Ciao,
ho trovato la tua storia spulciando tra i risultati che sono usciti inserendo come contesto storico “periodo Tudor”.
Henry VIII non è tra i miei sovrani preferiti, tuttavia ho apprezzato il lavoro che hai fatto nel delinearlo attraverso gli occhi di Anne. Hai parlato di un uomo inconstante, frustrato dall'incapacità della sua sposa di dargli il sospirato erede maschio e il desiderio di trovare rifugio altrove.
Con una tale preda, Anne non ha fatto altro che appellarsi al lato passionale del sovrano. La ragazza, bene lungi dall'essere ingenua e sciocca, ha articolato una fitta rete di seduzione per ottenere tutto quello che la sua famiglia desiderava per lei: il trono. Poco importa di quello che è successo alla vecchia regina o alla principessa Mary, Anne viene presentata come una donna concreta e ambiziosa, capace di tutto per arrivare al suo scopo.
Tuttavia, ora che lo ha raggiunto, ha compreso quanto precaria sia la posizione: è regina ma, esattamente come la precedente, non ha dato un erede maschio al re. Vive reclusa in una prigione dorata, costantemente osservata e controllata. Se Catalina poteva vantare la parentela e il supporto di sovrani stranieri, come ad esempio l'imperatore, per avere almeno la consolazione di non essere condannata a morte, Anne non ha neppure quella. Sa che, esattamente come ha fatto lei, un'altra potrebbe prendere il suo posto da un momento all'altro.
Ho apprezzato particolarmente il lato razionale di Anne, il suo rendersi conto di aver perso l'affetto del re. Analizza la sua situazione rimanendo obiettiva e senza lasciarsi andare ai sentimenti. Sa che quello che Henry ha fatto per sposarla ed è certa che lui non sarà così tollerante se lei non dimostrerà sia valsa la pena affrontare tutte quelle battaglie per infilarle la fede al dito.
Questa one shot mi è piaciuta molto.
Un abbraccio,
Blue |
