Recensioni per
Il destino dei Dioscuri
di kk549210

Questa storia ha ottenuto 17 recensioni.
Positive : 17
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
10/11/15, ore 21:39

Cara Chiara ,sono felicemente ammirato per il tuo racconto . Mi piacerebbe di parlarne anche di persona ; sicuramente il massimo di godimento lo ricava un lettore colto e intellettualmente aduso a frequentazioni letterarie , il volo e' favorito da certe citazioni classiche inserite , a mio parere , in un contesto piu' che armonico . Pagine anche divertenti ,il Corra ,Silvius ,e quel fetente aspirante Rettore.; la citazione di Traina mi ha un po' immalinconito per un vissuto personale che non ti sto a dire. Mi piacerebbe vedere pubblicate queste pagine in un giornale della vs. scuola o in Romagna storia e arte o qualcosa di affine per l'orgoglio e il piacere che ne ricaverebbero i i tuoi attuali o ex allievi e colleghi .Ciao. Grazie per aver pensato di farmelo leggere..Lucio.

Nuovo recensore
01/11/15, ore 00:13

Castore e Polluce stanno facendo le presentazion; poi ti diro'. Sii stenica! Un abbraccio 'fasto '.

Recensore Veterano
23/09/15, ore 15:05

Sesta classificata al contest "V'è un piacere nello... scrivere" di AmahyP e Chloe R Pendragon - Valutazione di Chloe R Pendragon
 
Grammatica: 14,5/15
Mi sembra abbastanza chiaro, hai dato prova di un’incredibile padronanza della grammatica italiana, creando un testo praticamente perfetto. Trovare delle sviste è stato parecchio arduo, il che è una prova lampante della tua abilità, perciò te le segnalo subito:

  • Roosvelt” = errore di battitura, manca una “e” (Roosevelt);
    Una scusa, come quella che la pericope dedicata ai Dioscuri contenuta nel quinto libro dei “Fasti” rappresentasse un chiaro segno che il destino gli offriva.” = errore di distrazione, manca un “se” dopo il “come” (come se quella che...rappresentasse).
 
A parte queste due sciocchezze, non c’era neanche l’ombra di un’imperfezione, per cui non mi resta altro da dire se non chapeau!
 
Stile e lessico: 14/15
Anche in questo campo hai mostrato una grandissima abilità, non c’è che dire. Hai uno stile molto eloquente, caratterizzato da periodi lunghi e articolati, capaci di racchiudere immagini vivide e richiami interessanti ai classici. Nonostante ciò, in alcuni casi ho trovato questa lunghezza un po’ eccessiva; magari intercalando qualche punto e virgola o inserendo un punto fermo in più avresti reso la lettura maggiormente incisiva, senza però rinunciare al contenuto. A proposito di punteggiatura, ci sono state due scelte in particolare che non ho apprezzato, sebbene la disposizione generale delle pause mi sia parsa soddisfacente. Le scelte in questione, che peraltro si ricollegano al discorso sulla lunghezza delle frasi, riguardano questo pezzo: “Infatti, ripercorrendo di pensiero in pensiero, di azione in azione la sua vita in aeronautica, egli aveva sempre più la ferma convinzione che essa fosse il risultato di una salda e radicata volontà di servire il Paese e di mantenere la pace e la sicurezza là dove fosse necessario e doveroso, e al contempo l'incarnazione di quello che riteneva il suo desiderio più intimo, che aveva coltivato in sé fin dalla fanciullezza. Il sogno di volare. Una passione che si era accesa in lui grazie agli immortali versi di Ovidio letti in Quarta Ginnasio.”. In questo periodo, ho notato una lunghezza smodata della prima parte, nella quale l’assenza di una punteggiatura intermedia tra virgola e punto avrebbe reso la lettura più fluida e meno rapida, e una seconda parte frammentata. Personalmente, avrei tolto la congiunzione e trasformato quella virgola in un punto [necessario e doveroso. Al contempo – era convinto che essa rappresentasse anche (pezzo che avrei inserito come ponte, se ci fosse stato il punto) – l’incarnazione di] nella prima parte, mentre nella seconda avrei sostituito i due punti fermi rispettivamente con i due punti e una virgola (fin dalla fanciullezza: il sogno di volare, una passione che).
Chiaramente si tratta di gusti e di scelte prettamente personali, per cui prendi questo discorso al pari di un’opinione soggettiva; ciò non toglie che, indipendentemente dalle difficoltà da me incontrate nel cogliere il ritmo di lettura di certi passaggi, trovo che tu abbia uno stile comunque molto valido e pertanto non avrei potuto penalizzarti di più.
Per quanto riguarda il lessico, sono davvero impressionata dalla ricchezza e dalla puntualità del registro linguistico che hai adoperato: pur essendo ambientata ai giorni nostri, hai puntato sulla ricercatezza senza cadere nell’artificioso, dando quel quid in più alla forma e rendendo estremamente gradevole la lettura. Insomma, escludendo quella piccola considerazione personale sulla punteggiatura e la lunghezza dei periodi, credo proprio che si capisca quanto ho apprezzato il tuo stile, perciò complimenti!
 
Utilizzo del pacchetto: 9/10
Direi che anche in questo campo hai fatto un grandissimo lavoro, è evidente. Ciò che ha causato un po’ di problemi è stato l’uso del genere dell’opera, in quanto la storia in sé non può definirsi “storica” né le gesta eroiche rappresentano il fulcro del racconto; nonostante ciò, essendo comunque presenti dei riferimenti a grandi imprese e avendo comunque una discreta importanza all’interno della vicenda, direi che hai fatto un buon lavoro.
Per quanto riguarda la trama, hai sfruttato benissimo la situazione che ti era stata data: sia Attilio che Fausto vengono celebrati come eroi, chi per gesta di rilevanza bellica, chi per affermazione nel mondo scolastico e, successivamente, in quello del lavoro. ‘Korra’ è uscito vittorioso da situazioni davvero rischiose, dando prova della sua incredibile abilità e della sua straordinaria predisposizione al mondo aeronautico; dall’altra parte c’è il fratello, uno studente modello la cui innata passione per il latino lo ha portato a raggiungere vette considerevoli. Entrambi, però, nascondono dei segreti più o meno oscuri: Attilio, marito apparentemente perfetto, sembra nutrire una certa attrazione verso alcuni commilitoni, tra cui ‘Silvius’ e Tancredi; Fausto invece ha costruito la sua carriera alle spalle di Emma, sfruttando la sua tesi per arrivare al successo e ignorando quanta devastazione aveva causato nella psiche dell’amica. Hai giocato molto bene su questo aspetto, rendendo i segreti dei due fratelli le colonne portanti del racconto.
Per quanti riguarda la citazione, mi è piaciuto molto il modo in cui hai inserito la frase nella storia, fondendola con la trama e intrecciandola con le emozioni dei protagonisti. A detta di Attilio, la propria fama è frutto quasi esclusivamente della propria audacia, mentre delitti e fortuna hanno poco a che fare con le sue imprese; per quanto questo possa valere per lui, ciò non si può dire anche del fratello. Nonostante la sua indiscussa bravura, ciò che ha dato una spinta alla sua carriera è stato senza ombra di dubbio il furto della tesi di Emma; se non avesse compiuto un’azione simili, la sua competenza avrebbe potuto non essere sufficiente per garantirgli il futuro che aveva sognato per così tanti anni. Insomma, anche in questo caso hai fatto un lavoro perfetto, complimenti!
 
Caratterizzazione dei personaggi: 6,75/10
Devo dire che questo aspetto non mi ha convinto a pieno, specialmente vista la mole di personaggi in scena. Partendo dai protagonisti, si evincono certi aspetti della loro personalità, mentre altri vengono messi in secondo piano pur essendo rilevanti. Così vediamo la grande autostima di Attilio, talmente sicuro di sé da non dare credito alla fortuna, ma solo un accenno alla sua omosessualità: sarebbe stato più efficace approfondire questo aspetto, dato che si tratta di qualcosa che potrebbe mettere in discussione tutto quello che ha costruito. Un discorso analogo riguarda Fausto: in questa storia ci mostri la sua incessante dedizione agli studi classici e la sua ambizione, però a mio avviso avresti potuto dare maggiore spazio alla vicenda della tesi, vero e proprio punto di svolta nella sua carriera. Capisco che si tratta di scelte soggettive, però mi è sembrato che i personaggi ne risentissero, specialmente perché il modo in cui erano stati introdotti era davvero encomiabile, perciò sarebbe stato piacevole poter analizzare certi aspetti.
Per quanto riguarda gli altri personaggi, non posso dirmi pienamente soddisfatta neanche in questo caso: avendo una vera e propria “passione” per i personaggi secondari, ho prestato molta attenzione su questo parametro, ma non ho trovato “pane per i miei denti”. Hai presentato un gran numero di comparse, fornendo al lettore poche informazioni e ostacolando in tal modo il processo di immedesimazione e, in parte, di comprensione: in quest’ottica, risulta poco incisiva la presenza dei ragazzi nel prologo, mentre lo spaccato scolastico perde la sua rilevanza e persino la scena tra ‘Korra’ e ‘Silvius’ non acquista quell’intensità di cui ha bisogno.
Con questo discorso non voglio assolutamente mettere in discussione la tua bravura, anzi è l’esatto contrario: hai creato delle aspettative davvero lodevoli con questa storia, intrecciando abilmente le vicende di tanti personaggi e arricchendole di dettagli, proprio per questo ho avuto l’impressione che mancasse qualcosa, come se non avessi “limato” alcuni punti della caratterizzazione, necessari a rendere ancora più efficace una storia già notevole. Al di là di ciò, hai fatto comunque un buon lavoro, perciò brava!
 
Originalità: 9,5/10
Qui ti sei proprio rifatta, non si può negare. Ho trovato la tua storia davvero originale, nonostante le dinamiche siano piuttosto conosciute: il protagonista che si prende meriti che non gli appartengono oppure il militare che è attratto da un suo commilitone, sono espedienti già visti in moltissime storie, eppure tu hai dato una sferzata di novità a questi cliché. Hai puntato su un tipo di narrazione graduale e calcolato, grazie al quale hai potuto rivelare lentamente la vicenda alla base del racconto, senza renderla scontata o banale. Il cambiamento continuo del punto di vista ha contribuito a conferire originalità al testo, dato che le diverse angolazioni permettevano di osservare la storia da diverse prospettive; come se ciò non bastasse, hai inserito riferimenti e citazioni davvero interessanti, conferendo alla narrazione uno spessore tale da innovare ulteriormente la trama. Insomma, hai fatto un lavoro mirabile, perciò complimenti!
 
Gradimento personale: 8,5/10
Eccoci al parametro più ostico, dato che la mia opinione è controversa: se da un lato ho apprezzato molto la tua storia, allo stesso tempo sono rimasta piuttosto confusa. Da una parte ero estasiata dal tuo stile, così evocativo e ricco di richiami e citazioni, dall’altra ho avuto la sensazione che alcuni punti fossero troppo “dispersivi”, privi di pause efficaci che rallentassero un po’ la lettura. Le vicende dei protagonisti risultano intense e avvincenti, ma contemporaneamente sembra che manchi qualcosa, come se i personaggi fossero stati tratteggiati minuziosamente, ma i contorni non fossero stati “calcati” a sufficienza. Mi rendo conto che può sembrare una critica dura, però non posso negare di aver provato questo senso di incompletezza, poiché la storia mi aveva preso tantissimo ed è una delle più valide che abbia mai letto. Chiaramente, è solo una mia impressione, perciò è del tutto sindacabile e non toglie nulla alla tua indiscussa bravura. Resta il fatto che il tuo racconto è più che meritevole, perciò hai fatto comunque un buon lavoro, in barba alle mie mere opinioni.
 
Totale: 62,25/70

Recensore Veterano
23/09/15, ore 14:59

Sesta classificata al contest "V'è un piacere nello... scrivere!" di Chloe R Pendragon e AmahyP

 
Grammatica: Pur avendoli cercati molto attentamente, non ho trovato errori di sorta, quindi comincio con i farti i miei complimenti per l’attenzione che hai dedicato alla stesura della tua storia.
Perché questo spazio non sia totalmente inutile, posso dire che ho notato che hai scritto, all’inizio “una mezzoretta” tutto attaccato: è accettato, ma si tende a preferire la forma “mezz’ora/ mezz’oretta” con l’apostrofo. Ovviamente questo non toglie nulla al punteggio pieno, bravissima!
 
15/15 

Stile e lessico: Hai una padronanza piena e sicura del tuo stile, che è molto particolare e curatissimo, i dialoghi sono veloci, caratterizzanti e ben impostati. Lo stile che hai usato è molto adatto alle situazioni che descrivi, che appaiono reali e tangibili anche grazie all’introduzione di personaggi reali o molto verosimili. Un’altra cosa che ho notato e per cui ti devo fare i complimenti è stata l’accuratezza storica con cui hai delineato i diversi periodi: certo, non posso dire di aver vissuto quei momenti, ma a mio parere il passaggio meglio riuscito e più evocativo è quello ambientato nel 1979, sono riuscita a sentire l’ambiente “dell’epoca” in modo molto tangibile, e l’ambiente del Liceo Classico in particolare, saranno pur passati quasi quarant’anni, ma i ricordi legati al Rocci (però ero della fazione Montanari) e al leggendario Castiglioni-Mariotti li ho anche io.
Un’altra cosa che mi ha fatto esclamare “bello!” è stata la citazione dantesca del “fiero pasto” nel capitolo 2, che inserita in quel contesto scolastico mi ha strappato un sorriso e si è fatta davvero apprezzare.
Il risultato, quindi, è veramente ottimo, tuttavia ho trovato talvolta una ricercatezza eccessiva e qualche aggettivo di non immediata comprensione che, almeno a mio parere, appesantisce lievemente il testo rispetto a un suo sinonimo più comune. A volte, inoltre, sono presenti frasi un po’ troppo lunghe e complesse, non molto scorrevoli per colpa della punteggiatura, seguite da frasi rapidissime.
 
14/15 

Utilizzo del pacchetto: Il pacchetto che hai scelto era stato pensato da Chloe ma, per quanto mi riguarda, è stato rispettato piuttosto bene e rielaborato in modo originale. La citazione ha un peso che si sente benissimo durante tutta la storia, mi è piaciuta la tua scelta del punto in cui inserirla e il modo in cui poi fai riflettere sul termine “delitti”, attraverso gli occhi tutto sommato innocenti di Attilio. Quegli stessi delitti sono poi invece importantissimi per chi li ha compiuti davvero, cioè Fausto, e il tutto si richiude a cerchio e si ricongiunge al prologo.
Ho trovato però la trama un po’ troppo intricata e un po’ scollegata tra le varie parti, in particolare il prologo e il primo capitolo che ci presentano dei personaggi – ma su questo mi dilungherò in seguito – poi non approfonditi. Nonostante questo, mi ha complessivamente soddisfatto la tua rielaborazione del pacchetto.
 
8,5/10
                                                                                                                                                                
Caratterizzazione dei personaggi: I protagonisti sono realistici e costruiti in modo da avere mille sfaccettature: anche se narri solo degli spaccati – per quanto importanti – delle loro vite, si riesce, secondo me, a comprendere che sono stati pensati molto bene e interamente, non inseriti solo in quel frangente senza un passato alle spalle. Ho apprezzato l’idea di associare i due protagonisti, Fausto e Attilio a Castore e Polluce, anche con i riferimenti alle varie caratteristiche dei gemelli divini. Un’altra di cui si sente molto la presenza è Emma, nonostante sia morta, ma purtroppo non  me la sento di dire lo stesso degli altri personaggi secondari. Nel prologo presenti delle persone su cui non viene detto molto, e in generale quell’episodio e quei personaggi appaiono distanti dagli altri. In generale, ho notato quasi un sovraffollamento di persone, che da un lato contribuiscono certo a creare l’atmosfera, ma dall’altro rimangono, com’era inevitabile, un pochino “in superficie”. Le ragazze che appaiono nel primo capitolo sono una parentesi piacevole e colorita, ma anche loro mi sono sembrate come abbozzate. Una cosa che mi è davvero piaciuta, invece, è stata la tua idea di far apparire Patrizia come una che finge solo di sapere fin da subito, con la citazione “Non ti curar di lei, ma guarda e passa” quando per citare correttamente quel passaggio avrebbe dovuto dire “Non ragionar di lei”, è stata brillante.
In conclusione, non sono riuscita ad identificarmi con i personaggi o a provare empatia per loro, ma strutturalmente sono davvero ben costruiti. Brava!
 
7,5/10 
                                                                                                                                                              
Originalità: Ho pensato molto al voto da darti qui, e ho concluso che non avevo mai letto una storia del genere, quindi a mio parere è pienamente originale, nella struttura ad anello con i momenti in cui si parla alternativamente di Attilio e Fausto, nello stile che hai usato e nell’argomento che hai trattato. Come ti ho già detto sotto “utilizzo del pacchetto”, il prompt che i avevamo assegnato è stato reinterpretato e rielaborato in maniera totalmente soddisfacente. Un altro punto a tuo favore è stato, secondo me, inserire termini dialettali (o anche l’articolo davanti ai nomi femminili), diminutivi e termini specifici che, oltre ad arricchire il testo, hanno fatto anche sì che si discostasse da ciò che si legge di solito.
La scena finale della querela al professore, anche se annunciata, è stata per me una sorpresa: hai saputo mantenere un alone di mistero attorno al fatto del plagio della tesi, e alla fine quasi tutto si ricongiunge e si spiega.
Non ho più niente da dire qui, posso darti il punteggio pieno.
 
10/10 
                                                                                                                                                              
Gradimento personale: Ho dovuto leggere più volte la tua storia per comprenderla, e sono sicura di non averlo ancora fatto fino in fondo, perché è molto ricca di riferimenti particolari e allegorie, cose che io purtroppo tendo a tralasciare e non cogliere se non me le si spiattellano proprio in faccia.
Tendo a preferire un altro tipo di storie, più immediate e con più azione, la tua non mi ha rapito istantaneamente, ma dopo altre riletture mi è piaciuta per aver saputo mischiare riferimenti classici e situazioni moderne, inoltre è oggettivamente scritta benissimo. Dal punto di vista visivo (non ho tenuto conto di questo nella valutazione!), se posso darti un consiglio, ti suggerirei di usare un carattere più grande e un margine di pagina maggiore, inoltre a mio parere (probabilmente è una stupidaggine, però non so perché l’ho notato) lungo tutta la storia ci sono troppe parole scritte in corsivo, di cui a volte non capisco il motivo. Ad esempio, scrivere l’articolo femminile davanti al nome per segnalare l’eccezione va bene, ma dopo la prima volta che l’hai fatto non serve più. Usare il corsivo per mettere in evidenza altre parole, come “capo” o “caccia”, secondo me non serve.
Ho già espresso il mio apprezzamento per le tue trovate e per la tua padronanza di uno stile raffinato e articolato lungo tutto questo commento, perciò non mi ripeterò.
Le citazioni colte che hai inserito sono molto curate, tutte motivate e molto apprezzabili – e, devo ammetterlo, sono una delle mie passioni – tuttavia a volte mi è sembrato che nella tua storia ce ne fossero in sovrabbondanza e che appesantissero il testo.
In conclusione, la tua è una storia che, pur non avendo incontrato completamente i miei gusti, sicuramente è molto valida.
 
7,5/10 

Totale: 62,5/70 

Grazie per aver partecipato e complimenti!
 

Recensore Junior
03/09/15, ore 23:37

Eccomi giunta all'epilogo, chiusura ciclica, in quanto riprende ciò che era stato accennato nel primo capitolo: il trono del Magnifico (Rettore) Polluce sta per crollare. Egli sta seduto su di un trono nelle regioni supere come si addice all'immortale gemello dei due Castores. Polluce/Fausto è sùpero nelle sue impalpabili passioni mentali, nei suoi grandi occhi chiari, nella sua assente fisicità, mentre l' infero fratellone è fisico, materiale, e gioca con il sangue e con la dimensione della morte e dell'eros. Polluce però ha costruito la sua scala verso i cieli anche con un piccolo/grande inganno, in cui in un colpo solo ha tradito se stesso, Emma e pure Castore (che è convinto della limpidezza cristallina di Faustino). Ha tradito se stesso in primis, perché lui aveva da sempre amato Orazio, che coltivava sin dai tempi del liceo con la tenacia un pugile (e qui Polluce riverbera nell'epiteto ;) ): Ovidio non apparteneva alle sue corde profonde, meno che mai i Fasti, definita giustamente un'opera controversa. I Fasti, nonostante fosse risaputa la natura "frivola" (perdona il termine, ti prego!) di Ovidio, presenta cognizioni profonde su ciò che riguarda la natura dei Numi e sull'essenza profonda del calendario. Solo una creatura fragile e sensibile come Emma poteva seguire questo filo rosso e gettarsi dunque sulla tesi, mai consegnata, sull'opera più controversa del nostro autore. Più che filo rosso, oserei rappresentare Emma come Scarpette Rosse che, dopo essersi messa le stregate calzature rosseggianti, comincia a danzare senza più fermarsi fino alla morte.
Polluce non poteva vedere ciò che lei aveva visto nel quinto libro dei Fasti, non poteva carpirlo: lui apparteneva ad Orazio! Anche se, e qui c'è il colpo geniale, il nome Fausto vuol dire Fastus ! 😉😉😉
Ecco perché il tradimento è triplo e profondo. Bella è l'immagine di lui pensoso che rievoca i ricordi con la sigaretta consumata tra le dita e la malinconia che turba il suo distacco olimpico.
Un tale tradimento va lustrato e termine non v'è di più adatto! Un termine sacrale che ben si addice alla questione intima e grande assieme, nonchè adatto ai Supèri! E qui ci fai capire che forse Fausto accetta di cadere dalla vetta per ritrovare la sua integrità, come Polluce accetta di condividere gli inferi con Castore. Fausto può così ritrovare il suo Orazio, la sua natura materiale, così come Attilio compensa il suol essere infero col volo.
Le citazioni e i camei evocativi non finiscono qui: il riferimento ai Lincei, pur sapendo di che istituzioni si tratta, mi riporta alla memoria uno dei due gemelli rivali dei Dioscuri: Linceo, appunto.
Bellissimo racconto, Chiara! L'ho letto e riletto per godermi tutte le sfumature, da quelle simboliche a quelle psicologiche, elegantemente tratteggiate, nonché alla tua proverbiale capacità di ritrarre i personaggi secondari con la tua precisa capacità di osservazione!
Un grande abbraccio!

Ele
(Recensione modificata il 03/09/2015 - 11:40 pm)

Recensore Junior
03/09/15, ore 22:46

A Lugo, posto che nei tempi che furono fu fondato in nome dell'enigmatico Dio gallico Lugh/Lugos, Castore ha la sua consacrazione: il mondo degli antenati lo esige in questo frangente come continuatore delle attitudini di famiglia. In questo senso hai declinato le attitudini infere di Castore/Attilio: egli è in continuità con i suoi Mani, ne è il prolungamento contemporaneo.
Agli occhi del giornalista non è sfuggito anche l'epigono che più consegna il nostro Castore ad antenati ancora più arcaici, in linea con il filo infero che lo caratterizza: la filìa per i commilitoni, l'omoerotismo che troppo spesso, oggi più che mai, è banalizzato ed è messo in ridicolo paradossalmente proprio da chi si professa "aperto di mente". L'ansia di appiccicare etichette commerciali sulle sfumature dell'anima e dell'animus umani, per dirla con Jung, mi fa venire l'orticaria. Odiavo questo atteggiamento, che appartiene ai giornalisti, già quando era volto a creare mille sottogeneri dai nomi assurdi nelle scene musicali underground, figuriamoci in quest'ambito! (E aggiungo che da quando si scervellano per creare sottogeneri iper-specifici e mal imbastiti, al limite del credibile, la creatività delle bands risulta molto più imbrigliata. Chiudo qui la mia metafora)
Attilio segue la sua infera natura ereditaria e coltiva questa filìa; una filìa che nel virsi sviluppa dall'ammirazione sconfinata verso chi è altrettanto vir, come Narciso si innamora della propria immagine riflessa. Una donna, con la sua essenza sottile e complementare, non può colmare questo in certi uomini. Un animus che non cerca un'anima, ma la sua immagine, direbbe sempre Jung.
Tutto ciò è estremamente interessante.
Narciso, Jung, specchi interiori...anche qui riecheggia Ovidio con le Metamorfosi e il tema dei gemelli: Castore innamorato del proprio doppio che si proietta nei suoi commilitoni!
La tela mi imbriglia, mia cara Penelope, mi intreccia nelle sue maglie di giorno e mi scioglie con esse la notte. Anche questo è terribilmente doppio, tremendamente gemellare. Bellissimo!

P.S
Anche Lugos, guarda caso, è un dio dalle valenze doppie: è legato sia alla stirpe divina che ai giganti (i Fomori) è uno dei suoi occhi appartiene proprio ad uno di questi ultimi!
(Recensione modificata il 03/09/2015 - 10:48 pm)
(Recensione modificata il 03/09/2015 - 10:51 pm)

Recensore Junior
02/09/15, ore 18:56

Castore è adulto.
È sempre più atletico ed attivo, tanto da essere diventato un pilota dell'esercito. Ora partecipa a quella che è stata una delle più enigmatiche guerre della storia recente, che ha insanguinato i Balcani e che ha visto popoli più che fratelli massacrarsi; oserei dire che l'Occidente ci ha messo una gran mano in tutto questo, con le sue bombe all'uranio impoverito. Il contesto è profondo: ci vedo una metafora sui gemelli anche nella scelta nel conflitto e del fatto che Serbi e Croati sono a tutti gli effetti popoli gemelli.
La passione per il volo di Attilio e la citazione, sognante e sinistra assieme, del passo di Ovidio che precede la morte di Icaro, è travolgente e appare come un preludio, così come l'allusione al destino che viene fatta subito dopo. Ancora vediamo un richiamo al sangue, alla stirpe - e quindi alle radici, evocate nel primo capitolo- nel ricordo dell'avo aviatore della Grande Guerra e da quel quid eroico ereditato dal nostro. La mentalità arcaica ed eterna vede bene come tutto questo sia reale e fisico, di come diventiamo un prolungamento perfetto di trisnonni che mai abbiamo conosciuto, di come la serpe che stava ai piedi del paterfamilias altro non rappresentava che questo eterno ritorno; e così capiamo finalmente il senso profondo del culto dei Lari eroici, degli umbratili Mani e del Genio della Famiglia.
Attilio poi nasconde un segreto, un impeto nascosto dell'animo, che tanto accomuna gli uomini eroici dai tempi di Achille e Patroclo; è legato a Silvius con quel sentimento di omoerotismo che solo certi uomini possono provare in quella sfumatura.
Ora vedremo cosa succederà ;)
(Recensione modificata il 02/09/2015 - 06:58 pm)

Recensore Junior
02/09/15, ore 18:08

Il primo flashback ci riporta indietro negli anni, nei decenni, agli sgoccioli dei mitici '70.
Anche qui, sebbene il tutto sia ambientato in un periodo in cui io non ero neanche nei programmi dei miei genitori, sento una forte famigliarità.
Il liceo, l'attesa dei quadri, il solco tra il ginnasio e il triennio, nonché l'ansia costante che permeava tutto...
Il fiero pasto dantesco ben si addice al carattere "feroce" della vecchia guardia del corpo insegnante (che tuttavia formava egregiamente gli studenti). Anche qui è forte la carica nostalgica che mi assale nel leggere queste righe, pur se parla di tempi in cui non c'ero; eppure i dialoghi genuini che si fanno negli ultimi giorni di scuola hanno qualcosa di particolare, qualcosa di mitologico, qualcosa di eternamente giovane ed indelebile poiché segno tangibile di un passaggio, di un'iniziazione quasi.
In questa tela preparata con cura -ormai ti associo ad una buona Moira, ad Atena stessa, per la capacità di creare situazioni vivide e storie intense con pochi tratti e ben limati- introduci i due gemelli fatali, entrambi presentati dagli occhi ammirati delle ragazze. Sono complementari nelle loro attitudini, in primis quelle scolastiche: Faustino o Fausto (Polluce l'immortale? È forse per questo che si chiama Faustus ;) ?) è versato per le nostre due amate lingue antiche (a proposito, conoscevo un personaggio che era simile: un genio portatissimo per le lingue antiche!), è efebico, suscita sentimenti materni nelle fanciulle ed ha due grandi occhi chiari mentre Attilio si erge nella sua figura virile, atletica, ed è portatissimo per le materie scientifiche. Ecco dunque il nostro Castore, colui che, sebbene sembri il più forte, è destinato a calare nel mondo delle ombre. Uno è il Sole, l'altro è la Luna. Anche tra Romolo e Remo, il secondo era più forte ma poi è divenuto il primo dei Lemuri e signore dell'oltretomba.
Ho gustato fino in fondo e con un sorriso la citazione "sbagliata" di una delle ragazze: anche Oreste e Pilade sono molto legati,come fratelli, e in un qualche modo sono legati ai Dioscuri, poiché la madre del primo altri non è che Clitemnestra, gemella mortale di Elena e sorella dei due Castores...
Bello anche il riferimento ai cavalli, indissolubili figure dioscuree, e alla metafora del motorino, in cui i due ragazzi si librano al vento.
Bello bello bello!
(Recensione modificata il 02/09/2015 - 06:09 pm)
(Recensione modificata il 02/09/2015 - 06:12 pm)

Recensore Master
31/08/15, ore 14:24

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
L'autrice, ha saputo creare un vero e proprio intreccio, o meglio un enigma vero e proprio, lasciando nel corso dei vari capitoli, indizi come frasi o semplici parole che alludendo a quello che poi si è scoperto nell'ultimo capitolo. Un'opera allusivo degna di Ovidio, scritta con lessico e stile ricercato.
Un racconto davvero bello dal punto di vista emotivo e della lettura stesso.
I miei complimenti.

Recensore Master
31/08/15, ore 13:20

Carissima KK...ecco che i nodi vengono al pettine...la famosa tesi che abbiamo visto all'inizio del prologo altro non è che di una povera fanciulla con problemi mentali...povera ragazza, mj ha fatto tanta tristezza leggere questa cosa...leggendo il titolo di questo ultimo capitolo, ho capito subito che scrivendo Il Magnifico Polluce, ti stavi riferendo a Fausto e magnifico è l'appellativo che di norma viene dato ai rettori dell'Università...infine troviamo una chiusa spiacevole per il protagonista: il plagio a cui dovrà scontare...carissima ti faccio un grande in bocca al lupo, anche se non hai bisogno...un caro saluto
chapeau chapeau ed ancora chapeau

Recensore Junior
30/08/15, ore 22:56

Davvero si rimane senza parole... "Parole non ci appulcro"! Non ne sono degno! E detto da me... Come ti dico, perch'io lo dica dev'essere davvero un capolavoro! Molto al di là delle mie capacità critiche... Ma può anche darsi che sia perché ultimamente ho letto poco, solo un po' Sciascia (1912+1) e D'Annunzio ("Contemplazione della Morte") che non abituano ai tuoi caleidoscopici rovesciamenti di piani... Infatti ora ascolto il Concerto per Fortepiano K 450 di Mozart che ha la tua stessa brillantezza giocosa ed estrema audacia... Mixed emotions, insomma... , una interpretazione per me eccellente di un Concerto che amo moltissimo... Non si sa mai se Mozart "faccia sul serio" o scherzi, pianga e canzoni... L'Enigma infinito! Ah, è proprio il caso di dirlo! Buonanotte adesso, Chiara... Riposa felice della tua bella creazione, durevole e affascinante, stabile e inafferrabile. Valeas - tuo: Buddy Caff.

Recensore Junior
30/08/15, ore 22:53

Un cosmo in Cinque Canti! Che meraviglia! Il finale è una catastrofe luminosa! Onore e gloria al tuo genio nel suo cammino italico! Spero vivamente in un giorno in cui tutti possano godere dei tuoi doni sublimi. Umorismo epico e umanesimo caleidoscopico al di sopra di tutte le tue precedenti realizzazioni.... Almeno così mi sembra. Estate creativa che senz'altro merita la maiuscola, da ricordare. Mi rallegro con te, figlia dell'Armonia e mia sorella nell'amore per la bellezza. à ta santé!

Recensore Master
28/08/15, ore 00:18

Ciao carissima KK...ecco che ci porti negli anni duemila con la celebrazione del museo Baracca...ergo se non erro il personaggio famoso dovrebbe essere lui...scusa a non ero arrivata ad 'infovinarlo'...vediamo che Attilio canta le lodi del fratello come giusto rettore universitario e che il fascino di 'Castore' ammaliala giovane fotografa...ma creso che la matassa verrà sdrotolata nel prossimo capitolo...beh più che chapeau non so come definire la tua eleganza e la tua bravura...complimenti davvero
un bacio

Recensore Master
26/08/15, ore 12:53

Ciao carissima KK...un capitolo davvero bello, dove descrivi il giovane Castore, ossia il fratello Attilio diventato aviere...tutto preciso e minuzioso, descritto allaperfezione, persino i testi riportati sono appropriati e consoni al capitolo...ottimo come sempre e grazie per regalarci emozionanti storie...al prossimo
Un bacio grande
Bis bold

Recensore Master
24/08/15, ore 16:57

Carissima KK...ci hai riportati indietro di qualche annetto, dove vediamo la fine della scuola con i tanto attesi 'quadri', la tanto nota dolente dei poveri ragazzi che purtroppo si ritrovano ad avere debiti su debiti e che purtroppo se la dovranno vedere a settembre con i prof stronzi e acidi...eco che ci presenti Faustino, o meglio Fausto, da te denominato come il giovane polluce, mentre suo fratello più grande Attilio è il suo opposto caratterialmente e fisicamente parlando...un bel capitolo che fornisce altri tasselli al puzzle che hai ben costruito...mi è piaciuta molto la cirtazione dantesca che ci riporta al terzo canto dell'inferno...ottimo come sempre
Magari scrivessi come te ma unicuique suum
Un bacio

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