Che scrivi benissimo e che sei riuscita a rendere ciò che volevi dire d'ora in poi lo darò come presupposto, d'accordo? Sono alla seconda storia ma finora per me è così. Ma spero che focalizzarsi su altro ti possa dare lo stesso soddisfazione.
Questa storia mi ha toccato molto e mi ha colpito. Non ho pianto come te quando l'hai scritta, ma il mio cuore si è messo a... traballare.
Questo è quel tipo di storie in cui mi piace non tanto cosa succede, ma come viene descritta la realtà e costruita la storia.
Mi riferisco all'attenzione con cui hai cercato di trasformare i meccanismi fisiologici umani ed emotivi di Saix, nei meccanismi di un computer. Non hai cercato di descrivere il personaggio funzionante come una macchina: invece è più una macchina costretta ad essere uomo, un uomo che ha molto di più della macchina, che vorrebbe restare macchina.
Ad un certo punto maturano emozioni, potrebbe dirsi un progresso, ma nessuno dà per scontato che avere emozioni lo sia. Mi ha fatto pensare alla pazzia. Cioé, avere queste emozioni è giusto o sbagliato, nella realtà di quel mondo?
Saix dopotutto riesce a sopravvivere come vecchio modello, rispetto a x-03, perché di fatto continua a lavorare stando zitto, quindi non averle è stato un grosso vantaggio.
Intanto, alla fine del racconto, Axel resta vivo, ma la sua presenza è quella di un fuorilegge. In quel mondo non dovrebbe esserci, che futuro ha? Di fatto resta una macchina difettata, debole, mi chiedo come potrà sopravvivere di fuori, anche se riesce a scappare dalla fabbrica.
Questo è il punto che più ho ammirato: c'è qualcosa di fisiologico, in come Saix diventa pazzo (o emotivo, dir si voglia). Lo diventa passo passo, senza accorgersi. Non c'è chiarezza, se Saix si stia rompendo influenzato da Axel, o perché semplicemente stanno deperendo i circuiti di cui è fatto. Probabilmente un circolo vizioso, che compone un sistema in avaria e destinato a distruggersi. Ma è proprio questa una delle cose che rendono il personaggio più umano: come loro (noi), cambia e non può fare a meno di essere emotivo, più debole, per una ragione corporea, concreta: i suoi stessi circuiti che vengono meno, il tempo che passa. Non è un sistema indistruttibile, né perfetto.
Allora il finale della storia finisce per colpirmi. Non finisce nel modo più facile, atteso o desiderato. Saix non può sopravvivere, convertirsi e vivere più o meno felice con Axel. Il suo modo di vivere ormai è determinato, non può cambiare. E' per questo che deve morire alla fine della storia e non è possibile un altro finale. Se cambiasse diventerebbe un altro personaggio, con un'altra storia.
... Comunque meglio che muoia, perché non vorrei vederlo con un'altra personalità! Mi piace così com'è!
In generale mi attira la fantascienza. E' un campo ricco, ma penso anche che è difficile tirare fuori delle idee veramente buone, dopo tutto quello che è stato scritto. Questa è una delle cose più belle che abbia letto nel genere sul tema uomo-macchina.
Senza contare che il paragone col concetto di Nessuno in KH non fa una piega. Tra parentesi: mentre leggevo fantasticavo che il fantomatico proprietario (perfezionista e minaccioso) fosse Xemnas! Mi sembra di notare che ti piace inserire piccoli dettagli che richiamano la trama del gioco (che colti trovo davvero deliziosi come delle caramelle sparse nel testo).
Penso non sia una storia facile da leggere, ma credo resterà una delle mie preferite fra quelle che hai scritto, anche per quanto mi ha colpito a livello personale. A me come credo agli altri, spinge a farmi più domande e a vivere in un modo diverso. E mi consola leggere che forse vivere non è così facile. |