Recensioni per
Pace Dorata
di tyelemmaiwe

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
01/04/16, ore 15:40
Cap. 1:

Ciao Tyel, eccomi finalmente con un po' di tempo per commentare questo gioiellino.

Una storia davvero particolare per il tema che hai scelto, molto curata nei dettagli, e dallo stile corretto e scorrevole.

Nella parte iniziale sei molto brava a descrivere il desiderio (il bisogno proprio) di luce che pervade l'animo di Calandil, riesci a renderlo tangibile e reale per il lettore, che non può fare a meno di immedesimarsi.

Poi, quando introduci Ondorwe, ci presenti un personaggio completamente diverso, ma altrettanto verosimile. Sempre tramite gli occhi di Calandil (e qui ti faccio i complimenti per come gestisci la terza persona soggettiva), riesci a comunicare perfettamente la passione che accende il cuore di Ondorwe. Metti in evidenza molto bene la differenza tra la natura contemplativa del Vanya e quella curiosa del Noldo.

In pochi paragrafi, insomma, tratteggi due personaggi molto credibili e interessanti. Tra l'altro, la scelta accurata dei loro nomi dà un contributo non da poco alla loro verosimiglianza.

Dal loro confronto, poi, emergono altre differenze, ma soprattutto si scopre la profonda amicizia che li lega e che, sembra, riuscirà a resistere anche alla loro separazione.

Mi ha molto colpito come Calandil sia stato così segnato dalla sua vita priva di luce (e dalle difficoltà che questa comportava, dai timori, dalle paure) da volerne rinnegare persino il ricordo. Sembra, inizialmente, disposto anche a rinunciare ai ricordi belli pur di eliminare completamente l'oscurità dalla sua vita. C'è bisogno dell'amico per ricordargli che nella loro giovinezza non c'è stato solo dolore e spavento, ma anche tanti momenti indimenticabili che hanno reso la loro amicizia quello che è.

Sembra quasi emergere il paradossale concetto che la paura ancestrale del buio, invece di diminuire, non faccia che aumentare quanto più ci si allontana da esso. Calandil, per superare la sua paura dell'oscurità ha bisogno di sempre più luce, come fosse una vera e propria assuefazione!

Basterà, alla lunga, andare ad abitare alla luce diretta degli Alberi, sotto le stesse fronde di Laurelin? Giustamente Ondorwe dice: "Non potete vivere solo di questa luce, o finirà per offuscare tutto, persino voi stessi.”

Il mio animo è molto più Noldo di quanto sia Vanya, curioso, irrequieto, perennemente teso alla ricerca della perfezione (e quindi perennemente insoddisfatto, ahimé), e il tuo Ondorwe ha la mia simpatia, non lo nego, più di Calandil. Ma questa non è certo materia di recensione… è piuttosto il segnale che devo concludere prima di partire con voli pindarici alla Los!

Dunque, conclusione.
Hai portato alla vita due personaggi veri e credibili, hai costruito un racconto curato e interessante, hai trattato un argomento originale e l'hai fatto con una scrittura priva di sbavature (e un ordine nel disporre il testo che non guasta mai).

Davvero un ottimo lavoro. Grazie per aver condiviso!

Los

Recensore Junior
18/10/15, ore 17:40
Cap. 1:

Questa OS mi ha colpito tantissimo perché mi trovo davvero in difficoltà quando si tratta di immedesimarmi in Vanyar o Noldor (infatti di solito vado diretta per i Sindar, sono più TeamThingol!): ho un ammmore spropositato per gli alberi di Valinor ma anche per quanto riguarda lo studio delle lingue, la conoscenza, la curiosità dei Noldor e la loro voglia di imparare e sperimentare.
Due dei miei "elementi" preferiti del Tolkienverse sono proprio Laurelin e Telperion, però a differenza di Calandil mi ha sempre affascinato di più la luce dell’albero d’argento. ;)

E’ struggente questa amicizia che è nata insieme agli elfi stessi in Cuivienen e rimane salda col passare del tempo, anche se le diverse inclinazioni di Vanyar e Noldor porteranno i due a separarsi e continuare la propria vita in luoghi differenti… con la consapevolezza che la felicità dell’altro è più importante del proprio desiderio di vederlo restare, nel caso di Ondorwe.
In fondo come si può essere davvero contenti di avere accanto un amico che soffre perché preferirebbe vivere più vicino alla luce di Laurelin, capace di scacciare quelle paure che negli anni si sono fatte strada nel suo cuore?
Insomma, gli argomenti di entrambi sono validissimi e come succede nelle migliori storie mi riesce praticamente impossibile parteggiare per un elfo in particolare, perché -come nella vita reale- non sempre è così facile decidere di schierarsi a favore di uno o dell’altro.
Brava, davvero!

Recensore Veterano
31/08/15, ore 18:01
Cap. 1:

Tyel!
Temo di non averti detto abbastanza volte quanto sono felice di leggere qualcosa di tuo (finalmente!), perciò te lo ripeto ancora una volta: che bello leggere una tua storia! Temevo non avresti mai condiviso i tuoi scritti, ma per fortuna mi hai smentita e non posso che fare i salti di gioia per questo 

Andiamo con ordine, che è meglio e non ci perdiamo :P

Il momento che hai scelto di raccontare è assolutamente inaspettato! Non avevo fatto ipotesi su cosa stessi scrivendo, perché non sono capace a fare pronostici, ma se ne avessi fatte, avrei sbagliato. 
Penso erroneamente che non ci sia nulla di interessante sulla "separazione" tra Vanyar e Noldor, ma mi hai dimostrato che non è così e nel mentre hai sottolineato la sostanziale differenza tra le due stirpi. La stessa intro della storia sembra descrivere alla perfezione come devono sentirsi i Vanya nei confronti della luce e cosa li ha spinti ad andare sotto le gonne di Manwe e Varda, e ancora durante la storia vediamo i motivi particolari di Calandil, in cui si sente l'eco dello "spirito Vanyarin", in opposizione a quelli di Ondorwe che sono così Noldorin che, bon, non c'è proprio niente da discutere. L'assenza dei Teleri in tutto questo mi sembra abbastanza esemplificativo di come si sentano riguardo tutta questa storia della luce, dei "prodotti" della terra e cose varie. Loro vogliono stare al mare :P
(e mi piacerebbe leggere qualcosa di tuo sui Teleri, visto che ormai li associo a te XD sarà anche colpa del tuo nick!)

Quante volte, mi chiedo, si sono confrontati Calandil e Ondorwe sulla decisione del primo di partire per Valmar? Sembra una di quelle discussioni che non si stancheranno mai di fare e su cui non troveranno mai un accordo perché sono così diversi, in quanto propensioni, interessi e modo di sentire, che per quanto accettino l’uno la scelta dell’altro, forse penseranno sempre (sotto sotto e non consciamente) di aver fatto la scelta migliore e vorranno sempre che l’altro avesse compiuto la loro stessa decisione. 
Dall’esterno, capisco le ragioni di entrambi e non me la sento di biasimare nessuno dei due. Calandil si sente vivo e al sicuro solo alla luce di Laurelin, Ondorwe cercando pietre preziose nelle montagne, ognuno ha compiuto la scelta più giusta per sé. Mi stringe il cuore sentire i ricordi di Calandil dei tempi al Cuivienen, il suo desiderio di dimenticare del tutto che esista altro al di fuori di Valinor, mi mette addirittura tristezza questo suo desiderio ma si sente la sofferenza che gli porta la semplice consapevolezza di un mondo di buio al di fuori di Aman.
E trovo adorabile il modo in cui Ondorwe percepisce la “fuga” di Calandil da Tirion e come cerca di mostrargli le meraviglie al di fuori della luce da cui Calandil gli sembra tanto ossessionato. Adoro tutte quelle battute che fanno capire come la pensi a riguardo (Laurelin non si spegne, se smetti un momento di guardarla.Non potete vivere solo di questa luce, o finirà per offuscare tutto, persino voi stessi.) e la sua genuina incomprensione per i motivi di Calandil.

Quello che mi ha fatto più tenerezza sono i ricordi che condividono Calandil e Ondorwe e mi è sembrato quasi di vederli giocare insieme da bambini e poi da ragazzini (e mi entusiasma in generale trovare una buona corrispondenza con quello che immagino anch'io dovesse essere il periodo al Cuivienen, awwwww!).
È interessante come per Ondorwe i ricordi dei periodi bui siano una piccolezza rispetto a tutti i momenti divertenti passati col suo amico, mentre per Calandil... se fosse per lui, estrapolerebbe quei ricordi dal contesto in cui sono capitati, qualsiasi cosa pur di dimenticare il buio e la paura, ma non so, secondo me perderebbero la loro magia senza l'oscurità che regava quando li hanno vissuti.

Senza dubbio, le paure di Calandil sono così umane, così comprensibili, che mi viene difficile essere troppo dura con lui, anche se mi fa tenerezza come Ondorwe si senta un po' tradito da questa partenza e dal modo di Calandil di affrontare il passato. Vuole che lui sia felice, ma allo stesso tempo non crede che la felicità sia nell'accecarsi alla luce degli alberi.

Se non altro, questo incontro si conclude con una promessa di rivedersi e questo mi rincuora un po' :°) Magari in un loro secondo incontro si sentiranno più vicini di quanto si sentano ora.

Oppure... Ondorwe seguirà i Noldor nella Terra di Mezzo? D: Visto che sai tutto di lui, mi aspetto che tu sappia anche il suo futuro :P (/joking)


Devo dirti che quando Calandil si è distratto e ha smesso di ascoltare Ondorwe avrei voluto tirargli una testata da parte di Ondorwe XD Voglio dire, che diavolo, ti sta parlando il tuo amico e tu non lo ascolti! Ma pazienza, sappiamo che questi Vanyar sono tanto belli e sbrillucc e hanno la testa vuota (joking :°D) e, vabbè, poi non è che tutti sono perfetti ed è una cosa piuttosto realistica per quanto umanamente sgradevole, ma i personaggi perfetti sono la noia fatta parole e quindi ben venga Calandil che si perde dietro gli sbrillucc, nessuno è bello, perfetto e nobile d'animo e tutti abbiamo difetti!
Ciò non toglie che una testata da amica gliela tirerei ❤️ 

Una cosa interessante che ho notato in una seconda lettura è, nella frase iniziale, come Calandil pensi che sia Laurelin a "trarre" riflessi dal marmo, quando sono convinta che un Noldor avrebbe detto che la luce li valorizzava, sottintendendo che i riflessi erano lì con o senza luce di Laurelin. Non so, questa scelta mi sembra sottolineare molto bene il modo in cui i Vanya (nella persona di Calandil in questa storia) vedano la luce: come qualcosa che tira fuori il meglio da quello che tocca, così come ha tirato fuori di Vanya dal terrore della notte che li tormentava al Cuivinenen.
Riflessione così, lol, ma rileggendo mi sono fermata alla prima frase colpita da questa cosa e ho dovuto condividerti questo pensiero, perché so che apprezzi :D

Spero di non aver dimenticato nulla, è decisamente una storia che fa riflettere sui motivi dei Vanyar (alleluia!) e dei Noldor, ma soprattutto dei Vanyar. Era una storia che non sapevo di voler leggere, ma che ora mi ha dato di sicuro la possibilità di guardare alle motivazioni dei Vanyar senza farmi distrarre dallo sbrillucc dei Noldor e da quell’aria appena civilizzata dei Sindar.
Ne sono davvero contenta, perché sui Vanyar sono curiosa e vorrei fermarmi più spesso a pensare a loro, perciò grazie di questo racconto :*

Ti consiglio di riguardarti l'impaginazione, più che altro perché ci sono maiuscole e a capo dove non dovrebbero esserci. Non che questo influisca troppo sulla lettura, ma sono pignola e grafica e ci tengo a queste cose, quindi dovevo proprio segnalartelo ^^"


Bon, mi son fatta desiderare, ma finalmente ce l’ho fatta! Dovevo assolutamente spendere due paroline su questa storia ❤️

A risentirci,

Kan

P.S.: suggerimento per il genere: Introspettivo potrebbe starci? I pensieri e le emozioni di Calandil e Ondorwe fanno da padrone e Generale è davvero troppo… generico per questo racconto, ci vorrebbe quasi un genere apposito :P

Recensore Veterano
20/08/15, ore 18:55
Cap. 1:

la prima storia della mia Tyel, e io la commento in ritardo mostruoso @__@
scusa dear, ora ce la fo a lasciare un commento <3

comunque, come credo di averti già detto, questo è stato davvero un grande esordio! *///* sono stata entusiasta di leggere qualcosa di tuo, penso che tu abbia davvero un bello stile, semplice ma anche molto attento. è una cosa che mi fa piacere :D
ti dirò, non mi sarei mai aspettata che avresti scritto su questo momento! è una parte del Silma che in genere tendo a scordare, sarà che sono altri i momenti che mi attirano, sarà che non essendo scoppiati tutti i casini delle circostanze non è una parte che m interessi XD
comunque mi piacciono i personaggi che hai descritto, li trovo molto verosimili e molto ben calati all'interno del contesto, e trovo che tu abbia reso perfettamente le differenze che intercorrono tra i due popoli tramite questi due amici. mi piace come ti sia concentrata sul fatto che Calandil ( e i suoi simili) siano così tanto attratti dalla luce, che  a loro non interessi il mistero e il fascino che porta con sè Telperion bensì solo e unicamente il fulgore e la chiarezza di Laurelin. mi piace come hai descritto Ondorwe, il suo entusiasmo e la sua curiosità nello scoprire quelle gemme dentro le miniere dei Pelori (e ok, ogni volta che leggo quel pezzo mi viene in mente quanti casini han poi portato le gemme ai Noldor :PPPPPPPPPP)
bello anche il dialogo successivo tra i due, dove emergono tutte le differenze tra i due popoli. Calandil vuole vivere nella luce, quasi potesse dimenticare per sempre il buio e la paura, non è curioso verso ciò che lo circonda e desidera solo la felicità e la pace, anche a costo di lasciare ogni altra cosa (ok, l'hai reso perfettamente, è una cosa così "Vanyarin" che mi fa ricordare perché io detesti i Vanyar, tra le altre cose >_<), invece Ordorwe sa benissimo che può essere felice solo e unicamente col piacere della scoperta, che niente avrebbe più senso se non fosse per la voglia di esplorare e di scoprire ...
il momento che più mi è piaciuto però è quando parlano di Cuinivien, hai reso perfettamente il terrore dell'antico elfo di fronte al buio e ai mostri che vi strisciavano dentro, e il fatto che gli sembrasse che perfino le stelle non potessero sconfiggere del tutto l'oscurità ...e bello anche quando Ondorwe ricorda all'amico che a Cuinivien c'era sì l'ombra e il terrore, ma anche i bei momenti passati assieme nella loro infanzia, quando giocavano e ridevano nell'acqua ..  è bello vedere come comunque si separino da amici, nonostante la differenza di opinioni, e sappiano che la loro amicizia perdurerà .. davvero una bel racconto, l'ho trovato molto ben congegnato e reso benissimo, specie le parti su Cuinivien ^_^
solo una cosa, ti faccio una piccola costatazione, ho visto che vai a capo quando non servirebbe, cioè dopo i dialoghi, come qui “E io desidero che questa felicità tu non la perda mai.”

Disse Calandil, con un sorriso. "
ecco, sarebbe più corretto scrivere: " 'E io desidero che questa felicità tu non la perda mai' disse Calandil con un sorriso". si tratta di un errore di battitura, assolutamente correggibile e perdonabile, ma rende il tutto più scorrevole :D
comunque, la storia mi è piaciuta davvero tanto e davvero complimenti, ottimo esordio! *///* spero che scriverai altro (magari su Finrod Felagund XD)
a presto carissima <3

Feanoriel

Recensore Junior
15/08/15, ore 15:46
Cap. 1:

Ciao, Tye! Che bella sorpresa aprire Efp e trovare una tua storia e che piacere poter leggere dei tempi antichi! Hai affrontato un argomento davvero interessante e lo hai fatto con una proprietà di analisi e di linguaggio tali che non posso che farti i miei più sinceri complimenti: la fiction è scritta benissimo e il diverso sentire di Vanyar e Noldor emerge alla perfezione nel corso del dialogo tra i due protagonisti e delle riflessioni a cui esso conduce.
Calandil e Ondorwe, seppur amici, non potrebbero essere più diversi: il primo, anche se legato alle esperienze trascorse e per nulla intenzionato a dimenticare, cerca nella luce la soluzione per lasciarsi alle spalle le tenebre in maniera definitiva, mentre nel secondo vibra l’insaziabile voglia di apprendere dei Noldor e la sete di dar forma alla propria creatività attraverso le pietre. Bellissima, a tal proposito, l’associazione tra i Vanyar e il caldo splendore dorato di Laurelin da un lato e i Noldor e l’argento di Telperion dall’altro: in tale ottica Laurelin diviene lo strumento per vincere il buio, caro agli elfi chiari, mentre Telperion e la sua luce carica di mistero aprono la strada a ciò che non si conosce e che i Noldor bramano scoprire.
Sono sempre stata propensa a vedere nel motivo del trasferimento dei Vanyar a Valimar una concomitanza di cause, ma concordo sul fatto che questo loro desiderio di avvicinarsi ai Valar e alla luce dei due Alberi abbia giocato un ruolo determinante nella loro scelta, ragion per cui trovo assolutamente coerente questa tua interpretazione. La caratterizzazione di Calandil e di Ondorwe è ottima e mi è piaciuto moltissimo come sei riuscita a renderne le personalità e il profondo legame che li unisce. Splendida la descrizione di Tirion e di come le costruzioni erette dai Noldor riescano ad esaltare la bellezza della luce dorata attraverso le loro infinite superfici, quasi a voler testimoniare l’incapacità dei Noldor di restare a guardare e la loro inclinazione a trasformare tutto ciò in cui si imbattono, lingua compresa. I Vanyar, al contrario, sembra che non attendano altro che potersi fermare per contemplare la Terra Beata sino alla fine del tempo. Devo dire che in questo momento mi sento più vicina ai Noldor che ai Vanyar!
Di nuovo complimenti e grazie per aver scritto questo racconto! A presto!

Recensore Master
13/08/15, ore 10:19
Cap. 1:

Ciao! Ti ricordi di me? xD

Alloooora, è sempre una piacevolissima sorpresa trovare qualcosa sul Silmarillion! Se ne trovano una ogni due settimane circa contro le millemila delle altre opere Tolkieniane. Non che mi dispiaccia, ma personalmente ho deciso che fra tutte il Silmarillion è impareggiabile anche per il nostro caro Professore stesso.
Ok, sto divagando. Chiedo venia! xD

Hai fatto proprio un bellissimo confronto fra Vanyar e Noldor: si comincia a piccoli passi a delineare le loro differenze, anche preferenziali - come per esempio il fatto che i Vanyar preferiscano la luce di Laurelin contrapposta a quella di Telperion, e l'arte della fabbricazione cara ai Noldor.
I due personaggi a cui hai dato vita sono ben caratterizzati. Sicuramente lo hai fatto sulla base della caratterizzazione delle rispettive differenze, ma hai dato uno spunto tutto tuo. Vai a spiegare le ragioni per cui Calandil voglia partire, per cercare di dimenticare tutte le crudeltà cui è stato spettatore nella Terra di Mezzo e per godere solo della pace e della bellezza. Non gli darei tutti i torti - solo chi sa cosa ha passato può comprendere la sua volontà di obliare il passato, ma Ondorwe ha ragione: troppa luce offusca, cancella la possibilità di plasmarci sulla base delle nostre esperienze belle e brutte, e non permette di amare altro quando c'è molto da amare, esattamente quanto ci sia molto da detestare.
Ondorwe, per esempio, ama la luce delle gemme che i Noldor tanto amano modellare, e le stelle (ciao!!) che sono stati la sola luce per loro nella Terra di Mezzo, la prima meraviglia vista dagli Elfi comparsi su Arda.
Sono davvero felice, però, che fra tutte queste diversità, tu abbia scelto di conciliarle, di raccontare di un legame più forte delle loro costumanze o volontà.

Non so che altro dire, perché è proprio bella!
Ho visto che è la tua prima ff in assoluto.Ti consiglio di scrivere ancora! xD

Recensore Master
11/08/15, ore 15:58
Cap. 1:

Ciao Tyel! Non so se quando pubblicherò questo commento sarò ancora la prima, ma spero davvero di sì ^O^. E’ da una vita che speravo di avere l’occasione di leggere, e poi commentare, qualcosa di tuo. Finalmente sono stata accontentata, non sai che gioia ^^ (e un grande grazie a una certa personcina che immagino ti abbia convinta ^^).
Posso solo dire che spero ardentemente non sia l’ultima volta che pubblicherai! E’ sempre una gioia trovare nuove storie sul Silma, che si aggiungono a quelle bellissime già sul sito <3. Inoltre hai uno stile semplice, lineare e scorrevole che mi è piaciuto moltissimo.
Interessante e decisamente poco considerato, il momento che hai scelto di narrare! E molto coraggiosa inoltre, la tua scelta di usare due personaggi totalmente inediti. Coraggiosa ma ben riuscita: è stato, in un certo senso, ancora più ‘rilassante’, leggere le riflessioni di due Elfi ‘qualunque’, dei quali non sappiamo che il nome, e che non hanno di per sé nulla di speciale. Non so come spiegartelo… il punto è che, non dovendo rispettare l’ICità di un personaggio canon, anche per te deve essere stata più facile la loro resa: non c’era nulla di particolare che dovevamo aspettarci da loro, e ciò ci ha permesso in un certo senso di immedesimarci ancora di più, di sentirli più vicini a noi, nonostante la loro natura Elfica ^^.
Tra i due credo di aver preferito Ondorwe, e non solo per la mia predilezione dei Noldor nei confronti dei sempre perfetti Vanyar xD, ma perché mi è più facile concordare con il suo punto di vista. Provo a spiegarmi.
La scelta di Calandil ha radici ben profonde, che mi hanno fatto una gran tenerezza: oltre a inseguire una grande bellezza, che gli ha rapito il cuore, il suo voler trasferirsi a Valimar, vicino alla luce dei due alberi è legato ad antichi terrori, al voler dimenticare per sempre quella paura che ha segnato inevitabilmente la sua infanzia e la vita passata nella Terra di Mezzo. Al voler essere il più vicino possibile alla luce, unica portatrice (secondo la sua visione) di salvezza e speranza.
La risposta di Ondorwe mi ha colpita moltissimo, perché una cosa della quale sono sempre stata convinta pure io, e non posso che approvarlo in pieno: non bisogna dimenticare il proprio passato a causa dei tristi ricordi. Essi fanno parte di noi, e rinnegarli vuol dire perdere una parte di sé… sono tutte le esperienze vissute, sia belle che brutte, a trasformarci nelle persone che siamo.
E non bisogna mai lasciare che il Male offuschi e rovini tutto ciò che di buono c’è stato.
Sono entrambi saggi, i tuoi Elfi, e i loro punti di vista si compenetrano e completano a vicenda… ripeto da parte mia, mi schiererei dal lato di Ondorwe, ma è particolarmente difficile scegliere… Ad ogni modo, non è comunque quello che ci è chiesto, nella tua storia, che mantiene un perfetto equilibrio fra i desideri dei due amici, e che trasmette una grande speranza: nonostante i diversi sogni e desideri, la loro infanzia e tutto ciò che hanno passato insieme non andrà perduto, e il loro è quel tipo di amicizia capace di valicare il tempo e lo spazio. Grazie mille Tyel, per questo racconto così semplice, delicato e poetico… intriso in qualche maniera di quella splendida luce che Calandil insegue lungo tutta la storia. L’ho trovato rilassante e piacevole, complessivamente ben scritto. Ho trovato solo alcune ripetizioni (tipo una frase dove hai scritto per tre volte ‘insieme’). Mi ha dato veramente l’impressione di una pace dorata, e trasmesso quella gran serenità che doveva esservi in Aman durante quegli anni.
Molto belli e decisamente adatti anche i nomi dei due protagonisti ^O^.
Bueno, dovrei aver detto tutto!
Ottimo esordio, spero di rileggerti <3
Bacio,

Benni