Recensioni per
Eclissi
di Mana Sputachu

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
25/07/16, ore 18:44
Cap. 1:

Ti chiedo scusa se con colpevole ritardo leggo e commento solo ora questa splendida introspezione nell'animo di Ryoga. Non so esattamente da dove iniziare a farti gli applausi, magari citando le frasi che mi hanno maggiormente colpita, ma mi hanno colpita praticamente tutte. Le tue analisi sempre profonde e acute, mai pesanti o noiose, suscitano in me una sana invidia a botte di: "Ecco come si scrive!". XD
Innanzitutto, la scelta dell'ambientazione: un campeggio solitario - di certo in mezzo ai boschi - al tramonto: luogo e momento perfetti per riflettere sulla propria vita. Il sole cala come un sipario sulle considerazioni finali cui Ryoga è giunto dopo un anno passato lontano da Nerima - per sua stessa scelta - a girovagare ma con la speranza di tornare prima o poi a casa. Ma la casa è rimasta un miraggio lontano - sembra che più si impunti a voler raggiungere una destinazione e più questa gli sfugga - e Ryoga si ritrova a riflettere sul fatto che trasformarsi in porcello sarà anche una maledizione terribile, ma perdersi in continuazione non è da meno, anzi, ormai è l'unica certezza della sua esistenza solitaria: la certezza di perdersi la possibilità di finire la scuola, trovarsi un lavoro, avere degli amici, farsi una famiglia. Ma Ryoga non si perde solo fisicamente, si perde innanzitutto nella sua testa: in elucubrazioni, pianificazioni, sogni a occhi aperti e rimpianti senza fine (Akari). E così finisce forse per perdersi anche nella realtà. Forse è venuto il momento di mettere un punto fermo nella sua vita - accettare che Akane non sarà mai sua - e smetterla di tentare di trovare la strada di casa, ma trovare la sua strada. L'alba rischiara la nuova consapevolezza di Ryoga, soffusa di malinconia per un passato che si lascia alle spalle, ma illuminata da una nuova speranza per il futuro: accettarsi per ciò che si è, smetterla di piangersi addosso e di inseguire l'impossibile. L'eclissi svanisce, Ryoga è finalmente maturato e può pensare solo a se stesso.
Bravissima, non so che altro dire. Ah sì, lo stile: scorrevole, fluido, incisivo con poche, dosate parole. Hai saputo egregiamente far indulgere Ryoga in mirate riflessioni nel corso delle poche azioni che compie, sempre le stesse della sua vita errabonda, eppure stavolta si caricano di un nuovo significato.
Aspetto con ansia altre ff sull'universo takahashiano, nel frattempo tanti applausi.

Recensore Master
25/06/16, ore 14:10
Cap. 1:

Ciao!
Aww, Ryoga. Resta il mio personaggio preferito, anche se il manga l'ho letto in adolescenza e ormai sono (purtroppo) molto lontana da quel periodo! Probabilmente perché abbiamo lo stesso senso dell'orientamento (una volta ero con un gruppo di amici e ho riso così forte da piegarmi in due, quando mi sono rialzata stavo imboccando la via sbagliata e tutti mi hanno guardato come fossi stupida). 
Bando alle ciance, veniamo alla storia!


Prima di tutto ho molto apprezzato l'introspezione del personaggio: curata senza essere pesante o lenta. I pensieri sono descritti con immediatezza e ci si può perfettamente immedesimare nella sensazione di essere persi (e poi di ritrovarsi) in ogni senso, non solo quello fisico. 
Hai scritto delle frasi davvero belle, delicate e malinconiche, che hanno dato al racconto un'atmosfera davvero coinvolgente. Malinconica, appunto, senza essere triste o struggente. C'è una sorta di arrendevolezza, in Ryoga, che cattura fra le righe e che si risolve nel finale, con uno sguardo più leggero al futuro.
Altro elemento che ho apprezzato è l'ambientazione. Piccoli riferimenti, ma curati: un tramonto e una notte che possono associarsi allo stato d'animo di Ryoga, proprio come l'alba; accenni ai luoghi della storia che danno un senso al vagare di Ryoga, che danno quel senso di cosa sia "casa" e cosa non lo sia. 
Per quanto riguarda gli aspetti formali, grammatica, stile e lessico sono perfetti. Nessun errore e uno stile semplice ma non banale, che permette di creare frasi davvero belle. 

Credo di aver finito le mie considerazioni. La storia mi è davvero piaciuta (tendono a piacermi le storie introspttive che scavano dentro i personaggi) e quindi ti faccio tanti complimenti!
Alla prossima!



 

Recensore Master
17/06/16, ore 17:54
Cap. 1:

Molto bella questa OS su Ryoga. Ciao! :) Sono qui per lo scambio recensioni del gruppo Efp Famiglia, e devo ammettere che non leggo tanto nella sezione ma spulciando il tuo profilo, sono rimasta attratta da questa shot su Ryoga e sopratutto dagli avvertimenti che avevi inserito. Credo che togliere l'elemento comico a un personaggio come Ryoga e alla sua caratteristica primaria (quella di perdersi), sia geniale e pericoloso al tempo stesso. Pericoloso perché non è per niente semplice dare a un qualcosa che viene solitamente trattato in maniera comica e che strappa una risata, una connotazione malinconica. E tu lo hai fatto. Egregiamente, aggiungerei. Il tuo Ryoga è malinconico, amaro, molto profondo nei pensieri che fa e dannatamente triste. Mentre si legge ci si rende conto (o meglio, per me è stato così), che non mi ero mai fermata riflettere su quanto, in effetti, la sua situazione sia drammatica. Non solo ama e non è ricambiato, non solo diventa un porcellino indifeso, ma non può farsi una vita perché continua a perdersi. Non può studiare, lavorare, avere amici... E lui ne ha sempre sofferto. Ma alla fine arriva a una conclusione importante perché forse la sua vita è questo: viaggiare. La storia finisce con lui che vuole tornare a casa ma che si dice che anche se si perderà lungo il tragitto, cosa probabile, allora non ne farà un dramma ma lo accetterà. Una scena tra tutte mi è piaciuta, quella in cui osserva il sole sorgere.

Insomma, storia bellissima e sorprendente. Complimenti.
Koa

Recensore Master
07/06/16, ore 22:56
Cap. 1:

Leggo questa storia per la seconda volta e anche adesso, proprio come qualche giorno fa, arrivo alla fine con un senso di sollievo. È come se questo lungo viaggio e questa grande evoluzione li avessi fatti anch'io, al pari di Ryoga, lì vicino a lui.
Trovo molto bello il modo in cui sei riuscita a ritrarre il suo pensiero che cambia in modo quasi inconsapevole; l'uso delle immagini legate al sole e al concetto di eclissi è perfetto, e assolutamente calzante è pure l'uso della citazione iniziale.
All'interno della storia ci sono poi alcune frasi assolutamente da Ryoga, permeate di quel suo spirito che è una via di mezzo tra l'autoironia e la disperazione; il riferimento ad Akari è solo uno tra i più riusciti.
Leggere questa storia è stato un vero piacere; rileggerla lo è stato ancora maggiormente, perché non avevo più la smania di arrivare in fondo e scoprire cosa accadeva, e così facendo mi sono potuta finalmente godere appieno il viaggio. Mi sono persa per un po', ma alla fine ho ritrovato la via. <3

[Recensione partecipante alla maratona di Giugno indetta dal gruppo Recensori Solidali e Critici - Fandom Anime & Manga]

Recensore Master
28/05/16, ore 13:36
Cap. 1:

Secondo posto parimerito al Contest Idee in libera uscita
Giudizio:
Eclissi
Di Mana Sputachu


-Sviluppo della trama, attinenza alla citazione e caratterizzazione dei personaggi: 10 / 10

La citazione tratta da Patch Adams è a dir poco perfetta per Ryoga, il viaggiatore per antonomasia che riesce a perdersi in ognidove, non importa se dietro si porta una cartina e una bussola perché sembrano 'parlare' un linguaggio a lui sconosciuto, e hai saputo sfruttarla a pieno in questa storia piena di malinconia, sviscerando ogni verso e trasponendolo nella fanfiction.
Il fallimento del matrimonio tra Akane e Ranma invece di dare speranza al povero Hibiki, gli fa comprendere a pieno che i suoi sentimenti non saranno mai ricambiati, nemmeno se trovasse il coraggio di confessarli alla diretta interessata, perché il rapporto tra i due è cambiato, seppur in modo lieve, litigano sempre ma qualcosa nei loro sguardi e atteggiamenti è mutato, ed è evidente che si amano e la distanza fra loro sta diventando sempre più esigua.
Consapevole di tutto questo, Ryoga lascia le spoglie del suo alter ego P-chan, non riuscendo più a tollerare questa situazione e si perde, questa volta in modo consapevole, per cercare di ritrovare se stesso.
La caratterizzazione di Ryoga è perfetta, in lui ho sempre visto un lato desolatamente disperato, nonostante nel manga alla fine prevalga sempre il lato comico di questa sua caratteristica; il suo continuo perdersi lo esaspera, lo rattrista, gli impedisce di fare qualunque cosa: andare a scuola regolarmente, uscire a fare la spesa e tornare per cena, rispettare gli appuntamenti, avere un lavoro regolare, essere una persona normale... Questa sua condizione, la sua vera maledizione per usare parole tue, lo rende un eterno vagabondo, senza fissa dimora pur avendo una casa in cui tornare e lo rende anche infinitamente triste.
Hai ben trasposto l'ambiguità del suo rapporto con Ranma, il fatto che nonostante gli stia portando via la ragazza che ama non riesce comunque ad odiarlo perché lo ritiene un buon amico. Saotome lo deride spesso per il suo riuscire a perdersi persino in un bicchier d'acqua, ma non esiterebbe mai ad aiutarlo a ritrovare la strada di casa ed ha sempre mantenuto il segreto della sua doppia identità nei panni di P-chan.
È molto confuso anche per quanto riguarda Akari, spezzato a metà tra il desiderio di riempire quel vuoto che sente nel cuore con la sua presenza e il senso di disgusto per se stesso che prova ogni volta che pensa a lei perché teme che la ragazza possa diventare un semplice ripiego, un sostituto del suo primo amore, Akane.
Mi è piaciuto il modo in cui questo personaggio evolve durante questa gita in solitaria, infatti, lontano da tutti e tutto, trova la pace nel posto più improbabile: un'altura che gli permette di vedere il sorgere del sole, uno degli eventi più naturali e scontati del mondo, ma che diventa molto significativo per lui che sente rinascere in sé la speranza di un futuro migliore; quei raggi di luce fanno sparire l'eclissi che ha oscurato il suo cuore, rendendolo consapevole del fatto che pian piano il dolore per la perdita di Akane svanirà e che in ogni caso lui è ancora in piedi, pronto ad affrontare la vita.
Il ritorno della determinazione che lo ha sempre caratterizzato è stato un ottimo punto di chiusura ed ha reso il personaggio perfettamente IC, perché per quanto si perda e il ritrovare la strada per lui sia sempre causa di mille disavventure e colpi di sfortuna, Ryoga ha sempre avuto la tenacia di andare avanti senza arrendersi.
Adesso sa di avere molte case ad attenderlo: quella in cui ha sempre vissuto coi genitori, eterni viandanti come lui; quella di Akane e Ranma; quella di Akari e quelle delle persone che conoscerà in futuro continuando a viaggiare.



- Grammatica, stile, sintassi: 9 / 10
#Errore di distrazione:

Nella sua piano --> nel suo piano
#Mancate virgole a delimitare l'inciso:
che[,] se si è perso[,] la colpa è solo sua
#Tempo verbale errato:
e lui si augura --> e lui si è augurato
#Virgola mancante:
un pensiero amaro[,] ma vero
#Mancanza di virgole a delimitare l'inciso:
Avrebbe voluto donare tutto se stesso ad Akane[,] manon aveva maiavuto modo di provarci[,] perché
#Mancanza di virgola:
era fallito[,] ma...
#Virgola mancante:
Scusandosi mentalmente con Akari[,] perché...
#Tempo verbale errato:
Non ne era [stato] in grado
#Virgole inciso mancanti:
dove si trova il campeggio, e[,] dopo averlo individuato[,] cerca
#Virgola mancante:
ci mette un po'[,] ma
Lo stile che hai adottato è perfetto, molto espressivo e pieno di metafore, ma senza scadere nel pesante e senza sacrificare la scorrevolezza dei periodi che danno ritmo alla storia. Ottimo anche il repertorio lessicale che non è troppo elaborato, cosa che ho apprezzato visto che Ryoga a causa delle sue due maledizioni non va a scuola e quindi non è particolarmente acculturato, tendendo ad allenarsi soprattutto nell'arte del combattimento.


- Gradimento personale: 10 / 10

Mi è piaciuta moltissimo questa storia, Patch Adams è uno dei miei film preferiti e sono stata felicissima che qualcuno abbia scelto questa citazione. La fanfiction è splendidamente introspettiva, profonda, ben articolata e si legge che è un piacere.
Arrivata alla fine volevo saperne di più e scoprire cosa avrebbe fatto durante il resto del suo viaggio che adesso non è più una fuga dal dolore, ma un cammino di speranza, una ricerca di se stesso; ero curiosa di sapere se avrebbe incontrato persone nuove o, per una volta che non vuole tornare a casa subito, si sarebbe ritrovato davanti all'ingresso di casa Tendo visto che il destino sembra avercela sempre con lui.


- Bonus: 1,5 / 2

La canzone Total Eclipse of the heart di Bonnie Tyler è abbastanza presente, l'hai usata per descrivere le emozioni negative che sovrastano il cuore di Ryoga durante questo 'viaggio', sottolineandolo più volte ed ho riconosciuto anche il pezzo in cui il protagonista non riesce a trovare pace nemmeno durante il sonno, perseguitato dai suoi dubbi, sebbene ti sia discostata molto dal significato del testo della canzone.
Non ho dato punteggio pieno solo perché la canzone non è molto riconoscibile, se non avessi saputo che la stavi usando non mi sarei mai resa conto della sua presenza a parte quelle due strofe in corsivo e gli accenni all'eclissi, anche se mi rendo conto che amalgamare la song al testo e tuttavia renderla riconoscibile non è semplice.


- Totale: 30,5 /32

(Recensione modificata il 28/05/2016 - 01:38 pm)

Recensore Master
03/05/16, ore 14:39
Cap. 1:

Sono d'accordo con Ryoga, perdersi mettendosi in cammino verso casa è una maledizione assai peggiore di quella di trasformarsi in porcellino con dell'acqua. Questa sua situazione cronica però non lo fa certo annoiare. Ma stavolta sembra che il nostro girovago se la sia cercata, fuggendo come un ladro da casa Tendo. Quella casa non può essere la sua meta adesso che ha fatto i conti con i suoi sentimenti chiaramente sprecati per Akane e oltretutto non corrisposti. E mentre si ferma al campeggio ripensa a come sia potuto succedergli di sentirsi così inutile, considerando che questi personaggio non è nuovo a picchi di tristezza e autocommiserazione, tanto che ne ha fatto anche un colpo di lotta, Ryoga finisce per decidere che non amerà mai più nessuna perché fa troppo male essere rifiutati... Non c'é una luce in fondo al suo tunnel finché non resta meravigliato dell'arrivo dell'alba. E allora la speranza di un nuovo giorno comincia a consolarlo. Akane non lo vedra mai più che un amico è vero, ma col tempo anche lui riuscirà a vederla in modo diverso. Mi è piaciuta la parte in cui il disperso ammette che non avrebbe mai voluto essere accompagnato a casa da Ranma, infondo anche lui ha una dignità da difendere e chissà che non impari ad usare almeno quella bussola. Potrebbe dare una chance ad Akari che almeno lo ricambia sinceramente e smetterla di fare il playboy alla Kuno Tatewaki che non gli si addice, o almeno io lo facevo un po più maturo del tuono blu. Chissà, un lungo cammino comincia da un passo. Complimenti per la scelta della citazione iniziale, decisamente calzante!