Buonasera, eccomi per lo scambio delle recensioni organizzato da Christine Carter! Ormai al photo-finish, non so per quale ragione io mi riduca sempre agli ultimi cinque minuti, eccomi a recensire questa storia e farti i miei complimenti.
Parto con una premessa: una versione credibile di Lucifero, estranea al solito demone caprino con forcone e sguardo maligno, non è un soggetto facile da mostrare. Vi è contro di lui un pregiudizio, più o meno serio, che dura da una sciocchezza come all'incirca cinquemila anni nato allorché un libro fantasy sul quale costruirono una religione lo dipinse come...
Qui viene la questione interessante. Tra le entità perfette, create per essere immacolate e lontane dai bisogni e dai voleri dei mortali, lui è l'imperfetto.
E' il più alto ma è arrogante, è il più luminoso ma piove nel buio, è il migliore ma non vuole seguire quel disegno che lo vede dovere riconoscere agli ultimi arrivati una non-manifesta sovranità perché ultima creazione di suo padre.
E' il figlio ribelle, quasi un trasporto di mitologia, tanto quanto può esserlo l'essere umano stesso.
In un certo senso, quantomeno secondo me, Lucifero è ironicamente il più umano tra tutti gli angeli perché non esiste come un semplice automa di luce riflessa ma come una figura con sue volontà e con suoi desideri che vanno in contrasto con quelli degli altri e che cerca di farli prevalare.
E la questione dell'arroganza, in maniera sottile sottile, l'hai trasposta in questo tuo scritto e l'ho apprezzato molto. Si dice divino ad un certo punto.
Come angelo lui è immortale, sì... ma divino? No.
Lucifero, come ogni altro angelo, è una creazione del divino ma è una creazione dalla natura diversa da quella umana, non più o meno divina della stessa. Il fatto che lui invece si consideri tale, considerando la sua posizione come capro espiatorio e stimolo a quel pentimento tanto conveniente che può aprirti il paradiso a dispetto d'ogni malefatta precedente, in un certo senso conferma quello che lui dice di se stesso nelle prime righe.
MOSTRA che è vero, non solo una descrizione che poi non serve a niente.
Proprio questa descrizione è una bella goccia d'umanità nel, teoricamente, perfetto ed immacolato.Si può sentire un po' del suo essere che scivola nel descrivere che cos'è e cosa lo rende diverso dai suoi simili tanto più obbedienti, silenziosi e fedeli.
Ci tiene a farcelo sapere il che è egocentrico ma in un modo assai particolare. E' fiero della sua natura e chi non lo sarebbe nella sua posizione?
Appunto.
Non conosco la serie "Lucifer" di cui parli nella coda dello scritto quindi non so davvero dove cominci l'ispirazione dove la tua creazione originale. Quello che posso dire è che questa riedizione non gli toglie l'essere il dominatore dell'Inferno ma mostra una storia diversa da quella che racconta il fronte che, alla fin fine, la guerra la vinse.
Si sa che la storia è narrata da chi vince, non da chi perde. E considerando chi è il soggetto vi è una domanda da farsi. Forse non è volontaria ma... siamo assolutamente, matematicamente, totalmente certi che stia dicendo la verità, tutta la verità e niente altro che la verità?
E se lo stesse facendo per davvero?
Se questa fosse la verità e l'altra versione una menzogna? Se invece di un castigo, che comunque sembra essere, fosse un ordine che deve seguire per un disegno che non comprende interamente ed i cui fini servono a suo padre?
Il paragon si ribella sempre, dice un topoì narrativo di TvTropes&Quotes. Io dico che ti sei pienamente meritata i miei complimenti, la lettura è stata veloce ma piena di spunti riflessivi, ed una bandierina verde che batte brillante ^^
"Please allow me to introduce myself
I'm a man of wealth and taste
I've been around for a long, long years
Stole many a man's soul and faith..."
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