Recensioni per
Le stelle brillano sul campo di battaglia
di KiaeAlterEgo

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
17/04/17, ore 12:14

Chià!

Eccomi qua, dopo tipo due anni? Il bello è che avevo già la reccy mezza scritta <___<

Uno, tu sai che fangirlo quando c’è da avere a che fare con gli Umanyar e ho fangirlato già tanto ai tempi del betaggio di questa storia (tra una frustata e l’altra “APPROFONDISCI, GIMME MOAAAAR" :P). Adoro le usanze Nandorin che hai descritto, adoro la loro aria rustica e selvatica, come siano semplici e pieni di dignità senza aver bisogno di armature scintillanti e spade letali (come dicevamo #FuckNoldor, non bisogna per forza avercelo duro [il giavellotto!] per essere fighi). Vanno in battaglia un po’ alla sprovvista, ma lo fanno non perché piccoli ingenuotti, ma perché la loro cultura è quella, le loro credenze li spingono a sentirsi protetti con le pitture da battaglia, ed è davvero troppo facile mettersi a far loro la predica dall’alto del senno di poi. Noi sappiamo che i loro metodi sono arretrati rispetto agli eserciti con cui stanno per scontrarsi, ma loro non lo sanno, perché nella loro esperienza hanno sempre avuto la meglio andando leggeri e protetti dai Valar.
E le loro usanze funebri, okay, ne abbiamo disquisito a lungo, ma non posso fare a meno si sentirmi partecipe del loro dolore e va bene che non ho molti capelli a disposizione per tagliarne una ciocca, sennò lo farei :P
Quanto voglio bene ai tuoi Nandor? Tanto ♥ 

Nel suo coprirsi di cuoio, Urwen è tanto piccola e tenera, ancora con i genitori in giro, e awwwww! Se penso a cosa le aspetta non solo in questa storia, ma in futuro, voglio prenderla qui, avvolgerla in una copertina e portarla al sicuro… sì, ma dove, visto lo stato di Arda a questo punto della storia? EHM. Okay, i miei istinti da procione non sono molto convenienti né utili.
Mi piace che la sua attrazione verso la “modernità” sia praticità e buonsenso, non tanto un disprezzo per le usanze della sua gente. Non è una special snowflake che ha conoscenze superiori because the author said so, ma perché il suo carattere è quello, è pratica, cerca l’efficienza e non crede a nient’altro che i fatti. E i fatti le dicono che proteggersi è più efficace di pregare e dipingersi, così quello fa. Ma non reputa inferiori gli altri Nandor, anche quando la prendono in giro. Sa di essere strana, ma va avanti lo stesso.
E poi il suo “duello” finale con gli orchi, sarà stato una tortura da rendere per te, però è un balletto brutale e ben coreografato, che allo stesso tempo mi trasmette una solitudine, anche perché effettivamente lei è sola, che continua a lottare e tenere duro mentre intorno a lei c’è la rovina. Ma non può fermarsi e farci caso o è la fine anche per lei. Forza, Urwen!

L’attesa prima della battaglia è carica di tensione e non posso fare a meno di ammirare il coraggio e la sete di sangue dei Nandor, nonostante sappia come andranno le cose. Devo trattenermi anche qui dal farmi sopraffare dalla voglia di avvolgerli nella copertina e portarli in salvo, perché davvero non è cosa XD Li tratterei da bambini e mancherei loro di rispetto, quando li rispetto e voglio loro bene, ecco, e quindi devo accettare che vadano a sbattere la testa.
Ciò non vuol dire che non farò una danza della vittoria per ogni Orco che fanno fuori. 
(un cuoricino per Denethor, bello orgoglioso a capo del suo esercito, merita tanto amore pure lui ♥ )

Infine: MABLUNG! *____* Tempesta di doki doki alla sua comparsa e ora, in un angolo oscuro del mio cuore di fangirl, lo shippo con Urwen, ma poi mi ricordo che È MIO e quindi niente Urwen u___ù
Tornando seria un attimo, sono così felice della sua comparsa! E della chiacchierata tra lui e Urwen. Sono tutta un doki doki e non riesco a ragionare bene. Ma mi piace come si sono incontrati e come la scelta di Urwen di seguirlo e andare nel Doriath (o presto-sarà-Doriath, eh eh) sia dettata dalla voglia di migliorare come guerriera per poter difendere al meglio, in futuro, quel che le è caro. Urwen è una protettrice fin nel midollo e tutto questo suo interesse per armature e armi “avanzate” (o, detta come potrebbe dirla lei, buone per uccidere) non fa che dimostrarlo e darle un lato pratico e terra-terra che mi piace da matti :3
Comunque, voglio fare anch’io tuca-tuca su Mablung u__ù

Non avrò detto tutto, ma tanto ne abbiamo già parlato a suo tempo!

Ci risentiamo,

Kan

P.S.: sono orgogliosissima di te ♥

Recensore Master
17/08/16, ore 21:16

Una fanfiction molto interessante quanto insolita, non c'è che dire.
Merita un plauso, innanzitutto, per le campagne a cui aderisce (fuck Noldor ♥ AdoroH) e, non di meno, per l'argomento di cui tratta: è unico nel fandom ed è descritto magnificamente.
Comincio col dire che Urwen mi ha molto colpita, così come la descrizione che fai del popolo Nandor, ma lei in particolar modo. Mi piace come si appropinqua alla novità e all'innovazione seppur volendo rimanere legata alle tradizioni della sua gente. E di quest'ultimo aspetto ho apprezzato molto il modo in cui si riferiscono ai Valar: non li hanno mai visti, neppure i lidi di Aman eppure nutrono nei loro confronti rispetto ed una fiducia cieca.
Il gesto di "sacrificare" le proprie chiome per rendere omaggio ai caduti della battaglia mi ha fatto venire la pelle d'oca e perdere un battito: è qualcosa che denota una così profonda connessione con il mondo che li circonda, con i propri cari ed la terra che non lo so... è davvero commovente e bellissimo.
Altrettanto bello è l'incontro di Urwen con Mablug. Shììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììì
Sindar power :3 Ho adorato ogni singola riga di questa scena: la curiosità della protagonista nei confronti dello strano abbigliamento di ferro dell'Elfo della schiera di Mantogrigio, la disponibilità e la cortesia di lui, i pensieri di lei che tornano irrimediabilmente alla battaglia appena conclusa e l'interrogarsi sulla possibilità di aver avuto armi e armature migliori e quella proposta che mi ha fatto sorridere come un'ebete da un orecchio all'altro ♥
                                              
----> "Gli occhi dell’Elfo scintillarono alla luce delle stelle mentre sollevava un angolo della bocca. «Può darsi»."
Calmati, cuoricino mio.
                                      
Popolo Peloso vince su tutto XDDDDDDDDDD                 
Dopo questo sproloquio, non posso far altro che rinnovarti il mio apprezzamento per questa storia.
Davvero tanti complimenti.   
Echadwen   

Recensore Veterano
07/09/15, ore 18:00

buondì! sorry per il ritardo nella recensione, prima non ho proprio avuto tempo, ma ora tornerò sugli arretrati XD

comunque complimenti, è una storia talmente bella che sono disposta addirittura a perdonarti il #fuckNoldor :PPPPPPPPPP

tanto per cominciare, mi piace tantissimo l'idea che tu abbia deciso di parlare dei Nandor, praticamente non si parla mai di loro (non solo in questo fandom dove esistono solo i film di jackson, ma anche io non è che pensi mai a loro .. sai com'è, Noldor is bettah XD), e mi piace come li hai rappresentati, c'è un tocco di nativo americano nei loro costumi (se non erro) io li ho immaginati sempre un po' diversi, ma mi piace tantissimo la tua descrizione, fa proprio capire quanto questo popolo sia addentrato nella natura,ok, non saranno al livello degli altri elfi, ma nei loro gesti e nelle loro usanze c'è una tale fierezza che non si può fare a meno di ammirarli e di commuoversi per la loro sorte in questa battaglia. e se hai fatto colpo su una Noldo-fan come me, puoi stare tranquilla XDDDDDDDDD
e bellissima anche la scelta dei nomi che hai usato per indicare i Valar. non sapendo i loro nomi nell'idioma dei Laegrim sarebbe complicato trovare una soluzione, ma il modo in cui hai usato i loro soprannomi, è assolutamente perfetto e si integra esattamente coll'ambientazione, danno proprio l'idea di come un popolo fiero e selvaggio potrebbe riferisi a loro 
bella bella anche la descrizione della battaglia, mamma mia! evocativa ed intensa, ma non eccessivamente cruda o violenta ... mi piace tantissimo come l'hai descritta, così come tutti i dettagli che hai inserito in essa, Urwen che sceglie di indossare una corazza più spessa, l'equipaggiamento dei Laegrim e la danza evocativa, la differenza di armamenti tra i soldati di Thingol e quelli dei Nandor .. .sembrano  insignificanti, ma in realtà sono questo genere di dettagli ad arricchire un racconto.brava dunque!
ah, in realtà confesso che non mi sarei mai immaginata Denethor coi capelli argentei 0___0 nel mio head canon gli elfi silvani hanno tutti i capelli bruni tipo le foglie d'autunno, i capelli d'argento mi sembrano più roba da casa reale dei Sindar e dei Teleri ( o dei Noldor, se calcoliamo Miriel :3)
e mi piace tanto anche Urwen!(che immagino non sia un caso che abbia lo stesso nome della sorellina di Turin ;)) fiera e determinata, una guerriera che decide di usare il cervello per arrecare più danno possibile ai propri nemici, che sfrutta ogni cosa a propria disposizione per proteggere il suo popolo .. mi piace assai, davvero, la muovi molto bene all'interno del racconto. e mi fa anche piacere che qualcuno si ricordi che anche le donne degli elfi potevano combattere se volevano, c'è bisogno di più storie sull'argomento >_>
molto evocativa pure la scena in cui Urwen trova i morti del suo popolo, davvero, fa sentir male per i Nandor, poveretti, e si percepisce tutto il dolore provato da Urwen ç____ç e quando poi trova sua madre con la gamba mozzata ... ecco, lì mi hai persa proprio, fa stringere il cuore pensare che non potrà mai più essere niente come prima per lei ç___ç (e mi fa piacere anche leggere di elfi feriti o mutilati, in genere la gente crede che siano incorruttibili ... mah) così come la sepoltura di Denethor, bellissima ed evocativa l'idea dei capelli! (che non è da sottovalutare, data l'importanza che i capelli avevano per gli eldar)
e la scena finale con Mablung ... oddio, mi hai fatto fangirlare un sacco XD Mablung l'hai reso perfettamente, oddio, mi piace, mi piace il modo in cui si approccia a lei, e l'offerta che le fa, e lei che decide di andare in Menegroth a provare le armi dei Naugrim (a proposito, "Popolo Peloso" è azzeccatissimo u___u). in sostanza, insomma, ottimo lavoro, spero che tornerai su questo fandom, perché merita davvero <3
ciao e grazie per la bella lettura :****

Feanoriel 

Recensore Veterano
31/08/15, ore 01:00

Ciao Chia!
Questa storia mi ha colpita veramente tantissimo, complimenti!
Trovarla è stata una bellissima sorpresa, sia per la particolarissima prospettiva, sia perché racconta di un episodio del Silmarillion di cui si parla sempre pochissimo, purtroppo….

Hai raccontato della prima battaglia del Beleriand da un punto di vista davvero particolare: è stato interessante vedere la battaglia dal punto di vista dei Nandor, gli elfi che in quella battaglia hanno perso il loro re e che, a causa di questo, non si impegneranno più in guerra aperta né usciranno dai loro confini.
In questo momento però sono ancora pronti a prestare il loro aiuto, anche se è richiesto lontano dalle loro terre, e questa differenza, come tante altre piccole differenze, si sente.
Sono ancora un popolo “aperto”, pieno di speranze per quella terra che hanno raggiunto da poco, e, cosa che poi continueranno a fare, sono sempre pronti a difendere le loro case, qualunque sia laminaccia.

Non li avevo mai immaginati come un popolo con caratteristiche così tribali, perché ormai nel mio immaginario sono un popolo che cerca più il silenzio, il mimetismo…. (Alcune delle abitudini e delle tradizioni che hai descritto mi piace immaginarle più tra gli Avari), Però, nonostante la mia visione sia differente, sono riuscita comunque a sentire i Nandor nelle tue descrizioni.
Li ho sentiti nel coraggio che dimostrano i personaggi e che trapela dalle loro azioni e parole, quel coraggio determinato tipico di questo popolo e che mi da l’impressione di essere inarrestabile, una volta destato. Anche la loro diffidenza verso qualsiasi tipo di “armatura”, è proprio una cosa da Nandor: sono così legati alla natura, che ce li vedo benissimo a rifiutare qualsiasi tipo di eccessiva protezione, anche qualcosa di semplice come il cuoio che usa Urwen. E’ qualcosa di…. Artificiale, per loro, di non naturale, e che quindi è meglio non usare.

Urwen, invece, agisce pensando più alla situazione che si trovano ad affrontare che alle tradizioni. Non che dimentichi l’importanza dei simboli e dei riti propiziatori, anzi, ma intuisce che in questo caso serve qualcosa in più, e da ciò che ho capito non è la sola.

Mi sono piaciute molto le descrizioni dei momenti precedenti la battaglia, e mi è piaciuto soprattutto il modo in cui, in quest'atmosfera di attesa e di preparazione allo scontro, tu sia riuscita a introdurre con poche
ma efficacissime parole non solo la protagonista ma anche i suoi genitori e amici, mostrando tutte le dinamiche e i modi di fare dei vari personaggi.
Sono proprio riuscita a vederli tutti mentre si preparavano e si confrontavano sulla battaglia imminente, ed è stato davvero bello!

Particolarissimo il modo in cui si riferiscono ai Valar: conoscono i nomi e i "ambiti" di ogni vala e valie, ma per loro, che hanno solo iniziato il viaggio verso Aman, i Valar sono rimasti qualcosa di distante, quasi leggendario.
Molto bello poi il modo in cui hai dato risalto all'importanza delle stelle, sia nei simboli che i Nandor portano sul corpo sia nel modo in cui Urwen le guarda sia prima che dopo la battaglia. Sono una fonte di luce, di coraggio e un punto di riferimento, qualcosa a cui rivolgere sempre lo sguardo, qualcosa che penso facessero, in modi diversi, tutti gli elfi.

Parlando di Urwen, mi è davvero piaciuta tantissimo, come personaggio!
L’hai caratterizzata perfettamente, mostrando tantissime sfaccettature del suo carattere.
Urwen è si una combattente coraggiosa, quando serve, ma è anche una persona intelligente e curiosa. Mi ha colpita il modo in cui si sofferma spesso a riflettere su ciò che la circonda, cercando di indagare meglio su tutto ciò che le sembra nuovo.
Immagino sia stato questo a portarla a provare a usare la pelle d'orso per proteggersi, e che, finita la battaglia, la porta a osservare le lame degli orchi e, ancora di più, le armi degli Elfi Grigi.

E’ stato straziante vedere i Nandor massacrati, e sentire tutta l’atmosfera di disperazione che la battaglia, e soprattutto la morte di re Denethor, hanno lasciato dietro di loro. Erano partiti per quella battaglia con la consapevolezza che sarebbe stata dura, ma anche con la speranza di ricacciare indietro gli orchi, e per quanto la vittoria alla fine l’abbiano ottenuta, il segno dell’alto prezzo che hanno dovuto pagare non si cancellerà mai dalle menti dei Nandor, e già si vede.
Si vede nello sconforto dei genitori di Urwen, e in quel silenzio che contrasta con le grida di battaglia e di incoraggiamento che risuonavano prima( un contrasto che ha dato davvero un tocco in più al tutto, complimenti!)

Mi ha fatto tenerezza vedere Urwen che piano piano si rende conto di quante vite è costata quella vittoria, ed è stato atroce vederla sempre più sconvolta mano a mano che saliva la collina su cui combatteva Denethor.
L'angoscia di Urwen nel vedere prima la madre ferita e poi il re e la sua famiglia morti, la sua disperazione nel vederli ridotti così, quando fino a poco tempo prima erano vivi e stavano bene mi hanno commossa.
Per un attimo ho temuto che i suoi genitori fossero morti, oppure i suoi amici... Veder comparire prima Rhosdir e poi il padre e la madre, anche se quest'ultima ferita, mi ha tranquillizzata un po'... Anche se non del tutto, perché come riflette giustamente Urwen, niente tornerà più come prima.


Mi ha colpita tantissimo la tradizione delle ciocche di capelli gettate nella fossa in cui giace Denethor con la sua famiglia, mi ha dato la sensazione di essere allo stesso tempo sia un modo per onorarlo e dimostrargli la loro fedeltà, sia un modo per lasciare con la persona che se ne è andata, in questo caso il re, una parte di sé che lo conforti e che lo protegga. Mi ha fatta riflettere molto, come gesto…
E altrettanto mi hanno fatta riflettere le parole di commiato di Urwen: un accenno particolarissimo agli spiriti degli elfi che, invece di recarsi a Mandos, rimangono in Terra di Mezzo, in cui devono comunque difendersi da Morgoth, anche in questa forma.

E a proposito di Denethor: Ho amato tantissimo il modo in cui l’hai descritto!
Mi è piaciuto il modo in cui hai sottolineato il suo carisma, e quanto i nandor lo amassero e fossero più che pronti a seguirlo.
Vederlo attraverso gli occhi di uno dei suoi sudditi poi ha reso ancora più evidente la devozione e l’ammirazione che provavano i Nandor nei confronti di questo re e quanto li abbia sconvolti la morte del loro sovrano, tanto che si sono rifiutati di cercare un altro re che prendesse il suo posto.

Meravigliosa poi la scena finale, in cui finalmente Urwen può chiedere direttamente a uno degli elfi di Mantogrigio, i loro alleati, da dove provengono quelle armi che sembrano averli protetti più di quanto abbia fatto il cuoio con lei.
Il fatto che l’elfo grigio in questione fosse Mablung è stata un’altra bellissima sorpresa!
Hai caratterizzato alla perfezione anche lui: il modo in cui prova a convincere Urwen, e anche tutta la sua gente, a trasferirsi nel Doriath mi ha davvero colpita.
E’ un bellisssimo dialogo, il loro: semplice ma davvero significativo, un bellisimo confronto tra due popoli diversi, attraverso due personaggi che sono a loro volta diversissimi.

Mi è piaciuto tantissimo poi il modo in cui Urwen quasi si perde nell’osservare la cotta di maglia e le armi di Mablung, come noti ogni particolare, come si avvicini anche per poterla toccare: ho apprezzato veramente tanto quest’ultimo dettaglio, perché penso che renda la scena ancora più realistica, mostrando ancora meglio tutta la curiosità di Urwen sia verso quei materiali e quella fattura che non ha mai visto, sia verso l'oggetto in sé, che vede ora da vicino per la prima volta.

I dubbi che questo dialogo lascia a Urwen sono inevitabili, visto quanto è costata quella battaglia: avere armature e armi migliori avrebbe evitato una simile strage? Avrebbe salvato Denethor?
Mi viene da pensare che Urwen propenda sempre di più per il si: mi è sembrato, mano a mano che le sue riflessioni proseguivano,che fosse sempre più attirata da quelle nuove protezioni, dalla possibilità di avere qualcosa che la difenda meglio, che permetta a ciò che resta del suo popolo di difendersi meglio dagli attacchi futuri.
Ma una simile possibilità, ancora una volta, richiede un alto prezzo: abbandonare la terra in cui i Nandor hanno sempre vissuto, cosa che alcuni di loro forse faranno, ma che la maggior parte si rifiuterà di fare per tutta la prima era, scegliendo la segretezza.
Mi chiedo che cosa farà Urwen, e che cosa farà la sua famiglia...

Veramente tantissimi complimenti, Chia, è una storia davvero stupenda, curata nei minimi dettagli, perfetta nelle atmosfere e nelle descrizioni e piena di personaggi che rimangono veramente impressi, e che hai caratterizzato e descritto in maniera perfetta, in tutti i sensi.
Sei riuscita a rendere ogni scena con grandissima intensità e hai saputo inserire dettagli e riflessioni veramente particolari e interessantissimi.
Tantissimi complimenti ancora!

Spero davvero che scriverai altre storie come questa! (Anche perché concordo con te, serve decisamente più Silma per tutti!)

A prestissimo!
Tyelemmaiwe

Recensore Master
27/08/15, ore 11:59

Ciao Kia!
E' stata una bellissima sorpresa trovare il tuo nome nella prima pagina ^^.
Questa tua storia è un qualcosa di unico. Di magico. Di speciale. Qualcosa che non avevo mai letto prima. Non so davvero con che parole descriverla: è come se racchiudesse in sè un canto antico e potente, vibrante di memoria... I protagonisti sono così diversi da quelli a cui siamo abituate. Primordiali, feroci, letali, a tratti grezzi ma soprattutto 'essenziali'. Giuro, ho in mente quello che voglio dire ma proprio non riesco a spiegarmi: sembra di avere a che fare con le prime creature che hanno abitato la terra e che sono ancora 'ingenue', incorrotte. La loro fede è riposta senza alcuna remora nei potenti Spiriti che essi non possono vedere. I loro principi sono saldi, la mente affatto contorta: hanno una chiarissima percezione di cosa sia bene e di cosa male. E sono pronti a battersi senza alcuna esitazione per esso, come se fosse la cosa più naturale e spontanea nel mondo. Mi hanno fatta pensare a una qualche tribù indiana, complice anche l'uso della tintura e l'abbigliamento. E in realtà anche a quel popolo dei boschi a cui apparteneva Ginevra nel film 'King Arthur', non so se hai presente.
Urwen, col suo spirito indomito e curioso, mi ha da subito conquistata. Amo il suo modo di interrogarsi circa tutto che la circonda o le accade, mi ha commossa la sua preoccupazione verso i suoi cari, ho adorato la sua indole fresca, genuina e integerrima.
C'è una grande 'semplicità' che aleggia nella tua storia, ma non da intendere in senso negativo. Anzi è davvero un sollievo leggere di un popolo ancora agli albori, e privo di malizia o secondi fini. Ti prego dimmi che si capisce che intendo, sto facendo un casino ç_ç.
La furia di Urwen in battaglia è primitiva, animalesca, ricorda davvero quella di una fiera: è uno spettacolo accattivante e sconvolgente. La ragione è come se fosse completamente annullata. E poi la gioia, per la fine del combattimento e la vittoria, è un qualcosa che non ha prezzo.
Sono sollevata che a sua madre non sia successo nulla, per un attimo ho davvero temuto.
E l'incontro finale con Mablung, e la successiva proposta gettano le basi per una meravigliosa promessa. Sarei veramente felice di saperne di più^O^
nel frattempo i miei complimenti per questo racconto: non mi ero mai immaginata i Silvani sotto questa luce, ma mi hai tenuta incollata allo schermo per tutto il tempo. Una lettura assai particolare e veramente piacevole!
un abbraccio!

Benni

Recensore Master
26/08/15, ore 15:05

Questa storia è tanto bella che quasi quasi ti perdono il fuck Noldor :P.
Seriamente, ho i brividi. E perdonami se non sarò in grado di recensire come si conviene, ma davvero, sono profondamente colpita e ammirata.

Personalmente ho un'idea abbastanza diversa dalla tua per quel che riguarda la caratterizzazione dei Nandor, ma diamine, quelli che descrivi sono esattamente gli Avari della mia immaginazione. Identici. Precisi. Diamine, che meraviglia.
Le tinture propiziatorie, il tamburo, la danza di guerra, il fatto che non sia naturale coprirsi di armature di cuoio... Sì, sì, è così che io vedo certe tribù Avarin. Dio, che bello.
In realtà alle tinnture non avevo mai pensato, ma è un'idea così bella, così... Non so come dire, ma per me ha senso. Eccome se ha senso.
Poi tutto quello che io attribuirei agli Avari, tu lo estendi anche ai Nandor. Io tendenzialmente immagino i Nandor come un popolo che utilizza le armi essenzialmente per difesa, e che è poco incline alla caccia. Questo me lo fa pensare l'affermazione dei Laegrim che, lamentandosi con Finrod dell'arrivo degli uomini in Ossiriand, dicono: "gli uomini sono abbattitori di alberi e cacciatori di bestie".
E' anche vero che a Lasgalen i Silvani cacciano eccome, però io penso che nel corso delle ere, e degli incontri (e scontri) con gli altri popoli, vi siano state diverse "scissioni", dunque si siano sviluppate differenti usanze tra i Nandor.
In tutto questo, comunque, c'è da dire che i Nandor di cui parli si sono stabiliti da poco in Ossiriand e sono, in un certo senso, ancor più vicini alle tradizioni Avarin (i primi contatti con i Sindar si stanno verificando proprio adesso) quindi forse la tua visione ha parecchio più senso della mia.
In ogni caso, ho le lacrime agli occhi per la tua resa del tutto.
Per non parlare del rapporto che hanno con i Valar, quasi fossero divinità protettrici (e in parte lo sono, o hanno pretesa di esserlo :P) ma quel che voglio dire è che il modo di approcciarsi a loro, di venerarli anche, è così "primitivo"... Non l'avevo mai preso in considerazione, e lo trovo assolutamente interessante.
EE poi tutta la tua attenzione ai nomi... Parole come il "popolo peloso" mi mettono una tenerezza infinita, anche se non saprei dirti esattamente il perché.

Venendo alla storia in sé: personalmente fatico a immaginare le donne dei Nandor come guerriere, se non sono spinte dall'estrema necessità. Ma qui la cosa non mi risulta stonata, forse perché la protagonista mi piace, e tanto anche.
Urwen è davvero un bel personaggio, decisamente particolare.
Mi piace la sua curiosità, il suo volersi coprire di un'armatura di cuoio che, per quanto rozza, le salverà la vita.
La battaglia poi èdescritta in maniera impeccabile, mi ha tenuta col fiato sospeso e per un momento ho temuto per la vita di Urwen. Invece lei non è morta, ma vedere il massacro attorno a lei è da brividi.
E il lutto per Denethor... Che i capelli rivestano un ruolo di grande importanza per gli Elfi in generale è cosa nota, e anch'io ho sempre pensato che tagliarli avesse una valenza particolare, ma ciò che hai fatto tu... Beh, è semplicemente stupendo. E trovo commovente e assolutamente veritiero il profondo amore che i Nandor nutrono per il loro re.
Struggente la scena della madre di Urwen che, benché ferita, dice alla figlia di tagliarle tutti i capelli, e ancor più straziante e piena d'amore per il re è la risposta di Urwen...
E la fossa in cui tutti gettano i propri capelli... Oddio, qui avrei potuto anche piangere. Mi fai piangere per i Nandor! Lo capisci? XD
Ma forse la cosa più bella di tutte è il finale, con Urwen che osserva le armi degli orchi. Sarebbe andata diversamente, se i Nandor avessero posseduto armi di ferro e non di rozza pietra? Forse. O forse no. Certo è impossibile dirlo, col senno di poi.
Ma in ogni caso il desiderio di Urwen di apprendere è forte, e il suo incontro con Mablung mi ha intenerita immensamente. La profonda diversità tra i due popoli traspare fortissima in questo breve incontro, e lei è così carina, così sperduta, così desiderosa di apprendere... E quando chiede se potrà avere un'ascia come quella di Mablung... Oddio, avrei voluto abbracciarla. Sì, credo proprio che lei andrà nel Doriath senza por tempo in mezzo... Ma Urwen, tesoro, tu hai l'animo Noldorin, lasciaitelo dire! Lascia i sindar non appena possibile, e vai a imparare da gente che conta :P.
Ok, chiudo qua questo sproloquio, e ti faccio i miei più sinceri complimenti. Ti prego, scrivi ancora non appena la tesi ti darà un po' di tregua... C'è bisogno di storie come questa!

Melianar