“[…] Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer si forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona.
Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende chi a vita ci spense>>.
Queste parole da lor ci fuor porte.”
(Dante, Inferno V, vv. 103-108)
Per questa tua sottile storia vorrei iniziare citando l’Inferno di Dante, la cantica in cui i lussuriosi Paolo e Francesca sono descritti a scontare la loro pena, un cerchio che li accoglie per il pagamento del fio di un amore che da vivi li ha resi peccatori. E’ proprio questo il perno della storia, l’amore, dato o negato a due o forse tre donne che hanno avuto la benedizione o maledizione di incontrare sempre lui, lo stesso uomo che mischia le carte influenzando o venendo influenzato.
Inizia tutto in un limbo, l’anticamera di un inferno destinato a durare eternamente per la giovane Excella, intrappolata nel fuoco della sua città che ricorda fin troppo bene un triste passato, un “Aheri” mai pronunciato e destinato a mutare fin dal principio nell’inglorioso mostro che era sempre stato (“Piazza San Marco brucia di una luce malata; globi marcescenti che assomigliano a vesciche di sangue). A Venezia, dove Excella ha vissuto la sua infanzia e ha trovato tormento dopo la morte, si consuma l’ultimo eterno incontro con l’uomo che ve l’ha condotta, la resa dei conti con lo Wesker che l’ha amata, ingannata e uccisa. Brava Excella, capace di fingersi donna matura per conquistare il nero avvoltoio; ingenua Excella, convinta di ingannare colui che inganna; innamorata Excella, in grado di amare per sempre colui che l’ha uccisa. L’amore è ciò che ha condotto Excella alla morte e ciò che continuerà a tormentarla; l’eterno contrappasso morire nella città della sua vita, insieme e lontano dal suo innamorato. Excella, Francesca priva di pietà o compassione, aquilone spezzato dal vento di una passione che l’ha condotta in mare aperto e infine verso la morte.
Dall’altra parte, Albert Wesker: pubblico silenzioso, ascoltatore obbligato della tragedia che lui stesso ha scritto e interpretato; Paolo e Gianciotto, amante e traditore colui che ha spento tre vite per amore. Dio del sogno nel quale Excella lo ha evocato, intrappolato in un limbo che non può lasciare, Albert gioca ancora con i sentimenti di una donna che a lui si è pienamente consacrata; li plasma, li fende, li strappa, coltiva un finto amore con l’acqua dell’odio e la terra dell’inganno per ottenere nient’altro che un fiore morente e malsano, da estirpare come un’erbaccia. “L’Uroboros ha scelto” è il verdetto di un giudice infernale bloccato nel ventre di una voragine che lui stesso ha generato, condannato a dilaniare in eterno la donna che aveva usato e gettato via ma che ne aveva indirettamente provocato la sconfitta e che lo aveva sottratto al suo unico vero amore. E’ così che Albert Wesker si ritrova, peccatore bloccato in un cerchio a cui non appartiene, un Caronte che ha traghettato la sua stessa anima all’altra riva del fiume; è così che Albert Wesker aspetta, alle luci morenti di Piazza San Marco, che la sua Beatrice trovi la strada per riportarlo alla vita.
A guardia di Ade si erge invece Persefone, luna calante in un inferno di cui non ha mai chiesto di essere regina. Jill è assoggettata alla mano che la controlla ma cosciente quel tanto che basta per comprendere il ruolo di Wesker, cardine di due donne e padrone di una terza anima già persa, condannata e senza possibilità di salvezza. Jill è la marionetta del burattinaio e non ha altra scelta se non seguire dove i fili la conducono, muoversi sulla scacchiera come il più umile e sacrificabile dei pedoni.
Rimane infine la crudele Beatrice, colei che salva un’anima dalla morte per assicurarla a un destino ancora peggiore; spietato Minosse nel provare pietà per la Francesca che consegna alle fauci di un perfido Cerbero. Alex veste i panni della Regina -bianca e nera- sotto gli stracci dell’alfiere, nasconde l’inferno dietro un paio di occhi chiari e incredibilmente sinceri: sinceri con Excella, nei quali ne viene riflesso il destino; sinceri con Albert, quando chiedono almeno una buona morte. Alex è la fiera nascosta a guardia di un inferno nato per inghiottirli tutti, uno alla volta, finchè non saranno di nuovo tutti insieme. (Recensione modificata il 06/12/2016 - 07:54 pm) |