Terza classificata
La realtà dell’appareza, di Tamara.EFP
Grammatica e sintassi: 15/15
Stile e lessico: 14/15
Sviluppo della trama/originalità/gradimento personale: 9,5/10
Rispetto del tema: 10/10
Caratterizzazione dei personaggi/IC/Attinenza al fandom: 10/10
Eventuale bonus: +1
Totale: 59,5/60
Grammatica e sintassi:
Grammatica e sintassi sono impeccabili, nel senso letterale del termine. Non c’è una sola svista, non un errore di battitura. Non c’è davvero nulla da correggere, neanche un’imprecisione: ottimo lavoro!
Anche la punteggiatura è assolutamente eccellente: corretta, precisa, adatta, varia, ben gestita. Crea il ritmo perfetto per un’introspezione, senza mai appesantirla.
Stile e lessico:
Adoro il modo in cui hai sperimentato in questa storia: si percepisce proprio che hai cercato, non so se consciamente o inconsciamente, di avvicinare il linguaggio e lo stile all’atmosfera, alla scena, al Dottore. Hai elaborato uno stile elevato al punto giusto, che non “sminuisce” mai l’importanza dei concetti espressi. Non solo: trovo eccellente l’audacia dimostrata nello stile, che ti fa rischiare con qualche frase un po’ più articolata o insolita. È importantissimo dare un tocco personale, a mio parere, in una storia così corta per renderla differente da qualunque altra, per renderla indimenticabile. Tu ci sei riuscita su tutta la linea, con uno stile unico, coinvolgente ed efficace, capace di rendere intrigante e dinamica l’introspezione.
Dal punto di vista stilistico apprezzo l’audacia alla pari di quella dimostrata nello stile, anche se non mi convincono completamente proprio tutte le scelte. Talvolta il lessico suona un pochino forzato, perché ci sono alcune parole isolate che “cercano” di alzare il tono della storia ma non sono supportate da altre parole dello stesso registro, e quindi suonano un pochino fuori posto (mi riferisco a termini come “berciate”, “scempiaggine” e simili); altre parole, invece, sono un pochino troppo tecniche per un’introspezione, suonano un po’ troppo “distaccate” rispetto al tono della storia (mi riferisco a parole come “ponderazione”).
In generale, comunque i termini sono indubbiamente quasi sempre adatti al personaggio del Dottore e contribuiscono magnificamente alla sua caratterizzazione.
Sviluppo della trama/originalità/gradimento personale:
Adoro l’idea di base della storia.
Sia dal punto di vista personale sia dal punto di vista oggettivo, trovo ottima la scelta di ambientare la storia in quel preciso momento. Per quanto riguarda il punto di vista oggettivo, mi riallaccio all’attinenza al tema: hai scelto un momento che senza dubbio, obiettivamente, ti dava lo spunto perfetto per sviluppare una serie di riflessioni in merito all’identità del Dottore. Hai scelto uno spunto “già pronto”, in un certo senso, ma non per questo banale o facile da sviluppare, anzi. Al contrario, era una riflessione difficilissima da portare avanti con precisione e profondità, e sei stata coraggiosissima a decidere di farlo; il risultato, poi, premia senza alcun dubbio il tuo coraggio: è davvero eccellente! Sicuramente, se la storia fosse stata ambientata in qualunque altro momento non avrebbe avuto la forza che ha così com’è. Hai scelto proprio il momento perfetto, e ciò si vede dal risultato finale.
Non ho davvero alcuna miglioria da suggerirti per quanto riguarda l’idea in sé o lo sviluppo: la storia si basa su uno spunto validissimo, e le considerazioni che partono da esso sono coerenti, logiche, coinvolgenti, emozionanti, intelligenti. È una storia davvero eccellente. Leggendola, si percepisce un miscuglio di precisione e emozioni: si sente proprio che hai messo attenzione e cura nella storia, e che allo stesso tempo l’hai scritta con affetto, trasferendole una grandissima carica emotiva.
Per quanto riguarda lo sviluppo della storia, trovo eccellente la direzione che prendono le riflessioni: sono lineari, perfettamente logiche, non complesse da seguire ma allo stesso tempo mai, mai banali. Mi piace davvero molto il modo in cui sei riuscita a sfiorare tutti gli elementi legati a questa scena, tutte le cause e le conseguenze e le implicazioni: tocchi il tema della Guerra del Tempo, dell’identità del Dottore, del difficilissimo rapporto con i Dalek. Tocchi tutto ciò che può essere associato a quella scena, e lo fai con tatto e cura, senza tralasciare nulla e senza appesantire la storia.
Per quanto riguarda l’originalità, non posso fare altro che darti punteggio pieno, e lo faccio con grandissimo piacere: la storia è totalmente originale perché, pur prendendo spunto da una scena esistente, ha un carattere personale e un approfondimento assolutamente unico. Non solo: quella scena è una delle più “forti” della serie, una di quelle più d’impatto, eppure viene considerata pochissimo dal fandom. Sono pochissime le storie che la toccano, e pensare che gli spunti di riflessione sono infiniti. Tu riesci davvero a cogliere le potenzialità di questa scena.
Forse una delle ragioni per cui questo momento è un po’ snobbato è la sua complessità: è difficilissimo interpretare quella frase, soprattutto interpretarla dal punto di vista del Dottore. Ma tu ne fai un’analisi così attenta e curata da rendere assolutamente valida ogni singola riflessione, dando forza ancora maggiore alla scena.
L’unica cosa che non mi convince del tutto è la piccolissima digressione finale su quel singolo Dalek: non è sbagliata, assolutamente, ed è molto interessante, ma posta in quel punto spezza un po’ la catena di riflessioni del Dottore, e non è proprio del tutto legata al resto delle considerazioni. Cioè, è la posizione che non mi convince, perché “salta” lontano dall’argomento principale proprio sulla fine e rompe un po’ il momento di tensione.
Rispetto del tema:
Il rispetto del tema è davvero, davvero eccellente: ti accosti all’argomento dell’identità con grande fluidità, naturalezza e tatto. La frase insinua il dubbio da sola, apre le riflessioni. Fa in modo che la storia possa esistere, e le permette di partire in modo spontaneo. La frase in sé contiene la base della riflessione e contiene già un frammento del tema. È “la radice” delle riflessioni, e fa capire fin da subito che direzione prenderà la storia, senza tuttavia anticipare troppo. Insomma, già la frase all’inizio fa capire perfettamente la storia seguirà il tema, senza bruciare l’argomento e anzi rendendolo ancora più intrigante.
Nell’introspezione, poi, il lavoro di rispetto del tema continua in modo ottimo: le sottili contraddizioni, i vari “lati” del Dottore e del suo passato che emergono e si accostano l’uno all’altro, creando un quadro molto complesso e accurato del suo personaggio.
Si tratta, poi, di un’attinenza originale: non poni le classiche domande “da crisi di identità” in modo esplicito, ma le fai sentire, le fai percepire. Si sente che il problema di chi sia il Dottore (Un distruttore? Un salvatore? Entrambi?) è alla base di ogni cosa, è fondamentale nella storia. È il filo sottile che congiunge ogni riflessione, che lega la frase all’introspezione, che costituisce il vero problema di fondo. Che è essenziale nel personaggio del Dottore, che più volte si è trovato a doversi confrontare con la propria personalità e con se stesso.
Caratterizzazione dei personaggi/IC/Attinenza al fandom:
Credo, e penso che lo ripeterò all’infinito xD, che il Dottore sia uno dei personaggi più complessi in assoluto da caratterizzare. Forse il Nono Dottore è un po’ meno complicato dei successivi Dottori (e anche di qualcuno dei precedenti, in realtà), ma credo che questo sia legato principalmente al fatto che lo conosciamo meno, che lo “accompagniamo” per meno tempo. E se questo toglie un po’ di possibilità di complicare le cose da un lato, la aggiunge dall’altro, rendendo considerevolmente minore la quantità di materiale che abbiamo su di lui per poterlo “ricostruire”.
Tu riesci a utilizzare in modo assolutamente eccellente questo materiale, ricostruendolo in modo approfondito, brillante, personale, efficace. C’è il dramma della Guerra del Tempo, ancora fresco nella sua memoria. È praticamente appena accaduto, a questo punto della storia; è una ferita fresca, e quel Dalek non fa che riaprirla. Non se l’è ancora lasciata alle spalle, non sa ancora gli sviluppi che la faccenda prenderà. È solo un Signore del Tempo, solo, che ha sulle spalle il peso di così tante vite. (Recensione modificata il 13/10/2015 - 10:10 pm) |