Recensioni per
Lettera ad un amico immaginario
di Morgana la Strega

Questa storia ha ottenuto 12 recensioni.
Positive : 12
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
09/01/16, ore 09:24

Eccomi!
Già il nick di Tanny (nelle note) è una garanzia, ma fin dall’incipit mi hai catturato.
È un inizio travolgente, non c’è dubbio.
Per tutto il testo mantieni un ritmo lento, moderato, che aumenta man mano che si raggiunge la fine. Le ultime due righe riassumono il tutto, mostrando nuovamente quella pace che accompagna l’inizio.
Sei stata molto poetica, è come se ci fosse un velo, una nebbiolina, che fa da sottofondo a questa voce soave. Bravissima.

I colori.
In tutta questa OS si vedono, sembrano potersi toccare con mano, diversi toni. Toni freddi, come quando descrivi le stanze bianche, la goccia di sangue che, per quanto il rosso sia considerato un colore caldo, in questo caso è come un punto nero sul bianco della carta: colpisce nel segno.
Che altro dire?
Ho apprezzato le diverse immagini, la “visione” dei passi, la rosa, le bocche dei bambini. Sei stata brava perché ogni riga si “vede” ancora prima di sentirsi.
A presto!

Recensore Master
07/01/16, ore 20:43

Ciao! Che bella.
Sembra una litania delicata e lontana. Come i ricordi di infanzia.
Sei migliorata moltissimo, anche se, ammetto, sento un sacco la mancanza del tuo stile diretto e spontaneo.
Questa credo che a livello di contenuto sia la tua opera più profonda, intensa e meglio riuscita.
Scritta bene, ben strutturata.
Che dire?
Brava!
Un abbraccio,
Juliet

Recensore Master
27/12/15, ore 15:42

Eccomi qui! 
Come al solito non deludi mai le aspettative, il tuo modo di scrivere cattura inevitabilmente il lettore dentro le tue storie facendole sentire dentro fino all'osso.
Mi sono immedesimata molto nello scrittore. dentro le sue parole si poteva percepire perfettamente il peso della solitudine che si porta dietro, e magari cerca di allieviarlo scrivendo questa lettera. 
Sei brava come sempre e ormai sai già cosa penso di te.
Bandierina verde meritatissima, credo proprio che nelle OS tu dia sempre il meglio di te :)

Baci
Shakana

Recensore Veterano
09/12/15, ore 20:22

Eccomi qui :)
Che dire, è una storia davvero particolare e profonda, oltre che significativa. Si comprendono a pieno le emozioni di chi scrive/parla, e le descrizioni sono ben accurate, nulla da ridire in questo ^^
Inoltre il tema mi è piaciuto in maniera particolare, e mi sono anche immedesimata. Una morale che mi sorge spontea comprendere è che un amico, che per noi è davvero importante, vorremmo non ci lasciasse mai, o che comunque ritrovasse quel tempo che ha perso con noi, che riscoprisse l'importanza che abbiamo nella sua vita e ci regalasse un altro abbraccio, un saluto, uno proprio spazio. Mi piace! I miei complimenti.

Alla prossima, cara,
un saluto!
- Snotty

Recensore Master
07/12/15, ore 01:10

Ciao!
Ho puntato questa tua storia perché già dalle prime righe dell’intro mi aveva attirata. Amo le introspezioni e passerei intere giornate a parlare delle stesse, a vaneggiare – chissà. Nel caso di questa fan fiction, dunque, non evadiamo dal mio solito. La frase di apertura è fantastica, riporta un po’ al titolo – al suo sapore agrodolce e nostalgico. E poi c’è la pioggia. Oh, io adoro e detesto la pioggia. È controversa, è l’esempio lampante di come una goccia possa battere fino a uccidere, a torturare. E tanto erode le montagne quanto l’animo umano. Alle volte, però, è liberatoria. Nel caso della tua introspezione si trova a metà: vacilla. Immobile, immacolata, è quasi la cornice perfetta. I due pugni chiusi mi ricordano l’infanzia e quando alle elementari giocavamo a nascondere il gessetto in un pugno chiuso. È un richiamo agrodolce, ancora una volta agrodolce – e io adoro queste sensazioni stranamente angst, si può forse dire che le cerco in modo pedante! Poi il petalo. Ah, ammetto di avere una grande predilezione per i fiori e per i petali. Non è un gessetto, ma un petalo, una goccia di sangue, ancora l’indecisione. Un frammento che può appassire, che sicuramente appassirà. Onirico e introspettivo, ecco come ritengo questo testo. Un susseguirsi di scene e sensazioni che non hanno valenza istantanea, ma forse ritardata. La sensazione di già visto e di nuovo che si contende un primato. Diciamo che è una delle migliori introspezioni che abbia mai letto. Mi fa dubitare, mi fa domandare: Era un petalo? Era un ricordo? Era una visione? Oppure solo immaginazione, follia. E io che leggo e che penso, io che mi scervello per capire qualcosa tra le righe, sono fuori fase o devo credere di aver colto il nesso? Correre per l’eternità, correre senza meta, girovagare a passo spedito dietro se stessi e una sola immagine d’indefinito. Un noi, un forse fatto di libertà. Mi piace come visione, dico davvero. Continuo a vederla un po’ malinconica, sì, e non mi pento di questa scelta di parole, perché credo che per quanto un’introspezione sia personale possa diventare anche personale per altri e assumere colori diversi da persona a persona. O magari ci ho visto giusto, chissà! Il tema dell’addio mi ha stritolata. Lo ammetto, quando ho iniziato a leggere quest’introspezione non avrei immaginato di arrivare a tanto, ma è successo. Stritolata è la parola giusta. Un addio moderato, per citarti, mi risulta difficile da immaginare. Un addio è sempre un addio. Un addio logora, fa male, divora e divampa. È come la pioggia, sì: martella, batte, picchietta e scava, scava la roccia, il cuore, l’anima.
Complimenti. Mi hai messo i brividi addosso!
Alla prossima,
xoxo

Recensore Junior
04/12/15, ore 18:08

Non ho idea di dove tu abbia trovato l'ispirazione per scrivere questa cosa O.o è davvero stupenda!
Ti invidio molto a dire la verità, perché sai rendere davvero bene l'introspezione! Hai usato il lessico in maniera impeccabile e fa davvero venire i brividi a leggerla. La lettera è molto sfumata, piena di mistero e anche del mittente emerge solo la sua angoscia, mi sembra uno stile molto "impressionista" che parla per immagini forti e che rende bene l'idea delle cose.
Alcuni frasi mi hanno davvero colpito, come "Forse io non sono mai stata parte di niente. Esclusa da tutto con dentro il vuoto. " o anche "ma attraverso un addio moderato, un saluto che non ci separi mai del tutto." Sono pensieri molto reali e molto profondi che veramente lasciano l'angoscia.
Ti faccio davvero i complimenti perché mi hai stupita!

Recensore Master
04/12/15, ore 11:56

Ciao! Eccomi per lo scambio di recensioni.
Dunque, questa tua OS è stata molto eterea, non solo perchè praticamente non sappiamo nulla della protagonista e della sua vita, così come di questo amico immaginario che nella sua breve descrizione sembra quasi angelico, ma perchè ognuno di noi lettori può vederci una cosa diversa e in qualche modo immedesimarsi.
La prima parte, delineata dal colore bianco, sottolinea piuttosto bene la solitudine e il non appartenere, mentre l'uscire fuori in quell'aria quasi bucolica contrasta con una voglia di vivere intrinseca nella ragazza.
Le immagini sono state forti, e il tutto lascia un sapore agrodolce, ma non per questo rende il tutto meno credibile e ben scritto.
Brava, non ho nulla da contestarti, e anche di errori gravi non ne ho riscontrati.

Alla prossima,
V.

Recensore Master
03/12/15, ore 23:47

Buonasera!
Allora, inizierò con il dire che questa storia originale mi ha...spiazzato.
Sì, penso che la parola giusta sia questa, in quanto è veramente particolare e diversa dal solito carico originale che mi capita di osservare nella categoria.
Innanzitutto, l'incipit e il titolo suggeriscono qualcosa che secondo me va aldilà di una dedica o di un pensiero scritto su carta.
È un qualcosa che lascia l'amaro in bocca, che tormenta con continuità e fa aprire la mente e le possibilità verso pieghe diverse, reali ma sussurate al tempo stesso, creando idee ed immagini vivide, a volte disturbanti.
È una storia che per quanto riguarda il carico di metafore e simbologie è possente, forte in ogni rigo e possa veramente emozionare, in quanto con me questo è successo.
Direi che la scena del petalo e della goccia è quella che mi ha suggerito un profondo legame, uno quasi al confine tra vita e morte, capace di sprofondare nella malinconia pura che la vita a volte porta a due persone, oltre che gli ostacoli, alcuni troppo insormontabili per questa vita in fin dai conti breve ma intensa, specie nel buio e nel grigiore.
Non tanto nel nero ma quanto nel grigio si ha la possibilità di sentire una pesantezza tale da rimanerne intrappolati e accecati.
Non importa poi tanto chi siano effettivamente i due perché non è questo l'importante, sono semplicemente due anime che non possono riconciliarsi nel presente per una serie di motivi forse troppo grandi persino per loro, per essere risolte facilmente.
Penso che siano adulte ma non così troppo per poter parlare e basta, in quanto dentro c'è un dramma non indifferente che le rende inermi e fragili.
Le descrizioni naturali e surreali sono veramente parte integrante del testo e sono quasi importanti l'un con l'altra per comprendere quanto la vita abbia necessità di entrambe le cose, con dei passaggi legati ad un etereo valzer passionale e uno sgretolamento di posizioni, del sentirsi vuoti improvvisamente, sputati e disgustosi in quanto l'affetto e il vivere seriamente la vita porta anche a questo.
Salvare i ricordi nella mente e nel cuore per dare loro un senso: spesso è questo l'unico modo per nutrire un sentimento a senso unico, che non permette equità e che rende tutto dispari, distorto, forte solo nei sogni più maestosi...ma pur sempre sogni.
La scelta del futuro come tempo verbale (bizzarro ma vincente per questo caso), i contrasti tra esistenza ed assenza, l'aspettare il tempo di una nuova vita, una che è così per davvero; tutto questo mi dà l'idea che l'amico immaginario non sia solo una semplice persona.
Può essere un'entità, un qualcosa di scomodo, una battaglia che si affronta giornalmente e non ci abbandonerà facilmente, mai totalmente.
Emotivamente è stato qualcosa di bello e riflessivo, profondo e molto personale, oserei dire questo.
Per quanto riguarda il testo, dal punto di vista grammaticale ed ortografico è generalmente corretto, anche se ci sono delle piccole cose che correggerei per migliorare ancora di più la lettura, che risulta comunque scorrevole e di alto interesse.
Ad esempio, nella quarta frase piazzerei una virgola prima del ma, così nell'ultima prima del pertanto: in più, in una frase ci sono due frasi consecutive introdotte e chiuse dai trattini, cosa non propriamente corretta grammaticalmente, a meno tra le due frasi ci sia del testo che racconti qualcosa.
Ma tutto ciò non toglie che il lavoro che hai messo per iscritto sia veramente distinto e tocchi delle vette veramente ottimali e che ho apprezzato nel profondo per il tema e l'emotività.
Vola tra le ricordate senza nessun dubbio!

Complimenti vivissimi.

Un abbraccio sincero,

Watashiwa

 

Recensore Veterano
03/12/15, ore 21:51

Ciao :)
L'atmosfera surreale e colma di metafore che si respira leggendo questo scritto mi ha colpita molto. Non si ha una chiara idea di cosa sia accaduto precisamente, ma questo non è un dettaglio che va a ledere la bellezza del pezzo, anzi, lo rende adatto a più situazioni e quindi "calzabile" da più anime. Chiunque leggerà queste parole potrà ritrovarcisi in qualche modo, potrà dire di aver compreso e vissuto e pensato allo stesso modo in un particolare momento della sua vita.
Il tutto assume fin da subito toni poetici grazie ad alcuni elementi di decoro che rendono bene l'idea di eleganza tipica di alcuni componimenti poetici: sicuramente la pioggia con il suo affascinante ritmo malinconico; il petalo che cambia colore tingendo la scena; la tela strappata; il marmo immacolato e l'allusione agli scacchi; il valzer.
Sei riuscita ad amalgamare bene pensieri, riflessioni, metafore e similitudini, quindi ti faccio i miei complimenti.

Però ci sono alcune cose che durante la lettura l'hanno inevitabilmente interrotta – sicuramente si tratta di piccole sviste che ti sono sfuggite durante la rilettura, ma siccome costituiscono un elemento abbastanza fastidioso in questa storia molto piacevole, ritengo giusto segnalarti ciò che mi è saltato all'occhio sperando di non offenderti in alcun modo (del resto non è una critica a ciò che hai scritto, ma qualche piccolo consiglio).
"il luogo nella quale", nel quale;
"Non dirai una parola, lì, davanti a me con indosso una camicia immacolata abbottonata sino al colletto ma mi mostrerai i tuoi due pugni che nascondono qualcosa,", aggiungerei una virgola dopo "davanti a me" e una prima di "ma"; in tal proposito ti consiglio di tenere d'occhio gli altri "ma" perché non usi quasi mai la virgola prima;
"avremmo tempo per le parole ma adesso non servono", stai usando il futuro, quindi non è "avremmo", ma "avremo"; di nuovo la virgola prima del "ma";
"scortandomi fuori dalla stanza facendomi alzare", aggiungere una "e" o una virgola tra "stanza" e "facendomi";
"mi contagerai con questo tuo desiderio e in un lampo saremmo alla porta.", anche qui il futuro, "saremo";
"Stringerai la presa della mia mano", sostituirei "della" con "sulla";
"da voler prendere tutta quella pioggia che alzerò il viso per sentir
un posto nella mia mente lo hai pertanto spero che un giorno,", aggiungerei due virgole, una dopo "pioggia" e l'altra dopo "hai".

Nel complesso, comunque, ho trovato la storia davvero molto bella, perciò brava davvero!
Alla prossima!

Recensore Master
03/12/15, ore 13:29

Ciao =)
Eccomi qui!
Questa leggeta a un amico "immaginario" sembra l'ultimo tentativo di sperato di ribellarsi alla solitudine, al punto da dover scrivere qualcosa a qualcuno affinché tutto diventi reale.
Molto spesso, purtroppo, non si può fare altro che vivere nella propria testa e lì, crearsi quella sorta di universo, di sentimenti e sensazioni che non si possono vivere realmente, perché all'esterno è tutto così troppo freddo e silenzioso appunto.
La realtà conscia della persona, e la narratrice stesso lo dimostra, non fa altro, però, che scavare quel vuoto e quel buio ancora più in profondità, trovando solo la voce, l'eco di questa, di qualcosa che non esiste, ma per la quale noi ci scaviamo un posto nel cuore, per farle spazio, sperando che prima o poi succeda anche per noi.
Alla prossima!

Recensore Master
02/12/15, ore 23:56

Ciao.
Qui ti parla la tua beta che ha appena scaricato tutte le sue canzoni preferite ed è contenta, così come la tua OS sott'occhio dall'altro computer e quindi ti posso dire ciò che ho provato revisionandola. 
Profonda, come ti ho detto nell'audio e malinconica ma eccezionale poiché essendo una poesia sei riuscita ad inserirne le parole e le descrizioni quindi i sentimenti di quella ragazza, per l'amico immaginario, lontano e vicino assieme.
Quando dici attenderò nelle mie stanze bianche, fredde, silenziose, vuote ho percepito il freddo, la tristezza e il biancore della camera attorno a me e quindi il resto in un mix totale che mi ha destabilizzata. Così come quando c'è lui e ballano assieme, un qualcosa che c'è ma non c'è ed è tristissimo, davvero. Immaginarlo lì accanto e poter ballare senza problemi ma poi subentra la realtà crudele e lui non c'è, è sparito nel nulla.
E poi tutto quel colore bianco che viene associato ad ogni emozione, ogni parte di tassello di vita di quella ragazza, quindi un qualcosa che non sopporta la felicità ma un qualcosa di malinconico, di profondamente remoto, di irraggiungibile o almeno è ciò che ho percepito io leggendola ancora. Il bianco, il freddo sulle mie dita e sul mio corpo e quindi dentro me... nella quale non v'è il niente, appunto associato al colore bianco.
La mia parte preferita parte da Con timidezza mi prenderai la mano... fino a qualche cosa, praticamente il paragrafo intero dato che mi ha fatto pensare a lei che si alza mano nella mano in quella di lui e man mano prosegue verso la libertà o, più comunemente chiamata come la speranza e quindi l'assoluzione di poter non avere il tempo che scorre davanti a te. 
Dal tempo e bianco, poi, si passa al tempo metereologico e quindi alla pioggia ed a ciò che si può captare tramite il sapore della pioggia come foglie e pino, quindi pensare anche ai petali di un fiore che cadranno per terra, così come l'anima della ragazza che non può più rialzarsi. 
Ascoltando Stairway to the skies dei Within Temptation, poi, l'immagine della ragazza che balla e che man mano si muove verso la porta con lui mentre attorno v'è il colore bianco e la pioggia che cade, è immensamente forte. Ho scelto giusto.
La parte finale nell'introduzione dà un retrogusto amaro, come se sei immersa nel miele e riesci a sorridere ma sai che vi sarà soltanto tristezza ed impossibilità di raggiungerlo ancora e ancora.
Perché il suo posto nella mente di lei c'è e rimarrà così.

Ottima storia, mia cara.
O meglio dire dire, dovrei dire eccezzionale OS. Non vedo l'ora di poter correggertene un'altra di questo tipo, perché è stata una piacevolissima lettura. 
Au revoir
 

Recensore Master
02/12/15, ore 20:59

Eccomi qui :-) Allora questo racconto è pura poesia, mi ha dato l'impressione di una poesia sotto forma di racconto, mi è piaciuta molto questa storia, questa lettera all'amico immaginario che fino alla fine sembra la lettera a un amico lontanissimo però tangibile, a una persona reale, ho adorato il fatto che in questa lettera c'è una componente quasi bucolica, la lettera di una persona che sa che l'altra persona se ne potrá andare, affermando che nonostante rimarrá sempre nel suo cuore e nei suoi pensieri.Un rapporto che rimarrá saldo, nonostante l'allontanamento.Lo stile di scrittura è uno stile fluido e nello stesso tempo ricercato :-) Molto brava, i miei complimenti :-))