar che tu hai così sapientemente descritto, o gli accenni a Nolofinwe e al popolo tradito (o traditore? Lo si può vedere sotto una doppia luce, dal mio feanorianissimo punto di vista) o le poche, efficacissime parole spese nel caratterizzare Nelyo "capelli e mani di sangue"... Quanto è evocativa, quest'immagine? Quanto, di una veridicità struggente, che fa male.
Per non parlare del delicatissimo, terribile accenno alla morte di Ambarto: quell'onda di rimorso, potentissima e fuggevole, è ben più che palpabile.
E le navi che paiono meno bianche ora che sono in mano ai fratricidi... Non so, Ghevurah, hai saputo utilizzare immagini incredibilmente giuste, forti, perfette.
la scrittura è incalzante, rapida, pare quasi il fluire di una canzone, un canto glorioso e infinitamente tragico.
Non ho altre parole, se non, ancora, un sentitissimo ringraziamento per questo meraviglioso gioiello.
Un abbraccio forte
Melianar
P.S.: detesto diventare così orrendamente prosaica, ma io e la pedanteria andiamo a braccetto come due vecchie amiche XD pertanto leggendo ho pensato: non sarebbe meglio utilizzare il termine "Noldoran", per designare il re dei Noldor? Ingaran dovrebbe essere un attributo relativo a sire Ingwe, se ben ricordo.

Recensore Master
01/05/15, ore 00:29

Oh mio Dio.
Non ho parole, veramente. Ho già spento il computer e questa l'ho letta da cellulare, due secondi prima di spegnere anche quello. Ti chiedo quindi già scusa per la brevità della recensione.
Non ho mai letto nulla del genere. Di così istintivo e allo stesso tempo curato. Uno sfogo dici tu ed effettivamente traspare e la rende unica, appassionata, spietata... bellissima. Finisce nelle preferite in un battibaleno. Ho sempre nutrito sentimenti contrastanti nei confronti di Feanor (come penso sia normale) e la mia visione si rispecchia perfettamente nella tua. Sai cosa ho adorato? Il fatto che pur conoscendo tu estremamente bene le vicende, sia comunque riuscita a staccarti dallo stile prettamente Tolkeniano, personalizzando il tutto, interiorizzandolo. Amo alla follia la seconda persona inoltre, e trovo che qui sia ampiamente servita allo scopo.
Sono seriamente e profondamente ammirata Ghevurah, davvero.
Grazie.

Un abbraccio,

Benni