Recensioni per
Beautiful lie
di Nocturnia

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
08/01/17, ore 19:35

Questa è la più triste delle storie, l’intreccio di chi sugli spalti siede e osserva lo scorrere nell’arena della tragedia di attori che giocano su parti contrapposte, per morali diverse: si scontrano, mangiano e finiscono in patta, pari nella sconfitta. Questa è una storia della quale nessuno ha mai potuto proclamarsi vero vincitore, dove solo chi comanda spettri e distrugge per una B o una A può pensare di uscirne indenne: senza graffi, senza male, senza essere davvero morto per ciò che si nasconde dietro un trofeo o una punta di freccia.

Giochiamo a fare i detective, a ricostruire puzzle, proprio come la buona Claire: una guerriera temprata da infinite battaglie, sempre l’eterna ragazzina in faccia agli eventi che l’hanno marchiata. E’ la sua indole che le chiede di imbarcarsi in quest’ultimo viaggio, il più tortuoso e doloroso, il più crudele e chiarificatore. Claire non parla, eppure i suoi occhi sono sinceri e comunicano una fiamma che non si spegne, la tenacia di una famiglia di cercatori d’oro che alla fine della miniera non rivelerà altro che un infinito cumulo di pirite: oro per gli stolti, macerie per tutti gli altri.

Ha capito Barry, perpetuo sacrificio, lo sbaglio di esplorare con una lama a doppio taglio una ferita vecchia più di cinquant’anni: salata, gelata, contagiata, disinfettata; non sterile, non libera dal parassita che l’aveva causata. Barry ha compreso come non sia la risposta tormentare i fantasmi per scacciarli, ha sanguinato come per dissolvere la maledizione sia necessario lasciar svanire i suoi spettri: non seguirli ma ignorarli, illuderli di poter vivere giù dalla croce che li ha sacrificati. Barry ha accettato i mostri e ha guadagnato non la vittoria e nemmeno una vita tranquilla, solo una discreta morte al silenzio di una villa e di un’isola che gli hanno concesso la sua famiglia in cambio del prezzo più alto che fosse disposto a pagare.

Eppure Claire non accetta: non è perché ha gettato la spugna che è scampata a Raccoon City, non è perché ha lasciato perdere che è ritornata da Rockfort, non è perché ha voluto chiudere gli occhi che è riemersa dalla palude di Sushestvovanie. Tuttavia è proprio questa sua volontà di vedere dove chiunque altro ha saputo solo giudicare che la intrappola in una spirale senza uscita, un buco nero che la inghiotte e attira al centro dell’inferno, oltre un orizzonte che con troppa fatica e troppo tempo Claire è riuscita a rivarcare: è scesa all’inferno per confrontarsi con la Padrona, esporle le proprie ragioni, venire schiacciata dalle sue verità non dette. La morte non ha mai avuto un odore così vitale, innocente, felice, un futuro dagli uomini per gli dei che conceda loro la libertà di provare, di sentire, di vivere e non più limitarsi a sopravvivere. Per questo Claire è interdetta, per questo non riesce a darsi pace: dove aveva cercato mostri aveva scovato una madre e suo figlio, una sorella e un fratello -come loro-, una donna e tutta la sua vita.

Claire è come la combattente che decide di impugnare arco e frecce per contrastare fucili e cannoni: stringe una pistola per difendere e non offendere, per comprendere un’ultima volta il valore del sentimento che è chiamata a testimoniare, l’apposizione del sigillo su una forza che ha trasceso il destino e la malattia per esigere il futuro che le spetta senza richieste o compromessi, senza temere nulla e nessuno, le armi per dividere e dividersi giudici di un crimine ormai prescritto ma mai davvero passato. E allora cosa può fare ora Claire se non accettare la verità di una storia che rivela il ruolo dei buoni rispetto ai cattivi, dei protagonisti lacerati di una vicenda costruita sulle spalle di uomini come loro, nati sul confine sbagliato. Claire si scopre nessuno per negare una possibilità a persone che hanno tentato di risollevarsi, che hanno cominciato per la prima volta a vivere solo per se stessi e non vogliono nulla se non un futuro così vicino da uccidere pur di riuscire ad ottenerlo. Con questa consapevolezza il pedone affronta la Regina, con la sconfitta nel cuore abbraccia la verità per la quale è stato deciso che Claire Redfield doveva essere immolata: davanti a lei Alex Wesker, diavolo gentile di bianco vestito, e Albert, oggetto non soggetto di sentimenti tanto forti da animare la bellissima bugia al centro dell’arena.

A questo punto l’occhio esterno non si farà fuorviare e avrà chiaro come nessuno dei partecipanti possa ergersi davvero campione, come Burton, Redfield o Wesker siano gli uni più lontani dagli altri dal conquistare la buona stella. Quale gioiosa celebrazione meriterà allora da parte loro questa vita che non hanno potuto che assaggiare, altrimenti nemmeno sfiorare; a quale vittoria sarà possibile inneggiare quando nulla per loro è stato mai davvero di guadagnato?
Barry, che ha tradito gli amici per la famiglia e ha combattuto per riguadagnarne la fiducia; fuggito dai nidi di ragno per difendere ciò che amava, la mano strisciante è giunta ancora alle porte del paradiso per innalzarlo nuovamente a sacrificio. Così la maledizione lo ha rigettato nella bocca dell’inferno.
Poi Claire impavida, che ha guidato fino al ventre della vendetta per osservarne l’ascesso suppurante riversarsi indecente sul mondo inerme: ha incontrato amici, salvato vite, visto morire nella pazzia e perpetuarsi nella malattia; è fuggita da uffici che dovevano salvarla attraversando bianchi laboratori, è volata alle prigioni dei giusti che sbagliano combattendo chi sbaglia, infine ha sbriciolato i ghiacci di una storia congelata col tempo per rimanere bloccata in un’altra destinata a durare oltre il Tempo. Tanti sono i colpi che Claire ha subito, la metamorfosi di Gregor e Grete solo l’ultimo parassita che ha ucciso le radici di una quercia destinata a cadere.
Infine Alex che muore e si dispera, graziata nell'utilità di innalzare a dio il fratello e gettata come rifiuto nel peggiore degli inceneritori. Ha pianto e si è vestita di rabbia, ha ucciso innocenti per condividere il dolore, ha bestemmiato il dio che le ha fatto questo perché tutte le cose succedono a lei, povera Wesker. Quale vittoria potrebbe mai annoverare nella sua miserabile esistenza quando lei nemmeno l’ha mai avuta una cosa degna di tale nome, un’infima speranza di mendicare ciò che ogni umano dovrebbe avere di diritto. No, troppa gioia per chi perde ancor prima di gareggiare, per chi deve forzare e costringere il destino a girare nel verso giusto, una volta ogni tanto.

E’ così evidente ora come nessuno abbia mai avuto la possibilità di uscire vivo da questo disgraziato girone alla fiera dei perdenti, dove chi aveva veramente le redini alla mano ha lui stesso di perso, schiacciato dai propri deliri e dal totale fallimento. Sono allora questi gladiatori allo sbando che ora pagano la pena, continuando a combattere per la pace, per la verità, per la libertà, per apprendere ad accettare la sconfitta che concederà loro la fine dei giochi. Per questo solo l'occhio esterno potrà ottenere la presunta vittoria, per chi corre la buona consolazione un game over prematuro, forse l’unica vera liberazione.
(Recensione modificata il 09/01/2017 - 07:53 am)

Recensore Junior
07/02/16, ore 11:57

Eccomi!!!! Bravissima come sempre!!! In effetti mancava una tua storia con Claire, mi è piaciuta tantissimo e per questo finisce nei preferiti. Io adoro Claire da sempre (non si era notato vero? XD), infatti questa sua ricerca della verità su Alex è molto veritiera. Bellissima!!!! *.*

Recensore Junior
28/01/16, ore 13:19

Eccola finalmente! L'ho riletta con molto piacere una volta di più, perché Claire è il mio personaggio preferito e un incontro con Alex, un incontro di questo tipo, be', era qualcosa in cui speravo nel gioco. Un crescendo di tensione, questo spaccato di futuro, che ben si armonizza a ciò che guida la non più giovanissima Redfield nella sua ricerca: una frenesia che assume i contorni di una divorante necessità di sapere, mettere insieme tutti quei pezzi che non spiegheranno mai abbastanza ma, forse, daranno senso a un orrore e una lotta che hanno rubato loro più di quanto potessero dare.
Si affanna Claire, solo per arrivare a scoprire che i mostri non sono poi così diversi dagli umani; amano, soffrono, proteggono, muoiono e cercano quella seconda possibilità, quel "come sarebbe se" - se non fossimo nati cavie, se avessimo avuto una vita normale, se se se.
È affascinante vedere come l'ossessività per ogni dettaglio che riguardi Natalia/Alex e i suoi spostamenti sia poi trasposto, durante il loro dialogo, alla figura della donna in sé (e non solo a lei). Ai suoi gesti, al suo aspetto, a quello che indossa. Sembra volersi imprimere nella memoria anche il particolare più insignificante, forse perché sa che non ci saranno altri incontri dopo quello? Io personalmente preferisco pensare che tu abbia voluto sottolineare l'umanità, la normalità di questa Alex mostrandocela attraverso gli occhi di Claire come una donna qualunque, con i propri vezzi. Non esperimento, non mostro, non nemesi, neppure Wesker - perché c'è troppo di sbagliato legato quel cognome. Solo donna. Anche se solo per pochi momenti.
Potrei andare avanti ancora a lungo a parlare di quanto bello ci sia in questa storia, perché non si sta parlando solo di Claire/Alex, ma mi fermo qui. È sempre una garanzia leggerti in questo fandom.

Recensore Master
27/01/16, ore 21:37

Ciao. La tua storia mi è piaciuta tanto, l'ho trovata parecchio intensa.
Ho capito male io, o alla fine restano in vita soltanto Alex ed Albert? Purtroppo non conosco granchè degli ultimi giochi di Resident Evil (mi sono "fermata" al 4), quindi riguardo al personaggio di Alex Wesker mi sento un po' "penalizzata"... non so NIENTE di lei! =(
Ma questo non mi ha impedito di apprezzare la tua fic... come ti ho già scritto all'inizio mi è piaciuta molto. ;)
Ti saluto! XD
Saluti da summer_moon

Recensore Veterano
26/01/16, ore 18:43

Oddio.
Non so bene come descrivere le emozioni provate: curiosità, commozione, angoscia, gioia...insomma ero con il fato sospeso la maggior parte della lettura.
Senza che elenco le idee più strane che mi sono venute mentre Alex e Claire palavano. E i ricordi.
E la scena di due fratelli sulle tombe di due fratelli...ero una fontana per farla breve, bella canzone comunque, l'ho ascoltata.
Alla prossima amica mia
Mattalara

Recensore Junior
26/01/16, ore 16:10

Ciao mia Carissima Nocturnia, la storia è magnifica, come sempre non mi deludi mai sei sempre la migliore ti adoro *offre thè caldo e biscotti*
(Recensione modificata il 26/01/2016 - 04:15 pm)