Recensioni per
Il Baratro
di Aeternum

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
13/09/15, ore 02:16
Cap. 1:

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Una storia da segnalare alle scelte è assolutamente questa dato che ha una propria profondità. Mentre la leggi, ti accorgi di sprofondare all'interno di essa e nonostante tutto vuoi comunque proseguire, per raggiungere così quel Fondo che tanto quell'Autrice di quella Poesia ha toccato. Ha sfiorato e poi attraversato, depositandovici sopra. Ed arrivata al Fondo, ecco che c'è il Marcio dell'Autrice che ha avuto dentro se stessa e quello che invece si accorge di avere attorno a sé.
Quello stesso marcio che ti tocca dentro ed ha toccato l'Autrice di codesta poesia, io ho captato la prima volta che l'ho letta e quindi quello che ho avvertito ergo brividi in tutto il corpo, quello specchio che, sul Fondo del Baratro mi ha guardata sorridendomi e facendomi vedere un'altra me sporca. Perché è vero, così come l'Autrice esprime, in noi stessi ci può essere del Marcio, quel qualcosa che ci accorgiamo di sentire ogniqualvolta ci accadono strani avvenimenti. Litighiamo, sorridiamo, urliamo, ci guardiamo sempre in quello specchio che ritrae una simile a noi ed alla fine non siamo comunque in pace con noi stessi. E questo perché? Perché non abbiamo ancora raggiunto il Fondo, quel Marcio.
E non puoi averne paura, no, perché quel timore era dentro di noi e soltanto ora che ne è uscito, dal nostro corpo, possiamo finalmente sospirare di sollievo poiché ce ne siamo liberati e possiamo confrontarlo.
Possiamo parlarci assieme, sederci ed intrattenere un'attenta discussione su quanto ci abbia fatto tribolare.
Il Bene non è mai esistito, ora possiamo finalmente discutere col Male, con il Marcio, sul Fondo del Baratro.
Ergo, possiamo finalmente affrontare noi stessi e quindi la parte che abbiamo tirato fuori grazie all'aver toccato quel Fondo che tanto pareva spaventoso. Possiamo affrontare noi stessi, senza paura, senza brividi, senza tremolii.
E soltanto alla fine noi possiamo sorridere di nuovo, perché, pur quella parte di noi - lurida, spaventosa e priva di senso - rimanga, almeno abbiamo capito che esiste l'altra parte più luminosa e con cui possiamo andare avanti a vivere.
Da una parte la parte sporca, il Marcio, dall'altra la parte nuova, il Pulito e quindi essendo consapevoli di essere noi stessi, comprendiamo che il Baratro è soltanto l'inizio della scoperta del vero Io.
Questa poesia ti capisce, ti rapisce e ti porta con sé sul Fondo del Baratro ed allo stesso tempo ti fa ragionare perché è come se pure io stessa sono tornata da un lungo viaggio. Il viaggio che ho passato con il Marcio ch'è dentro di me e che io ho finalmente affrontato.
Una segnalazione alle scelte, per questa poesia, è un dono. Un regalo speciale.

Ho detto tutto, e qui concludo.
Au revoir

Recensore Master
06/09/15, ore 10:42
Cap. 1:

È un sacco che ho questa tua poesia tra quelle da recensire, ma non mi decidevo a farlo semplicemente perché non sono brava con le recensioni di poesie, perché sono ad interpretazione molto più aperta ed ho sempre paura di sbagliare. Però ho preso coraggio ed ora lo farò. Ho visto di sfuggita che qualcuno l'ha descritta come macabra, ma non la vedo proprio così. Certo, parli di teste mozzate, di corpi, di ciò che marcisce. Ma dici anche che tu no, non lo fai. (Non so se l'"io" della poesia sia tu, o sia il baratro o siate la stessa cosa o se la protagonista è ancora diversa, te l'ho detto, non sono brava ad interpretare questo genere, ci fantastico troppo e spesso trascendo da cioche l'autore voleva dire). Ad ogni modo dicevo che ciò che la gente definisce macabro, fa un po' da sfondo, il centro per me è un altro: il soggetto della poesia, che si riconosce in mezzo al male e si accorge che in un certo senso ci sta bene. Magari potrei aver travisato tutto, ma è proprio questa idea ciò che più mi ha colpito e più mi piace. Non è detto che nel male ci sia solo male. Cos' è poi il baratro? Qual è il fondo? È davvero la cosa peggiore? O è peggio la caduta? O sono peggio i nostri pensieri? Questo è quello che mi chiedo, di fronte a questa tua poesia, che ho davvero apprezzato. Spero che da queste mie parole tu possa ricavare qualcosa, magari non solo il fatto che proprio non mi so spiegare. Ancora abbracci e ancora grazie Giada

Recensore Junior
23/08/15, ore 18:53
Cap. 1:

Uh, wow, un po' macabra. Non meno bella, però (anche se io sono parecchio impressionabile...).
L'ho trovata estremamente poetica e molto introspettiva: i tuoi versi sono pieni, densi, saturi di significato, quasi da risultare pesanti per un cuore troppo fragile, ancora puro.
È molto forte e reale, sporca, come lo sporco sotto le unghie, amara e stridente, come solo chi ha toccato il fondo può essere, eppure melodica.
E poi, alla fine, una rinascita: chiara, pulita, bianca, come pelle nuova, simbolo di nuova speranza, che non rinnega il baratro conosciuto, ma lo saluta con confidenza come una parte di sé, come una vecchia cicatrice che non brucia più da anni, ma che mai svanirà.
Molto bella, vivida e reale, che non può che suscitare sentimenti intensi e riflessioni profonde. Complimenti.
Un abbraccio. A presto.

Recensore Master
23/08/15, ore 17:08
Cap. 1:

Come potevo non passare? Una poesia. Una tua poesia. Bè, è fantastico poter essere qui e aver letto queste tue parole. Bella, davvero bella. Un po' macabra come piace a me, oscura e vaga e allo stesso tempo evocativa. Bella.
Musicale di una musicalità triste e malinconica, struggente. Bellissima. Davvero, sono rimasta stupita. Per quanto riguarda il significato... tu sei il fiore che sboccia tra le avversità. E nonostante questo sei meravigliosa. Dovresti essere orgogliosa di te stessa. E continuare a scrivere. Sempre. Perché scrivi perle meravigliose ed emozionanti. Ed è un privilegio immenso poterle leggere.
Sempre tua,

-Cass.