Recensioni per
Il cielo prega ancora per salvarti
di Ayumu Ena

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
14/11/15, ore 16:05

«IL CIELO PREGA ANCORA PER SALVARTI» DI AYUMU  QUARTA CLASSIFICATA
Le sembrò libera in tutto quel fluire azzurro che la volta celeste le riservava. Anche lei non voleva più essere sottomessa da quella paura che la incatenava lì dov’era. 

Grammatica e stile: 7,5/10 — in questa breve narrazione da te presentata ho potuto constatare un testo pulito, semplice e ordinariamente buono sia nell’ambito grammaticale che lessicale. Premettendo che io personalmente mi aspettavo qualcosa di più intimo, aggettivo maggiormente adatto al tema del brano, capisco comunque che lo stile è qualcosa di personale; a ogni modo ho voluto sottolineare questa sua pecca d’essere fin troppo asciutto. Certi splendidi passaggi e descrizioni — come esempio prenderei quello finale dell’aquila che sovrasta i cieli della protagonista — sono presenti e rendono anche se per poco la lettura molto più accattivante e personale. Non so se mi spiego correttamente, ma ciò che voglio dire è che spesso le varie locuzioni non comunicano con il lettore, lasciandolo con poche emozioni nel cuore; fatto che non dovrebbe assolutamente succedere in una storia con un incipit autorevole come questo. Ti ho portato via un punto e mezzo per questa annotazione decisamente significativa per una competizione di questo genere. Sorvolando, la grammatica lineare non presenta errori eclatanti e si riconosce una buona padronanza di un vasto vocabolario. Gli errori che puoi notare sono più che altro concordanze con il testo — esse sono rappresentate dal colore arancione — e riguardano l’ottimizzazione della gestione di alcuni pensieri. Inoltre, addentrandoci per poco nella punteggiatura, un errore comune è quello dell’eccessivo uso di virgole; alcune volte esse stonano del tutto o dovrebbero essere sostituite da segni di interpunzione diversificativi. 
Prima di passare ai consigli e ai punti di forza della narrazione, di seguito puoi osservare le imprecisioni della tua storia e le frasi che di conseguenza andrebbero perfezionate. Come precedentemente accennato, la valutazione complessiva avrebbe risultato in un 9 su 10, ma un ulteriore 1,5 è stato ridotto per via dello stile sopra analizzato
.
♦ E di questo ne era felice[;] -0,05 quel luogo di montagna le comunicava calma e pace.
♦ E sottrarsi a qualsiasi legame era diventato [divenuto] -0,05 difficile; pensava che ritirarsi in una casa isolata di montagna avrebbe migliorato la situazione, ma gli occhi erano dappertutto, persino nei suoi sogni, dove ormai la sua mente non distingueva più ciò che era reale da ciò che era solo frutto del suo inconscio.
♦ Quando ciò avvenne, [ella] -0,05 camminava tranquilla verso il bagno di casa[;] -0,05 era mattina presto, la luce del sole picchiettava sulle ante in legno e gli uccellini bisbigliavano armoniosamente, appoggiati a qualche ramo secco.
♦ Quando vi entrò non pensò minimamente di evitare lo specchio e l'idea di potersi osservare finalmente [finalmente osservare] -0,05, dopo tanto tempo, ebbe il sopravvento.
♦ Quindi sorrise, -0,05 e fissò lo sguardo su di lei.
♦ Fu pietrificata lentamente da se stessa, [:] -0,05 quelle pupille che la guardavano le rimembrarono tutti i momenti disperati in cui tentava di lottare contro la sua fobia, e regolarmente perdeva.
♦ L'oscillazione modificò, seppur impercettibilmente, i lineamenti della giovane[—] -0,05 un movimento così simile al sasso che affondò nel lago lo scorso pomeriggio [—] -0,05, facendo ondeggiare l'acqua.
♦ Al secondo toccò [tocco] -0,05, la mano era chiusa su stessa e le unghie affondavano nella pelle morbida, qualcuna graffiava l’epidermide[quest’ultima, la stessa] -0,05.
♦ Lasciò che il sangue la macchiasse e senza pensare alle conseguenze affondò la disperazione sulla figura dinnanzi a sé; la lastra di vetro si ruppe e nel punto in cui aveva colpito [l’aveva colpita] -0,05, le schegge non trovarono sollievo nel cadere a terra, ma si accontentarono di insediarsi nella carne di Mary.
♦ Si alzò, ancora scossa, uscì dall'abitazione e si diresse al dirupo, un luogo dove poteva pensare lucidamente e prendere la decisione migliore [le decisioni migliori] -0,05.
♦ Il tragitto si fece sempre più scosceso e impavido, [cosicché, giacché, e] -0,05 Mary inciampò svariate volte procurandosi sbucciature su entrambe le ginocchia.
♦ Mosse ancora qualche passo verso la punta del precipizio e esaminò [ed esaminò, e ne esaminò] -0,05 il fondo, un cumulo di rocce che si stagliava per chilometri e chilometri.
♦ Sbatteva le ali quando voleva riprendere quota e [poi, occasionalmente, successivamente] -0,05 si riposava, lasciandole semplicemente spiegate quando voleva abbassarsi.
♦ Non si accorse nemmeno di star [stare] -0,05 cadendo[;] -0,05 ora che il suo sogno era diventato realtà si concentrò su quei [dei, variegati, evanescenti] -0,10 pensieri positivi.

Potrebbe sembrare che io abbia annunciato solamente punti sfavorevoli della storia, ma è bene rimarcare l’aridità di sottotesto al suo interno in modo da potere migliorare. Prima però vorrei accentuare la semplicità, che spesso si dimostra attiva e ottiene la forza di tenere l’occhio del lettore calzante insieme alla stesura del testo. Nonostante questo, questi sono i suggerimenti che ti donerei: innanzitutto, per questo tipo di testo cercherei di approfondire ulteriormente l’aspetto mentale dei personaggi, scarnandoli psicologicamente; cosa che avrebbe aiutato di molto la storia, specialmente perché essa tratta del discrepante personaggio di Mary. Ciò avrebbe innalzato il punteggio e anche il contatto con il lettore; in poche parole, avrebbe reso il racconto più memorabile e di maggiore impatto, oltretutto aumentando le parole in quest’ultimo. Leggendo alcuni passaggi già presenti in questa narrazione, vedo l’esordiente potenziale e sono sicura che tu sia capace di offrire molto altro. Quindi, personalmente farei uso di minuzie più poetiche, pensando oltre ciò ho appena scritto, perché è importante per il lettore come lo è anche per lo stesso autore; amplia la sostanza sentimentale dei fatti e dei personaggi e tuffati oltre le azioni concrete in modo che il racconto risulti magari un po’ più barocco ma che certamente scaturisca riflessioni in grado di timbrare la psiche del lettore con la sua efficacia. 
Caratterizzazione personaggio (IC ed il suo sviluppo): 9,7/10 — scegliendo di trattare esclusivamente il personaggio di Mary in questa storia, hai affrontato una contrastante sfida con il suo carattere e personalità. Questo parametro è stato arduo da valutare; da una parte — e parte evidentemente più influenzante — ho letto di una Mary fedele all’opera originale, dall’altra invece si è potuto notare qualche spiraglio di imperfezione nella formulazione dei suoi pensieri e soprattutto dell’atto conclusivo del brano. Comunque, generalmente la personalità di Mary è attinente al manga/anime/light novel: all’interno della narrazione si rivela una minuta ragazza che ha vissuto svariati anni della sua esistenza — senza dimenticarci del fatto che lei sia un quarto non umana; medusa — da sola, segregata nella sua abitazione in mezzo alla foresta propria per paura di far del male a qualcuno. Tra le righe stese in questo racconto, l’essenze di Mary colpisce il lettore sin dal primo paragrafo introduttivo, dove egli viene affascinato dalla sua persona timida, debole e bisognosa di aiuto, nonostante non lo chieda mai. Sfortunatamente, in questo brano non c’è stata la presenza di Kousuke a salvarla e una tragica svolta ha drasticamente messo fine alla sua vita. L’intera ambientazione del racconto e persino i movimenti di Mary, ricollegano il lettore a un evento passato accaduto nell’opera originale: Mary che, curiosa ed entusiasta del mondo intorno a lei, scappa di casa in cerca dell’avventura che però presto porta al decesso della madre, Shion. Probabilmente è per questo che ora è così, ingenua e insicura, e questa storia rappresenta questo suo sviluppo caratteriale in merito a episodi passati. Quindi, affamata di voglia di crescere ma allo stesso tempo sciocca, oserei perfino dire, non chiede aiuto e ancora una volta si chiude nella solitudine di se stessa, forse pensando prima agli altri, ai suoi amici e morendo da sola in modo da non ferirli o farli preoccupare. Il punteggio lo ritengo eccellente e in limitati pensieri hai stimolato il lettore, lasciandolo però eccessivamente curioso di sapere di più sull’accattivante personaggio di Mary. 
Originalità: 4,3/5 — andando oltre, giungiamo a questo parametro, il quale vuole comunicare che l’originalità di questa storia non emerge all’istante e certamente non torreggia tra altre svariate narrazioni lette o paragonato a un numero limitato di partecipanti al contest. Comunque, l’eccezione ha influenzato molto e il racconto è piuttosto pregevole, e specialmente lo scenario intorno alla protagonista trascina questa valutazione in alto, risultando più che gradevole oltre che in constante cambiamento. Ho apprezzato l’inserimento dell’emblema primeggiante dell’aquila verso la fine; la simbologia di quest’ultima è rappresenta dalla potenza celestiale, la luce, il cielo e senza dubbio dalla libertà. L’ho trovato piuttosto originale, questo dettaglio, così come l’opposto complementare di questo animale: il serpente, esso raffigurante dell’oscurità, il terreno e collegato alle divinità ctonie. L’elemento sottinteso in questione mi ha stupito, e soprattutto si è perfettamente allacciato alla personaggio di Mary, armonizzato esattamente da questa creatura rettile — parte del suo potere, del suo essere. Quindi, forse come lettore mi sono lasciata persuadere da questi piccoli dettagli, e magari tu come scrittrice non avevi nemmeno pensato al concetto da me analizzato, ma in caso contrario, mi complimento con te e con la scelta del rapace dominatore dell’aria che ha donato alla storia la maggiore parte del punteggio che puoi ora osservare. 
Utilizzo fobia: 7,9/10 — come accaduto in altri brani partecipanti in questa competizione, l’utilizzo della fobia scelta non ha accompagnato la protagonista con tutte le sue sfaccettature, rimanendo discretamente coinvolgente ma alquanto carente nella sua profondità di analisi. Inoltre, nel tuo caso — così come in un secondo racconto valutato — la fioritura ed espansione della paura è stata quasi esclusivamente spinta dall’arco narrativo dell’opera originale, per te i vari adattamenti del Kagerou Project. Infatti, come base il lettore ha già il sapere del potere di Mary, delle persone attorno a lei e da come quest’ultime vengono influenzate e influenzano a loro volta le relazioni della ragazza. Noi siamo a conoscenza di questo. E ciò non vuol dire che la scelta della fobia è stata azzardata, anzi, aveva un grande potenziale che a mio parere non è stato sfruttato nel migliore dei modi. Come precedentemente accennato, la paura, sì, c’è, ma qualcosa manca, e probabilmente ciò che manca è un appunto che nei parametri precedenti ho cercato di aggirare: le parole. Il numero di parole, la lunghezza del brano e di conseguenza lo spessore psicologico limitato soprattutto della suddetta paura. Sei stata molto abile nel caratterizzare Mary nonostante le poche parole, però questa scelta si è comunque rivoltata nella densità dell’angoscia della protagonista. Per questo, il punteggio non si è innalzato oltre, ma rimane in ogni caso senza dubbio sufficiente per l’orrore del personaggio, scaturito dalla paura che avrebbe dovuto essere illustrata in mille altri aspetti dell’esistenza di Mary e soprattutto sarebbe dovuta entrare e rimanere nel dettaglio di stupende locuzioni e un’atmosfera attanagliante che peraltro eri riuscita a instillare. 
Sviluppo del tema della morte: 7,2/10 — questo racconto presenta un circoscritto sviluppo del tema principale dato, quello della morte. Esplorando la narrazione e i suoi pensieri svariate volte, ho potuto valutare a dovere e apprezzare la situazione d’estrema pressione che ha obbligato Mary a terra ferocemente, giungendo alla conclusione che comunque ciò che tu hai potenziato non è stata propriamente la morte stessa ma il contesto in cui questa giunge poi alla fine, quasi di getto e portandosi Mary via con sé in un istante. La tragica scelta del suicidio, in questo caso è stato in qualche modo anticipata e per questo il punteggio è stato alzato, risultando anche una scelta opportuna come conseguenza degli eventi esterni che influenzano la protagonista. Non ho notato un vero e proprio sviluppo in questo campo, come già menzionato, ma l’idea generale di terrore poi mutata in risentimento di Mary è stata veramente toccante e per questo il lettore ha apprezzato ma avrebbe voluto che tu espandessi questa descrizione ulteriormente. Quindi, anche qui il punteggio è sufficiente; il tema è stato usato discretamente anche se con uno sviluppo alquanto limitato.
Gradimento personale: 4,2/5 — nonostante lo stile diretto — secondo il gusto personale, fin troppo accentuato — non riunito attorno all’introspezione della psicologia egregia di Mary che ha caratterizzato questa storia, insieme a il mio desiderio di volere qualcosa in più, ho onestamente apprezzato la narrazione e i pensieri che la contraddistinguono. Indicandolo un’ennesima volta, ho specialmente gradito la caratterizzazione della protagonista Mary e la sua fragilità, così come la simbologia a fine storia e la generosità della persona interna del personaggio, che decide di non disturbare gli altri, morendo in silenzio. Inoltre, parametro che sovrasta sicuramente ulteriormente per il suo punteggio, dopo quello della caratterizzazione, è il seguente, quello del titolo, che ho giudicato eccellente e appassionante.
Titolo: 5/5 — il breve titolo che viene presentato al lettore immediatamente torreggia il testo con il suo dettaglio poetico e la sua personificazione, come se il soggetto, il cielo, rappresentasse tutto. Esso raffigura la figura materna di Mary, così come il suo primo amore, Seto, gli amici del Mekakushi Dan e probabilmente perfino se stessa. Ha lasciato un’orma dietro di sé, questo titolo, e si connette perfettamente con la svolta conclusiva della storia, dove il lettore capisce tutto e intende che sì, persino il cielo stesso bramava ancora di salvare la minuta ragazza. Come giusto che sia, non ho valutato il sottotitolo da te scelto ed esso non ha avuto influenza sul punteggio; questo per rispetto delle altre partecipanti, ma voglio comunque accennare un commento anche a questo. L’armonia è zuccherata e ho apprezzato la giustapposizione delle delicate parole per ritrarre un suicidio, la morte. Ben fatto, una splendida intestazione che affattura il lettore nel suo vortice di sottotesto nascosto fra le sue voci dolci amare. 

TOTALE: 45,8/55