Recensioni per
Nella mia oscura luce
di Jordan Hemingway

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
15/06/15, ore 20:05

Terza classificata al contest "The darkest side of me"
Grammatica e sintassi: 20/20 
Stile e lessico: 15/15 
Attinenza al tema/utilizzo della citazione: 9,5/10 
Sviluppo della trama/originalità/gradimento personale: 9/10 
Approfondimento dei personaggi/IC: 10/10 
bonus: +1 
Totale: 64,5/65 +1 
Grammatica e sintassi: 
Grammatica e sintassi sono davvero eccellenti, così come anche la punteggiatura. L’unica cosina che mi sento di segnalarti è la mancanza di una virgola prima del complemento di vocazione in questa frase: 
La paura, non è vero Theta? 
Per il resto, non ho trovato la minima imprecisione. 
Stile e lessico: Stile e lessico sono accurati e armoniosi. Lo stile non risulta mai né troppo colloquiale né pesante, né frettoloso né troppo lento. È equilibrato e scorrevole, e cambi tono a seconda dell'atmosfera, rendendolo vario e dinamico. Non eè mai piatto, non cala mai di tono.
Anche il lessico è armonioso: compi scelte lessicali azzeccate, senza esagerare in nessuna direzione. Hai un vocabolario ricco e ampio, e dimostri di saperlo padroneggiare alla perfezione. 
Attinenza al tema/utilizzo della citazione: 
Mi piace molto l’idea di inserire nel testo un richiamo diretto al tema del contest: rende evidente il legame fra frase e storia, rafforzandolo. 
Mi piace anche il fatto che sia anche il Tardis, oltre al Dottore, ad avare un lato oscuro. Il Tardis che è reale, vivo, che ha una volontà e un rapporto con il Dottore che non può essere paragonato a nient’altro in tutto il tempo e lo spazio. E scoprire poi che, in realtà, il lato oscuro è anche del Dottore e questo ci è stato svelato fin dall’inizio. Nascosto, così da permetterci di accorgercene solo alla fine, proprio come nella serie. E così il rapporto fra il Tardis e il Dottore diventa un incontro-scontro di oscurità: il Dottore con le sue colpe, il Tardis con altrettante colpe in quanto compagno di viaggio più fedele e forse, proprio per questo, più colpevole. 
L’unica cosina è che, forse, fra le varie riflessioni di cui si compone la storia l’accento non è totalmente su questo lato oscuro. Cioè, il tema è indubbiamente rispettato, ma servono un paio di riletture per cogliere appieno il significato della storia, poiché i pensieri in sequenza sono molti e quello che dovrebbe essere l’argomento principale è un po’ dispero da considerazioni che si frappongono fra una riflessione inerente al tema e l’altra. 
Sviluppo della trama/originalità/gradimento personale: 
Ho trovato incredibilmente originale e azzeccato l’uso dei modi, dei tempi, dei generi: è audace, e mi piace. Funziona. Funziona perché attribuisce la voce narrante al Tardis con un legame indissolubile, rende la narrazione proprio sua, espressa da un punto di vista irripetibile. La rende completa, dandole spessore, perché è una scelta che ti permette di esprimere qualcosa del Tardis senza usare descrizioni, semplicemente “parlando”. Lo rendi vero e vivo, pensante, con la sua concezione del tempo e dello spazio che non è per nulla simile a quella umana. Mi piace moltissimo. Forse le due parti del dialogo interiore non sono proprio legate in modo lineare, nel senso che il “salto” è un pochino intricato, un pochino spiazzante all’inizio, e le riflessioni in generale non sono legate in modo fluidissimo, ma il lavoro è comunque molto ben riuscito. 
Approfondimento dei personaggi/IC: 
Trovo eccellente il lavoro di approfondimento che hai fatto. Dalla scelta del punto di vista alla sua trattazione: decidere di raccontare dal punto di vista del Tardis è una scelta molto, molto coraggiosa, e risulta molto ben sviluppata. Sei davvero riuscita a attribuire al Tardis una voce, unica e personale, che rispecchia perfettamente quello che vediamo nell’episodio in cui lo vediamo “interagire” e parlare. 
Il legame con il Dottore appare perfettamente evidente, sviluppato in modo eccellente e molto, molto ben approfondito: questa dinamica di “chi ha rubato chi” e di opposizione fra “chi vive troppo a lungo” è eccellente; il modo in cui il tardis conosce il Dottore come nessun altro lo conosce è bellissimo. Conosce il suo lato oscuro, conosce verità che forse nemmeno il Dottore vuole conoscere su di sé. L’ha accompagnato – rubato- dall’inizio, è stato esso stesso l’inizio di tutto. L’ha accompagnato e lo accompagnerà per sempre, anche se ha visto il suo lato peggiore. Anche se, forse, “per sempre” è un po’ troppo tempo.